Iperplasia Prostatica Benigna
Ultima modifica 28.01.2021
INDICE
  1. Generalità
  2. Cause e Fattori di Rischio
  3. Sintomi e Complicanze
  4. Diagnosi
  5. Trattamento

Generalità

Cosa s'intende per Iperplasia Prostatica Benigna?

L'iperplasia prostatica benigna è una patologia caratterizzata da un ingrossamento (iperplasiaipertrofia) della prostata - più specificatamente delle cellule prostatiche epiteliali e stromali - che conduce alla formazione di noduli nella regione periuretrale della prostata. 

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Quando questi noduli sono abbastanza grandi, comprimono il canale uretrale, causando una parziale ostruzione dello stesso, quindi interferendo col normale flusso urinario.Questa alterazione è molto frequente, soprattutto negli uomini a partire dai 40 anni. Con l'avanzare dell'età, infatti, la ghiandola tende spontaneamente a modificare il proprio volume, per effetto di variazioni ormonali e dell'azione di numerosi fattori di crescita. In altre parole, l'iperplasia prostatica benigna accompagna il normale processo di invecchiamento.

Cause e Fattori di Rischio

Cosa provoca l'Iperplasia della Prostata?

L'ipertrofia prostatica benigna accompagna il normale processo di invecchiamento.

Purtroppo, non si conoscono ancora con esattezza le cause sottostanti, ma è ormai assodato che siano implicate delle modifiche nell'assetto ormonale (andropausa).

Con l'avanzare dell'età, infatti, la ghiandola tende spontaneamente a modificare la propria consistenza e volume in risposta allo squilibrio tra gli ormoni androgeni ed estrogeni, a favore di questi ultimi, ed all'azione di numerosi fattori di crescita.

Oltre all'età, possono predisporre all'ipertrofia prostatica anche:

Sintomi e Complicanze

Sintomi Iperplasia Prostatica Benigna

Sintomi piuttosto indicativi dell'iperplasia prostatica benigna sono l'urgenza e la frequenza dello stimolo diurno e notturno alla minzione, il bruciore durante e dopo la minzione percepito a livello del pene, la debolezza del getto urinario e il senso di svuotamento vescicale incompleto.

A lungo andare, l'iperplasia prostatica benigna può provocare l'ostruzione anatomica dell'uretra e creare problemi al corretto deflusso urinario, tanto che il soggetto deve aumento la pressione necessaria per svuotare la vescica.

Diagnosi

IPB: come viene diagnosticata?

Esistono diversi tipi di diagnosi, ma il più usato in assoluto è l'esame rettale della prostata (palpazione della prostata per via rettale), che nella maggior parte dei casi consente di percepire un eventuale aumento di volume della prostata. In certi casi, questo esame non è sufficiente; in tal caso, si può eseguire un'ultrasonografia rettale, per distinguere meglio le dimensioni della prostata. In alternativa o in associazione, si possono eseguire test che misurano la concentrazione sierica dell'antigene prostatico specifico, per escludere la presenza di neoformazioni maligne della prostata.

Trattamento

Farmaci

I rimedi per l'iperplasia prostatica benigna sono principalmente due: quello farmacologico e quello chirurgico.

Per quanto riguarda i farmaci, esistono due categorie terapeutiche principali, che sono gli alfa-bloccanti e gli inibitori della 5-alfa-reduttasi. Gli alfa-bloccanti riducono il tono muscolare a livello della prostata e del collo vescicale. In sostanza, rilassano la prostata facilitando il passaggio dell'urina nell'uretra.
Gli inibitori della 5-alfa-reduttasi, come la finasteride e la dutasteride, inibiscono la crescita volumetrica della prostata, sopprimendo la stimolazione degli androgeni. In pratica, agiscono bloccando la trasformazione del testosterone nella sua forma attiva, il diidrotestosterone (DHT), che partecipa all'ingrossamento della prostata
I problemi maggiori del ricorso ai farmaci per la cura dell'ipertrofia prostatica benigna sono legati ai possibili effetti collaterali. Tra questi vi sono deficit erettivi, eiaculazione retrograda e ginecomastia per gli inibitori della 5-alfa-reduttasi, mentre ipotensione, emicrania, vertigini, cefalea e astenia sono comuni tra gli utilizzatori di alfa bloccanti. Un altro problema comune è che l'efficacia di questi farmaci tende a diminuire con l'uso a lungo termine.

Chirurgia

Quando la terapia farmacologica risulta inefficace, si ricorre alla chirurgia.
La tecnica più utilizzata è la resezione endoscopica transuretrale o TURP, una riduzione della prostata eseguita mediante endoscopia, cioè senza incisioni. Tecniche alternative si prefiggono di distruggere parte del tessuto ghiandolare senza danneggiare quello che rimarrà in sito. A tale scopo, a seconda della metodica utilizzata, si concentrano raggi laser, onde radio, microonde o sostanze chimiche direttamente all'interno della prostata. L'idoneità o meno di queste tecniche alternative è influenzata soprattutto dall'entità dell'iperplasia prostatica; in genere, tanto maggiore è il grado di iperplasia, tanto più invasivo sarà l'intervento. Ad esempio, nel caso le dimensioni della prostata risultino eccessive è necessario procedere con un intervento a cielo aperto, chiamato adenonectomia. Questo intervento prevede l'asportazione dell'intero adenoma prostatico mediante un'incisione cutanea, trans-vescicale o retropubica.

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