Malattia gengivale: che cos’è, gli stadi e come trattarla

Malattia gengivale: che cos’è, gli stadi e come trattarla
Ultima modifica 27.07.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Da che cosa dipende
  3. I 3 stadi dalla patologia
  4. I fattori di rischio
  5. I sintomi da non sottovalutare
  6. I trattamenti
  7. I consigli di prevenzione

Introduzione

È una malattia molto diffusa, eppure poco conosciuta: stiamo parlando della malattia gengivale, che secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani, solo negli Stati Uniti colpisce quasi la metà degli adulti statunitensi di età pari o superiore ai 30 anni. Imparare a conoscerla è fondamentale: se identificata per tempo, infatti, può essere facilmente curata, se invece evolve negli stadi più avanzati diventa più difficile da trattare e può causare conseguenze molto serie. 

Da che cosa dipende

La malattia gengivale, conosciuta anche come malattia parodontale o parodontite, è un'infezione batterica che inizialmente interessa i tessuti molli delle gengive, ma che se non viene adeguatamente trattata, nel tempo può distruggere il tessuto gengivale e causare una serie di problemi di salute orale e a tutto l'organismo. Occorre sapere che nella nostra bocca vivono circa 700 specie di batteri e altri microbi, che in condizioni normali sono in equilibrio. Quando questo equilibrio viene meno e i batteri pericolosi (patogeni) prendono il sopravvento, invece, inizia un processo infiammatorio. Alla base dell'alterazione della flora batterica orale ci sono quasi sempre un'alimentazione scorretta, troppo ricca di cibi zuccherini, e un'igiene dentale poco accurata. Quando la pulizia dei denti è insufficiente e/o poca accurata, sulla loro superficie si forma la placca, una pellicola invisibile e appiccicosa formata da residui alimentari e da batteri tenacemente adesi tra di loro e alle superfici dentali. Se la placca non viene rimossa, si indurisce (poiché la saliva è ricca di sali di calcio) trasformandosi in tartaro: un materiale molto duro che non si rimuove con il semplice spazzolamento e che crea sui denti una superficie ruvida e rugosa sulla quale si continua a stratificare, con grande facilità, altro sporco e può aprire la strada a infiammazioni, infezioni e carie

I 3 stadi dalla patologia

Esistono tre tipi principali di malattia gengivale:

  1. la gengivite, una malattia gengivale precoce che interessa la linea in cui le gengive toccano i denti e di solito produce sintomi lievi, come gengive rosse e gonfie che sanguinano quando ci si lava i denti;
  2. la parodontite vera e propria, che è il risultato che di una gengivite non trattata. Se non si interviene, infatti, la placca si diffonde sotto il bordo gengivale e le gengive iniziano a staccarsi dai denti, creando delle tasche in cui si accumulano i batteri. L'infezione, quindi, si espande e scava più in profondità nel tessuto gengivale. Alla fine, può raggiungere l'osso mascellare, mettendo a rischio i denti;
  3. la parodontite cronica: la forma più grave di malattia gengivale, che è collegata a un rischio più elevato di diabete, malattie polmonari, malattie cardiache, artrite reumatoide e ictus.

I fattori di rischio

Ci sono diversi fattori che possono contribuire all'accumulo di placca e tartaro, che è alla base della malattia gengivale. I principali sono:

I sintomi da non sottovalutare

La malattia gengivale allo stadio iniziale (gengivite) potrebbe anche essere silenziosa. Quando si manifesta, questa patologia può scatenare i seguenti sintomi:

I trattamenti

Nelle fasi iniziali, la gengivite può essere facilmente curata attraverso sedute di igiene orale professionale e l'uso corretto di spazzolino e filo interdentale. La parodontite più avanzata può richiedere il ricorso ad antibiotici (sotto forma di colluttori, gel o pillole), per combattere le infezioni batteriche, e/o alla​ levigatura radicolare, una particolare procedura attraverso cui il dentista rimuove con appositi strumenti la placca e il tartaro dai denti e dalle gengive. Si può utilizzare anche la ​laserterapia: in pratica si indirizza una luce a specifica frequenza verso i tessuti malati per eliminare i batteri patogeni. In alcuni casi, si deve intervenire chirurgicamente, per esempio aprendo i lembi di una tasca per pulirli meglio e poi ricucendoli o facendo degli innesti di tessuti molli o di tessuti ossei. 

I consigli di prevenzione

  • Sottoporsi a controlli regolari dall'odontoiatra e a sedute di igiene orale professionale (con la frequenza indicata dallo specialista).
  • Con l'aiuto dell'igienista dentale, imparare a utilizzare correttamente i presidi di cui ogni bocca, in maniera personalizzata, necessita (filo interdentale, scovolini, idropulsori eccetera).
  • Eseguire con cura e pazienza la pulizia dentale almeno due-tre volte al dì per due minuti. 
  • In presenza di uno o più di sintomi, rivolgersi subito allo specialista.