Ipotrofia muscolare e mortalità: composizione corporea VS body mass index

Ipotrofia muscolare e mortalità: composizione corporea VS body mass index
Ultima modifica 27.06.2022
INDICE
  1. L'ipotrofia muscolare e il grasso viscerale aumentano la mortalità
  2. La composizione corporea non può essere stimata con il body mass index

In questo breve articolo parleremo della correlazione tra massa muscolare e longevità, con specifico riferimento alle evidenze nel rapporto ipotrofia muscolare e mortalità, portate alla luce da uno studio britannico.

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L'ipotrofia muscolare e il grasso viscerale aumentano la mortalità

Quanto riporteremo di seguito è un estratto dell'American Journal Clinical Nutrition, 86: 1339 - 1346, 2007.

Gli uomini perdono circa il 20% della loro massa muscolare nell'età tra i 40 ed i 60 anni.

Solitamente, negli individui con braccia muscolarmente ipotrofiche, tale caratteristica si accompagna ad una incrementata circonferenza del punto vita.

I ricercatori britannici hanno trovato che tale combinazione predispone ad un elevato rischio di mortalità.

Gli scienziati hanno infatti studiato per 6 anni il tasso di mortalità di 4107 uomini in una fascia d'età compresa tra i 60 ed i 79 anni.

La circonferenza del braccio e del punto vita rappresentarono i 2 migliori fattori predittivi del tasso di mortalità.

Braccia dalla circonferenza piccola incrementavano il rischio di morte del 36%. Il rischio si elevava al 55% se alla ridotta circonferenza delle braccia si accompagnava un'elevata circonferenza al punto vita.

Gli uomini sottopeso con un indice di massa corporea inferiore a 18,5, ed in particolar modo quelli con vita larga, riportarono il più elevato tasso di mortalità.

Paradossalmente e sorprendentemente, gli uomini con un indice di massa corporea all'interno del range raccomandato per essere ottimale (da 20 a 25) erano più inclini a morire durante il corso temporale dello studio rispetto ai soggetti sovrappeso con indice di massa corporea superiore, compreso tra 25 e 30.

Il mantenimento della massa muscolare e il decremento del grasso viscerale rappresentano quindi i fattori chiave per la longevità.

La composizione corporea non può essere stimata con il body mass index

E' ormai noto che il BMI sia il metodo più pratico per stimare, nel sedentario, l'indoneità o meno della massa corporea globale.

Ciò detto, purtroppo il BMI non consente di identificare la ripartizione delle masse. Non può quindi essere applicato nella valutazione di chi pratica sport.

Non solo. Dallo studio precedente è emerso che la fascia di terza età sembrerebbe esporsi maggiormente al rischio di morte se in sottopeso o, addirittura, se in normopeso rispetto a chi mostra "qualche chilo in più".

Ciò sarebbe dovuto a più fattori. Anzitutto, i pannicoli adiposi esercitano un ruolo protettivo dalle contusioni; nelle cadute accidentali, avere un po' di adipe sottocutaneo può risultare determinante nello scongiurare una frattura ossea.

In secondo luogo, vista la resistenza anabolica muscolare tipica dell'età geriatrica, un minor peso si associa - nei sedentari - a minori masse muscolari. Il muscolo, oltre ad essere un vero e proprio "organo" endocrino e metabolico, permette una maggior autonomia motoria e si rivela preventivo nei confronti degli infortuni - oltre che dei dismetabolismi, del declino cognitivo ecc.

Queste sono le ragioni fondamentali per le quali qualche chilo in più di muscoli può fare una grande differenza sia nella qualità della vita che nella sua durata, mentre l'ipotrofia muscolare - e il sovrappeso centrale, soprattutto viscerale - sono da considerarsi fattori di rischio molto importanti per morte ed invalidità.