Gatti Sphynx: le patologie più frequenti
Ultima modifica 26.05.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Le patologie dermatologiche
  3. La Cardiomiopatia Ipertrofica
  4. La Miopatia dello Sphynx

Introduzione

Lo Sphynx è una delle più conosciute razze di gatti che presenta la particolare caratteristica della nudità. I pochi peli presenti sulla sua cute, non ricoprono un ruolo protettivo come un vero e proprio mantello, presente nella maggior parte delle razze feline.

La selezione genetica di razza viene spesso accompagnata dalla maggiore probabilità di riscontrare alcune patologie nei soggetti appartenenti.

Per quanto riguarda i gatti Sphynx, le malattie più frequenti, che vengono maggiormente diagnosticate, sono influenzate dalla familiarità di razza e colpiscono cute, cuore e muscoli.

Per approfondire: Gatti senza pelo: razze, carattere

Le patologie dermatologiche

Come intuibile, la caratteristica cute dello Sphynx può essere maggiormente esposta ad agenti ambientali, rispetto alle altre razze di gatti per cui il mantello riesce a svolgere la sua funzione protettiva.

  • Le patologie dermatologiche infatti risultano essere le più comuni diagnosticate in questa razza, che si trova a combattere contro dermatiti da agenti esterni, principalmente da contatto o per azione delle temperature e dei raggi solari; le ustioni infatti sono molto frequenti se non si ricorre ad adeguati supporti protettivi e all'applicazione delle creme solari.
  • Un altro agente causante dermatite è un lievito chiamato Malassezia.

L'apparato tegumentario di questa razza ha la particolarità di produrre costantemente uno strato protettivo di sebo che predispone al ristagno dei lieviti già presenti normalmente sulla cute dell'animale. La Malassezia quindi ha la possibilità di trovare un ambiente umido perfetto per la sua proliferazione, causando arrossamento, colorazione scura della cute, odore sgradevole. Le regioni cutanee maggiormente colpite da questo lievito sono quelle che presentano maggiori pieghe cutanee, di cui lo Sphynx ne è pieno.

La Malassezia inoltre può localizzarsi a livello del condotto auricolare portando ad un'otite specifica con accumulo di materiale ceruminoso maleodorante e provocare prurito e scuotimento della testa dell'animale.

Per questo tipo di patologia esistono farmaci ad azione mirata, utilizzati in forma di mousse, shampoo o lozioni; in caso di otiti da Malassezia sono indicati prodotti antifungini, che spesso contengono anche principi attivi antinfiammatori per controllare l'azione di rossore e prurito dell'otite.

Il proprietario inoltre può avere un ruolo fondamentale nella prevenzione di queste patologie molto comuni, effettuando una pulizia costante della cute dello Sphynx con prodotti detergenti e shampoo studiati per il controllo della produzione di sebo. Particolare attenzione bisogna avere per la pulizia delle zone come zampe, pieghe cutanee di ascelle e coscia interna, e del muso.

  • Infine, una patologia dermatologica particolare è stata descritta nello Sphynx, insieme alle razze del Devon Rex e dell'Himalayano: si tratta di una patologia chiamata urticaria pigmentosa o mastocitosi, causata da un richiamo a livello cutaneo di mastociti, cellule che contengono granuli di istamina ed eparina responsabili della risposta allergica dell'organismo.

Come nell'uomo, si pensa che l'urticaria pigmentosa abbia una predisposizione genetica per trasmissione di una mutazione di un recettore. Per i gatti però non è stato ancora identificato il gene responsabile e sono presenti ancora pochi studi di approfondimento. Si sa che questa forma di dermatite può essere stimolata dalla presenza di allergeni ambientali, parassiti e intolleranze alla dieta.

Spesso i sintomi vengono rilevati in soggetti di giovane età e consistono  nella formazione di papule eritematose rossastre provocanti a loro volta prurito intenso. Le lesioni possono essere disposte in forma lineare o diffusa, soprattutto sul tronco. In forme croniche è possibile anche vedere una lichenificazione della cute ed la sua iperpigmentazione.

La diagnosi viene effettuata tramite biopsia cutanea ed identificazione dell'infiltrato mastocitico con analisi specifiche. La prognosi della mastocitosi è generalmente buona, ma non si esclude un coinvolgimento successivo degli organi interni.

Per il trattamento dei sintomi cutanei vengono utilizzati generalmente glucocorticoidi, antistaminici e integratori di acidi grassi a supporto della funzionalità cutanea.

La Cardiomiopatia Ipertrofica

La cardiomiopatia ipertrofica (HCM) è un disturbo cardiaco che colpisce soprattutto i gatti, andando a ricoprire il 67% delle patologie cardiache diagnosticate in questa specie. Si tratta di una patologia a carico del miocardio, che risulta ispessito rispetto alla norma e che quindi occupa maggiore spazio all'interno del ventricolo, soprattutto sinistro.

Vengono distinte due forme di HCM:

La forma che maggiormente interessa per una migliore selezione dei soggetti di razza in riproduzione è sicuramente la primaria. Per questo motivo esistono test di genetici e di screening per escludere la malattia prima dell'accoppiamento.

Per quanto riguarda la razza Sphynx solo ultimi studi sembrano aver trovato uno dei geni che potrebbero essere responsabili della trasmissione della patologia. Si pensa infatti che ci siano più geni che concorrono alla formazione, alla manifestazione e al decorso di questa cardiomiopatia.

Volendo descrivere il decorso della miocardiopatia ipertrofica, il punto di partenza è un ispessimento della parete del miocardio ventricolare sinistro, che non riesce ad accogliere tutto il sangue proveniente dall'atrio provocandone la sua dilatazione. Nel 42% dei gatti l'alterazione della struttura cardiaca include una forma ostruttiva dinamica causata dal movimento di un lembo della valvola mitrale che occupa la via di efflusso del ventricolo sinistro. La dilatazione dell'atrio sinistro inoltre porta con sé un aumento del ristagno di sangue e la predisposizione alla formazione di trombi, che possono entrare nel circolo sanguigno e, tipicamente nel gatto, andare a fermarsi nella triforcazione dell'aorta. In questo caso il gatto, oltre ad altri sintomi cardiovascolari, potrà presentare dolorabilità e ed emiparesi degli arti posteriori.

Nell'ultima fase della patologia il cuore subisce un'ulteriore deformazione, andando ad avvicinarsi ad un quadro di cardiomiopatia dilatativa; in ecocardiografia l'immagine che si ottiene sarà molto simile a questa altra forma di cardiopatia, per cui diagnosticabile solo se sono presenti precedenti diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica.

La sintomatologia che può accompagnare la HCM può essere divisa in tre categorie:

  • il gatto può non presentare alcun segno clinico visibile al proprietario, ma manifestare un soffio parasternale sinistro alla visita clinica, con intensità variabile a seconda della frequenza cardiaca. Questa situazione è riscontrabile nel 50% dei casi e, per avere una diagnosi definitiva, deve essere effettuata una ecocardiografia. La metodica infatti permette di misurare l'ispessimento del muscolo miocardico in varie proiezioni ed escludere altre patologie cardiache presenti. I parametri che vengono presi in considerazione per la diagnosi e la stadiazione del paziente riguardano la dimensione atriale, la presenza di SAM (movimento del setto anteriore della valvola mitrale), l'ipertrofia dei muscoli papillari e la funzione diastolica. In questi casi la valutazione del test genetico, disponibile per le razze Main Coon e Ragdoll, non ancora per lo Sphynx, può essere un elemento in più, ma non sostituisce l'esame ecocardiografico.
  • in fasi di scompenso cardiaco il gatto può presentare dispnea importante conseguente ad edema polmonare o versamento pleurico. Questo risulta essere un caso di emergenza da gestire con somministrazione di ossigeno umidificato e valutando le indagini possibili dopo stabilizzazione del paziente e minimizzando le condizioni di stress. Utile per la valutazione sarà effettuare una radiografia per la visione della struttura polmonare e cardiaca e dell'eventuale versamento presente, che deve essere drenato per toracocentesi.
  • come accennato in precedenza i sintomi manifestati possono essere causati dal tromboembolismo. Il gatto quindi presenterà a livello degli arti posteriori assenza di polso, paresi, dolore, pallore e ipotermia.

La terapia della cardiomiopatia ipertrofica viene valutata dopo stadiazione del paziente.

Nei soggetti asintomatici l'utilizzo di farmaci che proteggano il miocardio nella sua evoluzione patologica è controversa. Non esistono infatti studi che indichino un effetto positivo sul rimodellamento cardiaco, come succede nell'uomo.

Nei soggetti sintomatici invece, la terapia ha come obiettivo la gestione dei sintomi acuti e il miglioramento della qualità di vita dell'animale. I farmaci che possono essere utilizzati sono i B-bloccanti (es. atenololo) per un controllo del ritmo cardiaco e della stenosi dinamica, i ca-antagonisti che agiscono sulla frequenza cardiaca e come vasodilatatori a livello coronarico. La prevenzione per il tromboembolismo sembra non avere risultati, ma in fase acuta di questa sintomatologia bisogna controllare il dolore con l'utilizzo di oppioidi, farmaci antiaggreganti per evitare la formazione di altri trombi in circolo, e tecniche di trombolisi tradizionali (maggiormente efficaci rispetto all'uso di farmaci trombolitici).

La Miopatia dello Sphynx

Tra le patologie a trasmissione genetica dello Sphynx troviamo una miopatia particolare che colpisce soggetti omozigoti recessivi per un particolare gene: il COLQ.

Le sindromi miasteniche congenite (CMSs) nel gatto sono state descritte inizialmente nella razza Devon Rex prendendo il nome di "spasticità" ed identificate successivamente anche nello Sphynx; la ricerca ha correlato sintomi e usanze delle due razze, che ancora oggi vengono mescolate in sede di selezione. 

Generalmente la patologia si manifesta in giovane età, entro i 5 mesi di vita, diventando evidente il deficit di trasmissione dello stimolo nella giunzione neuromuscolare. Tale alterazione provoca evidenti segni di debolezza, affaticabilità, posture alterate (ventroflessione della testa e del collo, sollevamento delle zampe anteriori per scarico del peso), estroflessione delle scapole, ondeggiamenti e tremori, megaesofago. I segni clinici possono progredire nel tempo e sono esacerbati dal movimento fisico e dall'eccitazione.

Per questa malattia purtroppo non esistono terapie efficaci, se non accorgimenti per la gestione del gatto affetto. È invece importante eseguire il test del DNA per escludere dalla riproduzione i soggetti portatori della patologia, aventi quindi un solo allele mutato per il gene COLQ. Questi gatti infatti non manifestano la malattia e risultano sani, ma possono trasmetterla ai discendenti. 

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Ambulatorio Veterinario I PORTICI
Un'equipe di giovani veterinari con diversi interessi che ricoprono i principali campi della medicina veterinaria. Loro sono i medici dell'Ambulatorio Veterinario I Portici di Vinovo