Ultima modifica 27.09.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Perché si esegue
  4. Come si esegue
  5. Pro e Contro

Generalità

La Lotus Birth (o nascita Lotus) è una particolare procedura che prevede di non recidere il cordone ombelicale a seguito del parto.

Lotus Birth Shutterstock

Dopo la nascita, il bambino rimane dunque collegato alla placenta, la quale si distacca spontaneamente dall'ombelico nei giorni che seguono. In questo periodo, il cordone ombelicale e gli annessi fetali vengono conservati in un apposito sacchetto.

Secondo i sostenitori della Lotus Birth, questa pratica introdurrebbe il neonato alla vita in modo dolce e più graduale: il distacco avverrebbe quando il bambino e la placenta hanno concluso il loro "rapporto", segnando spontaneamente il passaggio dalla vita prenatale al mondo esterno. Di contro, i neonatologi ne sconsigliano il ricorso: al momento, non sono disponibili evidenze scientifiche che ne dimostrino il reale vantaggio e, per una serie di aspetti, la pratica può risultare rischiosa per la salute del bambino.

Cos’è

La Lotus Birth è una modalità di parto caratterizzata dalla mancata recisione del cordone ombelicale alla nascita. Il neonato rimane collegato alla placenta per qualche giorno, fino al suo distacco spontaneo.

Lotus Birth: definizione e caratteristiche

  • La Lotus Birth consiste nel parto senza taglio del cordone ombelicale, ovvero senza separare il bambino dalla placenta dopo la nascita.
  • Il termine "Lotus" deriva dal nome dell'infermiera californiana Clair Lotus Day, che, per la prima volta nel 1974, ha richiesto di non recidere il cordone ombelicale alla nascita (in inglese: "birth") di suo figlio, ma di lasciarlo collegato alla sua placenta. La donna sosteneva, infatti, che il taglio del cordone fosse una pratica traumatica per il bambino, sostenendo la Lotus Birth come un modo più dolce e rispettoso per entrare nella vita.
  • La Lotus Birth è detta anche "parto integrale": la placenta rimane attaccata al bambino anche dopo il secondamento (cioè l'ultima fase del parto che si verifica all'incirca un quarto d'ora successivo alla nascita del neonato, con l'espulsione delle parti annesse).

Perché si esegue

Lo scopo della Lotus Birth è quello di far avvenire spontaneamente la separazione del neonato dalla placenta. Questo processo avviene dopo tre-dieci giorni dal parto, quando il cordone si secca e si distacca dall'ombelico.

Cosa accade normalmente

La placenta è l'organo dal quale il feto riceve ossigeno e nutrienti. Alla nascita, con il taglio del cordone, il bimbo viene separato da questa.

Come si esegue

Lotus Birth: Come si Esegue Shutterstock

Lotus Birth: in cosa consiste?

La Lotus Birth prevede che la separazione del neonato dalla placenta avvenga naturalmente. Pertanto, il cordone ombelicale non viene reciso e rimane attaccato al neonato anche dopo il secondamento.

Di solito, il cordone si secca e si distacca spontaneamente dall'ombelico dopo 3-10 giorni dal parto. Nel corso di questo periodo, la placenta è trasportata sempre con il neonato e viene conservata in un apposito sacchetto o contenitore.

Quando si può fare

La Lotus Birth è possibile sia in caso di parto naturale, sia in caso di taglio cesareo, a patto che:

  • La placenta non abbia alcun tipo di problema;
  • Il bambino non soffre di alcun tipo di disturbo o malformazione.

Come gestire il neonato?

  • Subito dopo la nascita, la placenta, deve essere mantenuta integra, tamponata del sangue in eccesso e isolata dall'ambiente esterno.
  • Nei giorni che seguono il parto, la placenta va controllata con cura, conservandola in un contenitore (meglio se non realizzato in materiale plastico) o, semplicemente, può essere avvolta in un panno di cotone, quindi va posta a fianco del bambino.
  • Per permettere la fuoriuscita del cordone ombelicale, il neonato va vestito con indumenti allacciati sul davanti.
  • Per favorire l'essiccamento, a volte, questo residuo annesso al neonato viene cosparso di sale marino grosso su entrambi i lati; questa procedura può essere attuata dopo 24 ore dalla nascita e va ripetuta ogni giorno. L'applicazione di qualche goccia di olio profumato, invece, si rivela utile per mascherare l'odore. Alcune mamme decorano la placenta, con erbe aromatiche e fiori.
  • Il distacco del cordone ombelicale dal bambino non va forzato in alcun modo, ma deve essere naturale.

Dove si pratica la Lotus Birth

Negli ultimi mesi, è stato registrato un aumento di interesse per la Lotus Birth: la scelta di praticarla riguarda spesso i parti in casa, ma, in alcune strutture ospedaliere, viene consentito ai genitori che la richiedono, previa sottoscrizione di un modulo redatto appositamente dal Servizio Sanitario regionale.

Occorre segnalare che le linee guida ministeriali sul parto sono chiare e non contemplano "ufficialmente" questa pratica; allo stato attuale, infatti, qualora insorgano complicanze correlate alla Lotus Birth, sono possibili ripercussioni di natura giudiziaria per l'ospedale in cui è stata effettuata e per il medico specialista che si rende disponibili ad attuarla.

Pro e Contro

Vantaggi e presunti benefici

La Lotus Birth è considerata una pratica che rende la nascita più dolce e naturale: non recidendo il cordone ombelicale, il passaggio del bambino dalla vita prenatale al mondo esterno avverrebbe in modo meno "violento".  Chi sostiene la Lotus Birth ritiene che la separazione tra mamma e neonato possa assumere un'accezione traumatica, così come l'impossibilità di seguire i momenti immediatamente successivi al taglio del cordone ombelicale. Al neonato, quindi, verrebbe data la possibilità di entrare in un periodo di transizione, con tranquillità e nel rispetto dei propri tempi.

Alcune fonti supportano, poi, il fatto che il bambino riceverebbe tutto il sangue contenuto nel cordone alla nascita, usufruendo di un supporto per il sistema immunitario ed una preziosa riserva di ferro (in realtà, questo vantaggio si esaurisce dopo pochi minuti, quando termina lo scambio ematico e la pulsatilità della placenta).

Altro vantaggio ipotizzato della Lotus Birth è quello di agire come mezzo per il trasferimento energetico, che, secondo i sostenitori della metodica, contribuirebbe a:

  • Migliorare considerevolmente l'armonia fisica e la stabilità metabolica del neonato;
  • Nelle prime ore dopo la nascita, limitare la perdita di energie nel tentativo di stabilizzare il proprio sistema respiratorio;
  • Non sottoporre il bambino a stress, traumi o dolore.

Rischi e complicanze

La Lotus Birth è una pratica piuttosto discussa in ambito ostetrico e neonatologico, in quanto i potenziali benefici sono privi di fondamento: ad oggi, mancano delle evidenze scientifiche che ne dimostrino il reale vantaggio o possano supportare i presunti benefici, sia per la madre, che per il figlio.

La Società italiana di neonatologia (SIN) controindica questa pratica per varie altre ragioni.

Innanzitutto, non è escluso il pericolo di infezioni, anche piuttosto gravi (come la sepsi): nella Lotus Birth, la placenta che rimane attaccata è un possibile terreno di crescita di agenti infettivi, anche se non sono ancora disponibili studi scientifici che quantifichino questo rischio.

A ciò si aggiunge la scarsa gestibilità del neonato: nei primi giorni di vita, bisogna stare attenti a non tirare il cordone in nessun modo. Inoltre, la presenza della placenta dopo la Lotus Birth può rendere alcune operazioni - come lavare il bambino, tenerlo in braccio o allattarlo – non troppo agevoli.

A proposito del sangue cordonale, poi, occorre fare qualche breve precisazione:

  • Dal momento in cui la placenta si stacca dal punto di inserzione nell'utero, perde la sua funzione;
  • Nel momento del distacco, cessa la pulsatilità che rende possibile lo scorrere del sangue dal bambino verso la placenta e viceversa. Nei primi minuti dopo la nascita, questo sangue deve essere garantito al neonato (per questo, è consigliabile non praticare il taglio precoce del cordone). Quando terminano le contrazioni che permettono il passaggio di nutrienti e sangue tra i due distretti, il cordone collassa e si essicca fino a mummificare. In pratica, la placenta rimane ancora ricca di sangue materno, ma questo non è utilizzabile e non fornisce più alcuna sostanza nutritiva al neonato.

Da un punto di vista strettamente normativo, nel nostro Paese le linee guida ministeriali sul parto non contemplano questa procedura: come tale, la Lotus Birth non è riconosciuta a livello nazionale.

Alcuni ospedali italiani si sono rifiutati di introdurre la Lotus Birth, infine, per il fatto che non consente il rispetto delle norme igienico-sanitarie vigenti. La placenta non potrebbe essere portata al di fuori dall'ospedale, in quanto considerata un rifiuto speciale e, come tale, andrebbe smaltita secondo una rigorosa procedura.

Qualche consiglio

Le Lotus Birth è una pratica poco diffusa, pertanto, prima di sceglierla, è fondamentale informarsi e raccogliere più dati o testimonianze possibili: questa procedure richiede una particolare attenzione e cura, sia al momento della nascita, sia nei giorni che seguono quest'evento.

I futuri genitori dovranno, poi, trovare un'ostetrica o una struttura ospedaliera che accolga la propria richiesta e sia disponibile a supportare questa procedura.

In ogni caso, se la Lotus Birth venisse effettuata, i neonatologi raccomandano un'attenta e stretta sorveglianza del bambino per identificare precocemente segni clinici di un'eventuale infezione o di altre complicanze.

Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici