Splenomegalia - Milza Ingrossata

Ultima modifica 05.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è la splenomegalia?
  3. Cause
  4. Sintomi e complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Terapia
  7. Prognosi
  8. Prevenzione

Generalità

La splenomegalia è il segno clinico meglio conosciuto come milza ingrossata.
A provocare il fenomeno della splenomegalia possono essere svariate condizioni morbose, tra cui: le infezioni virali (es: mononucleosi), le infezioni batteriche (es: sifilide), le infezioni parassitarie (es: malaria), l'ipertensione portale (conseguente a una malattia epatica o alla trombosi della vena porta o della vena splancnica), i tumori del sangue (es: linfomi o leucemie), l'anemia emolitica e alcune malattie metaboliche (es: sarcoidosi, amiloidosi ecc.).
La presenza di splenomegalia può essere asintomatica oppure responsabile di un quadro sintomatologico che comprende: dolore e senso di pienezza alla regione superiore sinistra dell'addome, senso di sazietà dopo un pasto leggero o anche senza mangiare, anemia, nausea, vomito, affaticamento e facilità al sanguinamento.
Le complicanze di una milza ingrossata vanno dalla possibile rottura della milza, a seguito di un trauma, alla spiccata tendenza a contrarre malattie infettive.
Per una diagnosi corretta di splenomegalia, è sufficiente, in molti casi, la semplice palpazione della milza; tuttavia, è doveroso effettuare sempre degli accertamenti diagnostici, per capire le cause che hanno provocato l'ingrossamento dell'organo in questione.
Il più delle volte, il trattamento della splenomegalia si basa sulla cura del fattore causale; raramente, infatti, la splenomegalia è un problema che si può risolvere soltanto con l'asportazione della milza.

Splenomegalia Splenomegalia

Breve richiamo anatomico della milza

La milza è un organo dell'addome, delle dimensioni di un pugno e situato a sinistra, appena sotto la cassa toracica.
La milza ricopre diverse funzioni:

  • Combatte le infezioni, controllando la presenza di agenti patogeni in circolo (batteri e particelle estranee) e producendo anticorpi e globuli bianchi.
  • Favorisce la maturazione dei globuli rossi (o eritrociti).
  • Ripulisce il sangue dai globuli rossi, dai globuli bianchi e dalle piastrine invecchiati o anomali.
  • Ricopre il ruolo di riserva di ferro, piastrine e globuli bianchi.

Cos'è la splenomegalia?

La splenomegalia è la milza ingrossata; si tratta quindi di una condizione medica caratterizzata dall'ingrandimento della milza oltre i limiti delle sue normali dimensioni.
Poiché in genere la milza ingrossata è frutto di uno stato morboso, il termine splenomegalia può anche definire un “aumento patologico del volume della milza”.

splenomegalia

Cause

La milza è un organo che, per effetto dei suoi numerosi campi d'azione, può essere coinvolta indirettamente in una lunghissima serie di malattie (es: infezioni, malattie metaboliche, malattie circolatorie, malattie endocrine, tumori ecc.).
La milza ingrossata è un riflesso della suddetta partecipazione: infatti, è una manifestazione clinica molto comune in occasione di diversi stati morbosi, sia acuti che cronici.
Tra le cause di splenomegalia, rientrano:

  • Le infezioni virali, come per esempio la mononucleosi (è il principale fattore causale della milza ingrossata nei giovani dei Paesi industrializzati); le infezioni batteriche, come la sifilide e l'endocardite batterica; infine, le infezioni parassitarie come la malaria e la leishmaniosi (sono particolarmente comuni nei Paesi in via di sviluppo).
    Durante i processi infettivi, la milza s'ingrossa a causa dell'ipertrofia delle strutture reticolo-endoteliali e linfatiche coinvolte nei processi immunitari.
  • L'ipertensione portale, dovuta a malattie epatiche, come per esempio la cirrosi, oppure a fenomeni di trombosi della vena splancnica o della vena porta. In tali frangenti, è più appropriato parlare di splenomegalia congestizia, in quanto l'incremento volumetrico della milza deriva dall'aumento del sangue in essa contenuto.
  • Vari tipi di anemia emolitica, una condizione - quest'ultima - caratterizzata dalla distruzione prematura dei globuli rossi. Il tipo più comune di anemia emolitica, coinvolta nella comparsa di una milza ingrossata, è la talassemia.
    In queste circostanze, l'ingrossamento della milza consegue a un sovraccarico di lavoro emocateretico, attività tramite la quale la milza rimuove i globuli rossi anomali (N.B: emocateresi o lavoro emocateretico è il processo di depurazione del sangue dalle cellule ematiche invecchiate oppure anomale).
  • Neoplasie del sangue, come le leucemie o i linfomi (es: malattia di Hodgkin). Le dimensioni della milza aumentano per la presenza, accanto al tessuto splenico sano, di un tessuto patologico neoplastico (N.B: il tessuto splenico è il tessuto della milza).
  • Alcune malattie metaboliche, come la sarcoidosi, l'amiloidosi, la tesaurismosi, la malattia di Gaucher e la malattia di Niemann-Pick. Le dimensioni della milza aumentano per la presenza, accanto al tessuto splenico sano, di un tessuto di altra natura (ma non neoplastico).

Fattori di rischio

Chiunque può sviluppare splenomegalia. Tuttavia, alcune categorie di persone sono più a rischio di altre; tra le categorie di persone più a rischio di milza ingrossata, si segnalano:

  • I bambini e i giovani adulti sofferenti di una malattia infettiva, come per esempio la mononucleosi;
  • Le persone affette da malattia di Gaucher, malattia di Niemann-Pick o malattie metaboliche che colpiscono, specificatamente, il fegato o la milza;
  • Gli individui che vivono o frequentano, per motivi di lavoro, Paesi in cui la malaria è endemica.

Sintomi e complicazioni

Vedi anche: Splenomegalia: Cause e Sintomi

La splenomegalia è un segno clinico; quindi non è propriamente una patologia, bensì l'espressione di una patologia.
Molto spesso, i pazienti con milza ingrossata non mostrano alcun sintomo (milza ingrossata asintomatica); più raramente, soprattutto quando la splenomegalia è importante o la milza si è ingrossata rapidamente, possono lamentare sintomi quali:

  • Dolore o senso di pienezza nella regione superiore sinistra dell'addome. Talvolta, il dolore può diffondersi fino alla spalla sinistra;
  • Senso di sazietà senza mangiare;
  • Rapida insorgenza del senso di sazietà durante un pasto, anche molto esiguo, per l'effetto compressivo sullo stomaco da parte della milza ingrossata;
  • Nausea e vomito;
  • Anemia;
  • Affaticamento;
  • Facilità al sanguinamento, anche a seguito di traumi minimi. A segnalare la comparsa di emorragie sono porpora e petecchie;
  • Facilità alle infezioni. Le persone con milza ingrossata mostrano una spiccata tendenza a sviluppare malattie infettive.

Effetti della milza ingrossata

Un ingrossamento della milza influisce su ciascuna delle funzioni dell'organo, elencate a inizio articolo.
Per esempio, in presenza di splenomegalia, la milza inizia a filtrare e a sequestrare ingenti quantità di globuli rossi, riducendo il numero di quest'ultimi nel sangue, talvolta anche in modo pericoloso; la medesima cosa accade per le piastrine e i globuli bianchi.
L'eccessivo sequestro di globuli rossi, globuli rossi e piastrine può ostruire la milza ed essere d'interferenza alle altre funzioni di quest'ultima. Inoltre, sempre a causa del sequestro, l'organo in questione può crescere al punto da rendere insufficiente l'apporto ematico dei vasi che lo irrorano, con sofferenza ischemica di porzioni più o meno estese della milza.


L'ingente sequestro di cellule del sangue, da parte della milza ingrossata, rientra tra gli effetti di una condizione spesso associata a splenomegalia e nota come ipersplenismo.
In ambito medico, il termine ipersplenismo indica un funzionamento anomalo della milza, tale per cui quest'ultima diventa iperattiva e iperproduttiva, con effetti nocivi per l'organismo umano.

Complicanze

Dal mancato trattamento della splenomegalia possono risultare diverse complicazioni. Tra le potenziali complicanze della milza ingrossata, meritano sicuramente una citazione:

  • Il consolidamento della facilità alle infezioni, dei processi anemici e della tendenza al sanguinamento. Quanto affermato nel sottocapitolo precedente ne spiega il motivo: i fattori causali, infatti, sono il sequestro, da parte della milza, dei globuli rossi, delle piastrine e dei globuli bianchi, e il conseguente impoverimento di queste cellule appena citate nel sangue.
    In medicina, la riduzione delle cellule ematiche (per opera della milza, nel caso specifico della splenomegalia) prende il nome di pancitopenia.
  • La rottura della milza. È un fenomeno strettamente legato all'aumento delle dimensioni dell'organo: più la milza è grande e più è suscettibile a rotture di origine traumatica.

Diagnosi

La diagnosi di splenomegalia è piuttosto semplice. Molto spesso, infatti, i medici sono capaci di individuare un ingrossamento della milza con la palpazione dell'area in cui quest'ultima risiede (N.B: la palpazione anatomica fa parte, tipicamente, dell'esame obiettivo).

Esami di conferma

Sebbene la palpazione della milza durante l'esame obiettivo fornisca informazioni più che attendibili, la conferma diagnostica della presenza di splenomegalia richiede altri test, che nello specifico sono:

  • Le tecniche di imaging radiografia e/o ecografia. Rendono conto, in modo molto chiaro, dell'entità della splenomegalia.
    Inoltre, sono utili quando la milza non risulta palpabile, ma ci sono tutti i presupposti per credere alla presenza di milza ingrossata.
  • Le analisi del sangue, finalizzate a valutare i livelli di piastrine, globuli bianchi ed eritrociti.
    Come affermato in precedenza, nelle persone con splenomegalia i livelli ematici delle cellule del sangue tendono a essere più bassi del normali, perché sequestrati nella milza.

Esame ecografico: quando si parla di milza ingrossata? Quando la splenomegalia è lieve e quando invece è moderata?

In base alle immagini ecografiche, i medici formulano la diagnosi di splenomegalia in presenza di una milza oltre gli 11 centimetri di diametro longitudinale, i 7 centimetri di diametro trasversale e i 4 centimetri di spessore.
Per stabilire la gravità di una splenomegalia, ci si affida al diametro longitudinale:

  • quando il diametro longitudinale presenta dimensioni comprese tra gli 11 e i 20 centimetri, la splenomegalia è di grado lieve o moderato;
  • quando invece il diametro longitudinale supera i 20 centimetri, la milza ingrossata è di grado severo.

Ricercare le cause di splenomegalia

Naturalmente, dopo aver diagnosticato una splenomegalia è necessario risalire alle cause che hanno provocato l'ingrossamento della milza, in quanto è a partire dai fattori scatenanti che i medici sono in grado di pianificare la terapia più adeguata.
L'individuazione delle precise cause di una splenomegalia può richiedere un test per la funzionalità epatica, esami anticorpali, lo studio della morfologia dei globuli bianchi e dei globuli rossi e, talvolta, una biopsia del midollo osseo.
È molto raro il ricorso alla biopsia della milza, a causa dell'alto rischio di ingenti perdite di sangue dall'organo.

Diagnosi dei casi asintomatici

La diagnosi dei casi asintomatici di splenomegalia è molto spesso casuale e ha luogo durante un esame fisico dell'addome o un'ecografia addominale, eseguiti entrambi per altre ragioni.

Terapia

Vedi anche: Farmaci per la cura della splenomegalia

Di norma, la cura della splenomegalia è subordinata al trattamento della malattia di base, ossia la condizione morbosa che ha provocato l'ingrossamento della milza.
Questo spiega per quale motivo, durante la diagnosi di milza ingrossata, sia fondamentale delineare con precisione i fattori scatenanti.
La forma di trattamento che, per risolvere una condizione morbosa, si concentra sulla cura dei fattori scatenanti prende il nome di terapia causale.

Come deve comportarsi il paziente, durante la terapia causale?

Ai soggetti che stanno seguendo una terapia causale per la splenomegalia, i medici raccomandano di evitare qualsiasi attività e sport, durante la cui pratica sussista un certo rischio di traumi alla milza.
Come i lettori ricorderanno, infatti, i traumi in corrispondenza della milza, in un individuo con milza ingrossata, hanno un'alta probabilità di causare la rottura di quest'organo.

Trattamento chirurgico

In almeno due sfortunate circostanze, che sono:

  • Grave ingrossamento della milza, associato a complicanze (elevato rischio d'infezione e/o di rottura della milza)
  • Impossibilità di attuare un'efficace terapia causale,

la splenomegalia richiede l'intervento del chirurgo e l'attuazione di un'operazione di asportazione della milza, il cui nome specifico è splenectomia.
Occorre precisare che, oggi, i chirurghi scelgono di praticare la splenectomia con meno leggerezza rispetto al passato: infatti, sebbene la milza non sia un organo vitale, con la sua asportazione si eleva il rischio di contrarre infezioni, alcune delle quali anche molto serie.

COME RIDURRE IL RISCHIO D'INFEZIONE POST-CHIRURGICA

Per contenere il sopraccitato rischio d'infezione post-chirurgica, i pazienti per cui è prevista la splenectomia devono sottoporsi, nel periodo di preparazione all'intervento, a vaccini contro Haemophilus influenzae, Streptococcus pneumoniae, meningococco e virus dell'influenza (in questo caso è necessaria una nuova vaccinazione ogni anno).
Inoltre, in alcuni particolari frangenti, i medici potrebbero prescrivere anche una profilassi antibiotica a lungo termine.


Alcuni consigli utili alle persone sottoposte a splenectomia:

  • Sottoporsi a controlli periodici del sangue;
  • Rivolgersi al proprio medico curante ai primi segni di un'infezione;
  • Evitare viaggi in zone del mondo in cui determinate malattie infettive hanno carattere endemico.

ESISTE UN'ALTERNATIVA ALLA CHIRURGIA?

Un'alternativa alla splenectomia è la riduzione della milza ingrossata, attraverso la somministrazione di radiazioni ad alta energia, come le radiazioni ionizzanti.
Questo genere di trattamento è una pratica che i medici prendono in considerazione, tipicamente, in caso di leucemia linfatica cronica associata (ovviamente) a splenomegalia, con l'intento di uccidere le cellule cancerose.

Prognosi

La prognosi in caso splenomegalia dipende in larga misura dalla curabilità della causa scatenante: se un fattore causale è curabile con successo, lo è anche la milza ingrossata; se invece un fattore scatenante è particolarmente ostico da curare, la splenomegalia potrebbe risultare un problema irrisolvibile e, per questo motivo, richiedere l'intervento del chirurgo.
Detto ciò, nella maggior parte dei casi, la splenomegalia è una condizione reversibile in modo soddisfacente e senza eccessive difficoltà, in quanto dipende quasi sempre da cause curabili.

Prevenzione

Per prevenire il fenomeno della splenomegalia, è indispensabile attuare ogni misura preventiva contro i fattori scatenanti. A esempio di quanto appena affermato:

  • Per prevenire le forme di splenomegalia a origine infettiva, è indispensabile evitare ogni possibile fonte di contagio (ad es. evitare di frequentare persone infette, viaggiare in luoghi in cui è endemica una malattia come la malaria ecc.);
  • Per prevenire la splenomegalia dovuta a cirrosi (malattia del fegato), è fondamentale non abusare di sostanze alcoliche.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza