Ultima modifica 25.02.2020

Generalità

L'ingorgo mammario è un problema tipico dei primi giorni dopo il parto. Si caratterizza per il ristagno di latte nella mammella, che appare tesa, edematosa e lucida, talvolta arrossata e dolente, comunque incapace di emettere quantità significative di latte.

Principali cause di ingorgo mammario:

  • Eccessiva produzione di latte.
  • Ritardo nell'inizio dell'allattamento dopo il parto.
  • Attaccamento inadeguato al seno da parte del bambino.
  • Rimozione infrequente del latte dal seno.
  • Limiti eccessivamente rigidi alla durata delle poppate.
  • Reggiseno troppo stretto o abiti troppo aderenti al petto.

Segni e Sintomi

Spesso, l'ingorgo mammario si associa a un lieve rialzo febbrile, per circa 24 ore; aumenti consistenti della temperatura corporea sono invece da ricondurre a una complicanza, la mastite, caratterizzata da un'infezione della ghiandola mammaria con comparsa di malessere, ascesso circoscritto e febbre elevata.

Una mammella può apparire calda, pesante e tesa semplicemente perché piena di latte; l'aspetto più importante dell'ingorgo mammario, infatti, non riguarda tanto l'aspetto del seno, quanto la difficoltosa fuoriuscita del latte

. Il conseguente aumento di tensione della mammella è tale da ridurre la protrusione del capezzolo, rendendo più difficoltoso e traumatico l'attaccamento del piccolo.

Una suzione insufficiente, inoltre, aggrava l'ingorgo mammario, aumentando il ristagno di latte nella ghiandola e - alla lunga - riducendo la produzione dello stesso da parte dell'organismo femminile.

Cause

Dopo il parto, l'inizio della montata lattea si accompagna ad un maggior afflusso di sangue e linfa alle mammelle, che si fanno gonfie, dure, calde, pesanti ed ipersensibili, se non addirittura dolenti.

Ragadi al seno

L'ingorgo mammario durante i primi giorni di allattamento è quindi il risultato dell'accresciuto afflusso ematico nel tessuto mammario, dettato dalla necessità di sostenere la produzione lattea. Per prevenire ingorghi mammari nei primissimi periodi di allattamento, è quindi importante attaccare il neonato al seno entro qualche ora dal parto.

Nelle fasi successive di allattamento, gli ingorghi mammari possono insorgere quando il bambino assume meno latte del solito, fa passare troppo tempo tra una poppata e l'altra, o si attacca alla mammella in maniera inadeguata.

Prevenzione

Per quanto esposto sinora, uno dei consigli più comunemente dati alle nutrici soggette a tali problemi, è quello di far poppare più spesso il bambino, senza imporre limiti rigorosi alla durata delle poppate.

Un altro consiglio tipico per risolvere l'ingorgo mammario, è di eseguire - nei 10-15 minuti prima della poppata - spugnature caldo-umide alla mammella, o applicarvi impacchi caldi. A tal proposito, in questo documento, il Pediatra Duccio Parrini descrive l'interessante "stratagemma" della bottiglia calda.

Dopo la poppata, specie se il dolore è intenso, giova invece l'applicazione di impacchi freddi sotto le ascelle.

Prima di attaccare il bambino, si consiglia di usare la spremitura manuale, facendo fuoriuscire quantità modeste di latte, da spalmare sul capezzolo per ammorbidire l'areola e favorirvi l'attaccamento del bambino. Soltanto quando la madre produce quantità eccessive di latte, per cui nemmeno suzioni frequenti riducono il fastidio, oppure quando non è possibile attaccare spesso il bambino, è consigliato l'utilizzo del tiralatte.

Durante la poppata, il massaggio delle mammelle tramite delicati movimenti concentrici in direzione del capezzolo, agevola ulteriormente l'efflusso latteo.

Terminata la poppata, se la donna avverte ancora un senso di pienezza e tensione della mammella, il latte può essere spremuto manualmente, ma senza esagerare, onde evitare un eccessivo stimolo alla produzione di latte.

Infine, concedersi molta tranquillità durante l'allattamento risulta altrettanto utile nell'ottica di prevenzione dell'ingorgo mammario.