Dischezia e Stipsi da Defecazione Ostruita
Il termine dischezia identifica una forma di stitichezza primitiva, in cui l'espulsione delle feci risulta difficoltosa a causa di un'alterazione funzionale o morfologica del retto. In assenza di altri disturbi, quindi, la motilità dei tratti superiori del colon risulta normale e il transito delle feci risulta rallentato solo a livello rettale.
La dischezia viene talvolta indicata come stipsi da defecazione ostruita.
Dischezia da cause funzionali
In assenza di alterazioni anatomiche o sottostanti malattie, la dischezia è spesso la conseguenza di uno stile di vita scorretto. In particolare, la debolezza dei muscoli addominali e del pavimento pelvico - conseguenza della sedentarietà, aggravata dalla gravidanza e dall'invecchiamento - compromette l'efficienza del torchio addominale anche durante la defecazione. Se a ciò si associa l'abitudine di rimandare la defecazione, l'accumulo di feci nell'ampolla rettale tende gradualmente a sfiancarla, rendendola meno sensibile agli stimoli che originano dallo stato di distensione della sua parete. Di conseguenza, occorrono quantità di feci sempre maggiori per distendere l'ampolla e dare origine allo stimolo della defecazione.
Tra i muscoli la cui debolezza o mancata coordinazione può causare dischezia si ricorda il muscolo pubo-rettale, coinvolto nella cosiddetta sindrome del pubo-rettale. Se questo muscolo si contrae durante la defecazione anziché rilassarsi, si ha un'acutizzazione dell'angolo retto-anale che innesca i problemi di defecazione ostruita.
Dischezia da cause patologiche o iatrogene
La dischezia può dipendere anche da affezioni dolorose dell'ano (ragadi, anismo), che portano il paziente a rimandare la defecazione a causa del dolore da essa evocato.
Altre cause di dischezia comprendono l'endometriosi, il rettocele, il prolasso rettale, il cistocele, il colpocele (nella donna) e il morbo di Parkinson.
L'abuso cronico di lassativi può favorire l'atonia dei muscoli coinvolti nella defecazione.
Sintomi associati
In presenza di dischezia la defecazione risulta dolorosa e si ha la percezione di un corpo estraneo nel retto.
L'inibizione volontaria della defecazione, causata dal dolore, alimenta un circolo vizioso, in cui il paziente può perdere la naturale abilità di contrarre alcuni muscoli e rilasciarne altri (dissinergia del pavimento pelvico) durante l'atto defecatorio.
Complicanze
La costipazione cronica traumatizza la mucosa rettale e può lesionarla, causando la cosiddetta ulcera solitaria del retto. La ferita può determinare rettorragia e mucorrea, ovvero la perdita di sangue di origine rettale e/o di muco dall'ano.
L'indebolimento dei muscoli e dei legamenti che sostengono il retto nella sua posizione naturale può determinarne il prolasso, cioè la fuoriuscita dall'ano.
Diagnosi
Manometria anorettale
Nella diagnosi di stipsi da defecazione ostruita risulta particolarmente importante la cosiddetta manometria anorettale. Tale esame consiste nell'introduzione di un piccolo sensore nel canale anale e in parte dell'ampolla, collegato a un sistema computerizzato che registra le pressioni esercitate sulle proprie pareti.
Con la collaborazione del paziente, che dovrà assecondare puntualmente le richieste mediche, la manometria anorettale è quindi capace di valutare la forza dei muscoli coinvolti nella continenza dell'ampolla rettale e di quelli deputati all'evacuazione fisiologica delle feci. Consente anche di valutare come il retto risponde allo stimolo evacuativo. Tutto ciò è possibile grazie al gonfiaggio e allo sgonfiaggio di un palloncino inserito nel retto e collegato alla sonda.
Test di espulsione del palloncino
Il medico posiziona nel retto del paziente un palloncino, gonfiandolo con 50cc di aria. La distensione delle pareti rettali dovrebbe innescare lo stimolo della defecazione e l'espulsione dello stesso palloncino. Se il soggetto non è in grado di espellere il palloncino significa che è presente una disfunzione del pavimento pelvico.
DEFECOGRAFIA
Si veda l'articolo dedicato.
Trattamento
Oltre al trattamento delle eventuali cause patologiche sottostanti, risulta importante la cosiddetta rieducazione dell'alvo tramite biofedback o rieducazione sfinteriale. Si tratta di una serie di esercizi da svolgere sotto la supervisione medica e con l'ausilio di attrezzature computerizzate, che aiutano il soggetto ad apprendere in tempo reale il meccanismo della defecazione. L'intervento ha lo scopo di allenare il paziente a contrarre determinati muscoli e a rilasciarne altri durante l'atto della defecazione. Si pratica in maniera analoga alla manometria, quindi inserendo nell'ampolla rettale una sonda in lattice munita di palloncino all'estremità.
Lo stesso scopo è perseguito anche mediante elettro-stimolazione. Si tratta di una forma di ginnastica passiva, che induce la contrazione delle fibre muscolari tramite una lieve corrente elettrica applicata mediante uno o più elettrodi inseriti nel canale anale.
Sicuramente utile in caso di dischezia è la pratica di una regolare attività fisica di carattere generale. Può inoltre giovare l'adozione di una dieta varia, ricca di acqua e fibre solubili, e il fatto di seguire un determinato orario per l'evacuazione dell'alvo.