Ultima modifica 27.09.2019

Funzioni

Durante la gravidanza, il liquido amniotico avvolge il prodotto del concepimento, assorbendo e smorzando gli insulti del mondo esterno, come urti e pressioni di vario genere. Allo stesso modo, il liquido amniotico mette al riparo i tessuti circostanti della madre dai movimenti del feto, che vengono facilitati dalla sua stessa presenza. Questo fluido funziona inoltre da isolante termico e permette l'ottimale sviluppo delle varie strutture corporee del feto.

Cavità amniotica

Liquido amniotico e staminaliLa nuova vita e il liquido che la circonda sono ospitati all'interno della cavità amniotica, che si sviluppa durante le primissime settimane di gestazione. Questa cavità è delimitata da una membrana, detta amnios, che a poco a poco si espande verso l'esterno fondendosi con il corion.

Nelle primissime fasi dello sviluppo, il liquido amniotico viene secreto dalle stesse cellule dell'amnios; successivamente, per tutto il primo trimestre di gravidanza, il suo accumulo è legato alla trasudazione del plasma materno - fetale che circola negli spazi interstiziali delle membrane.

Sintesi e Composizione

Nel secondo trimestre e fino alla ventesima settimana di gravidanza, il liquido amniotico presenta una composizione ed un'osmolarità sovrapponibili a quelle del sangue della madre e del feto, la cui cute è permeabile all'acqua, agli elettroliti, all'urea e alla creatinina.

Dopo la ventesima settimana il liquido amniotico inizia ad essere integrato e progressivamente sostituito dall'urina del feto, grazie alla maturazione del suo emuntorio renale. Da qui sino al termine della gestazione, il feto parteciperà non solo alla produzione del liquido amniotico, ma anche al suo ricambio; intorno al quinto mese, infatti, inizia a deglutire una parte del liquido, assorbendola attraverso l'intestino (per la gioia dei sostenitori dell'urinoterapia...).

Lo sapevi che...

Il prodotto del concepimento viene definito:

  • zigote: dalla fecondazione alla fine della seconda settimana;
  • embrione: dalla terza settimana alla fine del terzo mese;
  • feto: dal quarto mese al parto.

Durante la gravidanza, il feto produce grandi quantità di sebo, necessarie per formare la cosiddetta vernice caseosa, uno strato lipidico che protegge la sua cute dalle macerazioni indotte dal liquido amniotico.

Una volta entrato nel torrente ematico, attraverso il cordone ombelicale e la placenta, il liquido amniotico raggiunge il circolo materno, rinforzando il legame tra i due organismi. Nella seconda metà della gravidanza contribuiscono alla sintesi del liquido amniotico anche i polmoni ed il cordone ombelicale, mentre un minimo contributo può essere attribuito anche alle ghiandole sudoripare, alle lacrime ed alle secrezioni gastrointestinali.

Durante i primi due trimestri di gravidanza il volume del liquido amniotico eccede di gran lunga quello dell'embrione, prima, e del feto poi, favorendone il movimento e lo sviluppo simmetrico. Durante gli ultimi tre mesi di gestazione il rapporto tra i due volumi diminuisce a favore di quello fetale.

Rottura delle acque

Verso la trentaquattresima settimana il liquido amniotico raggiunge l'apice del suo volume, intorno agli 800 ml che saranno circa 600 ml durante il travaglio. In questa fase l'amnios può lacerarsi all'improvviso o rompersi soltanto in parte; nel primo caso la donna avverte la discesa in vagina di un liquido caldo, che si rivela inodore ed incolore, mentre nel secondo i segnali sono meno sfumati.

In entrambe le situazioni si tratta comunque di un chiaro segnale che il lieto evento è ormai alle porte.

A volte, soprattutto in presenza di infezioni batteriche, le membrane possono rompersi prima della 38esima settimana di gestazione; in questi casi si parla di rottura prematura delle membrane (PROM). Indipendentemente dal periodo in cui si manifesta, dopo la rottura delle acque è molto importante che la donna vada all'ospedale per prevenire il rischio di infezioni.


Per approfonfire, leggi: Rottura delle acque »

Amniocentesi

All'interno del liquido amniotico sono presenti diverse sostanze in sospensione; come abbiamo visto, tali sostanze variano in base allo stadio di sviluppo del prodotto del concepimento.

L'amniocentesi, vale a dire il prelievo del liquido amniotico, viene generalmente effettuata tra la sedicesima e la diciottesima settimana di gestazione. In questa fase, all'interno del liquido amniotico si ritrovano - tra l'altro - cellule di origine fetale, in particolare quelle di sfaldamento dei tessuti epiteliali (cute, basse vie urinarie, trachea ecc.). La coltura di queste cellule consente di esaminare la mappa cromosomica del nascituro e formulare così una diagnosi prenatale circa la presenza o meno di anomalie cromosomiche (come la sindrome di Down). Inoltre, il dosaggio dell'alfafetoproteina nel liquido amniotico permette di indagare l'eventuale presenza di malattie e malformazioni, come la spina bifida, l'anencefalia o il meningocele.

Nell'amniocentesi, il liquido amniotico viene prelevato con un ago sottile sotto guida ecografica. Come tutte le procedure invasive, l'amniocentesi presenta una certa percentuale di rischio di aborto spontaneo, quantificabile in circa lo 0,5%. E' quindi inutile effettuare tale esame nel caso in cui i genitori escludano il ricorso all'interruzione di gravidanza anche in presenza di eventuali, gravi, anomalie del feto.

Studi recenti hanno scoperto che il liquido amniotico è un'ottima fonte di cellule staminali, multipotenti e capaci di differenziarsi in vari tessuti. Tali cellule possono essere conservate in apposite strutture private, le cosiddette banche di cellule staminali, in attesa che la scienza ne sviluppi le grandi - ma per molti versi ancora potenziali - applicazioni.

Alterazioni del liquido amniotico

Polidramnios

Un'eccessiva quantità di liquido amniotico viene definita polidramnios. Questa condizione può essere la conseguenza di una gravidanza multipla (gemellare o plurigemellare), del diabete gestazionale o di anomalie congenite del feto (che portano all'incapacità di deglutire od assorbire, ad esempio per la presenza di un'ostruzione intestinale).

Oligodramnios

Una ridotta quantità di liquido amniotico viene definita oligoidramnios. In questo caso la condizione può dipendere da disfunzioni placentari, rottura dell'amnios, gravidanza protratta oltre le canoniche 40 settimane o anomalie congenite del feto (che portano all'incapacità di produrre urina).

 


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