
Introduzione
È una malattia molto diffusa, eppure poco conosciuta: stiamo parlando della malattia gengivale, che secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani, solo negli Stati Uniti colpisce quasi la metà degli adulti statunitensi di età pari o superiore ai 30 anni. Imparare a conoscerla è fondamentale: se identificata per tempo, infatti, può essere facilmente curata, se invece evolve negli stadi più avanzati diventa più difficile da trattare e può causare conseguenze molto serie.
Da che cosa dipende
La malattia gengivale, conosciuta anche come malattia parodontale o parodontite, è un'infezione batterica che inizialmente interessa i tessuti molli delle gengive, ma che se non viene adeguatamente trattata, nel tempo può distruggere il tessuto gengivale e causare una serie di problemi di salute orale e a tutto l'organismo. Occorre sapere che nella nostra bocca vivono circa 700 specie di batteri e altri microbi, che in condizioni normali sono in equilibrio. Quando questo equilibrio viene meno e i batteri pericolosi (patogeni) prendono il sopravvento, invece, inizia un processo infiammatorio. Alla base dell'alterazione della flora batterica orale ci sono quasi sempre un'alimentazione scorretta, troppo ricca di cibi zuccherini, e un'igiene dentale poco accurata. Quando la pulizia dei denti è insufficiente e/o poca accurata, sulla loro superficie si forma la placca, una pellicola invisibile e appiccicosa formata da residui alimentari e da batteri tenacemente adesi tra di loro e alle superfici dentali. Se la placca non viene rimossa, si indurisce (poiché la saliva è ricca di sali di calcio) trasformandosi in tartaro: un materiale molto duro che non si rimuove con il semplice spazzolamento e che crea sui denti una superficie ruvida e rugosa sulla quale si continua a stratificare, con grande facilità, altro sporco e può aprire la strada a infiammazioni, infezioni e carie.
I 3 stadi dalla patologia
Esistono tre tipi principali di malattia gengivale:
- la gengivite, una malattia gengivale precoce che interessa la linea in cui le gengive toccano i denti e di solito produce sintomi lievi, come gengive rosse e gonfie che sanguinano quando ci si lava i denti;
- la parodontite vera e propria, che è il risultato che di una gengivite non trattata. Se non si interviene, infatti, la placca si diffonde sotto il bordo gengivale e le gengive iniziano a staccarsi dai denti, creando delle tasche in cui si accumulano i batteri. L'infezione, quindi, si espande e scava più in profondità nel tessuto gengivale. Alla fine, può raggiungere l'osso mascellare, mettendo a rischio i denti;
- la parodontite cronica: la forma più grave di malattia gengivale, che è collegata a un rischio più elevato di diabete, malattie polmonari, malattie cardiache, artrite reumatoide e ictus.
I fattori di rischio
Ci sono diversi fattori che possono contribuire all'accumulo di placca e tartaro, che è alla base della malattia gengivale. I principali sono:
- fumo e altre forme di tabacco: sembra che i fumatori abbiano il doppio delle probabilità di sviluppare malattie gengivali rispetto ai non fumatori. Infatti, non solo producono più placca, ma hanno anche una ridotta quantità di ossigeno nel flusso sanguigno, necessaria per aiutare le gengive danneggiate a guarire;
- scarsa igiene orale;
- denti storti, che sono più difficili da pulire;
- familiarità per malattie gengivali;
- gravidanza;
- otturazioni difettose o ponti che non si adattano bene;
- bruxismo;
- consumo eccessivo di alcolici;
- uso di alcuni farmaci, come steroidi, contraccettivi orali e calcio-antagonisti (usati per abbassare la pressione sanguigna);
- una dieta ricca di amidi e zuccheri;
- altre malattie, come diabete, obesità, apnee ostruttive del sonno, HIV/AIDS, leucemia.
I sintomi da non sottovalutare
La malattia gengivale allo stadio iniziale (gengivite) potrebbe anche essere silenziosa. Quando si manifesta, questa patologia può scatenare i seguenti sintomi:
- gengive che sanguinano quando ci si lava i denti, si usa il filo interdentale o si mangiano cibi duri
- arrossamento e dolore alle gengive
- alitosi
- gengive che si ritirano
- denti allentati o separati l'uno dall'altro
- cambiamenti nel modo in cui i denti o la protesi si incastrano quando si morde
- mal di denti
- piaghe o pus in bocca
- denti sensibili.
I trattamenti
Nelle fasi iniziali, la gengivite può essere facilmente curata attraverso sedute di igiene orale professionale e l'uso corretto di spazzolino e filo interdentale. La parodontite più avanzata può richiedere il ricorso ad antibiotici (sotto forma di colluttori, gel o pillole), per combattere le infezioni batteriche, e/o alla levigatura radicolare, una particolare procedura attraverso cui il dentista rimuove con appositi strumenti la placca e il tartaro dai denti e dalle gengive. Si può utilizzare anche la laserterapia: in pratica si indirizza una luce a specifica frequenza verso i tessuti malati per eliminare i batteri patogeni. In alcuni casi, si deve intervenire chirurgicamente, per esempio aprendo i lembi di una tasca per pulirli meglio e poi ricucendoli o facendo degli innesti di tessuti molli o di tessuti ossei.
I consigli di prevenzione
- Sottoporsi a controlli regolari dall'odontoiatra e a sedute di igiene orale professionale (con la frequenza indicata dallo specialista).
- Con l'aiuto dell'igienista dentale, imparare a utilizzare correttamente i presidi di cui ogni bocca, in maniera personalizzata, necessita (filo interdentale, scovolini, idropulsori eccetera).
- Eseguire con cura e pazienza la pulizia dentale almeno due-tre volte al dì per due minuti.
- In presenza di uno o più di sintomi, rivolgersi subito allo specialista.