Long Covid e Fatigue: scoperta la causa della Stanchezza

Long Covid e Fatigue: scoperta la causa della Stanchezza
Ultima modifica 16.02.2023
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cos’è il Long Covid
  3. Il nuovo studio
  4. I commenti degli esperti
  5. Long Covid: le cure

Introduzione

A distanza di oltre tre anni dallo scoppio dall'emergenza Coronavirus, il Covid-19 sta diventando sempre meno pericoloso, tanto che si è passati dalla fase pandemica a quella endemica. Questo non significa che il rischio di ammalarsi, anche gravemente, si sia annullato e che si possa abbassare la guardia, anche perché sono sempre più numerose le persone che dopo essere guarite lamentano disturbi invalidanti.

Oggi, infatti, a spaventare è soprattutto il Long Covid, con tutte le sue manifestazioni, a cominciare dalla fatigue. Un nuovo studio sembra aver individuato la causa della stanchezza invalidante e potrebbe forse aiutare ad affrontare meglio questa complicanza che rischia di incidere in maniera significativa sulla qualità della vita di chi ne soffre.

Cos’è il Long Covid

Ora che il Covid-19 sembra meno aggressivo, esperti e ricercatori si stanno concentrando in maniera particolare sul Long Covid, una sindrome complessa e ancora sconosciuta in parte che subentra dopo la guarigione dell'infezione acuta e che può durare anche diversi mesi.

Il Long Covid è caratterizzato dalla presenza di alcuni sintomi, come stanchezza, affaticamento, problemi di concentrazione e memoria, dolori diffusi, paralisi dei nervi periferici, tachicardia, depressione, respiro affannoso, insonnia, debolezza muscolare

Stando alle ricerche condotte fino ad ora, sembra che questa complicanza colpisca più le donne degli uomini, soprattutto tra i 40 e i 55 anni e che abbia un andamento altalenante, ossia che alterni momenti in cui i sintomi peggiorano ad altri in cui si attenuano. Secondo le stime dell'Organizzazione della Sanità, il Long Covid riguarda 65 milioni di persone nel mondo e 17 milioni in Europa. 

Il Covid danneggia anche il cuore e può causare anche nebbia mentale

Il nuovo studio

Il Long Covid è una sindrome ancora poco conosciuta, ma molto studiata. Uno degli ultimi studi condotti al riguardo è quello della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - Università Cattolica Campus di Roma, che sembra aver individuato i meccanismi della stanchezza cronica, uno dei sintomi principali e più diffusi della sindrome.

Gli autori della ricerca hanno scoperto che la prolungata e invalidante spossatezza tipica del Long Covid potrebbe dipendere da un mal funzionamento del metabolismo dell'arginina, un amminoacido che viene prodotto naturalmente dall'organismo e che svolge diverse importanti funzioni. Fra le altre cose, stimola la sintesi dell'ossido nitrico, una molecola cruciale per la circolazione, il sistema immunitario e l'endotelio (lo strato di rivestimento dei vasi sanguigni).

Lo studio ha coinvolto 57 soggetti: 46 persone con Long Covid a otto mesi dalla diagnosi e 11 individui paragonabili per sesso ed età ma senza evidenze di precedenti infezioni da Sars-CoV-2. Il primo gruppo è stato diviso in due sotto gruppi: 23 partecipanti sono stati invitati ad assumere 1,6 grammi di arginina e 500 mg di vitamina C liposomiale per 28 giorni, mentre agli altri 23 è stato somministrato un placebo per lo stesso numero di giorni.

Ebbene, i pazienti che hanno ricevuto il mix di arginina e vitamina C liposomiale hanno avuto importanti miglioramenti.

I commenti degli esperti

"Prima di iniziare il trattamento abbiamo misurato le concentrazioni di arginina nel sangue, osservando livelli significativamente più bassi di arginina nei pazienti con long Covid", ha dichiarato Francesco Landi, coordinatore dello studio e direttore del Dipartimento di Scienze dell'invecchiamento ortopediche e reumatologiche del Policlinico Gemelli di Roma, ordinario di Geriatria all'Università Cattolica del Sacro Cuore. "Alla fine dei 28 giorni abbiamo scoperto che le concentrazioni di arginina nel sangue dei pazienti con long Covid è salita, raggiungendo livelli 'sani' come quelli rilevati nei pazienti appartenenti al gruppo di controllo".

"Abbiamo dimostrato per la prima volta che il metabolismo dell'arginina è alterato nei pazienti con long Covid rispetto alle persone senza storia di infezione da Sars-Cov-2", ha affermato Matteo Tosato, coautore dello studio e Responsabile Unità Operativa Day Hospital post-Covid, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma. "L'arginina è un indispensabile amminoacido alla base di molteplici funzioni ed è coinvolta principalmente nella sintesi di ossido nitrico, che gioca un ruolo chiave nella reattività endoteliale in risposta all'esigenza dei diversi tessuti, favorendo un corretto apporto di sangue in relazione alle loro necessità, migliorando così la performance funzionale".

Long Covid: le cure

È la prima volta che viene scoperto un legame fra la fatigue della sindrome post-Covid e l'alterazione biomolecolare nel metabolismo dell'arginina. I risultati dello studio sono in corso di pubblicazione sulla rivista International Journal of Molecular Sciences. Tuttavia, alcune ricerche avevano già mostrato come l'assunzione di arginina e vitamina C fosse utile nel ridurre la stanchezza cronica.

In effetti, quando il virus invade le cellule del corpo utilizza i loro substrati metabolici, soprattutto le proteine, per duplicarsi. Di conseguenza, le cellule vengono derubate delle sostanze di cui hanno bisogno per svolgere le loro funzioni, che vanno dunque reintegrate dall'esterno per ritornare in forze. 

Al momento, non ci sono approcci terapeutici decodificati su larga scala per trattare il Long Covid. Alcuni esperti suggeriscono di ricorrere all'uso di farmaci nutraceutici contenenti le molecole coinvolte nel metabolismo proteico, essenzialmente aminoacidi essenziali e alcune vitamine. Secondo i ricercatori dello studio, ripristinare i livelli di arginina tramite appositi integratori potrebbe rivelarsi una cura molto efficace.

È utile anche concedersi un po' riposo, ma senza esagerare: l'attività fisica, infatti, sarebbe necessaria per rimettere in moto le cellule.