Long COVID Sintomi: quali sono i disturbi più comuni e cosa fare

Long COVID Sintomi: quali sono i disturbi più comuni e cosa fare
Ultima modifica 14.10.2022
INDICE
  1. Long COVID: Cos’è?
  2. Sintomi più comuni
  3. Come capire se si ha il Long COVID

Long COVID: Cos’è?

Long COVID è una sindrome caratterizzata dalla persistenza (o dall'insorgenza) di segni clinici e sintomi correlati all'infezione da SARS-CoV-2, oltre le 12 settimane dal termine della fase acuta della malattia (COVID-19). L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l'ha definita ufficialmente "post Covid-19 condition" e, secondo le stime, a soffrirne è un paziente su tre.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/07/26/long-covid-sintomi-orig.jpeg Shutterstock

I disturbi più comuni - tosse persistente, difficoltà a respirare, stanchezza o debolezza muscolare - sono solo alcuni dei sintomi associati a COVID-19 che, anche a guarigione avvenuta, fanno parlare di Long COVID, come ha spiegato l'Istituto Superiore di Sanità. Che il Long-COVID possa accompagnare anche persone che hanno avuto soltanto la febbre, la tosse e un po' di spossatezza non è da escludere.

COVID: quanto dura normalmente?

Il tempo che occorre per recuperare da COVID-19 (COronaVIrus Disease 19) è differente da persona a persona, ma, nella maggior parte dei casi, la completa guarigione avviene nell'arco di due-sei settimane dopo l'infezione iniziale. In altre parole, il recupero dalla malattia inizia una volta superata la fase acuta (cioè il periodo iniziale dell'infezione, nonché il più rischioso per evenienze come polmonite interstiziale e tempesta di citochine). In circa il 10-20% dei pazienti COVID-19, però, la completa guarigione non avviene entro questi termini, ma si viene stabilire il Long COVID, una lunga convalescenza, caratterizzata dalla persistenza di sintomi anche per diversi mesi dopo la risoluzione dell'infezione da SARS-CoV-2, come sottolineato dalla stessa OMS.

3 punti chiave

  • Il Long COVID è un risultato sistemico e duraturo di un'infezione da SARS-CoV-2; si tratta, quindi, di uno degli effetti a lungo termine di COVID-19.
  • I cosiddetti Long Haulers (letteralmente "portatori a lungo termine") manifestano disturbi e segni - vari e spesso debilitanti - correlati all'infezione da SARS-CoV-2: indolenzimento muscolare, spossatezza, difficoltà di concentrazione e fame d'aria sono solo alcune delle manifestazioni più comuni.
  • I sintomi persistono per settimane o addirittura mesi dopo il recupero dalla malattia acuta (COVID-19). L'OMS definisce il Long COVID come una condizione che "si verifica in individui con una storia di infezione da SARS-CoV-2 probabile o confermata, di solito 3 mesi dall'insorgenza di COVID-19 con sintomi che durano da almeno 2 mesi e non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa".

Sintomi più comuni

I sintomi del Long COVID possono essere nuovi, ricorrenti o persistenti. Per intenderci, se per alcune persone potrebbe sembrare un'estensione del quadro sintomatologico sperimentato nel COVID-19 (affaticamento, problemi di respirazione, anosmia, ageusia), per altre può comportare nuove manifestazioni, come dolore al petto o problemi di memoria, non sperimentati in precedenza.

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), i sintomi più comuni di Long COVID includono:

Long COVID: è possibile se l'infezione era lieve?

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), il Long COVID comporta una serie di sintomi che possono durare settimane o mesi dopo un'infezione iniziale da COVID-19, indipendentemente dal fatto che l'infezione fosse lieve o grave.

Mancanza di fiato (dispnea)

Il fiato corto (riportato anche come difficoltà a respirare o mancanza di respiro) associato a senso di pesantezza o di costrizione al torace e tosse che non se ne va sono sintomi molto frequenti nei pazienti che soffrono di Long COVID. Ad aumentare il rischio di manifestare difficoltà respiratorie nel post COVID-19 sono le polmoniti causate dal virus durante la fase acuta dell'infezione.

Stanchezza importante e persistente

Fra i disturbi documentati con maggiore frequenza fra le persone che hanno contratto il virus, vi sono facile affaticamento e debolezza muscolare.

Nel Long COVID, il senso di stanchezza - sia fisico, che mentale - viene descritto come innaturale e profondo, tanto da rendere difficile compiere le normali attività quotidiane. Questa mancanza di energie può accompagnarsi dolori muscolo-scheletrici e perdita di forza.

Brain fog (nebbia cerebrale): difficoltà di pensiero o concentrazione

Difficoltà a concentrarsi, pensiero più lento del solito, dimenticanze, affaticamento mentale: quest'insieme di sintomi viene usato per descrivere una delle manifestazioni più debilitanti del Long COVID, il brain fog o nebbia cerebrale.

Leggi anche: NeuroCovid: Effetti di COVID sul Cervello e Sintomi Neurologici

Dolori muscolari e articolari

Sintomi molto diffusi di Long COVID sono il dolore muscolare e articolare di intensità più o meno severa, che spesso si manifestano in combinazione alla marcata stanchezza. Le mialgie a le artralgie possono persistere dopo la fase acuta (generalmente pochi giorni, ma per una quota di pazienti sembrano diventare cronici), ma è meno probabile che compaiano all'improvviso, dopo la guarigione dall'infezione.

Cardiopalmo

Il cardiopalmo è un altro sintomo comune del Long COVID, soprattutto in pazienti con fattori di rischio cardiovascolare o malattie cardiache concomitanti o pregresse. Questa manifestazione va indagata per approfondire se l'infezione ha predisposto lo sviluppo di un'infiammazione del muscolo cardiaco (miocardite), essendo le cellule del miocardio un potenziale bersaglio per SARS-CoV-2.

Per approfondire: Miocardite da COVID: Cosa Succede al Cuore, Sintomi e Rischi

Altri disturbi segnalati in associazione al Long COVID

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/07/26/long-covid-come-si-riconosce-orig.jpeg Shutterstock

Come capire se si ha il Long COVID

I sintomi del Long COVID possono variare da paziente a paziente e non sempre vengono subito ricondotti alla precedente infezione da Coronavirus.

Ad oggi (luglio 2022), ancora molto resta da capire sul Long COVID; l'interpretazione di questa sindrome è complicata da due principale fattori:

  1. I sintomi riportati dai pazienti con Long COVID sono molti, così gli organi ad essere interessati sono diversi;
  2. Varianti diverse di SARS-CoV-2, come Omicron, potrebbero corrispondere ad altrettante conseguenze sul lungo periodo.

Long-COVID: come si formula la diagnosi e come si cura

L'iter diagnostico inizia con un'attenta ricostruzione dell'anamnesi del paziente, anche precedente a COVID-19, in considerazione del fatto che alcune condizioni (come il diabete, l'asma o l'obesità) sembrano predisporre al Long COVID. Proprio per la grande eterogeneità dei sintomi, il medico valuterà i disturbi prevalenti e indirizzerà verso gli esami di approfondimento più adeguati al caso. Ad esempio, per valutare il coinvolgimento respiratorio del Long COVID è necessario rivolgersi ad uno pneumologo che potrà indicare l'esecuzione di uno o più dei seguenti esami:

  • Analisi del sangue complete;
  • Radiografia del torace e, in casi selezionati, TAC ad alta risoluzione senza contrasto;
  • Valutazione della funzione respiratoria con spirometria e altri test;
  • Eventuale visita cardiologica.

In base al disturbo nel singolo paziente, il medico deciderà, quindi, quale sia la terapia più idonea. Per ridurre o alleviare questi disturbi, alimentazione equilibrata, riabilitazione motoria e regolare attività fisica possono essere di grande aiuto. Se le palpitazioni o la percezione di un ritmo cardiaco irregolare persistono oltre le due o tre settimane dopo la guarigione da COVID-19, invece, è consigliabile rivolgersi ad un cardiologo che potrà valutare con la funzionalità del sistema cardio-polmonare sulla base di eco ed elettrocardiogramma, esami del sangue e test da sforzo cardiopolmonare. Le terapie vanno stabilite sulla base dei diversi quadri clinici.

Un discorso analogo vale per il trattamento del Long COVID: non ne esiste una cura sola, ma si cerca di aiutare il paziente con farmaci, riabilitazione (respiratoria, fisica e olfattiva) e, quando necessario, con la psicoterapia e le tecniche di rilassamento. La ricerca scientifica sta continuando ad approfondire quali indagini diagnostiche e terapie si possono attuare nella fase iniziale di COVID-19 per prevenire la sua progressione verso il Long COVID.

Attualmente, la migliore protezione disponibile è rappresentata dal vaccino contro il COVID-19, anche in considerazione del fatto che la prevenzione è sempre più facile del trattamento.

Prosegui con la lettura di: Long COVID: Cos’è la Sindrome Post-COVID? Chi è Più a Rischio?

Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici