Quali sono i sintomi se si ha la vitamina D bassa? E come aumentarla?
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- Perché manca la vitamina D? Cause
- Quali sono i sintomi di una carenza di vitamina D?
- Cosa succede se si ha la vitamina D troppo bassa?
- Come riconoscere la carenza di vitamina D?
- Come aumentare la vitamina D velocemente?
- Come prevenire la carenza di vitamina D?
- Sole e vitamina D
- Alimenti ricchi di vitamina D
- I migliori integratori di Vitamina D disponibili online
- Eccesso di vitamina D
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La carenza di vitamina D consiste nell'insufficienza dei livelli di vitamina D nell'organismo, che aumenta soprattutto le possibilità di complicazioni alle ossa, come l'osteoporosi negli anziani.
Secondo l'Università di Harvard, a livello mondiale, la carenza di vitamina D riguarderebbe circa un miliardo di persone.
Le cause di carenza di vitamina D possono essere molteplici. Oltre a varie malattie, all'aumentata richiesta da parte dell'organismo e ad alcuni farmaci, incidono pesantemente anche l'insufficiente esposizione solare e l'inadeguato apporto alimentare.
La carenza di vitamina D può essere diagnosticata misurando la concentrazione nel sangue di 25-idrossi-vitamina D e 1,25 diidrossi-vitamina D, anche il corpo ne conserva una piccola scorta dall'interno del fegato.
Per curare il deficit di vitamina D nelle persone malate è indispensabile intervenire sulla malattia; nelle persone, invece, possiamo aumentare i livelli di vitamina D modificando la dieta e lo stile di vita, ed assumendo integratori o una terapia farmacologica a base di vit. D3.
Breve sintesi sulla vitamina D
Quello della vitamina D è, in verità, un "gruppo di cinque pro-ormoni"; rispettivamente D1, D2, D3, D4 e D5 - che, per comodità, vengono unificati sotto il nome di vitamina D.
Trattasi, dal punto di vita biochimico, di composti organici liposolubili, simile per struttura chimica agli ormoni steroidei.
La vitamina D è deputata a ricoprire importanti funzioni nell'organismo umano, tra cui:
- Promuovere l'assorbimento del calcio a livello intestinale;
- Mantenere nella norma i livelli ematici di calcio e fosforo;
- Promuovere il riassorbimento di calcio e fosforo a livello renale;
- Rinforzare le ossa, attraverso la deposizione del calcio a livello del tessuto osseo;
- Favorire la crescita ossea nei bambini.
L'essere umano ottiene la vitamina D in due modi:
- dagli alimenti - la D2 o ergocalciferolo, di origine fungina, e la D3 o colecalciferolo, di origine animale (soprattutto nel pesce azzurro e nel tuorlo d'uovo);
- per produzione endogena a partire dal colesterolo e previa esposizione solare - ecco perché la vitamina D è anche volgarmente nota come "vitamina del sole".
Per l'essere umano, quindi, l'approvvigionamento naturale di vitamina D dipende dall'esposizione alla luce del sole – la quale permette la conversione a livello cutaneo di uno specifico precursore – e dall'assunzione di alcuni specifici alimenti (es: l'olio di fegato di merluzzo).
È doveroso precisare che, affinché abbia gli effetti sopra riportati, la vitamina D generata mediante l'esposizione alla luce solare e assunta tramite la dieta deve subire due reazioni di idrossilazione, che la rendono biologicamente attiva; tali reazioni hanno luogo nel fegato e nei reni.
Perché manca la vitamina D? Cause
La carenza di vitamina D può avere cause diverse; infatti, può dipendere da:
- Un insufficiente apporto alimentare della vitamina in questione;
- Un'inadeguata esposizione al sole (in particolare ai raggi UVB). Ciò può essere riconducibile a:
- Ridotta attività fisicaall'aria aperta;
- Pelle scura;
- Vivere in zone molto distanti dall'equatore;
- Eccessivo uso di creme solari (una crema solare con protezione 15 blocca circa il 99% della produzione cutanea di vitamina D).
- Un aumento del fabbisogno di vitamina D;
- Un alterato assorbimento intestinale;
- La presenza di condizioni mediche, come le malattie epatiche o le malattie renali, le quali compromettono la conversione della vitamina D biologicamente inattiva nella sua forma biologicamente attiva (N.B: si ricorda che fegato e reni sono la sede in cui ha luogo la sopraccitata conversione);
- Una terapia a base di farmaci che interferiscono con il normale metabolismo della vitamina D (es: anticonvulsivanti, colestiramina, glucocorticoidi, antifungini, antivirali, medicinali antirigetto ecc.).
Perché la vitamina D si abbassa più in certe persone che in altre?
Ad aumentare il rischio di carenza di vitamina D contribuiscono diversi fattori, tra cui:
- Fumo di sigaretta (perché altera il metabolismo della vitamina D);
- Età avanzata (perché, a causa dell'invecchiamento, la cute perde parte della sua efficienza produttiva);
- Obesità (perché il tessuto adiposo sequestra la vitamina D e in questo modo ne riduce la biodisponibilità);
- Assunzione di farmaci che interferiscono con il metabolismo della vitamina D (es: anticonvulsivanti, glucocorticoidi ecc.);
- Pelle scura (perché si accompagna a una minore efficienza produttiva cutanea);
- Alcolismo (perché compromette l'assorbimento intestinale della vitamina D);
- Presenza di osteoporosi;
- Allattamento al seno per lunghi periodi di tempo (perché il latte materno rappresenta una scarsa fonte di vitamina D);
- Presenza di morbo di Crohn o celiachia (perché compromettono l'assorbimento della vitamina D a livello intestinale);
- Presenza di bypass gastrico (perché riduce l'efficienza di assorbimento della vitamina D lungo le vie dell'apparato digerente).
Oltre a ciò, poi, è doveroso aggiungere (in alcuni frangenti si tratta di una ripetizione) che la carenza di vitamina D è più frequente tra:
- Chi rifugge l'esposizione alla luce solare;
- Chi soffre di insufficienza renale o insufficienza epatica;
- Chi soffre di sarcoidosi, tubercolosi, istoplasmosi o di qualche altra malattia granulomatosa;
- I malati di linfoma, un tipo di tumore del sangue.
- I malati di fibrosi cistica, pancreatite cronica o cirrosi biliare primitiva.
Quali sono i sintomi di una carenza di vitamina D?
La carenza di vitamina D è una condizione alquanto subdola, perché manifesta i sintomi solo nel momento in cui i livelli di vitamina D sono davvero molto bassi.
La carenza di vitamina D "sintomatica" può causare:
- Dolore alle ossa;
- Dolore alle articolazioni;
- Debolezza muscolare;
- Disturbi da fascicolazione muscolare;
- Ossa fragili, che tendono a deformarsi, nei soggetti di giovane età, o a rompersi facilmente, nei soggetti adulti;
- Difficoltà a pensare in modo chiaro;
- Stanchezza ricorrente.
Cosa succede se si ha la vitamina D troppo bassa?
La carenza di vitamina D compromette in modi diversi la mineralizzazione ossea, il che contribuisce allo sviluppo di malattie come il rachitismo, nei bambini, e l'osteomalacia e l'osteoporosi, negli adulti.
Tuttavia, l'ipovitaminosi D non si limita a questo: recentemente, infatti, gli esperti hanno evidenziato che la sua presenza è associata a un aumento non trascurabile del rischio cardiovascolare e della predisposizione a malattie quali diabete, ipertensione, dislipidemie e sindrome metabolica.
Alla luce di ciò, è possibile affermare che, se un tempo la vitamina D era associata esclusivamente alla salute ossea, oggi – grazie a nuove conoscenze in campo scientifico – risulta essere importante anche per molti organi e tessuti corporei diversi dal tessuto osseo, in particolare a livello cardiovascolare.
Carenza di vitamina D e rachitismo
Nel rachitismo si ha un difetto di mineralizzazione ossea, che comporta nel tempo il cedimento e la deformazione delle ossa sotto il carico del peso corporeo e della tensione muscolare. Ciò spiega per quale motivo, nel soggetto rachitico, le gambe appaiono storte, la mascella deformata, la cassa toracica incavata a livello dello sterno (pectus excavatum), il viso particolarmente stretto e deforme.
Fortunatamente, il progressivo miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e la sempre maggiore diffusione della profilassi vitaminica, sin dal periodo neonatale, hanno ridotto di molto, rispetto a diversi decenni fa, la diffusione di questa malattia da carenza di vitamina D.
Comunque sia, è buona norma avviare il bambino, già poco dopo la nascita, a una vita sana all'aria aperta, esponendolo frequentemente e con regolarità alla luce solare, senza fasciarlo in modo eccessivo nei mesi invernali e proteggendolo con apposite creme in caso di esposizioni solari prolungate.
Curiosità
Il rachitismo è più frequente nei neonati e nei bambini che appartengono a popolazioni di pelle scura, come si è detto in altre circostanze, rappresenta un fattore favorente la carenza di vitamina D.
Carenza di vitamina D e osteomalacia
L'osteomalacia è una malattia metabolica caratterizzata dalla rarefazione macroscopica delle ossa, le quali, di conseguenza, risultano dolenti e più inclini alle fratture.
Equivalente al rachitismo nell'essere umano di giovane età, l'osteomalacia rispecchia un difetto di mineralizzazione ossea, difetto che può essere dovuto non solo a un'insufficiente apporto di vitamina D, ma anche di calcio e/o fosforo.
Carenza di vitamina D e osteoporosi
L'osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro che provoca un forte indebolimento delle ossa. Responsabile di una maggiore tendenza alle fratture, tale indebolimento trova origine nel deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e nella conseguente riduzione della massa minerale ossea.
Sebbene comporti anch'essa una maggiore fragilità ossea e un'inclinzione alle fratture, l'osteoporosi è notevolmente diversa dall'osteomalacia. Infatti, se nell'osteoporosi il processo di mineralizzazione avviene in modo corretto, nell'osteomalacia – come del resto si è affermato nel sottocapitolo dedicato – lo stesso processo è difettoso.
Carenza di vitamina D, rischio cardiovascolare e non solo
Al momento, è ancora poco chiaro il ruolo della carenza di vitamina D nell'insorgenza delle malattie cardiovascolari, dell'ipertensione, del diabete, delle dislipidemie e della sindrome metabolica. Gli esperti, infatti, devono ancora stabilire se la carenza vitaminica in questione agisca in modo diretto, nel determinare le sopraccitate condizioni patologiche, o debba invece essere associata all'obesità (un dimostrato fattore di rischio delle malattie cardiovascolari, dell'ipertensione ecc.).
I dubbi in merito (coinvolgimento diretto della carenza di vitamina D o mediato dall'obesità?) derivano dalla dimostrazione che gli obesi hanno una tendenza maggiore a presentare bassi livelli circolanti di vitamina D, rispetto ai soggetti normopeso, essenzialmente per due motivi: stile di vita sedentario (che comporta una scarsa esposizione solare) e sequestro vitaminico nel tessuto adiposo.
Altri problemi legati alla carenza di vitamina D
Oltre a pregiudicare la salute ossea e a rappresentare un fattore di rischio cardiovascolare, la carenza di vitamina D può avere altre conseguenze:
- È una potenziale causa di periodontite, ossia l'infiammazione delle ossa che sostengono i denti. Se degenera, la periodontite può causare la perdita dei denti;
- Ha effetti immunodepressori, cioè è in grado di ridurre l'efficienza del sistema immunitario. Pertanto, l'individuo con una carenza di vitamina D è più soggetto a infezioni;
- Può determinare uno stato di insulino-resistenza, ossia la condizione per cui le cellule dell'organismo presentano una scarsa sensibilità all'insulina;
- Sentimenti di depressione. Al momento attuale, sono in corso studi per approfondire la relazione tra carenza di vitamina D e calo dell'umore.
Come riconoscere la carenza di vitamina D?
Per conoscere i livelli di vitamina D presenti in un essere umano, i medici misurano la concentrazione sierica del 25-idrossicalciferolo, noto anche come calcidiolo o 25-OH-D.
Il 25-idrossicalciferolo è la forma con cui la vitamina D di origine solare e alimentare circola nel sangue dell'essere umano; in altre parole, nel sangue la vitamina D assume le sembianze del 25-OH-D.
Per esprimere la concentrazione del 25-idrossicalciferolo, esistono due unità di misura: la nanomole per litro, scritta più comunemente come nmol/l, e il nanogrammo per millilitro, identificato solitamente con ng/ml.
Un individuo presenta un'adeguata quantità di vitamina D quando la concentrazione di 25-OH-D è compresa tra le 75 nmol/l (30ng/ml) e le 200 nmol/L (80ng/ml). I medici, pertanto, cominciano a parlare di carenza di vitamina D, quando la concentrazione di 25-OH-D è inferiore alle 30 nmol/l (12 ng/ml).
La tabella sottostante riporta gli intervalli di concentrazioni del 25-OH-D che servono a stabilire il livello di vitamina D presente nel corpo umano:
Condizione | Concentrazione in nmol/l | Concentrazione in ng/ml |
Carenza | ||
Insufficienza |
Tra 30 nmol/l e 75 nmol/l |
Tra 12 ng/ml e 30 ng/ml |
Normalità |
Tra 75 nmol/l e 200 nmol/L |
Tra 30 ng/ml e 80 ng/ml |
Eccesso |
>200 nmol/l |
>80 ng/ml |
Tossicità |
>375 nmol/l |
>150 ng/ml |
Come si chiama il test della misurazione ematica della vitamina D?
Il test per la misurazione dei livelli ematici di vitamina D prende il nome di dosaggio del 25-OH-D.
Per la raccolta di un campione di sangue da sottoporre al dosaggio del 25-OH-D è sufficiente un semplice prelievo sanguigno.
Ricerca delle cause: perché è importante?
Una volta appurata la presenza di una carenza di vitamina D, l'individuo interessato dovrà sottoporsi a un'anamnesi accurata e ad altri esami diagnostici, che servono al medico curante per risalire alle cause scatenanti la carenza vitaminica in questione.
Solo grazie alla conoscenza dei fattori causali è possibile pianificare la terapia più adeguata.
Come aumentare la vitamina D velocemente?
La carenza di vitamina D impone di intervenire su due fronti; ovvero con:
- una terapia causale*, cioè mirata a contrastare le cause dei bassi livelli di vitamina in questione;
- una terapia alimentare, supportata da integratori o farmaci, atta a ripristinare un livello normale della cosiddetta "vitamina del sole" - necessaria per aumentare velocemente i livelli di vitamina D.
La terapia causale varia da paziente a paziente, a seconda del fattore scatenante (ecco spiegata l'importanza di conoscere le cause precise della carenza). Se la carenza di vitamina D è dovuta a un'inadeguata esposizione solare, la terapia causale consiste, molto semplicemente, nel cambiare stile di vita ed esporsi al sole per almeno 15-20 minuti al giorno, senza creme solari protettive.
La terapia atta ad annullare la carenza, invece, consiste generalmente in un regime dietetico ricco di alimenti naturalmente ad alto contenuto di vitamina D oppure di alimenti fortificati con quest'ultima, e nell'assunzione di integratori o farmaci specifici.
Le persone che, più spesso, richiedono l'integrazione di vitamina D o la terapia farmacologica, sono: donne in gravidanza e che allattano, ai lattanti nutriti con latte materno (perché, come già detto, povero della vitamina in questione), alle donne che entrano in menopausa; talvolta, la vitamina D viene consigliata anche ai bambini e ai ragazzi.
In merito ai dosaggi delle integrazioni, questi dipendono da vari fattori, tra cui anche la latitudine di residenza.
Come prevenire la carenza di vitamina D?
Una corretta prevenzione della carenza di vitamina D è riassumibile in 4 punti:
- Esposizione al sole, senza creme solari, almeno 15 minuti ogni giorno;
- Includere nella dieta un'adeguata quantità di alimenti ad alto contenuto di vitamina D;
- Ricorrere a integratori di vitamina D, se uno dei due precedenti punti è difficilmente percorribile;
- Ricorrere ad alimenti fortificati in vitamina D, se uno dei primi due punti è difficilmente percorribile.
Consigli per gli anziani
Il fabbisogno alimentare di vitamina D aumenta con il passare degli anni, in quanto di pari passo diminuisce l'abilità della pelle di sintetizzare la suddetta vitamina e la capacità dei reni di operare l'ultima reazione di attivazione.
Tutto ciò spiega per quale motivo, agli anziani, i medici consiglino molto spesso una supplementazione di vitamina D, tramite specifici integratori od oli di pesce, da abbinare magari a una supplementazione di calcio.
Lo scopo di queste supplementazioni è mantenere in forza le ossa, diminuire la suscettibilità alle fratture e, in ultima istanza, prevenire la carenza di vitamina D con tutte le sue conseguenze (osteomalacia e osteoporosi).
Sole e vitamina D
In condizioni normali, un'adeguata esposizione alla luce solare è sufficiente a soddisfare il fabbisogno di vitamina D dell'organismo umano.
Tuttavia, l'applicazione di creme solari, fondamentale soprattutto in tenera età per prevenire il tumore della pelle, può limitare quasi completamente la sintesi cutanea di vitamina D.
In definitiva, è per motivi di sicurezza che si consiglia una certa assunzione di vitamina D anche attraverso la dieta.
Ma com'è possibile che un meccanismo naturale e fisiologico presenti una complicazione così difficile da tenere sotto controllo?
Semplice.
- Prima di tutto, la modalità di esposizione solare che contraddistingue l'uomo contemporaneo è "sbagliata". E' troppa nei periodi in cui i raggi sono più intensi, e ciò avviene senza un'adeguata preparazione. Al contrario, l'esposizione solare dovrebbe avvenire costantemente nell'anno, ed essere maggiore quando i raggi sono "tollerabili". Esporsi violentemente, per molte ore, 7 o 15 giorni l'anno (in corrispondenza delle ferie, ad esempio), oppure nel week-end, non solo contribuisce poco alla sintesi di vitamina D, ma impone l'uso di creme solari a protezione massima ed espone al rischio di ustioni.
- In secondo luogo, l'aspettativa di vita dell'essere umano è aumentata talmente in fretta negli ultimi millenni da non consentire al processo evolutivo di adattare naturalmente l'organismo. Può sembrare una teoria lontana da quella che potremmo definire "utilità pratica", ma si tratta di un aspetto che non possiamo ignorare.
Alimenti ricchi di vitamina D
Buone fonti alimentari di vitamina D, altamente consigliate per rimediare a una carenza della suddetta vitamina, sono:
- L'olio di fegato di merluzzo;
- Gli oli di pesce;
- Pesci quali salmone, trota, aringa, pesce spada, anguilla, sgombro, tonno, carpa ecc;
- Il tuorlo d'uovo;
- Il latte;
- Il burro;
- I funghi quali porcino e spugnolo.
Quali sono gli alimenti fortificati in vitamina D?
Brevemente, un alimento fortificato in vitamina D è un alimento a cui è stata aggiunta vitamina D, per aumentare l'assunzione di tale nutriente da parte di chi ne fa uso.
In commercio, tra gli alimenti fortificati in vitamina D, rientrano:
- Latte;
- Succo d'arancia;
- Latte di soia;
- Yogurt;
- Cereali da colazione;
- Margarina.
I migliori integratori di Vitamina D disponibili online
Ecco qui di seguito una selezione dei migliori integratori a base completamente naturale, pensati per garantire all'organismo il giusto apporto di Vitamina D:
Vitamina D3 K2 Gloryfeel
Tra i bestseller nella categoria della Vitamina D troviamo questo prodotto di Gloryfeel, che contiene 200 compresse di vitamina D3 + K2 con 2000 UI (50 µg) di vitamina D3 colecalciferolo e 100 µg di vitamina K2 MK-7 per compressa. La vitamina K2 contenuta in questo prodotto deriva da oli di fiori da sintesi organica. La dose consigliata di 1 compressa al giorno corrisponde a una scorta di 6 mesi. La vitamina D regola il metabolismo del calcio e la vitamina K attiva l'osteocalcina, la quale si assicura che il calcio si depositi correttamente nelle ossa e nei denti. La vitamina D3 contribuisce al mantenimento di ossa e denti normali e alla normale funzione del sistema immunitario. Questo prodotto è senza additivi artificiali, OGM, stearato di magnesio, agenti separatori, aromi, coloranti, stabilizzanti, lattosio, glutine e conservanti.
Vitamina D3 Alto Dosaggio WeightWorld
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Integratore di Vitamina D Dr. Giorgini
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Longlife Vitamina D 4000
Questo integratore di Vitamina D3 ad alto dosaggio è utile per la salute di ossa e denti, l'assorbimento e utilizzazione del calcio e del fosforo, la funzione muscolare, il funzionamento del sistema immunitario e il processo di divisione cellulare. L'alto dosaggio permette di colmare carenze importanti. Il prodotto è certificato play sure-doping free, senza glutine, vegetariano. Contribuisce all'assorbimento e utilizzazione del calcio e del fosforo, ai livelli ematici di calcio nella norma, alla salute di ossa e denti alla funzione muscolare, al funzionamento del sistema immunitario e al processo di divisione cellulare. Contiene 60 compresse rivestite.
Vitamina D 365
La vitamina D3 utilizzata per la produzione di queste compresse de La Bottega degli integratori è di origine naturale: proviene infatti dal Lichene Islandico, un particolare tipo di fungo. Il dosaggio formulato per compressa è di 2000 U.I. (50 µg) pari al 1000% dei *VNR (Valori Nutritivi di riferimento). La formulazione concentrata permette una pratica somministrazione: una compressa al giorno è infatti la dose consigliata. La confezione contiene 365 compresse, con tecnologia Compact by Design: con la rimozione dell'aria e dell'acqua in eccesso, i prodotti richiedono meno imballaggi e risultano più efficienti da spedire. Su larga scala, queste piccole differenze nelle dimensioni e nel peso del prodotto portano a significative riduzioni delle emissioni di anidride carbonica.
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Eccesso di vitamina D
È doveroso ricordare ai lettori che un'assunzione elevata di vitamina D può dare luogo a fenomeni di tossicità; pertanto, prima di assumere integratori specifici di vitamina D è importante consultare il proprio medico e affidarsi ai suoi consigli.
Tra le conseguenze (cioè i sintomi e i segni) di un sovradosaggio di vitamina D, rientrano:
- Mineralizzazione di tessuti non ossei con calcificazioni diffuse a livello degli organi interessati;
- Contrazioni e spasmi muscolari;
- Debolezza muscolare;
- Vomito, diarrea o stitichezza, e mal di testa;
- Perdita dell'appetito e calo del peso corporeo;
- Formazione di calcoli renali;
- Confusione e disorientamento;
- Problemi cardiaci.