Colica Renale: sintomi, cause, quanto dura e cosa fare

Colica Renale: sintomi, cause, quanto dura e cosa fare
Ultima modifica 06.11.2023
INDICE
  1. Cos’è una Colica Renale
  2. Cause e Fattori di Rischio
  3. Sintomi e Complicazioni
  4. Diagnosi
  5. Trattamento

Cos’è una Colica Renale

Colica Renale: cos'è?

La colica renale è un fortissimo dolore addominale localizzato al fianco, ad esordio improvviso, solitamente conseguenza della migrazione di uno o più calcoli nel sistema urinario (nefrolitiasi). Lungo il percorso tra i reni e l'uretra, il passaggio di questi aggregati solidi comporta prima una dilatazione e, successivamente, una contrazione spasmodica che dura svariati minuti. Il dolore della colica renale è trafittivo e continuo, monolaterale o bilaterale, e non modifica al variare della posizione.

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La crisi dolorosa dal fianco può irradiarsi all'ipocondrio (più in alto), fino all'inguine e alle cosce (in basso rispetto ai reni), associandosi a nausea e vomito e, talvolta, a disturbi urinari con emissione di urine torbide o ematiche.

La gravità del dolore di una colica renale è tale dall'essere descritta come simile o addirittura superiore a quella di un parto, ed è uno dei motivi comuni che spingono i pazienti a rivolgersi al pronto soccorso.

Intervenire tempestivamente è importante non solo per alleviare il dolore, ma anche per evitare pericolose complicazioni, che possono favorire, tra l'altro, lo sviluppo di una pielonefrite. Per tali motivi, il calcolo deve essere immediatamente rimosso, mediante un intervento opportuno, spesso chirurgico. Fortunatamente, il più delle volte i calcoli misurano meno di 5 mm di diametro, e vengono perciò eliminati spontaneamente senza troppi problemi o con il supporto di misure che ne favoriscono l'espulsione.

Lo sapevate che…

"Colica" deriva dal greco kólon, termine che suggerisce un'origine intestinale. Si tratta, infatti, di una violenta contrazione spasmodica della muscolatura liscia di visceri e organi cavi (vie biliari, intestino e vie urinarie). Il termine "colica renale" è in realtà un termine improprio, perché questo dolore tende a rimanere costante, mentre la colica intestinale o biliare è solitamente piuttosto intermittente e spesso si presenta a ondate.

Cause e Fattori di Rischio

Reni: Anatomia e Funzioni in Breve

I reni sono due organi che appartengono al sistema urinario, localizzati nella regione posteriore della cavità addominale, approssimativamente a livello della 12ª costola. La funzione primaria dei reni consiste nel produrre l'urina, filtrando il sangue dalle sostanze di rifiuto o comunque presenti in eccesso. Da ciascun rene, parte un sottile tubicino chiamato uretere, deputato al trasporto d'urina. I due ureteri, di destra e di sinistra, riversano il proprio contenuto in un organo cavo - la vescica urinaria - che accumula l'urina tra una minzione e l'altra. Quando la vescica si riempie oltre un certo livello, il soggetto avverte il bisogno di urinare; così, con l'atto chiamato minzione la vescica si svuota e l'urina viene espulsa all'esterno attraverso un singolo tubicino collegato alla vescica e chiamato uretra.

Fisiopatologia della Colica Renale

Il dolore generato dalla colica renale è principalmente causato dalla dilatazione, dallo stiramento e dallo spasmo causati dall'ostruzione ureterale acuta (nota: quando si sviluppa un'ostruzione grave ma cronica, come in alcuni tipi di cancro, di solito è indolore)

Nell'uretere, un aumento della peristalsi prossimale attraverso l'attivazione di pacemaker ureterali intrinseci può contribuire alla percezione del dolore. Spasmo muscolare, aumento della peristalsi prossimale, infiammazione locale, irritazione ed edema nel sito di ostruzione possono contribuire allo sviluppo del dolore attraverso l'attivazione dei chemocettori e lo stiramento delle terminazioni nervose libere della sottomucosa.

L'andamento del dolore dipende dalla soglia e dalla percezione del dolore dell'individuo e dalla velocità e dal grado dei cambiamenti nella pressione idrostatica all'interno dell'uretere prossimale e della pelvi renale. La peristalsi ureterale, la migrazione dei calcoli e l'inclinazione o torsione del calcolo con conseguenti ostruzioni intermittenti possono causare esacerbazione o rinnovamento del dolore della colica renale.

La gravità del dolore dipende dal grado e dalla sede dell'ostruzione, non dalle dimensioni del calcolo.

Colica Renale: quali sono le cause principali?

Le cause delle coliche renali sono rappresentate da stimoli di natura: ostruttiva, meccanica (es. calcoli che bloccano e irritano i tessuti) o infiammatoria (es. infezioni). Il motivo principale della colica renale acuta è comunque la presenza di un calcolo a livello renale e/o uretrale.

I calcoli renali sono dei "sassolini", dalle dimensioni variabili, che derivano dalla precipitazione e dall'aggregazione di alcune sostanze normalmente presenti nelle urine, come ad esempio sali minerali come il calcio o composti organici come l'acido urico.

Una volta formati, con il passare del tempo, i calcoli tendono a passare dal rene alle vie urinarie inferiori, quindi all'uretere, da qui alla vescica e infine nell'uretra per essere espulsi all'esterno con le urine.

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Com'è facile immaginare, questi sassolini possono sia ostacolare il normale deflusso delle urine, sia provocare lesioni lungo il decorso delle vie urinarie. Nel caso più grave, il calcolo continua invece a crescere, occupando completamente la cavità renale in cui si trova e compromettendo così la funzionalità stessa del rene. Quando un calcolo, spinto dall'urina, migra dal rene all'uretere e lo ostruisce in maniera più o meno completa, compaiono le coliche renali.

La formazione dei calcoli renali è favorita da diversi fattori, tra cui una dieta squilibrata (soprattutto se l'apporto di proteine e sodio è eccessivo), alcuni processi infiammatori e frequenti infezioni urinarie o di condizioni che rallentano il deflusso delle urine, come spesso accade nelle patologie della prostata cosiddetta ingrossata. Inoltre, viene data molta importanza alla predisposizione familiare e alla scarso apporto di liquidi con la dieta o di una loro aumentata perdita, come avviene in caso di diarrea cronica o sudorazione abbondante. Altre malattie predisponenti sono le anomalie anatomiche e alcuni disturbi del metabolismo che vanno ad aumentare i livelli di calcio nelle urine, tra cui ricordiamo l'ipertiroidismo e l'iperparatiroidismo.

Altri fattori scatenanti o aggravanti le coliche renali possono essere il freddo, lo stress, l'ansia, l'alimentazione eccessiva, le intolleranze alimentari, il meteorismo e l'aerofagia.

Colica da Calcoli Renali

Nonostante i calcoli renali non siano l'unica causa di un simile dolore al fianco, la loro frequenza e la gravità del dolore che causano rende la nefrolitiasi la diagnosi presunta più probabile quando si verifica un dolore al fianco improvviso.

Sintomi e Complicazioni

Sintomi Colica Renale: come si riconosce?

La colica renale si manifesta sotto forma di dolore al fianco, ad insorgenza improvvisa, preceduto da malessere generale, nausea e vomito.

Il dolore della colica renale ha un carattere tipicamente spasmodico e risulta molto intenso; la crisi dolorosa dura svariati minuti e, tendenzialmente, è associato a brevi periodi di remissione.

Oltre al dolore di tipo colico, talvolta, la presenza dei calcoli renali può essere associata ad altri sintomi, come difficoltà ad urinare, urgenza minzionale, nausea e vomito. La presenza di febbre, in genere, suggerisce un'infezione del tratto urinario.

I Calcoli Renali possono essere Asintomatici

I calcoli renali di piccole dimensioni, quindi non ostruenti, possono anche essere asintomatici ed eliminati spontaneamente senza creare alcun disturbo.

Altri possibili sintomi associati alle Coliche Renali

Una volta raggiunta la giunzione uretero-vescicale, la colica renale può evocare dolore associato a pollachiuria, stranguria e disuria, simulando una cistite. Se il flusso delle urine riesce ad espellere il calcolo, infatti, è possibile che durante il passaggio nelle vie urinarie il sassolino provochi delle piccoli lesioni, causando la comparsa di sangue nelle urine e altri sintomi urinari.

Sede del Dolore da Colica Renale

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La colica renale si presenta tipicamente come un dolore al fianco improvviso: tipicamente, ha origine sopra l'angolo costovertebrale, quindi, via via che il calcolo progredisce nelle vie urinarie, s'irradia anteriormente e inferiormente verso l'inguine. Il dolore può estendersi allo scroto (nell'uomo) o al grande labbro vulvare omolaterale (nella donna).

Quanto è dolorosa una Colica Renale?

Il grado di dolore è correlato al grado di ostruzione al flusso urinario, tipicamente nell'uretere, e non alla dimensione del calcolo, sebbene la dimensione del calcolo possa essere un ragionevole predittore della probabilità di un passaggio spontaneo. Questa ostruzione provoca la dilatazione dell'uretere prossimale e della pelvi renale che è la causa immediata del dolore intenso.

Colica Renale: quanto dura?

Mentre la natura e l'insorgenza del dolore dipendono dalla causa sottostante, dalla sua posizione esatta e dalla gravità, per la maggior parte dei pazienti il dolore raggiunge il picco da circa 1 a 2 ore dopo la sua insorgenza iniziale.

La colica renale può avere una durata transitoria e risolversi spontaneamente. Tuttavia, se questo sintomo è persistente e particolarmente grave, è sempre meglio consultare un medico, in modo da ottenere una diagnosi precisa ed intraprendere un trattamento specifico e mirato per risolvere o alleviare il problema.

Diagnosi

Colica Renale: esami per la diagnosi

Per quanto riguarda la diagnosi della colica renale, l'anamnesi comprensiva della descrizione dei sintomi, l'esame obiettivo, l'analisi delle urine e l'ecografia del rene sono, di norma, sufficienti per individuare una calcolosi.

L'analisi delle urine è in grado di evidenziare tracce di sangue non visibili ad occhio nudo, e permette di analizzare la composizione dell'urina. In particolare, l'esame comprende la valutazione del volume e del pH urinari e può stabilire la concentrazione di sostanze come calcio, fosforo, sodio, acido urico, ossalato, citrato, cistina e creatinina. A tale scopo, è richiesta l'analisi di almeno due campioni raccolti in 24 ore.

Infine, per completare la valutazione metabolica, sono importanti anche l'emocromo completo e l'urinocoltura in caso di infezioni urinarie. Le analisi del sangue possono evidenziare elevati livelli di azotemia e creatinina, che a loro volta possono indicare uno disidratazione o la presenza di un calcolo ostruttivo.

Un altro esame molto importante, utile soprattutto per stabilire il protocollo terapeutico più adeguato, è l'analisi della composizione chimica del calcolo renale.

Passando alle indagini strumentali, la valutazione iniziale deve includere un'ecografia renale. Questo esame fornisce informazioni sufficientemente dettagliate senza esporre il paziente a radiazioni. In particolare, l'ecografia renale è in grado di identificare possibili dilatazioni del rene e delle vie urinarie o la presenza stessa dei calcoli nelle cavità renali.

Il medico può ricorrere anche ad altre tecniche diagnostiche, quali la radiografia standard dell'addome o la TAC senza contrasto. La radiografia dell'addome consente di stabilire il numero, le dimensioni e la localizzazione dei calcoli. Consente soprattutto di valutare i calcoli costituiti da ossalato di calcio e quelli di fosfato di calcio, perché sono radio-opachi. Non è efficace, invece, in caso di vicinanza dei calcoli con l'apparato scheletrico o nelle aggregazioni di acido urico o cistina, poiché questi calcoli sono invisibili ai raggi X, cioè radiotrasparenti. Tali calcoli possono comunque essere evidenziati con la TAC.

Coliche Renali: diagnosi differenziale

Trattamento

Colica Renale: Cosa Fare per Alleviare il Dolore

Di solito, la colica renale regredisce spontaneamente una volta risolta la causa scatenante: Spesso, sono sufficienti il riposo per ridurre il dolore, altre volte il medico può prescrivere antibiotici (se viene accertata la natura batterica di un'infezione), antidolorifici (FANS) e antispastici. Se la causa è un calcolo renale, da un lato, la terapia ha l'obiettivo di mitigare il dolore, dall'altro occorre un approccio farmacologico o chirurgico per sciogliere o eliminare l'ostruzione delle vie urinarie.

Primo Intervento: Riposo e Idratazione

Come anticipato, i calcoli più piccoli possano essere espulsi spontaneamente, a volte in maniera asintomatica.

Per favorirne l'espulsione, è anzitutto previsto il riposo, associato alla modifica del regime dietetico e ad un aumento dell'apporto giornaliero di liquidi. Quest'ultimo approccio prevede l'assunzione di elevate quantità di acqua oligominerale o minimamente mineralizzata, per causare un'escrezione di urine superiore ai 2 litri nell'arco di 24 ore. Questo tipo di terapia, basata sull'aumento dell'assunzione d'acqua, è detta idropinica e va praticata solo se consigliata dal medico, dato che in alcuni casi potrebbe rivelarsi piuttosto pericolosa.

La terapia idropinica si basa su un concetto piuttosto semplice: aumentando il volume delle urine si favorisce l'espulsione spontanea dei piccoli calcoli renali e si ostacola il loro progressivo accrescimento. In genere, nel caso di calcoli di piccole dimensioni, fino a 5-7 mm, il processo di espulsione spontanea può richiedere indicativamente dai 2 ai 15 giorni.

Farmaci per la Colica Renale

La terapia di prima linea delle coliche renali consiste nella somministrazione immediata di analgesici (FANS) per il controllo del dolore, antiemetici e antispastici.

I FANS funzionano in due modi:

  • In primo luogo, riducono la produzione di metaboliti dell'acido arachidonico, che mediano i recettori del dolore, alleviando il dolore causato dalla distensione della capsula renale.
  • Inoltre, causano la contrazione delle arteriole efferenti al glomerulo, causando una riduzione della filtrazione glomerulare e riducendo la pressione idrostatica attraverso lo stesso glomerulo.

Poiché i pazienti spesso non sono in grado di tollerare i farmaci orali, in regime ospedaliero, sono più comunemente usati i FANS per via endovenosa o intramuscolare, come ketorolac o diclofenac. La somministrazione di antispastici ha lo scopo di ridurre la contrattilità della muscolatura liscia, agevolando quindi la progressione del calcolo dall'uretere verso l'esterno.

Le coliche renali che non rispondono alla terapia standard possono essere gestite con lidocaina per via endovenosa: il dolore viene alleviato in 3-5 minuti e non sono stati segnalati eventi avversi.

Se il calcolo renale non ostruisce le vie urinarie, la terapia farmacologica prevede l'uso di diuretici e disinfettanti delle vie urinarie per scongiurare eventuali infezioni.

I calcoli renali di acido urico presentano la caratteristica favorevole di sciogliersi completamente alcalinizzando le urine, cioè aumentandone il pH. Questo risultato si ottiene attraverso una terapia medica a base di citrati e bicarbonati da assumere per via orale.

I calcoli di cistina, invece, spesso causano formazioni complesse e voluminose, molto dure e difficili da trattare.

Terapie Mediche e Chirurgia

Se l'espulsione spontanea non è possibile e i farmaci si rivelano inefficaci, si procede con l'asportazione dei calcoli renali o con la loro frantumazione mediante onde d'urto.

La scelta dell'intervento più appropriato dipende naturalmente dalle caratteristiche, dalle dimensioni, dalla localizzazione e dal numero di calcoli responsabili della colica renale. Vi sono poi delle condizioni che rendono controindicate determinate procedure; ad esempio, la litotrissia extracorporea, che vedremo tra poco, non è indicata nella donna gravida o in caso di aneurismi aortici.

Tra le opzioni di trattamento è quindi inclusa la litotrissia renale. Questa tecnica consiste in un letterale bombardamento del calcolo tramite un fascio di onde d'urto, che ha lo scopo di frantumarlo in piccoli frammenti che vengono poi espulsi spontaneamente. La sonda che genera queste onde d'urto sonore, può essere posizionata all'esterno oppure all'interno del corpo.

La litotrissia extracorporea è indicata per la frammentazione di calcoli di piccole dimensioni. Si tratta di un metodo terapeutico chiaramente poco invasivo, utilizzato soprattutto per alcuni calcoli di ossalato di calcio, calcoli di struvite e calcoli di acido urico.

Se invece il calcolo è molto grande o di consistenza dura, come ad esempio quelli di cistina o di ossalato di calcio monoidrato, la litrossia extracorporea offre ben poche speranze di successo. Pertanto, in questi casi, è necessario bombardare i calcoli dall'interno tramite litotrissia percutanea o transuretrale. La tecnica percutanea, che significa attraverso la cute, prevede la pratica di un'incisione nel fianco, sotto le coste; tramite questo forellino viene inserito uno strumento che, sotto guida ecografica, consente di raggiungere il rene, aprire, un varco, frantumare il calcolo e asportarne i frammenti. Si tratta quindi di un intervento chirurgico, seppur mini-invasivo.

La litrossia transuretrale, detta anche uretrolitotrissia, è invece una tecnica endoscopica. In pratica, attraverso l'uretra, vengono inserite delle sottili sonde, le quale vengono poi fatte risalire fino al punto in cui si è arrestato il calcolo; a questo punto le sonde possono emettere delle onde acustiche o dei raggi laser che frantumano il calcolo. I frammenti che ne derivano possono essere quindi eliminati assieme alle urine o rimossi con piccole pinze o "cestelli".

In casi tanto complessi da rendere sconsigliato l'approccio endoscopico o percutaneo può essere necessario ricorrere alla chirurgia a cielo aperto, che comporta l'apertura dell'addome.

Modifica del Comportamento e Cosa Mangiare

Per quanto riguarda la prevenzione dei calcoli renali, si raccomanda di fare attenzione all'idratazione, bevendo a sufficienza in particolare nel periodo estivo e in presenza di attività fisica. L'assunzione di liquidi andrebbe aumentata per ottimizzare la produzione di urina (da 2 a 2,5 litri al giorno).

Attenzione anche alla dieta, in quanto la composizione delle urine è direttamente correlata all'alimentazione. Il piano alimentare deve essere personalizzato e pianificato insieme a uno specialista, perché va adattato alla tipologia di calcolosi a cui è soggetto il paziente.

Gli aspetti da prendere in considerazione sono molteplici e comprendono il consumo di proteine, di verdure, di latticini, di alcool, di sale e il pH urinario. Per esempio, i pazienti con calcoli di calcio e alte concentrazioni di calcio nelle urine dovrebbero limitare l'assunzione di sodio e avere l'obiettivo di un'assunzione moderata di calcio da 1000 mg a 1200 mg di calcio alimentare al giorno. Quelli con calcoli di calcio e basso citrato urinario o quelli con calcoli di acido urico e acido urico alto dovrebbero aumentare, invece, l'assunzione di frutta e verdura e diminuire le proteine ​​animali non casearie. I pazienti con iperossaluria devono essere incoraggiati a ridurre l'assunzione di ossalati (spinaci, noci, cioccolato, verdure a foglia verde).

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici