Ultima modifica 25.02.2020

Generalità

La biopsia del seno è una procedura che permette l'analisi istologica del tessuto mammario, eseguita su piccole porzioni di tessuto prelevate da un nodulo o da un'area ritenuta sospetta.
biopsia-senoQuesta metodica viene eseguita al fine di escludere o confermare un dubbio diagnostico, relativo ad alterazioni strutturali della ghiandola mammaria emerse da precedenti indagini radiologiche (ecografia, mammografia e risonanza magnetica) e dalla valutazione clinica (visita senologica).
La biopsia del seno viene eseguita sotto guida ecografica o mammografica, introducendo nel seno un ago tranciante o praticando un'incisione, fino a raggiungere la formazione sospetta dalla quale si raccoglie il campione da sottoporre alle analisi in laboratorio. In base all'esito dell'esame istologico, il medico specialista deciderà se procedere con ulteriori accertamenti e/o stabilirà il percorso terapeutico più adeguato al caso.

Che cos'è?

La biopsia del seno consiste nel prelievo di materiale tissutale mammario in forma di piccoli frustoli cilindrici, prelevati dall'area del seno in cui è stata individuata un'anomalia o una sospetta formazione neoplasica. Il materiale così raccolto viene poi sottoposto all'esame istologico (studio al microscopio ottico delle caratteristiche di un tessuto) o ad altre prove di laboratorio.  
Di solito, la biopsia del seno viene eseguita dopo un prelievo citologico non diagnostico (inadeguato o non rappresentativo) oppure in caso di discordanza tra il referto dallo specialista in anatomia patologica e quello del radiologo o del chirurgo.
Lo scopo di questa procedura è, infatti, quello di definire con maggiore precisione e attendibilità la natura e le caratteristiche istopatologiche del tessuto in esame, escludendo o confermando la diagnosi di tumore al seno maligno.
La biopsia mammaria consente, quindi, di indicare gli approcci terapeutici più adeguati ad ogni singolo caso e, qualora fosse necessario un intervento, permette di programmare al meglio il tipo di operazione chirurgica da eseguire per avere accesso alla neoplasia.

A cosa serve?

La biopsia del seno è una metodica utilizzata frequentemente in ambito oncologico, al fine di escludere gli eventuali dubbi diagnostici e ottenere un responso più preciso possibile.

Di solito, questa procedura è indicata nei casi in cui venga riscontrato un nodulo, un ispessimento o un'area di tessuto mammario sospetta alla palpazione e all'interpretazione del quadro mammografico o ecografico, e nei casi in cui l'esame citologico (agoaspirato) non fornisca informazioni sufficientemente attendibili sulla natura di tale anomalia.
Il prelievo di tessuto mammario permette di distinguere un'alterazione benigna (come nel caso di cisti e fibroadenomi) da una lesione di natura maligna (carcinoma o altri tumori), stabilendo la patologia in corso. Oltre alla valutazione istologica, la biopsia del seno consente di definire anche le caratteristiche funzionali della lesione (come l'attività biologica e l'eventuale invasività).
La biopsia del seno può essere indicata anche in presenza di: secrezioni sierose o ematiche dai capezzoli; variazioni inusuali della cute e dell'areola di una o entrambe le mammelle (fossette, pelle a buccia d'arancia, gonfiori, arrossamenti o sensazione di calore) e dolore ingiustificato al seno o all'ascella.
Nella maggior parte dei casi, il prelievo viene effettuato sotto guida ecografica (cioè con l'uso degli ultrasuoni) o radiografica (nel caso della mammografia), per localizzare al meglio la lesione ritenuta sospetta e raggiungere il bersaglio in modo esatto.

Tipi di biopsia

La biopsia del seno può essere eseguita con diverse procedure. La scelta della tecnica di prelievo di tessuto mammario viene effettuata dal medico specialista sulla base di vari fattori, come le caratteristiche, le dimensioni o la localizzazione della lesione da analizzare.
In ogni caso, lo scopo di queste procedure è quello di chiarire un dubbio diagnostico relativo ad alterazioni strutturali evidenziate da esami diagnostici precedenti (mammografia, ecografia o risonanza magnetica). Il campione di tessuto viene quindi analizzato al microscopio per determinare se è tumorale o meno.
Le principali tecniche oggi disponibili comprendono:

  • Agobiopsia mammaria: consente di prelevare una piccola porzione di tessuto (frustolo) con un ago tranciante di calibro lievemente superiore a quello di una siringa usata per le normali iniezioni. Una volta inserito nel seno e raggiunta l'area da esaminare, questo strumento permette di raccogliere delle porzioni di tessuto mammario da sottoporre a successive analisi al microscopio. L'esame viene svolto generalmente in anestesia locale e, il più delle volte, sotto guida ecografica.  
  • Macro-agobiopsia: attraverso un'incisione di 1-2 millimetri, nella zona ritenuta sospetta viene introdotto un ago con una scanalatura in cui scorre una lama tranciante, che permette di asportare un frustolo di tessuto. Di solito, non sono necessari punti di sutura. La macro-biopsia utilizza aghi di maggiore calibro rispetto alla precedente tecnica. Nel corso della procedura, vengono prelevati più campioni, ciascuno delle dimensioni di un chicco di riso.
  • Biopsia chirurgica (escissionale o incisionale): prevede la rimozione, attraverso un'incisione sul seno, di una porzione della massa (biopsia incisionale) o dell'intero nodulo, e di una piccola parte di tessuto circostante (biopsia escissionale) da sottoporre, poi, ad esame istologico.
    La biopsia escissionale è il metodo più accurato per effettuare una diagnosi, ma è anche quello più invasivo (per questo motivo, non rappresenta, di solito, la tecnica di prima scelta).
    La biopsia chirurgica viene eseguita in sala operatoria: attraverso un'incisione della cute di 2-3 cm, il chirurgo isola il nodulo dal resto della ghiandola e lo asporta. Il pezzo viene poi inviato al laboratorio di anatomia patologica per essere studiato. Nel caso in cui la formazione nodulare o la massa sospetta non fosse palpabile, prima dell'intervento viene contrassegnata la sede della lesione, che dev'essere asportata dal chirurgo (centratura preoperatoria). A questo scopo, può essere prevista l'introduzione di un ago sottile, mediante il quale può essere posizionato un filo metallico (che verrà rimosso poi durante l'intervento chirurgico) o iniettata qualche goccia di un tracciante radioattivo. 

Come si effettua

La biopsia mammaria consiste nel prelievo di campioni di tessuto con il posizionamento di un apposito ago tranciante, comandato da un meccanismo a molla, o di un repere per guidare l'asportazione chirurgica delle alterazioni che generano sospetti.
Per localizzare al meglio il nodulo o l'area, la biopsia del seno viene effettuata con il supporto di mammografia, ecografia o risonanza magnetica: l'operatore individua il bersaglio preciso del prelievo grazie all'osservazione in tempo reale su uno schermo delle immagini elaborate dai diversi strumenti di imaging.
Il tempo richiesto per l'indagine varia a seconda del tipo di prelievi effettuati e del loro numero; in genere, la durata della biopsia del seno oscilla tra i 15 e i 60 minuti.
La paziente viene fatta stendere in posizione supina su un lettino, con le braccia rivolte in alto e l'area del seno scoperta; in alcuni casi, può essere richiesto di stendersi sul fianco.
La cute è accuratamente disinfettata e, nella zona del prelievo, viene somministrato un anestetico locale per via percutanea.
L'area da cui raccogliere una piccola frazione di tessuto viene raggiunta tramite un ago tranciante di pochi millimetri di diametro o, se necessario, viene eseguita una piccola incisione cutanea (2-3 mm) con la punta di un bisturi, per consentire il campionamento di tessuto nella parte indicata (si prelevano generalmente 3 o 4 frustoli).
Al termine dell'esame, il rischio di sanguinamento viene limitato da una leggera compressione per alcuni minuti e viene applicata una borsa di ghiaccio secco per accelerare l'assorbimento degli eventuali ematomi e alleviare la sensazione dolorosa. Nella maggior parte dei casi, non è necessario suturare la cute. La paziente può tornare subito dopo alla propria abitazione ed è consigliato un periodo di riposo di alcune ore. La medicazione può essere rimossa il giorno dopo.
Il materiale raccolto viene inviato al laboratorio e studiato al microscopio dallo specialista in anatomia patologica, che provvederà alla valutazione completa dell'istotipo, del grado di differenziazione della lesione e, qualora si renda necessario, delle caratteristiche funzionali mediante reazioni antigene-anticorpo con metodiche di immunoistochimica.
In alcuni casi, i tessuti possono essere oggetto di uno studio molecolare mediante tecniche specifiche.

Interpretazione dei risultati

B1 = Inadeguato/Non rappresentativo

Indica un prelievo tecnicamente non ottimale (inadeguato) o non rappresentativo per la formulazione della diagnosi. Ciò significa che le caratteristiche istologiche riscontrate non giustificano il quadro clinico-radiologico e che il medico deve rivalutare il caso.

B2 = Reperto Benigno

Il campione è adeguato e riferibile a lesioni di natura assolutamente benigna.

B3 = Atipia in lesione probabilmente benigna

L'analisi del materiale ha riscontrato caratteristiche citologiche e/o strutturali diverse da quelle di una lesione francamente benigna. In tal caso, la formazione è considerata “probabilmente benigna” o identificata come “fattore di rischio” per il carcinoma.  A seconda delle caratteristiche riscontrate, quindi, possono essere indicati ulteriori accertamenti per la corretta definizione della condizione patologica.

B4 = Sospetto di malignità

La biopsia del seno evidenzia un campione con caratteristiche che suggeriscono la probabile presenza di un carcinoma. Questi casi sono sottoposti all'intervento chirurgico, che consentirà un'adeguata definizione della lesione.

B5 = Reperto maligno

L'analisi citologica del materiale indica la presenza di un carcinoma franco, in situ oppure infiltrante lo stroma. Ciò significa che sono state riscontrate nel campione delle cellule con inequivocabili caratteri di malignità. Il reperto identifica i casi da sottoporre a intervento: l'esame istologico di tutta l'area asportata consentirà una diagnosi più completa e accurata.

Preparazione all'esame

Prima della biopsia mammaria, è opportuno che la persona che vi si deve sottoporre informi il senologo di riferimento se soffre di eventuali allergie.
Un altra accortezza importante consiste nel sospendere temporaneamente (o ridurre), previo parere del proprio medico curante o dello specialista che eseguirà la procedura, le terapie a base di farmaci anticoagulanti nelle 48 ore precedenti l'esame (per ridurre il rischio di sanguinamento). Non è necessario interrompere, invece, altri eventuali trattamenti farmacologici in corso (ad esempio, per l'ipertensione o il diabete).

Rischi e Complicazioni

La biopsia mammaria provoca generalmente un dolore minimo e accettabile in corso dell'esame, in quanto viene eseguita in anestesia locale. Tuttavia, si tratta di una procedura invasiva e traumatica per il seno: è possibile, dunque, che una manifestazione dolorosa compaia nella sede del prelievo nelle ore successive.
In questi casi, su consiglio del medico, è possibile assumere comuni antidolorifici (di solito, paracetamolo) e applicare impacchi freddi nei giorni successivi alla biopsia mammaria. Anche indossare un reggiseno che fornisca un buon sostegno può contribuire ad alleviare la dolorabilità.
Nei giorni successivi potrebbero comparire dei lividi nell'area, che coincidono con la piccola diffusione di sangue nei tessuti che circondano il punto del prelievo.
Altri rischi associati a una biopsia mammaria includono:

  • Emorragie e versamenti ematici di modesta entità;
  • Senso di tensione della pelle e gonfiore del seno;
  • Infezioni della ghiandola mammaria (rare, poiché vengono rispettate tutte le regole per operare in condizioni di sterilità);
  • Sanguinamento al sito di biopsia (più frequente nelle zone in cui la mammella è più ricca di plessi venosi superficiali);
  • Possibili deformità mammarie, a seconda di quanto tessuto viene rimosso;
  • Puntura accidentale della pleura e passaggio di aria nel cavo pleurico (pneumotorace);
  • Ulteriore intervento chirurgico o altri trattamenti, a seconda dei risultati della biopsia.

Nel caso in cui comparisse la febbre, l'area interessata dall'indagine diventasse arrossata e calda o comparisse una secrezione insolita nella sede del prelievo, è consigliabile rivolgersi al proprio medico. Dopo una biopsia del seno, queste manifestazioni possono indicare, infatti, l'insorgenza di un'infezione, la quale può richiedere un trattamento immediato.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici