Microbiota o flora batterica intestinale: cosa c'è da sapere?

Un po' come un'impronta digitale, la flora batterica racconta tutto di noi, ci identifica, ci dice chi siamo e da dove veniamo.
Nel 2009 sull'importantissima rivista Nature parlando del microbiota intestinale si scriveva, "ogni individuo è come un'isola con un proprio ecosistema, differente da quello di altre isole".
Ma quando parliamo di flora batterica o meglio di microbiota cosa intendiamo?
I maggiori esperti del settore concordano nel ritenere il microbiota intestinale un vero e proprio organo virtuale, disseminato in tutto il canale alimentare, dal cavo orale al canale anale, e costituito forse da più di 100 trilioni di cellule batteriche, virus e miceti.
Un numero di gran lunga superiore rispetto a tutte le cellule del nostro organismo.
L'unicità nella composizione del microbiota è determinata da i numerosissimi eventi che durante la vita di ciascuno di noi si susseguono in un copione assolutamente non replicabile.
Dalla dieta e dallo stato di salute della madre durante la gravidanza alla modalità del parto, dall'allattamento al seno o al latte in formula, dal tipo di svezzamento all'esposizione precoce a terapie antibiotiche o farmacologiche… sono solo alcuni dei fattori determinanti nella costituzione del nostro microbiota.
Crescendo, lo stile di vita, il contatto con i pari ma soprattutto il tipo di dieta determinerà solchi tanto profondi quanto complessi da modificare nella tipologia di microrganismi che abiterà nel nostro intestino.
Come la dieta influenza il microbiota
Sicuramente il fattore più rilevante nel determinare la composizione del microbiota intestinale è proprio la dieta.
A chiarire tale importanza sono giunti negli anni numerosissimi studi che hanno dimostrato come le scelte dietetiche si ripercuotano inevitabilmente sulla composizione della nostra flora batterica intestinale, e come a sua volta questa influenzi il nostro stato di salute.
Uno degli esempi più chiari e meglio documentati è fornito da un interessantissimo studio italiano pubblicato sulla prestigiosa rivista Gut nel 2013, che paragonando le abitudini dietetiche di bambini italiani e bambini delle popolazioni rurali del Burkina Faso, sottolineava le profonde differenze nella composizione del microbiota intestinale (per i più tecnici, nelle proporzioni tra Firmicutes, Actinobacteria e Bacteroidetes).
Differenze che peraltro esponevano gli infanti nostrani, la cui dieta era particolarmente ricca in zuccheri semplici, proteine animali e grassi saturi, nonché povera di fibre e proteine vegetali, ad un aumentato rischio di sovrappeso, obesità e patologie metaboliche.
In questo scenario, a tutelare la "bontà" del microbiota, sarebbero proprio le fibre, gli acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi ed il giusto tenore di proteine. Per aiutare il microbiota intestinale sono utili i migliori alimenti per rafforzare le difese immunitarie.
Le funzioni del micriobiota
Trattandosi di un organo virtuale, è chiaro che il microbiota assolve a numerosissime funzioni regolatorie.
Attualmente all'insieme di questi numerosissimi microrganismi vengono attribuite:
- Funzioni protettive: preziosissime nel proteggere la mucosa intestinale dall'attacco di microrganismi potenzialmente patogeni, sia sostenendo il sistema immunitario, sia producendo sostanze potenzialmente antibiotiche;
- Funzioni immuno-modulatorie: importanti sia come scudo difensivo, ma anche come bilancia nel grado di attivazione dello stesso sistema;
- Funzioni strutturali: necessarie a mantenere l'integrità della mucosa intestinale, sia intervenendo sulla proliferazione degli enterociti, cellule della mucosa intestinale, sia preservando l'architettura del normale intestino;
- Funzioni metaboliche, tra le quali spiccano quelle di produzione di vitamine, trasformazione degli acidi biliari, fermentazioni di substrati non digeribili, produzione di sostanze regolatorie come gli acidi grassi a catena corta.
Tutte queste attività influenzano evidentemente lo stato di salute, preservandolo da declini metabolici ed immunologici.
Ad oggi, infatti, alterazioni del microbiota, clinicamente note come disbiosi, si osservano associate alla patogenesi di patologie infiammatorie intestinali, patologie metaboliche come l'obesità ed il diabete, epatopatie e patologie autoimmuni.
Come curare il microbiota
Se immaginiamo il nostro intestino come un tappeto disseminato di numerosissimi microrganismi tra i quali ne vivono alcuni dotati di funzioni protettive, altri di funzioni distruttive, potremmo facilmente comprendere come è l'equilibrio tra queste specie a determinare la qualità del nostro microbiota.
Dovremo quindi mettere in atto tutte le strategie utili a nutrire i batteri "buoni" limitando quelli "cattivi".
Pertanto fibre, cereali integrali, acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi come quelli dell'olio extravergine di oliva o della frutta secca, antiossidanti presenti nella frutta, faranno da nutrimento per i batteri buoni e quando tutto ciò non dovesse bastare si potrà ricorrere all'uso di armi più incisive come i prebiotici, sostanze o alimenti in grado di indurre la crescita di batteri buoni o addirittura i probiotici, ossia batteri già pronti all'uso.
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