Covid: come cambiano i sintomi in base a vaccini e varianti

Covid: come cambiano i sintomi in base a vaccini e varianti
Ultima modifica 02.01.2023
INDICE
  1. Introduzione
  2. Varianti e Sintomi diversi
  3. Omicron: sintomi
  4. Tempi incubazione per diverse varianti
  5. Vaccini e sintomi

Introduzione

I sintomi del Covid, spesso facilmente confondibili con quelli di una brutta influenza stagionale, variano a seconda di varianti e stato vaccinale. Con un sensibile miglioramento sia della sintomatologia che della durata della positività, in caso il soggtto sia vaccinato.
La variante Omicron, con le sue sottovarianti, è attualmente ancora la più diffusa in Italia. I sintomi, come già detto, sono molto simili a quelli dell'influenza, in quanto vengono colpite maggiormente le alte vie aree respiratorie, e raramente i polmoni con un interessamento grave dell'organismo. I sintomi, tuttavia, variano da persona a persona, non solo per lo stato vaccinale, ma anche per condizioni di salute, risposta immunitaria e altre variabili pregresse. 

Andamento attuale in Italia: quali varianti?

Attualmente (fino anno 2022) in Italia Omicron risulta essere l'unica variante circolante (99%), con una netta predominanza di BA.5 che raggiunge oltre il 90% dei casi (range: 77,3% – 100,0%), di cui BQ.1 (Cerberus) in significativo aumento e pari al 64,1% sul totale dei campioni BA.5.

Varianti e Sintomi diversi

Sintomi delle due sottovarianti Omicron Cerberus e Gryphon:
 
Sono loro ad essere maggiormente presenti in Italia, secondo le informazioni ufficiali reperibili sui siti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dello European center for disease prevention and control (Ecdc), che danno come BQ.1 e XBB, varianti non molto diverse l'una dall'altra, e neppure dalle altre mutazioni del Sars-Cov-2, ad essere le più presenti.
 
Cosa le caratterizza maggiormente, da differire dalle precedenti varianti? Sono più potenti nel superare le difese immunitarie delle persone, quindi sono immunoevasive, e aumentano il rischio di reinfezione rispetto alle altre sottovarianti di Omicron in circolazione.
 

Ciò non significa che Cerberus o Gryphon siano più pericolose o abbiano sintomi più seri di altre varienti.

Essendo tali sintomi, come già detto, molto simili a quelli dell'influenza stagionale, un tampone di controllo al manifestarsi dei primi sintomi, ed entro i 38° di temperatura corporea, potrebbe aiutare nella diagnosi, e appurare se si tratti di Covid-19 o meno.   

Omicron: sintomi

 

Positività: quanto dura con Omicron 5

Il periodo in cui si resta positivi potrebbe essere inferiore quando l'infezione è causata da Omicron 5 rispetto alle infezioni scatenate da precedenti varianti; in questi casi, il periodo si ridurrebbe a 5-7 giorni. Ci sono, tuttavia casi in cui la positività può avere una durata maggiore e persistere per diverso tempo dopo la scomparsa della sintomatologia, arrivando a toccare addirittura i 10-15 giorni.

Tempi incubazione per diverse varianti

Anche i tempi di incubazione possono variare a seconda della variante di Covid-19. Il tempo d'incubazione, in linea generale, è mediatamente di 5 giorni (con una forbice compresa tra 2 e 14), ma la variante Omicron sembra avere un esordio più rapido, spesso datato attorno a 3-4 giorni circa.

Ecco i tempi medi di incubazione per ogni variante: 

  • Alpha 5 giorni
  • Beta 4,5 giorni
  • Delta 4 giorni
  • Omicron e 3,5 giorni.

Vaccini e sintomi

Vaccinati e non vaccinati presentano la stessa sintomatologia e hanno lo stesso decorso della malattia? A questa domanda, concordano gli esperti, non è possibile rispondere univocamente. Tuttavia è evidente come chi abbia completato il ciclo vaccinale con tre dosi, sia più "protetto", e quindi l'infezione può presentare sintomatolgia più blanda e un tempo di positività più ridotto. 

Ci sono quindi più probabilità che l'infezione da Covid-19 possa risolversi più rapidamente e con pochi o senza sintomi, nei soggetti vaccinarti. In questo senso, ad avvalorare la tesi, ci sono idati delle terapie intensive in cui le percentuali di soggetti ricoverati che non hanno ricevuto alcuna dose, sono la quasi totalità. Soprattutto nei vaccinati con la terza dose si è spesso osservato un decorso lieve o nullo, privo di sintomi nonostante la positività.

Alla variabile dei vaccini, vanno poi aggiunte altre variabili che differiscono da soggetto a soggetto, e sono, ad esempio: il tipo di vaccino somministrato, la risposta immunitaria del singolo, la presenza di patologie pregresse, il tempo intercorso dall'ultima dose, e quanto tempo si è rimasti in contatto con la carica virale della persona che ha trasmesso il virus.

 

Oltre al Covid, comunque ci sono altri virus respiratori.  

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