Calprotectina Feci: cos'è? Perché si fa il test? Valori e risultati

Calprotectina Feci: cos'è? Perché si fa il test? Valori e risultati
Ultima modifica 20.10.2023
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Perché si Misura
  4. Valori normali
  5. Calprotectina Alta - Cause
  6. Calprotectina Bassa - Cause
  7. Come si misura
  8. Preparazione
  9. Interpretazione dei Risultati

Generalità

La calprotectina è una proteina che lega sostanze come il calcio e lo zinco. Nell'organismo si trova quasi ovunque, ma è presente soprattutto all'interno dei granulociti neutrofili, dei monociti e dei macrofagi. Durante lo svolgimento delle loro funzioni difensive, queste cellule sono in grado di scatenare la risposta infiammatoria nei confronti di agenti estranei pericolosi.
La normale funzione della calprotectina è, dunque, quella di contrastare lo sviluppo di batteri e funghi all'interno del corpo (attività antimicrobica).

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In presenza di un'infiammazione nel tratto gastrointestinale, i globuli bianchi migrano verso di esso e rilasciano la proteina, la cui concentrazione nelle feci aumenta di conseguenza.
Per tale motivo, la calprotectina può essere utilizzata come indicatore di infiammazione nei casi di malattie intestinali croniche, alcune infezioni di origine batterica o tumori dell'apparato digerente.

Il dosaggio fecale della calprotectina è l'unico esame che può fornire indicazioni sulla sede dell'infiammazione. La determinazione del parametro nel plasma evidenzia, invece, uno stato flogistico che può essere localizzato ovunque. Inoltre, nei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (quali rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn), il dosaggio della calprotectina fecale è un valido indice del grado di flogosi.

Cos'è

Cos'è la Calprotectina?

La calprotectina è una proteina di 36 kDa, capace di legare il calcio e lo zinco; presente un po' in tutti i distretti del corpo umano, si concentra principalmente nel citoplasma dei granulociti neutrofili.
In concentrazioni inferiori, la calprotectina è presente anche nei monociti e nei macrofagi che da essi derivano; queste cellule, similmente ai neutrofili, sono globuli bianchi preposti a fagocitare - quindi a inglobare, digerire e distruggere - particelle estranee penetrate nell'organismo, compresi i microrganismi (verso i quali sono più attivi i neutrofili).

Sia i neutrofili che i macrofagi hanno la capacità di secernere mediatori chimici della risposta infiammatoria.
All'interno di queste cellule immunitarie, la calprotectina esibisce un'elevata attività batteriostatica e micostatica; come tale, contrasta efficacemente la crescita di funghi e batteri.

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Perché si Misura

A cosa serve il test della Calprotectina?

Dal momento che i processi flogistici si accompagnano tipicamente a un accumulo di leucociti neutrofili e di macrofagi nei tessuti infiammati, la calprotectina può essere utilizzata come marker indiretto di infiammazione. Infatti, per quanto esposto, i livelli di calprotectina nel plasma tendono ad aumentare in maniera aspecifica in corrispondenza di fenomeni infiammatori. Similmente, nelle malattie flogistiche intestinali, la concentrazione di calprotectina nelle feci si eleva nettamente rispetto alla norma.

Calprotectina: come varia nelle malattie infiammatorie intestinali

Le concentrazioni di calprotectina nelle feci aumentano in corrispondenza di malattie infiammatorie del tubo digerente, aiutando quindi a distinguere le patologie flogistiche croniche dell'intestino (morbo di Crohn, colite ulcerosa) da quelle su base disfunzionale (sindrome del colon irritabile).
Diversi studi hanno dimostrato che elevati livelli di calprotectina nelle feci hanno un significato predittivo migliore, per le malattie infiammatorie intestinali, rispetto ad altri markers tipici dell'infiammazione, quali PCR e VES.

Il dosaggio della calprotectina fecale è infatti in grado di evidenziare stati infiammatori in stadi così lievi o precoci da non essere sufficienti a modificare i valori di VES o PCR. Inoltre, nelle feci la calprotectina è stabile fino a sette giorni a temperatura ambiente, e per mesi se il materiale viene congelato a -20°C.
Altro aspetto importante, che contribuisce a elevare l'utilità diagnostica di questo esame, è l'indipendenza dei valori fecali dalle flogosi presenti in altri distretti dell'organismo, che al contrario possono provocare un innalzamento dei succitati marcatori sistemici di infiammazione.
Nella ricerca di processi flogistici intestinali, la calprotectina fecale si è dimostrata più affidabile anche rispetto alla conta dei leucociti o al dosaggio di lattoferrina.

Calprotectina: quando viene prescritto l'esame?

Il medico può richiedere l'esame della calprotectina fecale per capire quale sia la causa di sintomi come:

Per confermare il sospetto di malattia o escludere dalla diagnosi le condizioni che causano segni simili, il dosaggio della calprotectina viene spesso richiesto con altre analisi delle feci come:

Il medico può prescrivere anche l'esecuzione di analisi del sangue che indichino la presenza e la severità dell'infiammazione, quali la velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C-reattiva (PCR).
Infine, per la conferma diagnostica di IBD, il paziente può essere sottoposto a un esame endoscopico (colonscopia o sigmoidoscopia). Quest'accertamento permette di esaminare direttamente l'intestino attraverso l'acquisizione di immagini, e di prelevare piccoli pezzi di tessuto (biopsia) per verificare la presenza di processi infiammatori e determinare se siano subentrati cambiamenti istologici.

Malattie infiammatorie intestinali (IBD): cosa e quali sono

Le malattie infiammatorie intestinali (IBD) sono un gruppo di patologie croniche caratterizzate da infiammazione e danneggiamento dei tessuti di rivestimento del tratto intestinale.

Le cause delle IBD non sono ancora del tutto note, ma si ritiene che alcune di queste patologie siano dovute a un processo autoimmune attivato da predisposizione genetica, virus e/o fattori ambientali.

Le più comuni tra le IBD sono il morbo di Crohn e le coliti ulcerose. Le persone affette da tali patologie hanno tipicamente momenti di acutizzazione alternati a periodi di remissione, durante i quali i sintomi si placano. L'esame della calprotectina fecale non è specifico per la diagnosi di IBD, ma viene effettuato per determinare e valutare lo stadio dell'infiammazione e risulta utile nel monitoraggio della patologia.

Calprotectina: utilità diagnostica

La valutazione della calprotectina consente di: 

  • Determinare se sia in corso uno stato infiammatorio dell'intestino;
  • Distinguere una malattia infiammatoria intestinale (IBD) da altre patologie dello stesso tratto che causano sintomi simili;
  • Monitorare la progressione di una malattia infiammatoria intestinale già diagnosticata.

Valori normali

I valori di riferimento sono leggermente variabili da laboratorio a laboratorio; per quanto riguarda l'adulto, sono indicativamente compresi nei seguenti limiti:

  • Negativo < 50 µg/g
  • Debolmente positivo > 50 – 120 µg/g
  • Positivo > 120 µg/g

NOTA: in età pediatrica il valore cut-off di 50 µg/g di feci è valido a partire dai 4 anni. Nei bambini di età inferiore, così come negli anziani, i valori normali sono nettamente più elevati.

Attenzione: i valori e l'intervallo di riferimento dell'esame possono variare leggermente in funzione di età, sesso e strumentazione in uso nel laboratorio analisi. Per questo motivo, è preferibile consultare i range riportati direttamente sul referto. Occorre ricordare, inoltre, che i risultati delle analisi devono essere valutati nell'insieme dal medico di base che conosce il quadro anamnestico del proprio paziente.

Calprotectina Alta - Cause

Cosa significa avere la Calprotectina alta?

Aumenti consistenti della calprotectina nelle feci si riscontrano soprattutto nelle malattie infiammatorie croniche dell'intestino (rettocolite ulcerosa, Morbo di Crohn) e in neoplasie del tratto gastroenterico di grado elevato.
Come anticipato, la calprotectina fecale non è invece aumentata nelle persone con patologie non organiche, spesso di tipo funzionale, come la sindrome del colon irritabile (IBS). Può invece aumentare in patologie di carattere infiammatorio, acuto o cronico, comunque circoscritte al tratto digerente, come malattie peptiche, esofagiti, diverticoliti ed enterocoliti infettive.
L'eliminazione di calprotectina nelle feci è inoltre un buon marcatore di recidiva nei soggetti affetti da malattie infiammatorie intestinali, dato il suo maggior incremento nelle fasi clinicamente attive della malattia.

Calprotectina fecale Alta: le cause più comuni

Cosa fare se la Calprotectina è alta?

Valori elevati di calprotectina fecale possono indurre il medico a prescrivere ulteriori indagini diagnostiche, compresi esami invasivi, come ad esempio la colonscopia e la ileoscopia con esame istologico o l'ecografia dell'addome.
Il fatto che le concentrazioni fecali di calprotectina risultino aumentate nelle neoplasie del tratto gastro-intestinale, in particolare nel cancro colon-rettale, giustifica la maggior affidabilità della calprotectina fecale come test di screening, rispetto alla messa in evidenza di sangue occulto nelle feci.

Calprotectina Bassa - Cause

Nel caso l'esame evidenzi bassi livelli di calprotectina fecale, vi è un'elevata possibilità che non esistano patologie organiche intestinali; di conseguenza, i disturbi gastro-intestinali che hanno indotto il medico a prescrivere l'esame, sono probabilmente riconducibili alla sindrome dell'intestino irritabile, ad altre patologie funzionali o a celiachia.

Come si misura

Calprotectina nelle feci: come si esegue l'esame

Il dosaggio della calprotectina fecale viene eseguito su un piccolo quantitativo di feci, raccolto in un apposito contenitore pulito. Il campione non dev'essere contaminato da acqua o urine.

Preparazione

  • Non è richiesto il digiuno.
  • Astenersi da attività fisiche pesanti nei due giorni che precedono il test.
  • Evitare di sottoporsi al dosaggio della calprotectina nelle feci durante il periodo mestruale o in presenza di situazioni emorragiche intestinali (ad esempio in presenza di emorroidi).
  • In vista dell'esame, il medico può suggerire la sospensione della terapia con farmaci anti-infiammatori non steroidei (inclusa l'aspirina) e inibitori dell'acidità gastrica. Non sospendere l'assunzione di questi medicinali di propria iniziativa e rispettare in tal senso le direttive mediche.

Al fine di tenere conto delle variazioni giornaliere dei livelli di calprotectina, il medico può richiedere l'analisi di campioni fecali prelevati in due giorni consecutivi.

Interpretazione dei Risultati

Cosa indica la Calprotectina nelle feci?

La concentrazione elevata di calprotectina fecale indica che si è instaurata un'infiammazione del tratto gastrointestinale: più la concentrazione è elevata, più l'infiammazione è grave.

Calprotectina fecale Alta

L'aumento della calprotectina nelle feci è stato osservato in caso di:

Non si verifica un incremento, invece, nei disturbi non infiammatori, ma funzionali.
Ad ogni modo, per determinare l'esatta causa dell'infiammazione e dei sintomi che il paziente riporta, sono spesso necessari ulteriori accertamenti, come la colonscopia o l'ecografia dell'addome.

Calprotectina fecale Bassa

Valori bassi di calprotectina non hanno particolare significato, se non quello di escludere la presenza di malattie infiammatorie intestinali.

Una concentrazione ridotta di calprotectina può segnalare la presenza di un'infezione virale o di una sindrome da colon-irritabile; in questi casi, l'endoscopia è meno indicata.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici