Ipocondria da Covid-19: come riconoscerla e cosa fare

Introduzione
La chiamano Ipoondria da Covid-19, ed è la fase emotiva, per alcuni transitoria e di breve durata, per altri più seria e prolungata, conseguente alla costante esposizione a notizie negative, contagi e paura di ammalarsi. Non sapere decodificare il reale pericolo, e non avere gli strumenti per gestire lo stress che ne deriva, potrebbe far venir meno quella lucidità necessaria ad affrontare la situazione pandemica e post-pandemica. Uno stress continuo e quotidiano, quello di sentir parlare di virus, malattia e morti, che, secondo gli psichiatri, genera quel fenomeno chiamato ipocondria da Covid-19.
Come hanno evidenziato gli specialisti della Società Italiana di Psichiatria, il Covid-19 continua a condizionare fortemente la vita di alcune persone, nonostante la fase acuta sia superata, e perdura l'impatto sulla salute mentale di diversi soggetti. Si parla spesso di panico o di ansia generalizzata, in relazione alla pandemia, per cui un pericolo limitato e contenuto di contagio viene generalizzato percependo ogni situazione come rischiosa ed allarmante, anche quando non sussistono reali condizioni di pericolo. Per non lasciarsi sopraffare dall'ansia e gestire l'impatto che tutto questo ha sulla psiche, è necessario rivolgersi ad uno specialista, e mettere in pratica alcune azioni quotidiane che consentano di allontanare la mente dalla paura.
Il Covid-19 può essere anche trasmetto toccandosi troppo il viso.
Ipocondria da Covid-19: come si manifesta?
La pandemia, la diffusione del contagi, le nuove varianti di Covid-19, hanno portato molte persone a sviluppare una sorta di ipocondria, intesa come tendenza ad eccessiva preoccupazione per il proprio stato di salute, affrontando con ossessione ogni minimo sintomo, percepito come un segnale inequivocabile di contagio da Coronavirus. In alcuni casi, fortunatamente limitati, si assiste addirittura una degenerazione verso l'odio sui presunti "untori", o si tende ad isolarsi da tutti per immotivato timore.
Essere esposti a costanti riferimenti a eventi drammatici, notizie catastrofiche, numeri che spesso non vengono compresi, causa un incremento di stati d'ansia. In questa condizione, le persone sono vulnerabile e sensibili; recepiscono ogni manifestazione avversa, anche di banale entità, come un campanello d'allarme. Un esempio classico: basta un colpo di tosse o uno starnuto a fare scattare la paura di esser stati contagliati. Si innesca un vortice senza fine: si cercano notizie online, si corre a procurarsi tamponi fai da te, ci si chiude nel terrore di essere ammalati. Spesso, come sottolineato dagli esperti, la situazione sfugge di mano, diventa fuori controllo, ed il rischio percepito è esponenzialmente più grande di ciò che è nella realtà.
I soggetti che soffrono di ipocondria da Covid-19, inoltre, non percepiscono i miglioramenti, la diminuzione delle restrizioni e i passi avanti, e rimangono fermi a condizioni pregresse. Davanti alla libertà di tornare a socializzare, ad esempio, sopravvalutano la probabilità e la gravità della minaccia, e rifiutano contatti e ripresa delle attività quotidiane nella nuova normalità.
Ossessione da notizie e sintomi
Le manifestazioni più classiche e comuni dei soggetti con ipocondria da Covid-19 sono: controllare i propri sintomi ossessivamente, anche sul web, ricercare informazioni online di continue (notizie, dati sui contagi, sull'efficacia di vaccini, ecc), preoccuparsi delle normali sensazioni corporee, evitare ogni tipo di socialità e di incontrare altre persone (anche all'aperto e a distanza di sicurezza). Questo tipo di preoccupazione così eccessiva può essere molto stressante ed avere un impatto importante sulla propria salute mentale. In tal caso è bene rivolgersi al proprio medico che sarà indirizzare allo specialita competente che saprò fornire gli strumenti per affrontare la condizione di difficoltà emotiva e psicologica.
Cosa fare contro l'ipocondria da Covid-19
Oltre a rivolgersi ad uno specialista, l'ipocondria da Covid-19 si può fronteggiare attraverso alcune azioni quotidiane. Tra le altre:
non trascorrere eccessivo tempo a seguire le notizie su possibili varianti pericolose;
cercare di impegnare la mente in distrazioni positive come sport, nuovi progetti lavorativi, shopping con le amiche, passeggiate all'aria aperta e trascorrere del tempo di qualità con il/la compagno/a e in famiglia.
Un aspetto fondamentale nella gestione della paura innescata dalla pandemia, inoltre, risiede nel comprendere se ansia e stress da Covid-19 siano frutto di timori personali, o di una massa, di una cerchia di persone con le quali ci interfacciamo. L'importante è capire "chi sta controllando che cosa": chi gestisce e sceglie? Sto avendo comportamenti razionali? Sono tutte domande che consentono, facendo in primis autoanalisi, di capire la lucidità ed il senso del nostro agire. Ad esempio: la "psicosi" delle provviste ha portato molte persone a rinchiudersi in un supermercato per la paura che mancasse il cibo nelle settimane a venire. Un'azione del tutto insensata perchè nessuna autorità sanitaria o governativa, aveva mai paventato il rischio di carenze alimentari per la popolazione. Così facendo, paradossalmente, ci si esponeva maggiormente al contagio, essendo a contatto con molta più gente.
Per combattere il Covid, un'arma in più viene oggi dall'immunità innata.