Eritrofobia - Paura di Arrossire

Ultima modifica 24.03.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Terapia e Rimedi

Generalità

L'eritrofobia (o ereutofobia) è la paura di arrossire.

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Questa condizione determina una sensazione di forte disagio, imbarazzo e vergogna: la percezione (o il solo pensiero) di un'improvvisa "vampata" al volto induce chi ne soffre a sottrarsi alla vista, al contatto o al dialogo con altre persone. Inoltre, il soggetto affetto da eritrofobia tende a mettere in atto svariate soluzioni per fronteggiare il problema; queste strategie finiscono, però, per alimentare la fobia, piuttosto che ridurla, creando un circolo vizioso. Comportamenti tipici dell'eritrofobia sono, ad esempio, l'evitamento dei luoghi affollati o l'uso di precauzioni, come coprirsi il volto con un fazzoletto o indossare sempre gli occhiali da sole.

Quando assume forme estreme, l'eritrofobia può avere implicazioni a livello di interazione con familiari, amici e colleghi di lavoro, conducendo all'isolamento.

Come altri disturbi fobici, gli esatti fattori scatenanti non sono sempre facilmente identificabili.

L'eritrofobia può essere affrontata con il trattamento più adeguato al proprio caso. Gli interventi più efficaci comprendono farmaci antidepressivi e percorsi di psicoterapia orientati al superamento della paura di arrossire.

Il termine "eritrofobia" deriva dall'unione da due parole greche - "erithros" (rosso) e "fobia" (paura), cioè "paura di arrossire".

Cos’è

Nota anche come ereutofobia (dal greco "éruthros", rossore), l'eritrofobia è il timore morboso di arrossire.

Questa fobia è correlata ad un'anomala attivazione emotiva: la persona che ne soffre associa situazioni spiacevoli - vissute nel passato come momenti di forte imbarazzo o vergogna - all'arrossamento del volto.  Il ripetersi di tali stimoli fobici e/o il timore di essere giudicato dagli altri, conducono all'eritrofobia.

La persona affetta dal disturbo manifesta disagio o ansia anche solo alla possibilità di sviluppare questa reazione in pubblico. Si sviluppa così un circolo vizioso, dove l'eritrofobia, se non ben gestita, rischia di creare un'ansia anticipatoria che innesca, a sua volta, la risposta fisiologica dell'arrossamento. In pratica, più la persona pensa di arrossire, più arrossisce (il cercare di controllare le reazioni involontarie finisce per alterarle). La conseguenza è che vengono progressivamente limitati i rapporti con familiari, amici e colleghi di lavoro.

Nei casi più gravi, l'eritrofobia può provocare sintomi fisici ed attacchi di panico in piena regola, con sudorazione, battito cardiaco accelerato, mancanza di respiro e nausea.

Quando si arrossisce normalmente?

Arrossire a livello delle guance è un fenomeno comune e non patologico. Il rossore cutaneo è conseguenza di una vasodilatazione dei capillari diffusa del volto e del collo (iperemia).

L'iperemia è indotta, nello specifico, dal sistema nervoso ortosimpatico, il quale non è sottoposto al potere della nostra volontà.

Nella maggior parte dei casi, questa manifestazione viene sperimentata in determinate circostanze come, ad esempio, durante un'attività sportiva o per effetto dell'alcool. Quest'evento si può verificare anche per un'irritazione della pelle.

Un rossore improvviso del volto può comparire anche in situazioni in grado di indurre un certo imbarazzo (si pensi, ad esempio, quando si fa una brutta figura o si riceve un complimento). L'arrossamento delle guance si manifesta anche nel corso di un momento di rabbia o, più comunemente, per timidezza.

Cause

L'eritrofobia è un disturbo nel quale lo stimolo fobico è rappresentato dal timore di arrossire. Come accade per altre fobie, le cause esatte non sono ancora state identificate. Tuttavia, esistono alcuni fattori che possono favorirne la manifestazione.

Innanzitutto, occorre segnalare che l'eritrofobia può essere un disturbo fobico semplice oppure può fare parte di un quadro psicologico più ampio (cioè si manifesta in soggetti che soffrono di altre fobie e/o disturbi d'ansia).

L'eritrofobia è più frequente tra le persone giovani e si manifesta soprattutto durante l'adolescenza.

Esperienze negative del passato

La reazione fobica alla base dell'eritrofobia può essere correlata alle esperienze negative e "traumatiche" vissute nel passato. Queste situazioni fortemente imbarazzanti e spiacevoli possono comportare un elevato livello di sofferenza. Quale meccanismo di difesa, la persona che soffre di eritrofobia, per evitare di essere emotivamente vulnerabile, reagisce rinchiudendosi nel proprio mondo, anziché cercare di affrontare e superare il problema.

Depressione e disturbi d'ansia

  • L'eritrofobia può dipendere da un'intensa ansia, sostenuta da insicurezza e pensieri negativi. Ciò conduce all'evitamento di situazioni nelle quali la persona potrebbe sperimentare l'imbarazzo di diventare rossa in volto (ansia anticipatoria). Più nel dettaglio, la paura di arrossire può essere un sintomo di ansia sociale, derivante principalmente dal timore del giudizio altrui. Per la persona che soffre di eritrofobia, il fatto di sentirsi sotto osservazione, porta a vivere il rossore come segno di debolezza e di inferiorità. Arrossire diventa, quindi, l'equivalente di fare una brutta figura, di provare vergogna e di essere derisi.
  • Le persone colpite dalla paura di arrossire possono avere un carattere timido e schivo oppure sono molto emotive. Anche coloro che soffrono di depressione sono particolarmente vulnerabili dal punto di vista emotivo, quindi sono predisposti a sviluppare questi meccanismi di difesa, isolandosi o evitando gli stimoli fobici.
  • L'eritrofobia può essere rivolta alla perdita del controllo delle proprie emozioni ed al timore di apparire fragili nelle situazioni interpersonali. In tal senso, la paura di arrossire può presentarsi anche in persone con disturbi ossessivo-compulsivi, le quali, in particolare, non sono disposte a dimostrarsi vulnerabili dal punto di vista emotivo ed a mostrare le proprie debolezze. Ne consegue un controllo esasperato e pressoché continuo allo scopo di "ipervigilare" le proprie reazioni nelle situazioni temute (cioè che i segni dell'arrossimento non risultino evidenti e gli altri non se ne accorgano).

Sintomi e Complicazioni

Nell'eritrofobia, l'arrossamento coinvolge soprattutto il volto, concentrandosi, nello specifico, a livello delle guance. Di fronte alla situazione temuta, chi soffre di questo disturbo ricorre a strategie di evitamento e, in specifiche situazioni interpersonali, manifesta comportamenti tipici.

L'eritrofobia può comportare:

  • Angoscia e nervosismo al pensiero di arrossire in specifiche situazioni sociali o senza un'apparente ragione;
  • Sottrarsi allo sguardo altrui, giocherellando o interessandosi improvvisamente agli oggetti presenti nell'ambiente circostante;
  • Agitazione nel frequentare luoghi affollati.

Inoltre, chi soffre di eritrofobia manifesta la tendenza a:

  • Rimanere in posti dove c'è ombra o indossa sempre, anche in inverno, occhiali da sole scuri;
  • Nascondersi spesso dietro un fazzoletto, con la scusa di soffiarsi il naso;
  • Usare creme colorate o fondotinta per minimizzare i rossori o ridurre la manifestazione del problema.

L'eritrofobia può indurre anche una serie di segni fisiologici-somatici, tra cui:

Sintomi somatici nelle fobie

I sintomi fisici che si manifestano nella paura di arrossire, così come in altre fobie, segnalano il verificarsi di una risposta anormale a livello emotivo: il corpo sta rispondendo allo stimolo fobico con un'espressione estrema della reazione fisiologica di "lotta o fuga". In altre parole, la mente sta elaborando il pensiero che arrossire in pubblico pone una minaccia rispetto ad un potenziale pericolo, quindi prepara automaticamente il corpo a combattere per la sopravvivenza. Quest'eccessiva risposta emotiva è uno dei segni più chiari che una persona è in preda ad un disturbo fobico.

Possibili conseguenze

L'eritrofobia può essere un disturbo invalidante, in quanto può influenzare molteplici attività e contesti. Per questo motivo, se i sintomi limitano in modo significativo la normale vita quotidiana e sono presenti da oltre sei mesi, è consigliabile consultare un medico.

Diagnosi

L'eritrofobia può essere affrontata con l'aiuto di psicologi e psicoterapeuti.

La valutazione preliminare è fondamentale per comprendere i motivi alla base del proprio disagio ed inquadrare il problema all'interno della storia di vita del soggetto, identificandone il significato e quantificandone la portata. Ciò permette di stabilire, inoltre, quali terapie sono più adeguate e in quali combinazioni.

Terapia e Rimedi

A seconda della gravità del quadro clinico, l'eritrofobia può essere affrontata con diverse opzioni terapeutiche (psicoterapia, tecniche di rilassamento, farmaci ecc.), anche in combinazione tra loro.

Quest'interventi hanno l'obiettivo di indurre il paziente a razionalizzare la propria fobia, cercando di concentrarsi sulla possibilità di reagire ai pensieri ansiogeni e di affrontare le convinzioni negative associate all'idea di arrossire.

Farmaci

La terapia farmacologica viene indicata per i casi più gravi, soprattutto per controllare i sintomi di patologie associate all'eritrofobia, come la depressione e l'ansia.

I farmaci che vengono solitamente indicati sono le benzodiazepine, i betabloccanti, gli antidepressivi triciclici, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori delle monoamino ossidasi (MAOI).

Psicoterapia

La psicoterapia è efficace quando si avvale in maniera integrata di tecniche cognitive e comportamentali, con lo scopo di modificare il circolo vizioso dell'ansia sociale, lavorare sull'autostima e sul significato del rossore per il paziente. Nel corso del trattamento, il soggetto che soffre di eritrofobia deve imparare ad esprimere le proprie emozioni e ridimensionare gli episodi che inducono un senso di vergogna.

  • L'eritrofobia può essere affrontata intraprendendo un percorso di terapia cognitivo-comportamentale. Quest'approccio insegna al soggetto come gestire i pensieri negativi e limitanti associati all'atto di arrossire, attraverso la presentazione degli stimoli fobici in condizioni controllate. In questo modo, il paziente che soffre di eritrofobia viene esposto alle situazioni temute con la possibilità di apprendere delle tecniche di autocontrollo emotivo capaci di ridurre l'ansia e la paura di cedere al proprio coinvolgimento emotivo.
  • La desensibilizzazione sistemica comporta l'esposizione dei pazienti agli stimoli fobici, ossia all'oggetto o alla situazione in grado di scatenare l'eritrofobia. In pratica, si affrontano una alla volta tutte le convinzioni negative associate all'idea di arrossire.
  • Spesso, per affrontare l'eritrofobia in modo efficace, la psicoterapia viene associata alle tecniche di rilassamento, quali training autogeno, esercizi di respirazione, yoga e rilassamento progressivo. Questi trattamenti aiutano il paziente a gestire l'ansia.

Intervento chirurgico (simpatectomia del nervo toracico)

In qualche caso, al paziente che soffre di eritrofobia può essere consigliato un intervento di simpatectomia toracica endoscopica. Quest'operazione ha lo scopo di limitare la fisiologica reazione del sistema nervoso che conduce all'arrossamento del volto.

Chiaramente, l'intervento permette solo di ridurre i sintomi dell'eritrofobia (cioè si arrossisce di meno), ma non vengono risolte, in alcun modo, le cause all'origine del disturbo fobico. Anche in seguito all'operazione chirurgica, infatti, il paziente può avere costantemente paura di subire i giudizi delle altre persone.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici