Ultima modifica 21.01.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Perché si Misura
  4. Valori normali
  5. Fibrinogeno Alto - Cause
  6. Fibrinogeno Basso - Cause
  7. Come si misura
  8. Preparazione
  9. Interpretazione dei Risultati

Generalità

Il fibrinogeno, o fattore I della coagulazione, è una glicoproteina plasmatica sintetizzata dal fegato con lo scopo di favorire l'emostasi (coagulazione del sangue).
La concentrazione plasmatica di fibrinogeno aumenta, in parallelo alla sua velocità di sintesi, nella fase acuta di vari stimoli flogistici (infiammatori). I livelli di fibrinogeno nel plasma possono subire anche un'influenza genetica.

fibrinogeno

Indipendentemente dalle cause, l'aumento dei valori di fibrinogeno è associato a un rialzo del rischio cardiovascolare. Più fibrinogeno in circolo significa infatti una maggiore tendenza del sangue a coagulare, e viceversa.

Significato Biologico

Il fibrinogeno costituisce il substrato su cui agisce la trombina, un enzima proteolitico che determina la conversione del fibrinogeno in fibrina. Questa reazione rappresenta la tappa finale della cascata coagulativa (vedi figura), grazie alla quale si viene a formare un intreccio proteico (dato dalla polimerizzazione della fibrina) che ingloba tra le sue maglie piastrine e globuli rossi; si ha così la formazione di un coagulo, massa semisolida che arresta l'emorragia.


Fibrina

Cos'è

Il fibrinogeno è un fattore essenziale per la coagulazione del sangue.

Viene prodotto dal fegato e rilasciato in circolo in caso di necessità: quando c'è una ferita e inizia il sanguinamento, si forma un coagulo attraverso una serie di passaggi (emostasi); in uno degli ultimi step, il fibrinogeno solubile viene convertito in filamenti di fibrina insolubili, che si intrecciano tra loro formando una rete che si stabilizza e aderisce al sito danneggiato fino alla guarigione.

Perché si Misura

Il test del fibrinogeno viene eseguito per indagare un possibile disordine della coagulazione, che può essere in difetto (episodi emorragici) o in eccesso (episodi trombotici). Altre volte, l'esame viene utilizzato per determinare il rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare.

Il test del fibrinogeno permette di valutare la concentrazione e la funzionalità del fibrinogeno presente nel sangue. Più nel dettaglio, esistono due tipi di test di laboratorio per valutare tali parametri:

  • Test di attività: determina la funzionalità del fibrinogeno durante la formazione del coagulo, ossia la sua capacità di essere convertito in fibrina. Il tempo che il coagulo impiega a formarsi è direttamente proporzionale all'attività della glicoproteina presente. Una durata prolungata può essere dovuta a una diminuita concentrazione del normale fibrinogeno oppure a un mal funzionamento dello stesso.
  • Test quantitativo: permette di misurare la concentrazione del fibrinogeno nel sangue.

Quando fare il test?

Il test del fibrinogeno è indicato dal medico nei seguenti casi:

  • Dopo episodi di sanguinamento o trombotici;
  • Quando il tempo di protrombina (PT) e/o il tempo parziale di tromboplastina (PTT) sono allungati;
  • Se il paziente ha parenti con un'anomalia o una carenza ereditaria di fibrinogeno;
  • Quando sono necessarie informazioni per valutare il rischio del paziente di sviluppare una patologia cardiovascolare.

Valori normali

I livelli normali di fibrinogeno si attestano tra 150 e 400 mg/dl (a seconda dei metodi analitici utilizzati), con un valore medio che oscilla intorno ai 225 mg/dl.

Fibrinogeno Alto - Cause

Valori cronicamente elevati di fibrinogeno, come anticipato, sono associati a un maggior rischio cardiovascolare (aumentata suscettibilità a malattie come trombosi, ictus, malattie coronariche, angina pectoris e infarto).

I suoi livelli, insieme alle cosiddette proteine di fase acuta (proteina C reattiva, fattori del complemento, protrombina ecc.), aumentano durante processi infiammatori di qualsiasi origine, nella ripresa da un intervento chirurgico e durante la gravidanza.
Le altre possibili cause di una concentrazione di fibrinogeno elevata rispetto alla norma comprendono:

Fibrinogeno Basso - Cause

Una riduzione dei valori di fibrinogeno si può osservare in caso di:

Possono essere presenti anche deficit ereditari più o meno severi - sia nella quantità di fibrinogeno in circolo, sia nella sua funzionalità - con predisposizione a gravi emorragie.

Come si misura

Il test del fibrinogeno viene eseguito prelevando un campione di sangue da una vena del braccio.

Preparazione

Nel caso degli esami del sangue per il fibrinogeno, non è necessario alcun tipo di preparazione particolare.

Interpretazione dei Risultati

Valori Normali

Risultati normali dell'attività del fibrinogeno, di solito, riflettono una buona capacità di coagulare.

Valori Alti di Fibrinogeno

Il fibrinogeno è una proteina di fase acuta, perciò le quantità della proteina possono aumentare rapidamente in tutte le condizioni che causano infiammazione o danno tissutale.
Alte concentrazioni di fibrinogeno sono aspecifiche; per questo motivo, non indicano la causa del temporaneo aumento di fibrinogeno o la sede del disturbo. Di solito, questi aumenti delle concentrazioni di fibrinogeno sono temporanei e tornano normali dopo che le patologie sottostanti sono risolte.
Se i risultati degli esami del fibrinogeno sono elevati, il paziente presenta un rischio maggiore di sviluppare coaguli e, nel tempo, di avere un'aumentata predisposizione per le malattie cardiovascolari.

Valori Bassi di Fibrinogeno

Una significativa diminuzione dell'attività del fibrinogeno può essere dovuta a decremento o disfunzione della glicoproteina.
Una ridotta attività del fibrinogeno e una diminuita concentrazione della proteina possono compromettere la capacità di formare un coagulo stabile.
Bassi valori cronici possono essere correlati a una diminuita produzione dovuta a una patologia ereditaria (come la afibrinogemia o l'ipofibrinogemia) o a una malattia acquisita, come una epatopatia allo stadio finale o una malnutrizione grave.
Valori bassi acuti sono spesso in relazione al consumo di fibrinogeno che può essere osservato nella coagulazione intravasale disseminata (CID).


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici