Misofobia: Cos’è? Come si Manifesta? Cause e Trattamento

Ultima modifica 24.03.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento e Rimedi

Generalità

La misofobia è la paura patologica di venire a contatto con lo sporco e con i germi, per evitare qualsiasi tipo di contaminazione o infezione.

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Questo disturbo di natura psicologica porta chi ne soffre ad aumentare le precauzioni igieniche all'inverosimile. La misofobia conduce, dunque, a ricorrere a misure per evitare le situazioni, le persone o gli oggetti che possono aumentare il rischio di contrarre malattie.

Per questo motivo, chi ne soffre reitera ossessivamente una serie di comportamenti di pulizia su di sé o sull'ambiente che lo circonda. Ad esempio, la misofobia si traduce tipicamente nel lavaggio ossessivo delle mani.

Come accade per altre fobie, la misofobia si manifesta con la combinazione di sintomi psicologici (senso d'insoddisfazione generale, ansia, tensione e nervosismo) e somatici, tra cui sudorazione profusa, battiti accelerati, nausea e mancanza di respiro. Se non viene affrontata con un adeguato percorso terapeutico, questo disturbo può avere ripercussioni negative sulla quotidianità della persona, in termini di limitazioni nella vita sociale e lavorativa.

Cos’è

Misofobia: definizione

La misofobia è la paura patologica ed irrazionale nei confronti di tutto ciò che rappresenta una potenziale fonte di contaminazione, infezione e malattia.

Misofobia: differenze con la Rupofobia

La misofobia è un disturbo fobico molto simile alla rupofobia. A volte, infatti, i termini sono utilizzati in modo interscambiabile, come sinonimi.

In realtà, la MISOFOBIA indica più precisamente una paura del contatto con lo sporco e della contaminazione che ne può derivare, quindi può essere interpretata "indirettamente" come la fobia delle infezioni e delle malattie. Per quanto riguarda la RUPOFOBIA, invece, lo stimolo che innesca la paura può essere ideato, cioè anche solo il pensiero della scarsa pulizia di sé e dell'ambiente che lo circonda può innescare la reazione ansiogena.

Per saperne di più: Rupofobia - Definizione e Caratteristiche

Cause e Fattori di Rischio

La misofobia è un disturbo fobico riferito alla contaminazione che potrebbe risultare dal contatto con lo sporco e dell'esposizione ai germi.

La persona che ne soffre manifesta una preoccupazione esagerata per questioni come:

  • La contaminazione incrociata dei cibi;
  • L'esposizione ai fluidi corporei altrui;
  • Il mantenimento di una buona igiene.

La misofobia sembra essere correlata al disturbo ossessivo-compulsivo: l'idea o il contatto di essere contaminati o esposti allo sporco causano un forte senso d'angoscia e si traducono persistentemente in comportamenti rituali, talvolta intrusivi quando si sta cercando di pensare o fare altre cose.

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Quali sono le cause della Misofobia?

Come per altre fobie, le cause della misofobia non sono sempre facilmente identificabili. Al disturbo possono contribuire diversi fattori, compresi quelli ambientali e caratteriali.

La misofobia può essere innescata da un conflitto inconscio di tipo morale e, come tale, può essere correlata a ricordi dolorosi, episodi drammatici della vita, aspettative troppo elevate dei genitori o altri eventi talmente negativi da essere impossibili da accettare e razionalizzare. Ne risulta un senso d'inadeguatezza e d'insicurezza che fanno sentire il soggetto misofobico profondamente insoddisfatto per uno o più aspetti centrali della propria vita.

Misofobia: stimoli fobici e comportamenti tipici

Per chi soffre di misofobia, lo "sporco" è interpretato come una fonte capace di contagiare, di contaminare e di trasmettere malattie.

Esempi di segni e sintomi che possono manifestarsi in chi soffre di misofobia includono:

  • Paura di essere contaminati manipolando oggetti che altri hanno toccato;
  • Stress e frustrazione quando gli oggetti non sono ordinati, disposti simmetricamente o rivolti in un certo modo;
  • Terrore di contrarre malattie in seguito al contatto con oggetti, persone o animali ritenuti "non puliti".

Dalla misofobia deriva spesso l'ossessione di pulire sé stessi e gli ambienti in cui si soggiorna. Uno dei sintomi più comuni è, infatti, il frequente lavaggio delle mani, comportamento che viene reiterato con la specifica intenzione di rimuovere i germi.

Occorre precisare che il quadro fobico può variare da persona a persona: di solito, chi soffre di misofobia teme alcune situazioni più di altre.

Sintomi e Complicazioni

Misofobia: come si manifesta?

La misofobia si esprime principalmente con un senso di disagio, angoscia e repulsione nei confronti dello stimolo fobico, rappresentato principalmente da:

  • Esposizione allo sporco;
  • Contatto interumano;
  • Potenziale trasmissione di germi.

Questa condizione pone chi soffre di misofobia in uno stato di perenne allerta: le carenze igieniche e le fonti di contaminazione possono essere pressoché ovunque.

I sintomi della misofobia possono manifestarsi:

  • Solo quando l'oggetto del disturbo fobico è visibile (ad esempio: durante il giardinaggio, qualora sia necessario scavare nella terra);
  • Quando la persona pensa che possa essersi verificato un contatto con oggetti poco puliti o germi (ad esempio: quando si stringe la mano a qualcuno o si apre la porta con la maniglia).

Se esposta a sporco o batteri (reali o immaginari), la persona misofobica può manifestare tremori, battiti accelerati, sudorazione fredda, mancanza di respiro o pianto.

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Inoltre, per scongiurare il contatto con lo sporco, la persona che soffre di misofobia può mettere in atto comportamenti insoliti, come:

  • Lavare continuamente le mani;
  • Fare più docce ogni giorno o dedicare, in generale, molto tempo all'igiene personale;
  • Utilizzare frequentemente il disinfettante per le mani;
  • Indossare guanti, mascherine e altri dispositivi;
  • Non voler condividere cibo con nessuno;
  • Non prendere i mezzi pubblici;
  • Non usare i servizi igienici pubblici;
  • Pulire in modo scrupoloso oggetti, mobili, abiti e altro ancora, ricorrendo all'uso di detergenti e disinfettanti.

Nei casi più severi, l'angoscia evocata dalla misofobia può evolvere in crisi d'ansia e/o attacchi di panico in piena regola, con nausea, mal di testa, confusione, aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) e senso di soffocamento. Se non viene trattata, la misofobia e le idee di contaminazione che ne derivano possono condurre all'ipocondria, all'isolamento sociale ed all'agorafobia.

Diagnosi

Se i sintomi della misofobia limitano in modo significativo la normale vita quotidiana e persistono da oltre sei mesi, è consigliabile rivolgersi ad un medico, uno psichiatra o uno psicologo per identificare e definire il problema.

La valutazione iniziale di questo disturbo fobico è fondamentale per comprendere i motivi alla base del disagio, identificandone il significato e quantificandone la portata, quindi stabilire il corretto iter terapeutico.

Trattamento e Rimedi

Misofobia: come si può affrontare e superare?

Il trattamento della misofobia prevede un percorso mirato alla gestione degli stimoli ansiogeni e delle manifestazioni che ne derivano. Chiaramente, la scelta tra le diverse tipologie d'intervento o la combinazione di questi dipende dalla persona e dalla gravità del quadro clinico.

Una delle strategie più efficaci per affrontare e superare la misofobia consiste nella psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Per approfondire: Psicoterapia Cognitivo Comportamentale - Cos’è? A Cosa Serve?

Quest'intervento ha l'obiettivo di indurre il paziente a razionalizzare la propria paura ed aiuta il paziente nel concentrarsi sulla possibilità di reagire ai pensieri fobici e di modificare il circolo vizioso, affrontando le convinzioni negative associate alla misofobia, ridimensionandole.

In combinazione al trattamento psicologico, il medico psichiatra può prescrivere, per brevi periodi, una terapia farmacologica per controllare i sintomi ansiosi associati alla misofobia.

I medicinali che vengono solitamente indicati sono le benzodiazepine, i beta-bloccanti, gli antidepressivi triciclici, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori delle monoamino ossidasi (MAOI). Occorre sottolineare che il ricorso a farmaci può placare il problema temporaneamente, ma non lo risolve in modo definitivo.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici