Iperomocisteinemia: Sintomi, Cause e Terapia

Ultima modifica 02.04.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento e Rimedi

Generalità

L'iperomocisteinemia indica il riscontro di valori di omocisteina nel sangue superiori rispetto alla norma.

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L'accumulo di quest'amminoacido in circolo può essere attribuita a diverse cause, principalmente di natura genetica o nutrizionale. Nella maggior parte dei casi, l'iperomocisteinemia deriva da una carenza di vitamine B12, B6 ed acido folico. Altri fattori determinanti un alto livello di omocisteina nel sangue comprendono le sindromi da malassorbimento, l'utilizzo di alcuni tipi di farmaci, le patologie renali e l'omocistinuria.

Anche se il valore come marker è ancora oggetto di approfondimento scientifico, l'iperomocisteinemia correla ad un aumentato rischio cardiovascolare: anche se lieve o moderato, un incremento dei livelli di omocisteina sono predittivi per lo sviluppo di aterosclerosi, ictus e malattie dei vasi periferici dovute ai depositi lipidici.

Cos’è

Per iperomocisteinemia si intende il riscontro un'elevata concentrazione di omocisteina nel sangue.

Il dosaggio dei valori di omocisteina plasmatici (omocisteinemia) consente di diagnosticare una carenza di acido folico o di vitamina B12. Inoltre, alti livelli di omocisteina nel sangue possono essere correlati ad una maggiore probabilità di incorrere nello sviluppo di malattie cardiache e vascolari, come aterosclerosi, ictus ed infarto del miocardio. Anche durante la gravidanza sono numerosi i rischi associati alla presenza di iperomocisteinemia (aborti spontanei, malformazioni del feto ecc.).

Cos'è l'omocisteina? Come viene metabolizzata?

  • L'omocisteina è un aminoacido solforato (cioè contenente un atomo di zolfo), normalmente presente in piccolissime quantità nelle cellule dell'organismo. Nel sangue, i valori di omocisteinemia considerati fisiologici sono compresi nell'intervallo 5-13 micromoli per litro (µmol/L).
  • L'omocisteina deriva dalla demetilazione, cioè la perdita di un gruppo metilico, da parte della metionina, aminoacido essenziale che l'organismo può ricavare solo dall'alimentazione, consumando derivati del latte, legumi, carni ed uova. Una volta prodotta all'interno delle cellule, l'omocisteina viene rapidamente convertita in altri prodotti.
  • Il metabolismo dell'omocisteina viene regolato grazie all'intervento fondamentale di enzimi e vitamine (tra cui B6, B12 e folati), la cui eventuale carenza può essere evidenziata proprio dall'incremento dei valori dell'aminoacido nel sangue. Se protratto nel tempo e non adeguatamente trattato, questo deficit nutrizionale può associarsi all'aumentato rischio di incorrere in malattie cardiovascolari.
  • L'omocisteina si può ritrovare anche nelle urine determinando una condizione nota come omocisteinuria. L'omocisteina viene eliminata, infatti, dall'organismo attraverso le urine, sotto forma di cistina.

Cause e Fattori di Rischio

L'iperomocisteinemia riconosce diverse cause e fattori predisponenti.

Come anticipato, le vitamine del gruppo B (specie B6 e B12) e l'acido folico sono cofattori del metabolismo dell'omocisteina. Pertanto, i livelli plasmatici di quest'aminoacido possono essere elevati in caso deficit di vitamina B e folati, che può risultare, in generale, da:

  • Ridotto o insufficiente apporto con la dieta;
  • Aumentato fabbisogno, per aumento delle richieste, in situazioni fisiologiche o patologiche;
  • Inadeguata utilizzazione.

Tra le possibili cause di iperomocisteinemia rientrano dunque:

Altre cause di iperomocisteinemia sono:

  • Terapie farmacologiche: l'impiego di alcuni tipi di farmaci antagonisti dell'acido folico e delle vitamine B6 e B12, come il metotrexato, contribuisce ad aumentare i livelli di omocisteina nel sangue quale effetto collaterale. Alcuni medicinali anticonvulsivanti (tra cui carbamazepina e fenitoina) ostacolano, poi, l'assorbimento di numerose sostanze nutrizionali a causa dell'inibizione di alcuni enzimi digestivi;
  • Patologie dei reni: l'omocisteina viene eliminata, infatti, dall'organismo attraverso le urine, sotto forma di cistina. In presenza di nefropatie, diminuisce l'escrezione di tutti i prodotti di scarto e, conseguentemente, aumentano i livelli di questo amminoacido nel sangue.
  • Neoplasie caratterizzate da una rapida proliferazione cellulare.

L'iperomocisteinemia può dipendere, inoltre, da cause genetiche, come nel caso di:

  • Omocistinuria: malattia metabolica dovuta a deficit dell'enzima cistationina-β-sintetasi, deputato ad accelerare le reazioni metaboliche della omocisteina;
  • Difetto genetico dell'enzima MTHFR (metilen-tetraidrofolato reduttasi), coinvolto nel metabolismo della omocisteina. La mutazione del gene aumenta il rischio di trombofilia, cioè un'eccessiva coagulazione del sangue e predispone a molte altre patologie.

L'incremento dei valori ematici di omocisteina può verificarsi anche con l'avanzare dell'età, nei fumatori e nelle donne dopo la menopausa.

Sintomi e Complicazioni

Iperomocisteinemia: come si riconosce

L'iperomocisteinemia si può associare a sintomi e segni inizialmente subdoli ed aspecifici, come:

Iperomocisteinemia: possibili conseguenze

L'iperomocisteinemia è associata al rischio di sviluppare malattie cardiache e vascolari, tra cui:

Il meccanismo per il quale gli alti valori di omocisteina sono associati ad un'aumentata predisposizione a tali eventi patologici cardiovascolari non è ancora chiaro. Tuttavia, il rischio di incorrere in ictus o infarto miocardico sembra essere riconducibile ad alterazioni della coagulazione e danni all'endotelio vascolare, con formazione di radicali liberi dell'ossigeno. L'iperomocisteinemia pare interferisca, inoltre, con la funzione vasodilatatrice ed antitrombotica dell'ossido nitrico (NO). Molti studi scientifici, poi, sostengono i benefici o la diminuzione del rischio cardiovascolare dovuti all'assunzione di integratori di acido folico e vitamina B.

Nonostante tali considerazioni, però, l'iperomocisteinemia non rientra tra i principali fattori di rischio per le patologie cardiovascolari (come sono, invece, il fumo, l'ipertensione o l'obesità) ed il suo utilizzo come parte dello screening di queste condizioni è ancora oggetto di dibattito.

L'iperomocisteinemia è correlata a varie altre conseguenze, come la predisposizione a sviluppare fragilità ossea e patologie neurodegenerative (come demenza senile e morbo di Alzheimer).

Iperomocisteinemia in gravidanza

Durante la gravidanza, l'aumento dei livelli di omocisteina nel sangue (almeno due volte superiori a quelli normali) è considerato un fattore di rischio per:

  • Distacco placentare;
  • Pre-eclampsia;
  • Malformazioni fetali (alterazioni del tubo neurale, come la spina bifida);
  • Aborto spontaneo e ripetuto.

Diagnosi

La diagnosi di iperomocisteinemia può essere effettuata con esami di laboratorio, ossia con la misurazione dei livelli plasmatici di omocisteinemia totale su un campione di sangue venoso.

Il prelievo si esegue in genere al mattino, dopo un digiuno di 10-12 ore. 

Valori Normali

  • Livelli di omocisteina normali nel plasma: 5-13 micromoli per litro (µmol/L).

L'omocisteina presente nel sangue e nelle urine può essere libera, sotto forma di dimero o legata alle proteine. Si intende per omocisteinemia, il valore totale nel plasma delle varie forme di omocisteina.

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Quando viene prescritto l'esame?

L'esame dell'omocisteina può essere utilizzata per vari scopi:

  • Individuare una carenza di acido folico o di vitamina B12;
  • Determinare la presenza di un rischio cardiovascolare aumentato, sulla base dell'età e della presenza di altri fattori che possono predisporre a ictus o attacco cardiaco.

Il medico può indicare la valutazione dell'omocisteinemia, quando il paziente presenta:

  • Familiarità per malattie cardiovascolari;
  • Tromboembolismo venoso (trombosi venosa o embolia polmonare);
  • Malattie cardiovascolari ad esordio prematuro;
  • Ripetuti aborti naturali (poliabortività).

La valutazione può essere indicata dal medico come parte degli screening prenatali (su liquido amniotico o villi coriali) e neonatali, nel caso esista il sospetto diagnostico di iperomocisteinemia.

Esami correlati

La valutazione dell'iperomocisteinemia può essere raffinata con altri esami, quali:

  • Dosaggio di folato (cofattore nella rimetilazione dell'omocisteina; senza quest'elemento, i livelli di omocisteinemia aumentano);
  • Ricerca delle mutazioni del fattore V o del fattore II della coagulazione, le quali possono predisporre a fenomeni trombotici;
  • Valutazione della mutazione MTHFR o altre aberrazioni, nei casi in cui vengano sospettate delle cause genetiche all'origine dell'aumento dell'omocisteina.

Trattamento e Rimedi

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Iperomocisteinemia: alimentazione

Se l'iperomocisteinemia non è causata da malattie genetiche o da altre patologie, ma dall'insufficiente assunzione di acido folico e vitamine B6 e B12, è necessario integrare questi elementi correggendo il proprio regime alimentare. In particolare, la dieta per combattere l'iperomocisteinemia deve essere ricca di frutta e verdura crude (nota: è importante che gli ortaggi siano freschi, poiché i folati e le vitamine in essi contenuti si deteriorano in fretta e con la cottura).

Per approfondire: Acido Folico - Rischi e Possibili Disturbi da Carenza

Integratori alimentari

I livelli di omocisteina possono essere normalizzati, inoltre, tramite l'assunzione di integratori alimentari di folati, vitamina B12 o vitamina B6 (da soli o in associazione); tuttavia, non è stato ancora dimostrato se questa terapia riduca il rischio di trombosi arteriosa o venosa. Per quest'ultimo motivo, l'uso di integratori specifici è raccomandata dal medico in casi specifici, come in corso di gravidanza o particolari situazioni di stress.

In linea generale, quindi, viene indicata solo l'assunzione di alimenti ricchi di acido folico, betaina (sostanza che funge da donatore di metili, quindi favorisce la rimetilazione dell'omocisteina), vitamina B6 e vitamina B12.

Acido folico durante la gestazione

Per ridurre il rischio di difetti del tubo neurale, come la spina bifida, alle donne che programmano una gravidanza è consigliata l'integrazione alimentare di 4 mg/die di acido folico, a partire dal periodo pre-concezionale (almeno 1 mese prima del concepimento), da protrarre fino al terzo mese di gestazione. Un basso apporto di quest'elemento durante la gestazione potrebbe contribuire, infatti, al manifestarsi di una malformazione a cui concorre l'iperomocisteinemia.

Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici