Patologia emorroidaria, il metodo THD (Transanal Hemorrhoidal Dearterialization)

Ultima modifica 19.02.2019

A cura del Dott. Carlo Ratto

Chirurgo Coloproctologo, Ist. Clinica Chirurgica Policlinico, Università Gemelli – Roma


Il metodo THD è un trattamento chirurgico della patologia emorroidaria, alternativo rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali. Sviluppato in Italia a partire dai primi anni 2000, il metodo THD (letteralmente Transanal Hemorrhoidal Dearterialization) ha riscontrato il favore della comunità medica. La bibliografia scientifica in merito è ampia e i riscontri su migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidaria, anche grave, trattati con metodo THD, sono positivi.
Il metodo THD è una procedura chirurgica alternativa alla tradizionale escissione delle emorroidi: la tecnica classica, infatti, costituisce un trauma per la complessa fisiologia del canale ano-rettale e per il paziente, su cui incombono complicanze e un intenso dolore postoperatorio. Diversamente, il metodo THD è un approccio mini-invasivo e con sensibile riduzione del dolore post-operatorio. emorroidi-THDI pazienti sono trattati con una tecnica innovativa: i rami dell'arteria emorroidaria superiore vengono individuati tramite guida doppler e successivamente legati per far diminuire l'iperafflusso arterioso ai cuscinetti emorroidari.
La dearterializzazione, ovvero l'individuazione e la legatura selettiva delle branche terminali dell'arteria rettale superiore, e la mucopessìa, ovvero il riposizionamento dei cuscinetti nella loro naturale sede anatomica, consentono al paziente il ripristino della normale fisiologia ed una rapida ripresa postoperatoria. E' infatti ampiamente documentato che, al pari dell'emorroidectomia tradizionale e della prolassectomia con PPH, il metodo THD rappresenta un efficace trattamento chirurgico anche per il prolasso muco-emorroidario, sintomo peculiare degli stadi più avanzati della malattia.
Poiché non si tagliano né si tolgono tessuti, il dolore postoperatorio è blando, sopportabile o del tutto assente, e le complicanze sono rare, limitate e facilmente risolvibili. Questo consente di eseguire l'intervento in regime di day-surgery, con qualsiasi tipo di anestesia.
Nel postoperatorio non occorre eseguire terapie mediche particolari, ma è consigliabile una dieta ricca di liquidi (due litri al dì) e fibre, per favorire evacuazioni con feci poco compatte eliminando il trauma delle stesse sul canale anale. Il ritorno alle normali attività avviene mediamente in 2-5 giorni.

Grazie alla limitata invasività, il metodo THD può essere applicato anche ai pazienti con gravi malattie (quali ad esempio disfunzioni cardiache e renali, diabete etc.) o già operati con altro metodo chirurgico. Il ripristino della normale anatomia, dopo alcuni mesi dall'intervento, non compromette la possibilità di eseguire altri interventi sul canale anale e sul retto, né l'attività sessuale e le consuetudini di vita come, ad esempio, l'uso della bicicletta o la corsa.
Alla comparsa dei sintomi della patologia emorroidaria, consiglio sempre di rivolgersi subito al proprio medico di base o al chirurgo proctologo per sottoporsi ad una precoce diagnosi e ricevere indicazioni per una terapia efficace ed idonea alla propria condizione.


Bibliografia

 

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