Body Shaming: cosa vuol dire, chi colpisce e come affrontarlo

Body Shaming: cosa vuol dire, chi colpisce e come affrontarlo
Ultima modifica 06.02.2023
INDICE
  1. Cos’è e cosa vuol dire body shaming?
  2. Chi pratica body shaming?
  3. Chi colpisce il body shaming?
  4. Perché avviene il body shaming? Cause
  5. Conseguenze del body shaming: perché bisogna fermarlo?
  6. Come affrontare il body shaming?
  7. Bibliografia

Cos’è e cosa vuol dire body shaming?

Per body shaming si intende qualsiasi azione (o inazione) finalizzata ad umiliare o criticare negativamente qualcuno per la sua fisicità.

L'obbiettivo del "body-shamer" è far provare vergogna a qualcuno per una o più delle sue caratteristiche corporee.

Anche se la tendenza attuale è di "estremizzare" il concetto, estendendolo a qualsiasi commento o atteggiamento inappropriato, il body shaming rappresenta in realtà qualcosa di molto più profondo e grave.

  1. Prima di tutto, il body shaming è un'azione intenzionale.
  2. In secondo luogo, si tratta di un comportamento aggressivo (attivo o passivo) verbale o non verbale, concepito per ferire una persona o un gruppo di persone. Non stiamo parlando di un "commento" mal riuscito, della "mancanza di tatto", di chiacchiere involontariamente lasciate trapelare, di un goffo tentativo "ironico", dell'iniziazione al cameratismo ecc. L'intento è inequivocabilmente mortificante e senza alcun altro fine.
  3. Terzo, spesso il body shaming viene instaurato in gruppo.
  4. Può inoltre associarsi ad altri comportamenti o atteggiamenti disfunzionali sul piano sociale e relazionale, come la discriminazione razziale o di genere sessuale, l'omofobia, il bullismo, il cyber-bullismo, il mobbing, lo stalking ecc.

In un certo senso, il body shaming rappresenta una conseguenza negativa dell'iper-sessualizzazione – che, ricordiamo, riguarda soprattutto le donne, ma non solo!

In un contesto sociale che mette l'apparenza sopra ogni cosa, chi non soddisfa tale criterio di omologazione genera (involontariamente e inconsapevolmente) un vero e proprio "fastidio" che, nei casi peggiori, evolve in un sentimento negativo molto vicino all'odio.

Nei casi più gravi, assume veri e propri tratti persecutori – come dimostrano alcune recenti vicende sui social media.

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Chi pratica body shaming?

Chiunque può assumere le vesti di un body shamer – e, probabilmente, molti di noi lo hanno fatto con poca consapevolezza.

Tuttavia, ciò che si oggi si osserva è soprattutto l'estremo dilagare del fenomeno digitale.

Sono innumerevoli i soggetti che "di persona" si (e ci) risparmierebbero gran parte delle angherie invece espresse sui social media o altre piattaforme – comprese le testate giornalistiche e i programmi televisivi.

Il fenomeno del "leone da tastiera" è quindi una vera e propria piaga contemporanea, perché snatura gli equilibri che naturalmente si instaurerebbero nei rapporti "di persona".

Di fronte a un monitor vengono meno i tipici feed-back comunicativi, quindi l'empatia e tutto ciò che ne deriva; la vittima è "una fotografia", non una persona.

Purtroppo però, dall'altra parte ciò che viene vissuto è identico o addirittura peggiore di quanto accadrebbe di presenza.

Chi colpisce il body shaming?

Il body shaming può essere rivolto a chiunque e per una vasta gamma di "motivazioni".

La caratteristica statisticamente più interessata dal body shaming è senza dubbio l'eccesso ponderale, ovvero il fat-shaming.

Sono molto interessati dal body shaming anche: la magrezza eccessiva, il seno piccolo, la bassa statura, la pelosità (soprattutto irsutismo femminile ed ipertricosi), la mancanza di pelo (soprattutto le forme di alopecia o la calvizie), il colore dei capelli (soprattutto il rosso), la forma del corpo (le proporzioni, la lunghezza degli arti ecc.), la muscolarità (paradossalmente, anche quando eccessiva), le ridotte dimensioni del pene, alcune caratteristiche del viso (ad es. un naso molto pronunciato), cicatrici o menomazioni permanenti, malattie della pelle come la psoriasi ecc.

Perché avviene il body shaming? Cause

Il body shaming è sempre esistito ma, purtroppo, spesso ignorato.

Oggi se ne parla moltissimo soprattutto per le seguenti ragioni:

  1. La digitalizzazione ha promosso da un lato la diffusione di questi fenomeni;
  2. La maggior consapevolezza generale;
  3. L'aumento esponenziale della sensibilità collettiva verso la fisicità e, con essa, l'insoddisfazione per la propria immagine corporea.

Uno studio su film e libri destinati ai bambini ha riconosciuto vari messaggi riguardanti l'importanza dell'apparenza.

I media rivolti ai più piccoli sono saturi di messaggi che enfatizzano l'attrazione fisica come parte importante delle relazioni e dell'interazione interpersonale.

Tra i film analizzati nello studio, due film Disney contenevano il maggior numero di messaggi sulla bellezza. Questo studio ha anche rilevato che il 64% dei video studiati ritraeva personaggi obesi come poco attraenti, malvagi, crudeli e ostili, con più della metà delle rappresentazioni che associava l'elevato consumo di cibo a connotazioni negative.

Alcune forme di body shaming hanno origini antiche. È nota la superstizione popolare che vede le persone con i capelli rossi (anche in Italia) o biondi (ad es. in Giappone) come potenzialmente malvage.

Le forme di discriminazione possono differire in modo significativo anche in base della fascia di età. Ad esempio, i preadolescenti molto alti sono talvolta descritti come "goffi", e possono essere "temporaneamente" valutati in maniera dispregiativa – nonostante l'alta statura sia una caratteristica positiva e riconducibile all'età adulta.

A volte il body shaming può estendersi al concetto di mascolinità o femminilità. Ad esempio, gli uomini con i fianchi larghi e una muscolarità pettorale poco sviluppata, magari con un tessuto adiposo consistentemente localizzato e glabri, possono essere additati come poco virili o addirittura femminili. Allo stesso modo, le donne con poco seno, spalle larghe e peli evidenti, posson essere valutate come mascoline e androgine.

Conseguenze del body shaming: perché bisogna fermarlo?

Livelli estesi di body shaming possono avere effetti emotivi negativi, tra cui un abbassamento dell'autostima e lo sviluppo di problemi psicologici e/o comportamentali; ad esempio: disturbi dell'immagine corporea e relativi disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, dismorfofobia, vigoressia), ansietà e depressione.

Gli effetti depressivi indotti dal body shaming possono peggiorare drammaticamente nelle persone convinte che il proprio corpo non possa soddisfare i criteri sociali.

Il suicidio dovuto al body shaming è la quarta principale causa di morte tra i 15 e i 19 anni.

Come affrontare il body shaming?

Il body shaming può essere affrontato in vari modi, a seconda del caso, ovvero della persona colpita e dell'entità dell'aggressione.

Nei casi meno gravi, ovvero quando si ha la "certezza" che lo stato emotivo e psicologico del soggetto sia sotto controllo, può essere sufficiente tentare di migliorare resilienza e capacità positiva di coping.

In alcuni casi la persona reagisca autonomamente, difendendosi in maniera fisica ad un'aggressione verbale o comportamentale. Questo è assolutamente da evitare perché, nella maggior parte dei casi, tale comportamento viene a sua volta perseguito – aggiungendo "il danno alla beffa". Al disagio complessivo si aggiungerebbe quindi anche un'ulteriore persecuzione da parte del resto della collettività.

Se invece la persona in questione, soprattutto in età evolutiva, mostra evidenti segni di disagio ed alterazione delle normali abitudini quotidiane – dieta, relazioni sociali, sport, tempo libero ecc. – è di primaria importanza chiedere aiuto ad uno specialista del comportamento infantile. In alcuni casi, un supporto psicologico è determinante.

Quando il body shaming viene instaurato da più persone, o mostra una certa gravità, è imperativo allertare le istituzioni o, in alcuni casi, le autorità competenti.

In ambito scolastico o lavorativo, tali comportamenti vanno denunciati immediatamente alle figure preposte (professori, dirigenti scolastici, superiori, sindacati ecc.). Quando necessario, le vie legali possono risultare determinanti.

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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer