Impianti e interazioni su altre condizioni cliniche e stili di vita

Impianti e interazioni su altre condizioni cliniche e stili di vita
Ultima modifica 05.05.2023
INDICE
  1. Impianti dentali: condizioni cliniche
  2. Impianti dentali nei pazienti fumatori
  3. Impianti dentali nei pazienti oncologici
  4. Impianti dentali nei pazienti con diabete di tipo 2

Impianti dentali: condizioni cliniche

Ogni anno, oltre 2,5 milioni di italiani devono ricorrere a un impianto dentale.
Si tratta di un intervento delicato, il cui successo dipende da vari fattori; tra questi, senza dubbio, figurano lo stile di vita del paziente e la presenza di condizioni cliniche sfavorevoli all'osteointegrazione dell'impianto.
Per quanto concerne lo stile di vita, un'abitudine scorretta che, senza dubbio, merita attenzione è il fumo di sigaretta, in quanto si stima che in Italia ogni anno muoiano circa 93.000 persone a causa del tabagismo; per quanto riguarda le condizioni cliniche, invece, sono da segnalare il diabete mellito di tipo 2 (ne soffre 1 italiano su 18) e i tumori, comprese le terapie anti-cancro (ogni anno, le nuove diagnosi di tumori sono circa 377.000).

Per approfondire: Impianti dentali: quando intervenire con un trattamento immediato

Impianti dentali nei pazienti fumatori

Perché il fumo favorisce il fallimento degli impianti dentali?

Il fumo di sigaretta compromette la circolazione periferica arteriosa, ostacolando l'apporto di ossigeno ai tessuti.
Meno ossigeno ai tessuti significa che eventuali ferite, incluse quelle dovute a interventi di natura chirurgica, guariscono più lentamente e meno efficacemente.
Nella cavità di un soggetto fumatore sottoposto a impianto dentale accade questo: a causa di un ridotto apporto di ossigeno ai tessuti delle gengive, il processo combinato di guarigione della ferita e di osteointegrazione dell'impianto è meno efficace, il che risulta in un rischio aumentato di fallimento dell'intervento.
Secondo alcune stime, nel fumatore, il rischio di fallimento dell'impianto dentale è più del doppio rispetto all'individuo non fumatore.
Ma non è tutto.
Il fumo è anche un fattore favorente mucositi e perimplantiti, due processi infiammatori che aumentano la possibilità di perdita dell'impianto, poiché pregiudicano la salute dei tessuti circostanti.

Ma allora i fumatori possono ricorrere all'impianto dentale?

Alla luce di quanto detto finora, la domanda è più che lecita.
Grazie ai progressi della ricerca scientifica, oggi, esistono impianti dentali con caratteristiche che aumentano il successo dell'intervento anche in soggetti fumatori.
Nello specifico, si tratta di impianti dotati di superfici idrofile, le quali hanno l'effetto di attrarre sangue nelle zone di applicazione e favorirne l'ossigenazione.
Come si ricorderà, un buon apporto di ossigeno ai tessuti è fondamentale per una guarigione efficace delle ferite e l'osteointegrazione corretta dell'impianto

Cosa deve fare il fumatore per un impianto più duraturo?

Nonostante la soluzione appena discussa, in un'ottica di impianti più sicuri e duraturi, gli esperti tengono a sottolineare l'importanza di ridurre la dose di fumo giornaliera, se non addirittura cessare questa abitudine per nulla salutare.
Raccomandano, inoltre, di:
• Adottare una dieta sana ed equilibrata;
• Praticare regolarmente attività fisica;
• Controllare pressione arteriosa e valori ematici quali glicemia, trigliceridemia ecc., al fine di prevenire patologia come diabete di tipo 2 e sindrome metabolica;
• Sottoporsi regolarmente a sedute di igiene orale professionale, per scongiurare la comparsa di condizioni quali parodontite e perimplantite.
Riassumendo, quindi, l'abbandono di abitudini scorrette, in favore di uno stile di vita più sano, rappresenta un passo fondamentale per aumentare le probabilità di successo degli impianti dentali.

Impianti dentali nei pazienti oncologici

Perché i tumori complicano la realizzazione degli impianti

La realizzazione di un impianto dentale nel paziente oncologico potrebbe essere problematica.
I motivi sono diversi:
• Innanzitutto, i tumori favoriscono l'instaurarsi di uno stato di immunodepressione, che comporta, tra i vari effetti, anche quello di rendere il cavo orale più suscettibile all'infiammazione; una bocca infiammata è non solo di ostacolo alla chirurgia implantare, ma favorisce anche il peggioramento delle condizioni di salute generale della persona.
• In secondo luogo, terapie antitumorali come radioterapia, chemioterapia, anticorpi monoclonali e farmaci bifosfonati possono danneggiare i tessuti gengivali (con mucositi ecc.) e alterare il cosiddetto microbiota orale, alimentando ulteriormente gli effetti della neoplasia.
Le difficoltà della chirurgia implantare aumentano ancora di più se il tumore riguarda il cavo orale.

Perché ricorrere all’impianto dentale nel paziente oncologico?

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, nei pazienti oncologici che necessitano di un impianto dentale, quest'ultimo rappresenta un ottimo alleato, poiché, se l'intervento ha successo, evita ai denti residui uno sforzo anomalo, tale da peggiorare ulteriormente eventuali condizioni della bocca.

Cosa deve fare il paziente oncologico per migliorare la salute della bocca?

Per favorire la salute del cavo orale e il mantenimento di un eventuale impianto, gli odontoiatri consigliano ai pazienti con neoplasie, specialmente quelle della bocca, di sottoporsi a regolari controlli specialistici, curare nei dettagli l'igiene orale (affidandosi anche al professionista) e anticipare tutte le cure e gli interventi essenziali prima di iniziare eventuali nuove terapie, le quali potrebbero peggiorare ancora di più la salute del cavo orale.

Impianti dentali nei pazienti con diabete di tipo 2

Perché il diabete di tipo 2 favorisce il fallimento degli impianti dentali?

Come il fumo, anche il diabete di tipo 2 pregiudica l'apporto di sangue nelle zone periferiche del corpo, compreso il cavo orale.
Nel paziente che necessita di un impianto dentale, tale complicanza ha due conseguenze, una nel breve termine e una nel lungo termine:
• Nel breve, è di ostacolo all'osteointegrazione dell'impianto. Come descritto in precedenza, una ridotta irrorazione sanguigna si traduce in un processo di riparazione e guarigione meno efficace.
• Nel lungo periodo, rappresenta un fattore di rischio per infiammazioni ricorrenti delle mucose gengivali, condizioni queste che finiscono per compromettere la salute dei tessuti circostanti l'impianto.

Come deve essere l’impianto dentale nel paziente diabetico?

A causa della scarsa capacità di rigenerazione dei tessuti dovuta al diabete, è di fondamentale importanza che l'intervento implantare sia minimamente invasivo.
Una invasività minima significa che la ferita chirurgica è contenuta, ragion per cui la rigenerazione tissutale è meno complessa.
Per ridurre l'invasività dell'intervento, gli odontoiatri ricorrono alla chirurgia guidata, un approccio digitale che permette di elaborare virtualmente l'operazione prima di attuarla, in modo che sia ad alta precisione.
Oltre a ciò, c'è un altro aspetto molto importante da segnalare in merito alla modalità di intervento: per favorire l'irrorazione sanguigna dell'area di applicazione dell'impianto, nel paziente diabetico è indicato l'utilizzo di superfici idrofile.
Questo accorgimento era già stato descritto per i pazienti fumatori.

Cosa può fare il paziente diabetico per un impianto più duraturo?

Per favorire il mantenimento dell'impianto dentale e la salute del cavo orale, il paziente diabetico dovrebbe:
• Praticare regolarmente attività fisica, accorgimento questo che contribuisce a sotto controllo la glicemia;
• Curare l'igiene orale, affidandosi anche al dentista di fiducia;
• Adottare una dieta sana ed equilibrata, che includa alimenti ricchi di calcio, pesce, frutta e verdura, e in cui sia favorito il consumo di carboidrati a lento rilascio e cibi poveri di zuccheri raffinati;
Controllare regolarmente la glicemia.

 

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza