Cordone Ombelicale - Malattie e cellule staminali
Nodi Veri
Nei nodi veri - a differenza di quelli falsi, dati dalle anse vascolari fisiologiche - si registra un effettivo annodamento del cordone ombelicale, con conseguente strozzamento - più o meno grave - dei vasi sanguigni che vi decorrono. I nodi veri possono stringersi ulteriormente durante il travaglio e causare asfissia fetale.
Anomalie Numeriche dei Vasi Ombelicali
Alla nascita si possono riscontrare anche anomalie numeriche dei vasi ombelicali; quella più frequente riguarda l'assenza di una delle due arterie ombelicali che, seppur raramente, può associarsi ad alterazioni fetali e a malattie cromosomiche.
Proincidenza e Prolasso
Altre due possibili complicanze riguardano la procidenza e il prolasso del cordone ombelicale; si manifestano (vedi figura) quando una o più anse del funicolo si presentano davanti alla parte presentata a membrane integre (procidenza) o rotte (prolasso). In quest'ultimo caso, in pratica, il cordone viene espulso per primo e durante il parto il bambino lo comprime sulla parete vaginale bloccando il flusso di sangue e ossigeno.
L'attento monitoraggio del battito fetale durante il travaglio consente di rilevare eventuali sofferenze del bambino ed intervenire tempestivamente nel caso le circostanze lo richiedano; in questo modo si minimizzano i rischi di severe complicanze legate a patologie del cordone ombelicale.
Dopo il parto
Con il taglio del cordone ombelicale il neonato perde il contatto fisiologico con la propria madre, per poi riscoprirlo nel suo grembo durante l'allattamento.
Subito dopo la nascita, il funicolo viene reciso a circa 10 cm di distanza dall'addome del neonato, chiudendo il moncone residuo con un elastico o con una molletta di plastica ed avvolgendolo in una garza sterile asciutta. Questa manovra favorisce l'occlusione dei vasi, evitando emorragie ed infezioni. Il cordone ombelicale non contiene fibre nervose sensitive, per cui il bambino non avverte alcun dolore al momento del taglio.
Il segmento reciso rimasto attaccato all'addome del bambino va lentamente in contro ad essiccamento. Dopo la recisione del funicolo i vasi ombelicali si trombizzano rapidamente e il moncone, non più irrorato dai vasi, si essicca assumendo un colorito bruno-nerastro. Questa sorta di appendice andrà tenuta asciutta e pulita, e coperta con una garza sterile da cambiare più volte al dì, fino a quando, intorno al 5°-10° giorno di vita, si staccherà da sola.
Il personale sanitario darà alla nutrice le dovute indicazioni sull'igiene del moncone ombelicale, suggerendo - ad esempio - di lavarsi con cura le mani prima di toccarlo, evitare di coprirlo con il bordo del pannolino, mantenerlo ben asciutto ed areato durante il giorno ed evitare di staccarlo anzitempo aspettando la sua caduta spontanea.
Le infezioni di ciò che resta del cordone ombelicale sono piuttosto rare e possono essere preannunciate da sintomi come perdite purulente (pus) e maleodoranti, rossore e vistoso gonfiore.
Cordone ombelicale e cellule staminali
Il sangue del cordone ombelicale è ricco di cellule staminali emopoietiche, con potenziale uso a fini trapiantologici per curare malattie del sangue piuttosto gravi (attualmente le applicazioni terapeutiche sono in realtà assai limitate). Per questo motivo il cordone ombelicale e la placenta non sono più considerati scarti da incenerire, ma una preziosa risorsa da conservare per donazioni o per uso autologo. Sulla base di queste considerazioni, negli ultimi anni sono sorte vere e proprie banche del cordone ombelicale, nelle quali si conserva il sangue estratto dalla placenta e dal funicolo al momento del parto; un business, questo, particolarmente fiorente e che per il momento corre molto più in fretta dei concreti progressi scientifici sulle cellule staminali adulte.