Ultima modifica 17.05.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento

Generalità

Il disturbo schizoaffettivo è una condizione patologica nella quale i sintomi della schizofrenia si associano alle manifestazioni tipiche della depressione o del disturbo bipolare.

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Più nel dettaglio, il soggetto manifesta un episodio depressivo, maniacale o misto (bipolare), in concomitanza a due o più sintomi psicotici (consistenti prevalentemente in deliri, manie di persecuzione e/o allucinazioni), per almeno 1 mese. Una volta trascorso questo periodo, la persona affetta da disturbo schizoaffettivo continua ad avere i sintomi della componente schizofrenica per almeno 2 settimane, in assenza di rilevanti alterazioni dell'umore.

Le cause precise di questa malattia non sono ancora note. Il decorso del disturbo schizoaffettivo è in genere episodico, ma non è escluso che il paziente possa sviluppare una schizofrenia pura o un disturbo dell'umore (depressione maggiore o bipolarismo).

Il disturbo schizoaffettivo può essere affrontato con una combinazione di farmaci e di psicoterapia, che consenta di gestire nel migliore dei modi i sintomi della malattia.

Cos’è

Il disturbo schizoaffettivo è una malattia psichiatrica nella quale una persona, che già presenta alcuni sintomi della schizofrenia, comincia a manifestare anche un disturbo dell'umore (depressione o disturbo bipolare). Questo quadro clinico, per essere definito dal punto di vista diagnostico, si deve presentare in maniera continuativa, per almeno un mese. Una volta trascorso questo periodo, la persona affetta da disturbo schizoaffettivo continua ad avere i sintomi della componente schizofrenica.

Forme di disturbo schizoaffettivo

Nel disturbo schizoaffettivo, le manifestazioni schizofreniche o schizofrenosimili si associano ad una componente affettiva unipolare (disturbo depressivo maggiore) o bipolare.

Pertanto, si possono distinguere due sottogruppi:

  1. Disturbo schizoaffettivo di tipo Bipolare (o maniacale): se il disturbo include un episodio maniacale (corrisponde al normale temperamento dell'individuo e si manifesta con comportamenti tipici: l'umore è elevato ed il soggetto è iperattivo, loquace, disinibito e presenta eccessi di autostima) o misto (in pratica, il paziente sperimenta momenti di estrema euforia ed eccitazione alternati ad una grave depressione);
  2. Disturbo schizoaffettivo di tipo Depressivo: se il disturbo include soltanto i sintomi della depressione maggiore.

Cause

Le cause del disturbo schizoaffettivo non sono ancora note. Tuttavia, è probabile che questa condizione dipenda dalla combinazione di più fattori. Quest'ultimi pare che agiscano in modo significativo su una base biologica ed una componente genetica, che rendono il soggetto predisposto allo sviluppo della malattia.

Per quanto riguarda l'epidemiologia, non si hanno dati precisi sulla percentuale della patologia psichiatrica, ma si sa che il disturbo schizoaffettivo è più raro della schizofrenia, con maggior rischio per le donne.  

In genere, il disturbo schizoaffettivo si manifesta in età adulta, ma può comparire anche durante l'adolescenza.

La familiarità per la schizofrenia e/o un disturbo dell'umore è considerata un fattore di rischio importante, nel senso che una persona con parenti di primo grado affetti da queste condizioni ha più probabilità di sviluppare il disturbo schizoaffettivo.

Sintomi e Complicazioni

Il disturbo schizoaffettivo è caratterizzato da un'alternanza di fasi in cui si manifestano alterazioni dell'umore (depressione o episodi di tipo maniacale o misti) e sintomi psicotici (consistenti prevalentemente in deliri e/o allucinazioni), seguita da una fase di benessere.

Nel tempo, il disturbo schizoaffettivo può determinare una perdita del contatto con la realtà (psicosi) e l'elaborazione di pensieri insoliti, che possono portare il soggetto all'isolamento o all'asocialità (mancanza di interesse nelle relazioni umane).

Principali manifestazioni

Nei periodi di esacerbazione del disturbo schizoaffettivo, il soggetto può presentare vari sintomi, tra cui:

  • Deliri (idee fisse e convinzioni erronee, non corrispondenti alla realtà, nonostante le evidenze contrarie; questa manifestazione è tipica della schizofrenia);
  • Allucinazioni (percezioni false e distorte; il soggetto affetto da disturbo schizoaffettivo percepisce erroneamente come reale ciò che è immaginario).
  • Eloquio disorganizzato (incoerente, illogico o incomprensibile);
  • Catatonia (perdita dell'iniziativa motoria e dall'insensibilità agli stimoli esterni, positivi o negativi);
  • Paranoia;
  • Comportamento motorio bizzarro ed inadeguato (agitazione psicomotoria, inadeguatezza nella condotta o nell'aspetto, trascuratezza nel vestire e nell'igiene personale);
  • Affettività appiattita (non prova emozioni particolari) o inadeguata (es. distanza emotiva).

Per quanto riguarda il disturbo schizoaffettivo di tipo depressivo, la persona può manifestare:

  • Perdita di iniziativa e di interesse verso ogni attività;
  • Tristezza, demoralizzazione, pensieri e sentimenti negativi ricorrenti (come morte e suicidio);
  • Irritabilità;
  • Sensi di colpa;
  • Stanchezza e mancanza di energia;
  • Problemi di concentrazione;
  • Perdita dell'appetito;
  • Isolamento sociale.

Per quanto riguarda il disturbo schizoaffettivo di tipo bipolare, invece, sono possibili:

  • Irritabilità ed umore labile;
  • Mania (stato d'animo caratterizzato da umore elevato, eccitazione, aumentata produttività ed ottimismo) o ipomania;
  • Autostima oltre la norma;
  • Aumento della loquacità (tendenza a parlare velocemente, in modo incessante e, talvolta, teatrale; il flusso di idee, iniziative e pensieri può risultare caotico e senza senso);
  • Facile distraibilità e deficit di attenzione;
  • Ridotto bisogno di dormire;
  • Impulsività;
  • Comportamenti sregolati, sconvenienti ed irresponsabili.

Decorso

  • Il decorso del disturbo schizoaffettivo è, in genere, episodico.
  • Di solito, il disturbo schizoaffettivo si risolve in 6 mesi, ma esistono casi in cui le manifestazioni possono peggiorare gradualmente fino a determinare il quadro clinico della schizofrenia pura. Altre volte, la condizione patologica precede la depressione maggiore o il disturbo bipolare.
  • La prognosi è lievemente più favorevole rispetto alla schizofrenia, ma è peggiore di quella dei disturbi dell'umore.

Diagnosi

La diagnosi di disturbo schizoaffettivo è clinica e viene considerata dallo specialista psichiatra quando un paziente psicotico presenta anche turbe della sfera dell'umore. La distinzione del disturbo schizoaffettivo dalla schizofrenia e dal disturbo dell'umore con manifestazioni psicotiche non è semplice.

Per comprendere l'entità della patologia e stabilire un adeguato piano di intervento, il medico sottopone il paziente ad alcuni colloqui, per raccogliere informazioni relative al livello di compromissione delle funzioni generali e alle caratteristiche con cui si manifesta la sintomatologia (da quanto tempo e con quale intensità). Questa valutazione ha, inoltre, l'obiettivo di trovare i collegamenti tra il disagio sperimentato dal paziente ed i fattori che scatenano o contribuiscono a mantenere il disturbo schizoaffettivo.

Criteri diagnostici

Per formulare la diagnosi di disturbo schizoaffettivo è necessario che siano presenti rilevanti disturbi affettivi (di tipo depressivo, maniacale o misto), contemporaneamente a due o più sintomi della schizofrenia (deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato o catatonico) per la durata di almeno 1 mese, ininterrottamente. Inoltre, occorre che, per almeno 2 settimane, si manifestino deliri o allucinazioni, in assenza di sintomi rilevanti riguardanti l'umore.

Quest'ultimi si devono presentare, poi, per una considerevole parte della durata totale dei periodi attivi o residui della malattia.

Diagnosi differenziale

La distinzione del disturbo schizoaffettivo dalla schizofrenia e dai disturbi dell'umore può richiedere una valutazione trasversale dei sintomi e del loro decorso.

  • Nel disturbo schizoaffettivo, si verifica un episodio di alterazione dell'umore concomitante ai sintomi della fase attiva della schizofrenia;
  • Al contrario, nella schizofrenia i sintomi riguardanti l'umore si manifestano per breve tempo rispetto al periodo totale in cui è presente il disturbo, manifestandosi soltanto durante le fasi prodromica o residua;
  • Nei disturbi dell'umore con manifestazioni psicotiche, invece, i sintomi si verificano esclusivamente durante periodi di alterazione dell'umore.

Nel corso della valutazione, lo psichiatra deve escludere che il disturbo schizoaffettivo sia la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale (come, ad esempio, disturbi metabolici, infezioni sistemiche, sifilide, infezione da HIV, epilessia o lesioni cerebrali).

Per accertare altre possibili cause organiche che possono produrre simili psicosi, il medico può indicare al paziente un esame neurologico e l'esecuzione di test ematochimici o strumentali.

Trattamento

Una volta confermata la diagnosi di disturbo schizoaffettivo, è possibile stabilire un intervento terapeutico di supporto. In questo percorso si tende, generalmente, a coinvolgere i familiari, in quanto il paziente potrebbe non riconoscere il proprio stato in piena autonomia e potrebbe non essere obiettivo nel riconoscere i fattori responsabili dello sviluppo e del mantenimento del disturbo.

Il trattamento del disturbo schizoaffettivo rende spesso necessaria la combinazione di due principali strategie:

  • Psicoterapia: consiste nel fornire al paziente informazioni chiare e specifiche sul suo disturbo (es. sintomi, decorso ecc.), per aiutarlo a gestire la sintomatologia e diminuire la disfunzione sociale che comporta;
  • Terapia farmacologica: prescritta allo scopo di alleviare i sintomi psicotici, stabilizzare l'umore, curare la depressione e prevenire le ricadute della patologia.

Ovviamente, il trattamento varia a seconda del tipo e della gravità dei sintomi.

Psicoterapia

Gli interventi psicoterapeutici, come quello cognitivo-comportamentale, sono un complemento importante al trattamento farmacologico, in quanto contribuiscono a migliorare la prognosi del disturbo schizoaffettivo, tenendo conto della complessità della patologia e della specifica individualità del soggetto.

Questo percorso è finalizzato a:

  • Favorire un adeguato esame di realtà;
  • Ripristinare le funzioni principali della persona;
  • Ridurre le difficoltà sociali, cognitive e psicologiche;
  • Favorire il superamento dell'episodio sintomatico, in modo costruttivo per giungere ad un nuovo equilibrio, non più patogeno.

Farmaci

I farmaci usati per il trattamento del disturbo schizoaffettivo possono includere:

In linea generale, i farmaci utilizzati per trattare il disturbo schizoaffettivo di tipo bipolare comprendono il litio associato, per le prime settimane, ad un neurolettico sedativo.

Nella forma depressiva della malattia, invece, si è dimostrata valida l'associazione di antidepressivi triciclici e neurolettici sedativi. Recentemente, è stato proposto l'impiego, in monoterapia, di un farmaco antipsicotico atipico (come l'olanzapina o il paliperidone) per i contemporanei effetti antipsicotici, stabilizzatori dell'umore e antidepressivi.

In generale, per la corretta gestione del disturbo schizoaffettivo è necessario un trattamento a lungo termine e la prognosi varia da persona a persona.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici