Disturbo dissociativo d’identità

Disturbo dissociativo d’identità
Ultima modifica 22.12.2022
INDICE
  1. Disturbo dissociativo d’identità: cosa è?
  2. I sintomi dei disturbo dissociativo di identità
  3. Dalla dissociazione ai disturbi dissociativi
  4. Come funziona la dissociazione?
  5. Trattamento del disturbo dissociativo di identità

Disturbo dissociativo d’identità: cosa è?

In passato chiamato "disturbo di personalità multipla", il disturbo dissociativo d'identità ha sempre generato molto interesse nella popolazione, essendo spesso oggetto di rappresentazioni letterarie e cinematografiche.

Quando parliamo comunemente di "personalità multiple", intendiamo in Psicologia la manifestazione tipica dei sintomi del disturbo dissociativo d'identità. Il disturbo dissociativo d'identità consiste in una disgregazione dell'identità in due o più parti distinte, ognuna con il suo modo di pensare e relazionarsi con l'ambiente. Gli effetti di questa scissione possono essere molto impattanti, al punto da essere spesso interpretati come delle esperienze di possessione spiritica. In effetti, l'identità è ciò che caratterizza la persona nella sua unicità, è il nucleo che permette di riconoscersi ed essere riconosciuti dagli altri come individui unici e irripetibili. Nel disturbo dissociativo d'identità, invece, si verifica una discontinuità del senso di sé e una compromissione della consapevolezza delle proprie azioni, dovuta anche all'amnesia dissociativa che caratterizza la sintomatologia. La percezione del senso di sé e dei propri comportamenti risulta, quindi, molto alterata e le diverse identità sembrano completamente indipendenti, prendendo il controllo in maniera ricorsiva.

I sintomi dei disturbo dissociativo di identità

I sintomi del disturbo dissociativo d'identità riguardano alterazioni consistenti dell'identità, auto-riferite o riportate da terzi. Secondo i criteri del DSM V, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il disturbo dissociativo d'identità è caratterizzato da:

  • presenza di due o più identità distinte, con forte compromissione della continuità del senso di Sé e alterazioni negli affetti, nella memoria, nei comportamenti, nella coscienza, nella percezione, nella cognizione e nelle funzioni senso-motorie;
  • amnesia dissociativa, ossia vuoti di memoria e incapacità di richiamare informazioni personali importanti della propria storia di vita, ma anche impossibilità di accedere al ricordo di azioni e compiti su eventi quotidiani o traumatici;
  • disagio significativo o compromissione sociale, lavorativa o di altre importanti aree di funzionamento a seguito dei sintomi riportati.

Al fine di una corretta diagnosi, è importante escludere che i sintomi non siano attribuibili agli effetti di sostanze o di altre condizioni mediche, oltre che a pratiche culturali socialmente accettate. L'alternarsi delle identità può dar luogo ad ansia, depressione e altri disagi che insorgono a seguito dell'intensità del caos esistenziale percepito.

Dalla dissociazione ai disturbi dissociativi

Capita a tutti di avere la "testa tra le nuvole", di guidare senza badare ai singoli movimenti o di perdere la cognizione del tempo durante un'attività piacevole; quando viviamo un "distacco" dalla realtà e dalle nostre azioni possiamo parlare di dissociazione, ossia una perdita della capacità di integrare alcune funzioni psichiche. La dissociazione si manifesta all'interno di un continuum che parte dalle brevi esperienze inconsapevoli quotidiane, come quando siamo "immersi" nei nostri pensieri o attività, fino ad arrivare alle sue sintomatologie patologiche, che danno luogo a una vera e propria rottura con la realtà e con il normale svolgimento della vita quotidiana.
Questa disconnessione tra i diversi processi psichici può essere, quindi, di diversa forma e intensità: dalla dissociazione di pensieri, emozioni e corpo alla depersonalizzazione e alla frammentazione d'identità.

La dissociazione può manifestarsi assieme alla sintomatologia di diversi disturbi mentali oppure svilupparsi all'interno di un disturbo dissociativo.
Secondo l'American Psychiatric Association nel DSM-5 i disturbi dissociativi sono:

● Disturbo dissociativo d'identità (DID)
● Amnesia dissociativa
● Disturbo di depersonalizzazione e derealizzazione
● Disturbo dissociativo non specifico

I disturbi dissociativi sono caratterizzati da discontinuità nell'integrazione di diversi aspetti della coscienza, quali memoria,
identità, comportamento, percezione, rappresentazione corporea e possono, quindi, compromettere ogni area del funzionamento
psicologico. Il disturbo dissociativo d'identità si colloca all'interno del macro gruppo dei disturbi dissociativi, rappresentando la forma più complessa di dissociazione.

Come funziona la dissociazione?

Si ipotizza che l'eziologia del disturbo dissociativo d'identità sia legata a una predisposizione ereditaria, aggravata, in seguito, da eventi traumatici. Esiste, infatti, una correlazione tra lo sviluppo di un disturbo dissociativo e trauma o abuso in età infantile.

La dissociazione è un meccanismo di coping, ossia uno tra i comportamenti che possiamo adottare per gestire le situazioni percepite
come pericolose o fonte di stress. Attraverso la dissociazione smettiamo di "sentirci parte" di un evento per noi molto stressante, evitandolo e allontanandoci dalle sue conseguenze spiacevoli: questo meccanismo, anche se disadattivo, ha una funzione protettiva nei confronti della persona che lo mette in atto. Durante un'esperienza traumatica, infatti, il distacco protettivo dalla realtà, innescato dalla dissociazione, porta a credere che quella situazione stia accadendo a un'altra persona, diversa da noi: qualcuno che "costruiamo" con lo scopo di interrompere il contatto con il mondo reale e dissociarci da un presente troppo doloroso per essere vissuto in prima persona.

Quando questa costruzione diventa la nostra principale strategia per affrontare le difficoltà e per gestire gli stimoli emotivamente
disturbanti, si crea, quindi, uno stato di coscienza parallelo e un'identità frammentata che ha ripercussioni su molteplici aree della psiche. Pertanto, il disturbo dissociativo d'identità è il risultato del consolidamento della risposta dissociativa ripetitiva a seguito di eventi stressanti ed emozioni intense.

Sembra, quindi, che il disturbo dissociativo d'identità abbia origine da situazioni traumatiche avvenute durante l'infanzia, quali abusi fisici, emotivi e sessuali, soprattutto se gravi, ricorsivi e prolungati nel tempo. Chi ha vissuto ripetute esperienze traumatiche in età infantile, non essendo ancora in grado di costruirsi dei confini personali e mantenere la propria identità,
può aver trovato nei comportamenti dissociativi la principale risposta alle situazioni di pericolo. Una risposta che si consolida e diventa ripetitiva ogni qual volta si ha a che fare con una fonte di stress.

Trattamento del disturbo dissociativo di identità

Il trattamento del disturbo dissociativo di identità prevede un lavoro di psicoterapia, spesso integrato con terapia di supporto farmacologico, all'interno del quale sarà utile tener conto anche dell'insorgenza di altri disturbi, come ansia o depressione. Attraverso un percorso con un professionista sarà possibile lavorare sul trauma ed elaborare la propria esperienza di vita, al fine di integrare le diverse identità sul lungo termine

Autore

Ilaria Albano

Ilaria Albano

Psicologa
Dr. Ilaria Albano, psicologa con formazione in Psicologia Cognitiva e Neuroscienze, si occupa di divulgazione scientifica, benessere e empowerment. Founder del progetto "Psicologa Scortese", ogni sabato mattina ha una rubrica in diretta su Radiofreccia.