
Cosa è il diabete di tipo 1?
Il diabete mellito di tipo 1 è sia una patologia dismetabolica ad eziologia autoimmune.
Si manifesta con la totale (o quasi) incapacità del pancreas di sintetizzare e rilasciare insulina, un ormone peptidico post-prandiale con funzione ipoglicemizzante.
Se da un lato è noto il meccanismo di base, dall'altro non si conoscono la ragioni specifiche alla base dello stesso (probabilmente genetiche).
Ciò che avviene è la distruzione delle cellule beta-pancreatiche ad opera del sistema immunitario, in maniera "simile" a quanto avviene in altre malattie autoimmuni - ad es. la tiroidite di Hashimoto - con le quali sembra avere una certa correlazione statistica.
La diagnosi è pertanto basata sulla ricerca degli anticorpi implicati nella reazione.
Il diabete mellito tipo 1 esordisce quasi sempre in giovane età. La prima comparsa dei sintomi può essere caratterizzata da fenomeni diversi, in base al caso. Possono basarsi sull'iperglicemia cronica, sulla chetoacidosi o anche sull'ipoglicemia dovuta a una provvisoria iperproduzione insulinica, che precede la totale interruzione della funzionalità delle cellule beta-pancreatiche.
Gli esordi poco gravi provocano sintomi classici quali: aumento della minzione, della sete e dell'appetito, e perdita di peso. Quelli molto gravi la perdita di conoscenza e il coma.
La terapia del diabetico tipo 1 è quindi cronica, di mantenimento, senza la possibilità di guarigione. Fondamentalmente costituita dall'iniezione di insulina, opportunamente calibrata in base alla dieta e all'attività fisica, non prevede altri accorgimenti.
Se non trattato, il diabete mellito tipo 1 causa varie complicazioni gravi, sia acute, sia croniche. Altre complicanze del diabete mellito tipo 1 sono di natura collaterale e si basano prevalentemente sull'ipoglicemia provocata dalla somministrazione di una dose eccessiva di insulina.
Ad oggi, le possibilità terapeutiche sono notevolmente migliorare rispetto al passato e la qualità di vita del diabetico è pressoché sovrapponibile a quella del soggetto sano, così come lo stato di salute generale e l'aspettativa di vita.
Il diabete mellito tipo 1 rappresenta il 5-10% dei casi complessivi di diabete nel mondo.

Come si diventa diabetici tipo 1? Cause
Il diabete di tipo 1 è causato dalla distruzione delle cellule β – le uniche che producono insulina – da parte di specifici anticorpi, e dalla conseguente progressiva carenza di insulina.
Gli anticorpi coinvolti sono di vario genere:
- contro l'insulina;
- contro la proteina GAD65;
- contro la proteina IA-2;
- contro la proteina IA-2β;
- contro la proteina ZNT8.
Gli studi dimostrano che gli anticorpi specifici iniziano a svilupparsi nei mesi o negli anni prima che si manifestino i sintomi.
Senza insulina il corpo non è in grado di contenere l'aumento glicemico post-prandiale, perché quest'ormone è responsabile dell'ingresso del glucosio dal plasma ai tessuti dipendenti o insulino-sensibili. Parliamo soprattutto di tessuto muscolare scheletrico, cardiaco e adiposo, nei quali è presente soprattutto il recettore GLUT-4.
Per questo motivo, le persone con diabete 1 non trattate soffrono di iperglicemia persistente.
Il fattore scatenante rimane poco chiaro e le teorie più quotate riguardano la predisposizione genetica, associate o meno a un fattore diabetogeno e/o all'esposizione a un antigene.
Fattori genetici ed ereditari
Il diabete mellito tipo 1 è una patologia che coinvolge più di 50 geni.
In base al locus o alla combinazione di loci, la malattia può risultare: dominante, recessiva o intermedia.
Il gene più forte è IDDM1 e si trova nel cromosoma 6, più precisamente nella regione di colorazione 6p21 (MHC di classe II ). Alcune varianti di questo gene incrementano il rischio di riduzione della caratteristica di istocompatibilità di tipo 1. Queste includono: DRB1 0401, DRB1 0402, DRB1 0405, DQA 0301, DQB1 0302 e DQB1 0201, che risultano più comuni nelle popolazioni europee e nordamericane. Straordinariamente, alcune sembrano esercitare un ruolo protettivo.
Il rischio di sviluppare il diabete mellito tipo 1 per un bambino è pari al:
- 10% se il padre è affetto
- 10% se il fratello è affetto
- 4% se la madre è affetta e, al momento del parto, aveva 25 anni o meno
- 1% se la madre è affetta e, al momento del parto, aveva più di 25 anni.
Fattori ambientali
I fattori ambientali influenzano l'espressione del diabete mellito tipo 1.
Per i gemelli monozigoti (che hanno lo stesso patrimonio genetico), quando uno dei due è affetto dalla patologia, l'altro ha solo il 30-50% delle possibilità di manifestarla. Ciò significa che nel 50-70% dei casi la malattia aggredisce solo uno dei due gemelli identici. Il così detto indice di concordanza è inferiore al 50%, suggerendo un'influenza ambientale molto importante.
Altri fattori ambientali si riferiscono alla zona di abitazione. Certe aree europee, nelle quali risiedono popolazioni caucasiche, hanno un rischio di insorgenza superiore di 10 volte rispetto a molti altri. In caso di traslocazione, sembra che il pericolo aumenti o diminuisca sulla base del paese di destinazione.
Ruolo dei virus
Una teoria sulle cause di insorgenza del diabete mellito tipo 1 si basa sull'interferenza di un virus. Questo solleciterebbe l'innesco del sistema immunitario che, per ragioni ancora misteriose, finisce per aggredire anche le cellule beta del pancreas.
La Famiglia virale Coxsackie, alla quale appartiene il virus della rosolia, sembra implicato in questo meccanismo ma le evidenze non sono ancora sufficienti a dimostrarlo. Infatti, questa suscettibilità non interessa tutta la popolazione e solo alcuni soggetti colpiti dalla rosolia sviluppano il diabete mellito tipo 1.
Ciò ha suggerito una certa vulnerabilità genetica e, non a caso, è stata individuata la tendenza ereditaria di particolari genotipi HLA. Tuttavia, la loro correlazione ed il meccanismo autoimmune rimangono incompresi.
Sostanze chimiche e farmaci
Alcune sostanze chimiche e certi farmaci distruggono selettivamente le cellule pancreatiche.
Il pirinurone, un rodenticida diffuso nel 1976, distrugge selettivamente le cellule beta pancreatiche provocando il diabete mellito tipo 1. Questo prodotto venne ritirato dalla maggior parte dei mercati alla fine degli anni '70, ma non dappertutto.
La streptozotocina, un agente antibiotico ed antitumorale usato in chemioterapia per il cancro al pancreas, uccide le cellule beta dell'organo privandolo della capacità endocrina insulinica.
Sintomi e segni clinici del diabete tipo 1
Il diabete di tipo 1 esordisce improvvisamente, generalmente durante l'infanzia o l'adolescenza.
Il segno principale del diabete di tipo 1 è un livello glicemico molto elevato, che in genere si manifesta nei bambini con poliuria (aumento della minzione), polidipsia (aumento della sete) e perdita di peso per alcuni giorni o settimane.
I bambini possono anche manifestare aumento dell'appetito, visione offuscata, enuresi notturna, infezioni cutanee ricorrenti, candidosi del perineo, irritabilità e basso rendimento scolastico.
Gli adulti con diabete di tipo 1 tendono ad avere sintomi più vari che si manifestano nell'arco di mesi anziché di giorni o settimane.
La mancanza prolungata di insulina può anche provocare chetoacidosi diabetica, caratterizzata da affaticamento persistente, pelle secca o arrossata, dolore addominale, nausea o vomito, confusione, difficoltà respiratorie e alito con odore fruttato.
Gli esami del sangue e delle urine rivelano livelli insolitamente elevati di glucosio e chetoni nel sangue e nelle urine.
La chetoacidosi non trattata può progredire rapidamente fino alla perdita di coscienza, al coma e alla morte. La percentuale di bambini il cui diabete di tipo 1 inizia con un episodio di chetoacidosi diabetica raggiunge il 15% in alcune parti dell'Europa e del Nord America, e l'80% nei paesi in via di sviluppo.
Per approfondire: Sintomi del diabete: come riconoscerlo?Diagnosi di diabete mellito 1
Il diabete viene generalmente diagnosticato mediante un esame del sangue che mostra una glicemia insolitamente elevata. L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il diabete come:
livelli di zucchero nel sangue pari o superiori a 7,0 mmol/L (126 mg/dL) dopo un digiuno di almeno otto ore, o un livello di glucosio pari o superiore a 11,1 mmol/L (200 mg/dL) due ore dopo un test di tolleranza al glucosio orale.
L'American Diabetes Association raccomanda inoltre una diagnosi di diabete a chiunque presenti sintomi di iperglicemia e livelli di zucchero nel sangue pari o superiori a 11,1 mmol/L o livelli di emoglobina glicata (emoglobina A1C) pari o superiori a 48 mmol/mol.
Una volta stabilita la diagnosi di diabete, è necessaria la differenziazione dagli altri tipi mediante la ricerca di autoanticorpi che colpiscono vari componenti delle cellule beta.
I test più comunemente disponibili rilevano gli anticorpi contro la decarbossilasi dell'acido glutammico, il citoplasma delle cellule beta, o l'insulina, ciascuno dei quali viene preso di mira dagli anticorpi in circa l'80% dei diabetici di tipo 1.
Esiste anche un test per gli anticorpi diretti contro le proteine delle cellule beta IA-2 e ZnT8; questi anticorpi sono presenti rispettivamente in circa il 58% e l'80% dei diabetici di tipo 1.
Alcuni testano anche il peptide C, un sottoprodotto della sintesi dell'insulina. Livelli molto bassi di peptide C sono suggestivi di diabete di tipo 1.
Complicazioni del diabete tipo 1
Complicazioni acute
Molti diabetici di tipo 1 vengono diagnosticati all'esordio di certe complicazioni tipiche della malattia, come:
- Chetoacidosi diabetica
- Coma iperosmolare-iperglicemico non chetosico.
Chetoacidosi diabetica: come si manifesta?
La chetoacidosi del diabete mellito tipo 1 avviene per l'accumulo di corpi chetonici.
Si tratta di rifiuti metabolici indotti dal consumo a scopo energetico di grassi e amminoacidi. Tale circostanza si manifesta per la scarsità di insulina e per il conseguente l'apporto deficitario di glucosio nei tessuti.
I segni e i sintomi della chetoacidosi diabetica includono:
- Xeroderma: pelle secca
- Iperventilazione e tachipnea: respirazione profonda e rapida
- Sonnolenza
- Dolori addominali
- Vomito.
Coma iperosmolare-iperglicemico non chetosico
Scatenato molto spesso da un'infezione o dall'assunzione di farmaci in presenza di diabete mellito tipo 1, ha una mortalità che raggiunge il 50%.
Il meccanismo patologico prevede:
- Eccessiva concentrazione glicemica
- Filtrazione renale intensa per l'escrezione del glucosio
- Mancanza di reidratazione.
Si presenta spesso con la comparsa di convulsioni focali o generalizzate.
Complicazioni croniche
Le complicazioni a lungo termine del diabete mellito tipo 1 sono legate principalmente alle macro e micro angiopatie (complicazioni dei vasi sanguigni).
Le complicazioni del diabete mellito tipo 1 mal gestito possono includere:
- Malattie vascolari del macrocircolo (macroangiopatie): ictus, infarto miocardico
- Malattie vascolari del microcircolo (microangiopatie): retinopatie, nefropatie e neuropatie
- Altre, correlate o non correlate alle precedenti: insufficienza renale diabetica, sensibilità alle infezioni, amputazione del piede diabetico, cataratta, infezioni del tratto urinario, disfunzioni sessuali ecc
- Depressione clinica: nel 12% dei casi.
La base patologica delle macroangiopatie è quella dell'aterosclerosi.
Tuttavia, le malattie cardiovascolari e la neuropatia possono avere anche una base autoimmune. Per questo tipo di complicazione, le donne hanno un rischio del 40% più elevato di morte rispetto agli uomini.
Infezioni del tratto urinario
Le persone con diabete mellito tipo 1 mostrano un aumento del tasso di infezioni del tratto urinario.
La ragione è una disfunzione della vescica correlata alla nefropatia diabetica. Questa può causare una diminuzione della sensibilità che, a sua volta, determina un aumento della ritenzione urinaria (fattore di rischio per le infezioni).
La disfunzione sessuale
La disfunzione sessuale è spesso il risultato di fattori fisici (come i danni ai nervi e/o di cattiva circolazione) e fattori psicologici (come stress e/o depressione causati dalle esigenze della malattia).
- Maschi: i problemi sessuali più comuni nei maschi le difficoltà di erezione ed eiaculazione (complicazione retrograda).
- Femmine: gli studi statistici hanno dimostrato l'esistenza di una correlazione significativa tra il diabete mellito tipo 1 ed i problemi sessuali nelle donne (anche se il meccanismo è poco chiaro). Le disfunzioni più comuni includono la ridotta sensibilità, secchezza, difficoltà/incapacità di raggiungere l'orgasmo, dolore durante il sesso e la diminuzione della libido.
Prevenire il diabete 1: è possibile?
Non esiste un modo per prevenire il diabete di tipo 1; tuttavia, lo sviluppo dei sintomi del diabete può essere ritardato in alcune persone ad alto rischio di sviluppare la malattia.
Nel 2022 la FDA ha approvato un'iniezione endovenosa di teplizumab per ritardare la progressione del diabete di tipo 1 nei soggetti di età superiore agli otto anni che hanno già sviluppato autoanticorpi legati al diabete e problemi con il controllo della glicemia.
In quella popolazione, l'anticorpo monoclonale anti-CD3 teplizumab può ritardare lo sviluppo dei sintomi del diabete di tipo 1 di circa due anni.
Oltre agli anticorpi anti-CD3, sono stati sperimentati numerosi altri agenti immunosoppressori con l'obiettivo di prevenire la distruzione delle cellule beta.
Ampi studi sul trattamento con ciclosporina hanno suggerito che potrebbe migliorare la secrezione di insulina nei soggetti a cui è stato recentemente diagnosticato il diabete di tipo 1; tuttavia, le persone che interrompono l'assunzione smettono rapidamente di produrre insulina e la tossicità renale e l'aumento del rischio di cancro ne impediscono l'uso a lungo termine.
Diversi altri agenti immunosoppressori – prednisone, azatioprina, globulina anti-timocita, micofenolato e anticorpi contro il recettore α CD20 e IL2 – sono stati oggetto di ricerca, ma nessuno ha fornito una protezione duratura dallo sviluppo del diabete di tipo 1.
Sono stati condotti anche studi clinici che tentavano di indurre tolleranza immunitaria mediante vaccinazione con insulina, GAD65 e vari peptidi presi di mira dalle cellule immunitarie durante il diabete di tipo 1; nessuno ha ancora ritardato o impedito lo sviluppo della malattia.
Diversi studi hanno tentato interventi dietetici con la speranza di ridurre l'autoimmunità che porta al diabete di tipo 1. Gli studi che escludevano il latte vaccino o somministravano ai neonati formule prive di insulina bovina diminuivano lo sviluppo di anticorpi mirati alle cellule β, ma non impedivano lo sviluppo del diabete di tipo 1.[Dayan et al. 2019, "Previous prevention trials".]
Allo stesso modo, gli studi che hanno somministrato a soggetti ad alto rischio: insulina iniettabile, insulina orale o nicotinamide, non hanno prevenuto lo sviluppo del diabete.
Che differenza c'è tra diabete di tipo 1 e di tipo 2?
Nella tabella sottostante riassumeremo le principali differenze tra diabete mellito tipo 1 e diabete mellito tipo 2.
Diabete mellito tipo 1 | Diabete mellito tipo 2 | |
Cause e meccanismo patologico |
Genetiche, talvolta associate a fattori endogeni ed esogeni (???). 70-90% autoimmune, sulle beta-cellule del pancreas. 10-30% non presenta tracce autoimmuni (idiopatico). Può essere secondario a danni di altro genere, neoplastici, necrotici da intossicazione o stress chimico (anche medicinali, alcol e droghe), infettivi ecc. |
Genetiche e/ambientali. Insulino-resistenza e eventuali ripercussioni sul pancreas |
Esordio, sintomi e segni clinici | Precoce, di solito in età infantile, con sintomi tipici dell'iperglicemia o della chetoacidosi e possibile perdita di conoscenza. | Solitamente tardivo, in età adulta. Quasi sempre asintomatico. Se grave, può comportare sintomi e segni clinici avanzati, come iperglicemia cronica, stanchezza cronica, tendenza al sovrappeso, sete, glicazione proteica ecc. |
Terapia farmacologica | Insulina | Altri farmaci ipoglicemizzanti, ad es. metformina; raramente insulina |
Possibilità di guarigione | No | Sì, anche se dipende dall'importanza dell'ereditarietà |
Terapia motoria | Non necessaria, ma consigliata | Indispensabile |
Terapia alimentare | Importantissima nella calibratura dei dosaggi di insulina | Indispensabile, soprattutto in caso di sovrappeso |
Complicazioni associate | Chetoacidosi diabetica, coma iperosmolare-iperglicemico non chetosico, infezioni del tratto urinario, disfunzione sessuale | Dislipidemie, aumento del rischio di aterosclerosi e cardio-vascolare, vasculopatie, neuropatie (piede diabetico), nefropatia, associazione all'ovaio policistico ecc. |