Ultima modifica 20.03.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Cosa sono
  3. Perché si Misurano
  4. Valori normali
  5. Enzimi cardiaci Alti - Cause
  6. Come si misurano
  7. Preparazione
  8. Interpretazione dei Risultati

Generalità

Gli enzimi cardiaci sono alcune proteine che si trovano nelle fibre muscolari del cuore.

In condizioni normali, i suddetti enzimi sono rilevabili nel sangue solo in concentrazioni minime; tuttavia, quando i miociti del cuore subiscono un danno o uno stress significativo, questi enzimi vengono rilasciati in circolo in quantità significativamente elevate.
La misura degli enzimi cardiaci è quindi utile come supporto nel diagnosticare l'infarto miocardico e la sindrome coronarica acuta, due patologie associate a un insufficiente apporto di sangue al cuore. La loro valutazione può essere utilizzata anche per determinare il rischio di sviluppare una di queste patologie o per monitorare i pazienti in cui si sospettano tali condizioni.

enzimi cardiaci

Cosa sono

Gli enzimi cardiaci sono proteine contenute nelle cellule del cuore. In condizioni normali, queste molecole sono presenti in piccole concentrazioni nel sangue. Tuttavia, quando il muscolo cardiaco risulta sofferente in seguito a un significativo evento ischemico, ne vengono rilasciate grandi quantità nel torrente ematico.


Cosa sono gli enzimi?

Gli enzimi sono catalizzatori biologici che regolano e velocizzano le reazioni metaboliche, mantenendo così l'omeostasi cellulare.


Gli enzimi cardiaci rivestono interesse clinico come marcatori di lesione miocardica, in quanto riflettono la presenza di necrosi (senza indicarne, però, il meccanismo responsabile).

Perché si Misurano

La valutazione degli enzimi cardiaci può essere usata:

  • come supporto nella quantificazione del danno miocardico conseguente a prolungata ischemia;
  • per valutare il rischio che il paziente presenta di sviluppare una specifica patologia (es. sindrome coronarica, scompenso cardiaco ecc.).

In particolare, valori alterati di questi marcatori confermano la diagnosi in caso di infarto miocardico acuto in corso: quando le fibre muscolari subiscono un danno per riduzione dell'irrorazione sanguigna a livello delle arterie coronarie, gli enzimi cardiaci vengono rilasciati nel sangue in quantità elevate.
Oltre a essere un indicatore di infarto miocardico acuto, un aumento degli enzimi cardiaci si può riscontrare anche in caso di sforzi intensi, traumi e distrofie muscolari.
Gli enzimi miocardici più comunemente testati nei laboratori di analisi comprendono:

Infarto del miocardio

L'infarto miocardico acuto riflette una perdita di miociti cardiaci (necrosi) causata da prolungata ischemia.

La necrosi di estese zone di miocardio determina l'innalzamento dei livelli sierici degli enzimi cardiaci in misura significativa. Oltre a questi parametri, l'ischemia può essere identificata precocemente mediante l'anamnesi e l'elettrocardiogramma (ECG).
Gli enzimi di utilità diagnostica per l'infarto del miocardio si distinguono in:

  • INDICATORI PRECOCI (< 6 ore)
    • Creatina chinasi (CK): enzima presente soprattutto nel tessuto muscolare scheletrico e nelle fibre cardiache.
      La misura della quantità di creatina chinasi (CK) presente nel sangue permette di rivelare e monitorare l'infiammazione (miosite) o danni muscolari gravi, tra cui quello cardiaco.
      In presenza di una sofferenza del muscolo, vengono rilasciate nel sangue quantità aumentate di CK, entro poche ore. Se si verificano ulteriori danni, le concentrazioni di CK possono rimanere elevate. Ciò rende il test del CK utile per il monitoraggio del danno cardiaco progressivo.
      La creatina chinasi-MB (CK-MB) è una particolare forma dell'enzima, che si trova principalmente nel muscolo cardiaco. I livelli di questo marcatore aumentano quando si verifica un danno (come l'infarto acuto del miocardio), un trauma o un intervento chirurgico a carico del cuore.
      La concentrazione di CK-MB può essere misurata nel follow-up, dopo il riscontro di un aumento delle CK totali, e/o quando il test della troponina non è disponibile.
    • Troponine: sono proteine che si trovano nel muscolo scheletrico e cardiaco. Queste regolano la contrazione muscolare, controllando l'interazione calcio-mediata di actina e miosina.
      Le isoforme specifiche del cuore (TnI e la TnT) sono considerate marcatori altamente specifici per il miocardio e rappresentano uno dei più importanti riferimenti diagnostici per valutare lo stato di salute del cuore; nella pratica clinica, i dosaggi di questi enzimi sono utilizzati per capire se il paziente ha avuto un infarto o altri problemi a carattere infiammatorio o ischemico.
      Piccoli incrementi delle troponine si possono comunque verificare anche in pazienti con scompenso cardiaco, miocardite o embolia polmonare.
    • Mioglobina: insieme alla troponina, questa proteina rappresenta uno dei marcatori più utilizzati per confermare o escludere un eventuale danno al cuore.
      I livelli di mioglobina iniziano ad aumentare entro 2-4 ore dall'attacco cardiaco, raggiungendo alti livelli nelle 8-12 ore successive; generalmente, i valori tornano normali il giorno successivo all'evento patologico. Di conseguenza, l'esame è usato per aiutare ad escludere un attacco cardiaco in pronto soccorso.
      Alti livelli di mioglobina devono essere confrontati con i risultati di altri esami, come creatinchinasi (CK-MB) o troponina; ciò consente di stabilire se il danno è effettivamente a carico del cuore o coinvolge un altro muscolo scheletrico.
  • INDICATORI TARDIVI (> 6 ore)
    • Lattato deidrogenasi (LDH): enzima che si trova nella maggior parte delle cellule dell'organismo. Il suo compito principale consiste nel metabolizzare il glucosio per renderlo energia fruibile.
      La lattato deidrogenasi si trova in numerosi tessuti, ma è concentrata soprattutto a livello di cuore, muscoli scheletrici, fegato, reni, pancreas e polmoni.  Quando le cellule sono danneggiate o distrutte, l'enzima LDH è rilasciato nella frazione liquida del sangue (siero o plasma), oltre ad aumentare la propria concentrazione in altri liquidi biologici (es. liquor) in presenza di alcune patologie.
      L'LDH rappresenta, quindi, un indicatore generale di danno tissutale e cellulare.
    • Aspartato aminotransferasi (AST, GOT o SGOT): enzima che si trova nelle cellule dell'organismo, ma è prevalente nel miocardio e nel fegato, e in minor concentrazione, in reni e muscoli.
      Nei soggetti sani, i valori di AST nel sangue sono bassi. Quando il cuore, il fegato o i muscoli sono danneggiati, questa transaminasi viene rilasciata nel sangue.
      L'enzima AST non fornisce informazioni diagnostiche aggiuntive rispetto a quelle già ottenute con la determinazione delle CK e LDH.

Nota

Va ricordato che questi parametri potrebbero aumentare anche in altre malattie come quelle muscolari, ictus cerebrale ed epatopatie.

Valori normali

  • Creatina chinasi: 60 - 190 U/L (CK-MB: 0 e 25 UI/L);
  • Mioglobina: 0 - 85 ng/mL.
  • Troponina I < 0,1 mcg/L;
  • Lattato deidrogenasi: 80 - 300 mU/mL;
  • Aspartato aminotransferasi: fino a 45 U/L (uomo); fino a 30 U/L (donna).

Enzimi cardiaci Alti - Cause

Troponina

Le troponine cardiache sono isoforme enzimatiche specifiche del cuore e, normalmente, i livelli circolanti nel sangue sono molto bassi.
Quando si verifica un danno alle cellule del muscolo cardiaco (necrosi miocardica), le concentrazioni di TnI e TnT (troponine cardio-specifiche) possono aumentare rapidamente entro 3-6 ore e possono rimanere alte per 10-14 giorni.
Nel corso di infarto miocardico acuto, la troponina I presenta una specificità più elevata rispetto all'isoforma T (la prima può essere dosata dopo 10 minuti dall'evento patologico, mentre la seconda può essere riscontrata nel siero dopo circa due ore).

Le possibili cause dell'aumento delle troponine cardiache comprendono anche angina pectoris e miocardite (infiammazione cardiaca).

Creatina chinasi

La presenza di un elevato valore della creatina chinasi può essere riconducibile a cause eterogenee, tra cui l'affaticamento (es. sforzi fisici, intenso allenamento sportivo ecc.), le malattie muscolari (come la distrofia) o l'infarto del miocardio.

Tra le cause che determinano l'incremento di questi enzimi rientrano anche traumi, disfunzioni della tiroide, abuso di alcol e malattie infettive.

CK-MB

Nei casi di infarto del miocardio, l'aumento dell'isoenzima CK-MB è precoce; comincia ad aumentare nelle prime 4-6 ore, raggiunge il picco rapidamente (12-18 ore) e, più rapidamente rispetto alla CK totale, torna nei limiti normali.
Il ritorno a valori nella norma avviene generalmente entro 48 ore e precede, quindi, di 24 ore quello della CPK totale.

Mioglobina

Quando la mioglobina aumenta, significa che c'è stato un danno recente al cuore o a un altro tessuto muscolare. L'incremento di questo marcatore indica una sofferenza cardiaca in atto e può essere correlato a un infarto del miocardio.
Alti livelli di mioglobina devono essere confrontati con i risultati di altri esami, come creatinchinasi (CK-MB) o troponina; ciò consente di stabilire se il danno è effettivamente a carico del cuore o coinvolge un altro muscolo scheletrico.
Un aumento dei valori della mioglobina si può riscontrare anche in caso di traumi, interventi chirurgici o miopatie, come la distrofia muscolare.

Lattato deidrogenasi

L'incremento della LDH può avvenire in tutte le condizioni patologiche caratterizzate dallo sviluppo di un danno cellulare irreversibile (necrosi), con perdita del contenuto citoplasmatico.

Nel corso di un infarto miocardico acuto, l'incremento della concentrazione sierica di LDH aumenta dopo 8-24 ore dall'esordio dell'evento, con un picco dopo 3-6 giorni e un ripristino dei valori normali entro 8-14 giorni.

La lattato deidrogenasi rappresenta, quindi, un indicatore di infarto pregresso.

Aspartato aminotransferasi

Nell'infarto miocardico, i livelli sierici di aspartato aminotransferasi aumentano dopo 8-12 ore dall'inizio della sintomatologia dolorosa, raggiungono il picco dopo 24-48 ore e rientrano nella norma dopo 3-4 giorni.
Valori elevati di AST nel sangue possono essere osservati anche in seguito a traumi e malattie muscolari.

Come si misurano

Gli enzimi miocardici vengono misurati su un campione di sangue prelevato da una vena del braccio.
A volte, per determinare il valore di questi indicatori, viene raccolto un campione di liquido da una particolare zona del corpo (ad esempio, intorno al cuore) con una procedura specifica.

Preparazione

In linea generale, il prelievo di sangue per l'analisi degli enzimi cardiaci dovrebbe essere eseguito preferibilmente dopo un digiuno di 8-10 ore.
Alcuni farmaci interferiscono con il risultato, quindi, è sempre consigliabile informare il medico se si stanno seguendo delle terapie.

Interpretazione dei Risultati

L'aumento della concentrazione degli enzimi cardiaci nel sangue o in altri liquidi biologici contribuisce a determinare la presenza di un danno miocardico conseguente a prolungata ischemia tissutale, oltre a stabilirne l'entità.
In ogni caso, occorre ricordare che i risultati di ciascun esame non vanno interpretati da soli, ma sempre alla luce dei risultati di altre analisi, che potranno essere indicate dal medico, di volta in volta.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici