Malaria: cos'è, come si prende, sintomi e cura

Malaria: cos'è, come si prende, sintomi e cura
Ultima modifica 21.02.2024
INDICE
  1. Cos’è
  2. Malaria Cause
  3. Trasmissione
  4. Periodo d’Incubazione
  5. Sintomi Malaria
  6. Diagnosi
  7. Terapia e profilassi
  8. Prevenzione
  9. Approfondimenti

Cos’è

Cos’è la Malaria?

La malaria (o paludismo) è una malattia infettiva provocata da parassiti protozoi del genere Plasmodium.

Questi patogeni vengono trasmessi all'uomo attraverso la puntura di una zanzara infetta del genere Anopheles (vettore). Questi insetti vettori possono infettarsi pungendo un individuo malato e trasmettere l'infezione ad una persona sana con una seconda puntura.

La malaria è rara nei climi temperati, ma è ancora comune nei paesi tropicali e subtropicali. Ogni anno quasi 290 milioni di persone vengono infettate e più di 400.000 persone muoiono a causa della malattia.

Il rischio di contrarre la malaria può essere minimizzato ricorrendo ad una attenta combinazione di misure comportamentali e chemioprofilattiche.

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Malaria Cause

Cosa provoca la Malaria?

Nell'uomo, la malaria è provocata da quattro tipi di plasmodi: Plasmodium falciparum, P. vivax, P. malariae e P. ovale. Questi parassiti monocellulari sono veicolati all'uomo (unico serbatoio della malattia) da alcune specie di zanzare appartenenti al genere Anopheles: se l'insetto è infettato dal plasmodio, pungendo l'uomo, rappresenta il vettore di contagio.

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Dal punto di vista ecologico ed evolutivo, quindi, la malaria è legata alla presenza d'acqua e la sua distribuzione è influenzata da piovosità, temperatura e urbanizzazione. Affinché la zanzara vettrice si possa riprodurre e sopravvivere nell'ambiente, infatti, la temperatura ambientale non deve scendere sotto i 18° C. Ciò spiega anche la variazione stagionale che si osservava in certe zone del Pianeta, dove l'infezione è prevalente nei periodi caldi (grazie alla maggiore efficienza del ciclo), mentre in inverno è rara.

Il Plasmodium falciparum è l'agente eziologico principale della malaria, nonché la causa dei decessi provocati dalla malattia; P. vivax, P. ovale e P. malariae tipicamente non compromettono gli organi vitali, pertanto la morte è un'evenienza rara.

Dove è diffusa la Malaria?

La malaria è oggi una delle principali emergenze sanitarie del pianeta.

Oltre a essere endemica in molte zone dell'Asia, Africa, America latina e centrale, isole caraibiche e Oceania, la malaria viene sempre più frequentemente importata anche in aree dove è già stata eliminata, come in Europa e USA. Questo è possibile a causa dell'aumento dei viaggi internazionali e della presenza di flussi migratori dai Paesi dove la malattia è endemica.

Per approfondire: Cosa significa Endemia?

Trasmissione

Malaria: come si contrae l’infezione?

La trasmissione della malaria avviene mediante puntura di zanzare femmine infette del genere Anopheles, le quali, attraverso il pasto ematico (la puntura), trasferiscono l'infezione da uomo a uomo.

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Riversato così nel circolo sanguigno, il plasmodio della malaria comincia a moltiplicarsi esponenzialmente nelle cellule del fegato (ciclo esoeritrocitario), quindi, dopo 7-10 giorni, infetta i globuli rossi (ciclo eritrocitario).

La trasmissione della malaria può avvenire anche in seguito alla trasfusione di sangue contenente plasmodi nella fase infettante.

Altre modalità di contagio

Poiché i parassiti che causano la malaria colpiscono i globuli rossi, le persone possono anche contrarre la malaria dall'esposizione al sangue infetto, per esempio durante il parto, dalla madre al nascituro (trasmissione verticale).

La trasmissione della malaria può avvenire anche in seguito a trasfusione di sangue contenente plasmodi nella fase infettante o condividendo gli aghi usati per iniettare farmaci.

Periodo d’Incubazione

Malaria: dopo quanto tempo si manifesta?

Il periodo di incubazione è di circa:

  • 8-14 giorni per l'infezione da P. vivax e P. ovale;
  • 7-14 giorni per P. falciparum;
  • 7-30 giorni per P. malariae.

Tuttavia, alcuni ceppi di P. vivax e P. ovale possono non causare malattia per 8-10 mesi o oltre dall'infezione.

Sintomi Malaria

Malaria Sintomi: come si manifesta?

La malaria può presentarsi con manifestazioni cliniche variabili. Sintomi comuni a tutte le forme della malattia comprendono:

Possono anche verificarsi ittero e grave piastrinopenia.

Decorso della Malaria

Quando una zanzara infetta punge un individuo sano, i parassiti entrano nel circolo ematico, migrano verso il fegato e penetrano negli epatociti, dove proliferano pressoché indisturbati.

Dopo questo periodo di attiva proliferazione, i parassiti figli fuoriescono dalle cellule epatiche, invadono il circolo sanguigno ed entrano nei globuli rossi. In questa sede riprendono a moltiplicarsi, fino a liberarsi all'esterno lesionando la cellula; proprio a tale lesione sono associati i segni clinici della malaria, che includono episodi febbrili (associati a crisi di freddo seguite da profusa sudorazione, calore e sete intensa), anemia ed aumento delle dimensioni di alcuni organi (in modo particolare milza e fegato). Dopo essere usciti dagli eritrociti, i nuovi parassiti invadono altri globuli rossi, riprendendo un processo che si ripete ciclicamente ad ondate (da qui l'andamento particolare degli episodi febbrili), almeno fin tanto che i processi difensivi dell'ospite non lo interrompono.

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L'intervallo tra le diverse crisi dipende dal tipo di malaria, a sua volta determinato dall'agente eziologico che l'ha provocata; Plasmodium falciparum, Plasmodium vivax e Plasmodium ovale provocano malaria terzana (in cui gli accessi febbrili si ripetono ogni tre giorni), mentre Plasmodium malariae provoca malaria quartana (in cui gli accessi febbrili si ripetono ogni quattro giorni).

Rischi e possibili complicanze della Malaria

Le infezioni da Plasmodium falciparum possono causare una malattia più grave per gli effetti microvascolari, con possibili complicanze multiorgano (tra cui insufficienza renale ed edema polmonare), coma e progredire fino al decesso.

Diagnosi

Malaria: esami per la diagnosi

La diagnosi di malaria dovrebbe essere presa in considerazione per tutti i soggetti che presentano attacchi ricorrenti di febbre e brividi, soprattutto se hanno soggiornato in una regione endemica. La malaria è confermata mediante l'identificazione dei parassiti al microscopio sullo striscio di sangue periferico.

Terapia e profilassi

La terapia e la profilassi antimalarica dipendono dalla specie infettante e dalla sensibilità ai farmaci; possono prevedere l'impiego di clorochina, chinino, associazione di atovaquone e proguanile, meflochina e doxiciclina.

Malaria: qual è il trattamento previsto?

La terapia preventiva e curativa della malaria si effettua somministrando farmaci opportuni, quali:

  • Clorochina (spesso inefficace per la presenza di parassiti resistenti);
  • Chinino solfato - cloridrato
  • Derivati della artemisinina

Altresì importante risulta la profilassi ambientale (prosciugamento delle paludi, impiego di insetticidi e larvicidi su larga scala, eliminazione dei ristagni d'acqua) ed individuale, sia di tipo generale (utilizzo di vestiario appropriato, repellenti per insetti ed applicazione di zanzariere alle finestre ed intorno ai letti) che farmacologico (la chemioprofilassi con clorochina o altri farmaci antimalarici è vivamente consigliata ai soggetti non immuni che si recano in zone endemiche).

Farmaci per la cura e la prevenzione della Malaria »

Immunità alla Malaria

Negli individui che superano la malattia rimane un'immunità specifica per il plasmodio che ha determinato la malaria, anche se quella nei confronti di Plasmodium falciparum scompare pochi mesi dopo la guarigione; questa forma malarica è - tra l'altro - la più difficile da superare, tanto che spesso il quadro clinico si complica fino alla morte del paziente. In ogni caso, qualunque sia l'agente eziologico implicato, prima della completa guarigione la malattia presenta spesso delle ricadute a sintomatologia più lieve, anche a distanza di mesi o addirittura anni.

Prevenzione

Malaria: è possibile prevenire l’infezione?

La prevenzione della malaria comprende l'adozione di diversi comportamenti, tra i quali:

  • Rimanere in aree protette quando possibile;
  • Ridurre al minimo la superficie cutanea esposta alle zanzare con vestiti adeguati e protettivi;
  • Utilizzare repellenti per gli insetti e zanzariere durante la notte.

Per la malaria, inoltre, l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di attuare una profilassi con atovaquone-proguanil, doxiciclina e meflochina. Questi farmaci devono essere prescritti dal medico curante in base all'area geografica in cui ci si reca, alle specie di parassiti endemiche ed al rischio di contrarre la malattia.

Per via dell'insorgenza della resistenza dei plasmodi ai farmaci antimalarici, la clorochina è utile solo per viaggiatori diretti verso i Caraibi e l'America centrale a nord del canale di Panama.

Malaria: consigli per i viaggiatori

Chi intraprende un viaggio in una zona endemica per la malaria corre il potenziale rischio di infettarsi. Da questo punto di vista, dovrebbero usare la massima cautela le donne in gravidanza, gli anziani, i bambini, i soggetti con malattie croniche e gli immunocompromessi.

In generale, i viaggiatori possono proteggersi prevenendo le punture di zanzara:

  • Usare repellenti per insetti sulla pelle esposta. Questi prodotti dovrebbero contenere DEET (N, N-dietil-3-metilbenzamide), IR3535 o picaridina. Seguire sempre le istruzioni riportate sull'etichetta del repellente e considerare che il sudore ne riduce l'effetto. Donne gravide e bambini dovrebbero consultare il proprio medico prima di utilizzare questi prodotti, mentre particolare attenzione va posta ai bambini di età inferiore ai 3 mesi, per i quali l'utilizzo è invece sconsigliato.
  • Indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi, che non lascino scoperte parti del corpo di colore chiaro, perché gli indumenti scuri attraggono le zanzare. È importante ricordare che alcune zanzare portatrici della malattia non sono attive solo nelle ore serali, ma anche durante il giorno.
  • Utilizzare zanzariere su finestre e porte per impedire l'ingresso alle zanzare nelle stanze in cui si soggiorna (meglio se impregnate con sostanze repellenti).
  • Le zanzare vivono in una vasta gamma di habitat e possono riprodursi in piccoli ristagni d'acqua. Questi possono raccogliersi nei pneumatici, vasi da fiori, lattine, piscine per bambini, tubi di scarico e tutti gli altri contenitori aperti. Prevenire la formazione di acqua stagnante è una misura per impedire alle zanzare di proliferare.
  • Quando è necessario, è possibile ricorrere a prodotti chimici o alla lotta biologica contro il vettore (larve e zanzare adulte).
  • Infine, è molto importante che i pazienti viremici evitino di essere punti dalle zanzare, per non agevolare l'ulteriore diffusione della malaria.

Approfondimenti

Le prime teorie mediche sulla Malaria

La malaria è una malattia antichissima, da sempre legata alla storia dell'uomo.

Già nella Cina del 2700 a.C, erano noti alcuni sintomi caratteristici della malattia. Il primo riferimento al quadro clinico completo della malaria risale a Ippocrate (Grecia, V secolo a.C.) che descrive la tipica febbre intermittente e pose un legame tra infezione malarica e ambienti palustri. In seguito, la malaria si diffuse in Italia, dove le opere idrauliche e l'abilità dei Romani nel curare i campi agricoli ostacolò l'avanzata della malattia. Quando l'impero romano perse i suoi fasti, i focolai fecero nuovamente la loro comparsa, una circostanza che comportò una lunga opera di bonifica del suolo fino al Medioevo. L'etimologia della parola "malaria" deriva proprio da un termine medievale italiano "mal aria", che significa cattiva aria. In Francia si preferiva il derivato latino "paludisme" (la malaria, infatti, è detta anche paludismo), dalla convinzione che la malattia fosse provocata dalle esalazioni di aria morbifica provenienti dalle zone paludose. Il termine "malaria" divenne sinonimo della malattia solo nel tardo Ottocento.

Quale legame esiste tra Malaria e Talassemia?

La talassemia presentano un curioso legame con la malaria: le persone talassemiche sono più resistenti al plasmodio della malattia, quindi sono favorite dal punto di vista evolutivo nelle zone mediterranee. Se consideriamo la distribuzione geografica della malattia ematologica, infatti, si può notare come sia sovrapponibile a quella dell'infezione trasmessa dalle zanzare. Il motivo è da attribuire alle modificazioni strutturali e alla vita più breve degli eritrociti nei talassemici, così come in pazienti affetti da altre emoglobinopatie (es. anemia falciforme). Queste caratteristiche impediscono lo sfruttamento dei globuli rossi da parte del plasmodio della malaria, che non riesce così a completare il suo ciclo riproduttivo.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici