Long Covid e nebbia mentale: cos'è, sintomi e quanto dura

Long Covid e nebbia mentale: cos'è, sintomi e quanto dura
Ultima modifica 23.02.2023
INDICE
  1. Introduzione
  2. Le conseguenze del Covid
  3. Nebbia mentale, che cos’è
  4. I sintomi più comuni
  5. Quanto dura la nebbia mentale
  6. Le cause
  7. Nebbia mentale, che cosa fare

Introduzione

Durante la convalescenza dopo una malattia è normale sentirsi ancora un po' affaticati, non solo fisicamente ma anche mentalmente, a maggior ragione se i sintomi sono stati molto debilitanti. Normalmente, però, nel giro di pochi giorni ci si ristabilisce: non è così, invece, nel caso del Covid- 19, non sempre perlomeno; alcune persone, infatti, sviluppano una sorta di nebbia mentale, caratterizzata da scarsa lucidità e difficoltà di concentrazione, che si protrae per diverse settimane e a volte anche per mesi.

Le conseguenze del Covid

Dall'inizio della pandemia a oggi sono stati condotti molti studi e ricerche per cercare di capire meglio i meccanismi, i sintomi e le conseguenze dell'infezione da Covid-19, che nelle fasi iniziali si è rivelata imprevedibile sotto diversi punti di vista.

Superata la fase dell'emergenza, quando l'obiettivo prioritario era tentare di salvare il numero più elevato possibile di vite umane, ci si è concentrati anche sugli effetti a medio e lungo termine della malattia, cercando di identificarli e, una volta circoscritti, di capirne le cause e le manifestazioni.

Fra questi, un ruolo di primo piano sembra essere giocato dalla cosiddetta "nebbia mentale" o "nebbia cognitiva", dall'inglese brain fog, che va ad affiancarsi alle altre conseguenze della patologia, come i disturbi cardiovascolari, l'infiammazione sistemica di basso grado, la stanchezza, l'insonnia.

Il Covid danneggia anche il cuore.

Nebbia mentale, che cos’è

La nebbia mentale post Covid è una conseguenza di natura neurologica dell'infezione scatenata dal Coronavirus nelle sue diverse varianti. Secondo i dati a oggi disponibili, interessa ben il 20% delle persone che hanno contratto la malattia e rappresenta uno dei più frequenti sintomi fisici, neurologici o psicologici a lungo e a breve termine riportati dai pazienti sopravvissuti al coronavirus. 

Si tratta di una manifestazione che può colpire chiunque abbia avuto il Covid, indipendentemente dall'età: interessa indistintamente giovani e anziani e non è correlata alla gravità dell'infezione, infatti riguarda anche soggetti che hanno avuto un decorso tutto sommato tranquillo.

I sintomi più comuni

  • Difficoltà di concentrazione
  • Calo di memoria, con difficoltà a ricordarsi le cose e le richieste ricevute
  • Fatica a trovare le parole durante un discorso e a seguire una conversazione
  • Confusione mentale
  • Stanchezza cognitiva
  • Disorientamento
  • Scarsa lucidità mentale

Quanto dura la nebbia mentale

La nebbia cognitiva assume connotazioni diverse da persona a persona, sia in termini di gravità sia in termini di durata. Infatti, alcuni individui lamentano solo una lieve mancanza di lucidità mentale, mentre altri hanno sintomi decisamente più accentuati e impattanti.

C'è chi riferisce di sentirsi un po' intontito, paragonando la propria condizione a quella di chi sta attraversando un periodo in cui dorme poco e male o di chi sta affrontando un jet-lag, ossia un cambio di fuso orario.

Anche per quanto riguarda la durata dei sintomi, c'è molta diversità: se in certi casi la nebbia si dissolve nel giro di qualche settimana al massimo, in altri dura per diversi mesi o addirittura anni. Al momento sembra però che il problema sia comunque reversibile e destinato a risolversi spontaneamente.

Le cause

Dopo lo scoppio della pandemia, i casi di brain fog sono aumentati in maniera considerevole, a dimostrazione di come la malattia abbia un ruolo determinante nella comparsa del disturbo. Il problema, però, era già noto agli esperti: ci sono altre malattie, infatti, che possono scatenarlo, come la mononucleosi, le infezioni da herpes virus, le patologie neurologiche. Anche il forte stress, l'uso di alcuni farmaci (tipo antistaminici e chemioterapici), la privazione del sonno e gli sbalzi ormonali possono interferire con le funzioni cognitive.

Per quanto riguarda le cause, siamo ancora nel campo delle ipotesi: al momento, infatti, non esistono certezze assolute. Secondo una delle teorie più accreditate la diminuzione della lucidità deriva da un'infiammazione a carico dei vasi sanguigni che portano sangue e nutrimento al cervello, a sua volta collegata alla risposta immunitaria causata dal virus.

Uno studio coordinato dall'Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Centro "Aldo Ravelli" della Statale, l'ASST Santi Paolo e Carlo e l'IRCCS Auxologico, ha dimostrato che in alcuni pazienti che presentavano persistenti disturbi cognitivi dopo il Covid era presente un ridotto funzionamento delle aree temporali (sede della funzione della memoria), del tronco encefalico(sede di alcuni circuiti che regolano l'attenzione e l'equilibrio) e nelle aree prefrontali (che regolano l'energia mentale, la motivazione e, in parte, il comportamento).

Un gruppo di ricerca dell'Università di Oxford (Regno Unito) ha notato che dopo il Covid si può verificare una riduzione nello spessore dei tessuti che formano il cervello, specie nelle aree coinvolte nella gestione dei ricordi e di alcune funzioni esecutive.

Un altro studio delle università di Stanford e Yale ha visto che lo stato infiammatorio innescato dal Coronavirus può compromettere l'equilibrio del cervello.

Probabilmente, la nebbia mentale è il risultato di più meccanismi e fattori che agiscono in concomitanza.

Nebbia mentale, che cosa fare

Al momento non esistono terapie specifiche per migliorare la nebbia cognitiva post Covid. Gli esperti suggeriscono di cercare di adottare uno stile di vita più salutare, seguire una dieta più bilanciata, dormire di più, riposarsi, muoversi, seguire tecniche di relax e meditazione.

È utile anche misurare il livello di vitamina B, che è fondamentale per i processi nervosi, e, in caso di carenze, ricorrere a degli integratori. In alcuni casi, si consigliano medicinali in grado di controllare le infiammazioni.