Bartolinite: Cos’è? Cause, Sintomi, Rimedi e Cura

Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento e Rimedi
  7. Prevenzione

Generalità

La bartolinite è l'infiammazione delle ghiandole di Bartolini. Questo disturbo è tipico dell'età fertile.  

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Le ghiandole di Bartolini hanno sede nella regione vulvare, tra le grandi labbra, in prossimità dell'orifizio vaginale, dove contribuiscono alla normale lubrificazione della vagina, soprattutto durante i rapporti sessuali.

La bartolinite è causata generalmente da un'infezione o da traumatismi della zona genitale. I fattori predisponenti l'infiammazione delle ghiandole di Bartolini comprendono le scarse condizioni igieniche, i rapporti sessuali e l'uso eccessivo di biancheria intima sintetica o di abiti attillati che provocano sfregamento.

I sintomi principali della bartolinite sono dolore, tensione e gonfiore dell'area colpita, che si presenta coperta da cute edematosa ed arrossata. La paziente lamenta difficoltà alla deambulazione e nell'assumere la posizione seduta. Queste manifestazioni possono associarsi anche ad un rialzo della temperatura corporea.

Nella maggior parte dei casi, l'infiammazione semplice delle ghiandole di Bartolini è transitoria e si risolve nel giro di 3-5 giorni. In altri casi, però, il processo patologico può dare luogo alla formazione di una cisti o di un ascesso.

L'inquadramento diagnostico della bartolinite prevede una visita ginecologica.

L'intervento terapeutico consiste nel ricorso ad antinfiammatori per contrastare il processo flogistico acuto in corso, eventualmente associati ad impacchi caldo-umidi o semicupi per favorire il drenaggio spontaneo della ghiandola. Il medico può prescrivere degli antibiotici, da assumere sia per via orale, sia attraverso l'utilizzo di pomate da impiegare a livello locale.

Le formazioni ascessuali che derivano dalla bartolinite sono incise e drenate. Se l'infiammazione si ripresenta due o tre volte nel corso di un anno, invece, può essere indicata la rimozione chirurgica delle ghiandole di Bartolini coinvolte (bartolinectomia).

Cos’è

Ghiandole di Bartolini (in breve)

  • Cosa sono - Le ghiandole di Bartolini (o ghiandole vestibolari maggiori) sono due piccole ghiandole di forma ovaloide o rotondeggiante.
  • Dove si trovano - Le ghiandole di Bartolini sono situate profondamente e disposte in maniera simmetrica (una su ciascun lato) presso la parete laterale e posteriore dell'orifizio vaginale.
  • A cosa servono - La funzione delle ghiandole di Bartolini consiste nel secernere un liquido viscoso e trasparente durante i rapporti sessuali. Questo fluido è normalmente prodotto per contribuire alla lubrificazione del canale vaginale, quando una donna è sessualmente eccitata. Talvolta, i dotti escretori da cui fuoriesce normalmente questo liquido si ostruiscono, favorendo la proliferazione di germi.
  • Come cambiano con l'età - Nelle ragazze giovani, le ghiandole di Bartolini presentano piccole dimensioni (poiché in tale periodo non sono ancora funzionanti), mentre nelle donne adulte sessualmente attive raggiungono il loro massimo volume. Con l'avanzare dell'età, queste strutture vanno incontro ad un'involuzione e, dopo la menopausa, risultano atrofiche.
Per approfondire: Ghiandole di Bartolini - Anatomia, Funzioni e Disturbi associati

Bartolinite: cos'è?

La bartolinite è un'infiammazione che interessa una sola o entrambe le ghiandole di Bartolini. Il processo flogistico si sviluppa nell'estremità inferiore delle pliche cutanee della vulva (piccole e grandi labbra), ai lati del vestibolo della vagina

La bartolinite si manifesta con gonfiore, dolore vivo, arrossamento e tensione della cute sovrastante la ghiandola di Bartolini coinvolta.

Cause e Fattori di Rischio

Bartolinite: da cosa dipende l'infiammazione?

La bartolinite è causata generalmente da un'infezione. I patogeni più frequentemente responsabili sono batteri di origine vaginale o intestinale, come Streptococco o Escherichia coli, ma possono essere implicati anche Chlamydia trachomatis e Mycoplasma hominis.

La bartolinite può essere provocata anche da lesioni traumatiche, come quelle determinate dalla compressione o dallo sfregamento ripetuto delle parti intime durante i rapporti sessuali prolungati, l'uso della bicicletta o la biancheria troppo stretta (perizomi, slip ecc.). Meno spesso, la bartolinite risulta dallo sviluppo anomalo dei tessuti del tratto genitale (malformazione congenita) o da una malattia trasmessa per via sessuale, come la gonorrea.

La bartolinite si può verificare in assenza di lesioni preesistenti o nel contesto di una cisti ghiandolare. All'interno della ghiandola di Bartolini infiammata può svilupparsi una raccolta di pus che fuoriesce dal dotto escretore o, se ostruito, verso la faccia interna delle grandi labbra.

Bartolinite: fattori predisponenti e/o aggravanti

I fattori che possono predisporre all'infiammazione delle ghiandole di Bartolini comprendono:

  • Scarse condizioni igieniche generali;
  • Rapporti sessuali (soprattutto se frequenti e vigorosi);
  • Impossibilità di lavarsi per lungo tempo le parti intime;
  • Abitudine a vestire con biancheria intima sintetica e colorata, e/o con abiti attillati che provocano sfregamento (come leggins e jeans aderenti);
  • Uso eccessivo della bicicletta.

Bartolinite: chi è più a rischio

Le patologie che coinvolgono le ghiandole di Bartolini sono soprattutto le infiammazioni (come la bartolinite) e la formazione di cisti. Queste problematiche sono più comuni nelle donne in età riproduttiva, in particolare tra i 20 ed i 30 anni.

Con l'avanzare del tempo, invece, la bartolinite si manifesta con minore probabilità. Nelle donne in peri-menopausa, infatti, le ghiandole di Bartolini vanno incontro ad una fisiologica involuzione. Per tale motivo, l'eventuale comparsa di un nodulo o una massa vulvare rende necessaria la biopsia escissionale, allo scopo di escludere la presenza di un tumore maligno.

Sintomi e Complicazioni

La bartolinite si manifesta tipicamente con gonfiore dell'area colpita, arrossamento, dolore intenso e febbre. Le ghiandole di Bartolini infiammate sono motivo di disagio durante i rapporti sessuali e rendono fastidiose le attività come sedersi o camminare. In presenza di una bartolinite, i genitali esterni modificano il loro normale aspetto: quando la tumefazione diventa molto voluminosa, le grandi labbra del lato interessato (uno o entrambi) risultano distese e coperte da cute edematosa ed arrossata.

Bartolinite: come si riconosce

La bartolinite si manifesta con un rigonfiamento, monolaterale (se l'infiammazione coinvolge una sola ghiandola di Bartolini) o bilaterale, in corrispondenza del terzo inferiore delle grandi labbra, accanto all'orifizio vaginale. Questa tumefazione può accrescere: da piccole come mandorle, le ghiandole di Bartolini infiammate possono raggiungere le dimensioni di una noce o, addirittura, di un'albicocca.

Altri sintomi tipici della bartolinite comprendono:

  • Dolore acuto;
  • Arrossamento;
  • Prurito locale;
  • Fastidio durante l'intimità.

Se l'infiammazione delle ghiandole di Bartolini dipende da un processo infettivo, inoltre, si possono manifestare anche febbre, senso di peso al basso ventre e produzione di secrezioni vaginali (solitamente, di colore giallastro).

Se la tumefazione dei genitali esterni è molto voluminosa, la bartolinite può provocare tensione della cute sovrastante le ghiandole di Bartolini con irritazione vulvare e dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e la deambulazione. Anche la minzione può diventare difficoltosa.

Complicanze e patologie concomitanti

La bartolinite può favorire l'ostruzione di un dotto escretore; quest'evento determina l'ingrossamento della ghiandola per il ristagno o la stasi del suo secreto viscoso all'interno dello stesso canale, da cui consegue la formazione di una cisti di Bartolini.

Quando il fluido contenuto all'interno di una cisti di Bartolini si infetta, può formarsi un ascesso (raccolta di pus dovuta alla penetrazione di alcuni germi, più frequentemente E. coli, Neisseria gonorrhoeae e Chlamydia trachomatis). In questo caso, è possibile la comparsa di qualche linea di febbre, pus e dolore molto intenso.

Gli ascessi della ghiandola di Bartolini sono sensibili al tatto, diventano molto voluminosi e provocano un arrossamento della pelle che li sovrasta.

Diagnosi

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Bartolinite: come viene formulata la diagnosi?

La diagnosi della bartolinite è stabilita con una visita medica specialistica. Con l'esame obiettivo, il ginecologo può effettuare il corretto inquadramento della patologia.

Visita ginecologica

La valutazione della bartolinite prevede l'esame dei genitali esterni, durante il quale il ginecologo riesce ad osservare il rigonfiamento e stabilire se è presente un'infezione. Con la palpazione della parte coinvolta, inoltre, il medico può definire se l'infiammazione ha dato luogo a complicanze, quali cisti o ascessi.

Qualora fossero presenti delle secrezioni, è possibile prelevarne un campione da inviare al laboratorio o eseguire un tampone per accertare o meno la presenza di infezioni, tra cui le malattie sessualmente trasmesse.

Biopsia

In qualche caso, i segni del tumore della vulva possono mimare quelli della bartolinite e della cisti di Bartolini. Pertanto, il medico può raccogliere un campione della lesione per analizzarla al microscopio e riconoscerne le eventuali caratteristiche neoplastiche.

La biopsia è indicata soprattutto alle donne di età superiore ai 40 anni e quando la tumefazione appare di forma irregolare o presenta delle strane protuberanze, per escludere un eventuale cancro vulvare.

Bartolinite: diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale viene posta con altri disturbi o lesioni della vulva che producono sintomi simili a quelli della bartolinite.

Raramente, i tumori della vulva originano per la trasformazione in senso neoplastico delle componenti epiteliali della ghiandola di Bartolini. Va segnalato che questa patologia può essere correlata con l'infezione da papilloma virus umano (HPV).

Il tumore delle ghiandole di Bartolini si presenta, di solito, come una neoformazione vulvare palpabile irregolare, nodulare e persistentemente indurita. Tardivamente, compaiono segni clinici come escoriazioni, dolore e prurito. La lesione può diventare necrotica o ulcerata, causando a volte sanguinamento o secrezioni vaginali acquose.

Quando consultare tempestivamente un medico

Per impostare la terapia corretta e scongiurare il peggioramento della bartolinite, è consigliabile recarsi dal medico alla comparsa dei primi sintomi (gonfiore, rossore e dolore).

In generale, i campanelli d'allarme da tenere in considerazione sono:

  • La bartolinite persiste da oltre una settimana, interferisce con la deambulazione o non permette di stare seduti;
  • La tumefazione continua ad aumentare di volume, produce dolore molto intenso e si associa alla comparsa di febbre e secrezioni purulente (sintomi che indicano la probabile evoluzione dell'infiammazione in un ascesso).

Trattamento e Rimedi

Nella maggior parte dei casi, la bartolinite è un disturbo transitorio che tende a risolversi nel giro di 3-5 giorni. In alcune occasioni, però, l'infiammazione può complicarsi e dare luogo alla formazione di una cisti o un ascesso.

Diverse soluzioni possono contribuire ad alleviare il fastidio ed accelerare la guarigione della bartolinite. I farmaci sono più efficaci nei primi stadi dell'infiammazione.

Farmaci per la cura della Bartolinite

Per contrastare il processo flogistico acuto in corso e limitarne la sintomatologia, la bartolinite prevede una cura di tipo farmacologico a base di antinfiammatori e analgesici. Al contempo, il medico può consigliare la detersione della zona infiammata, mattino e sera, con un sapone liquido germicida, specifico per le parti intime, fino al miglioramento dei sintomi.

Nel caso venga confermata la presenza di un'infezione, il medico può prescrivere degli antibiotici, sia da assumere per via orale, sia da applicare localmente per 7-10 giorni.  

Chirurgia: quando è necessaria?

Se la bartolinite persiste nonostante le cure o si ripresenta 2-3 volte nel corso di un anno, occorre considerare un approccio chirurgico. In particolare, se l'infiammazione ricorrente provoca una grave sintomatologia o tende a dare facilmente origine a complicanze, viene indicata l'incisione superficiale, la marsupializzazione o l'asportazione delle ghiandole di Bartolini (bartolinectomia). Questi interventi sono seguiti da un breve periodo di terapia con un antibiotico locale e dall'eventuale ricostruzione della normale anatomia del labbro affetto. L'ideale è realizzare queste procedure nella fase post-acuta dell'infiammazione, cioè quando i segni di flogosi non sono più presenti.

IN CASO DI RECIDIVE:

  • La marsupializzazione consiste in una piccola incisione della ghiandola interessata dal processo patologico e nell'esteriorizzazione delle sue pareti; in pratica, i margini interni vengono suturati alla superficie della vulva per consentire lo svuotamento della ghiandola ed un drenaggio continuo, in modo che il liquido non possa più ristagnare all'interno. Questa procedura può richiedere l'anestesia generale.
  • La bartolinectomia è una soluzione estrema adottata raramente per le bartoliniti persistenti con continua produzione di pus, che non possono essere trattate diversamente. L'intervento consiste nell'enucleazione completa delle ghiandole di Bartolini. Questa procedura viene eseguita in anestesia generale e comporta un maggior rischio di sanguinamento o complicazioni, come retrazioni cicatriziali con deformità della vulva.

Rimedi

Quando la bartolinite provoca sintomi lievi e sopportabili, è possibile effettuare degli impacchi caldo-umidi o dei semicupi locali. Quest'ultimi consistono in abluzioni locali, con l'immersione del bacino in acqua calda. I semicupi hanno un effetto calmante e può essere utile per diminuire la congestione della zona infiammata. I semicupi si effettuano in un recipiente di forma particolare; in alternativa, è possibile immergersi in una vasca da bagno, riempita di acqua per pochi centimetri.

Nel caso della bartolinite, i semicupi locali vanno effettuati 2-3 volte al giorno e, per essere utili, devono durare 10-15 minuti ciascuno. A volte, con questo trattamento, l'infiammazione scompare dopo 3-4 giorni. Qualora i semicupi fossero inefficaci, invece, è opportuno consultare il medico.

Prevenzione

Bartolinite: si può prevenire?

  • La più importante regola di prevenzione delle bartolinite è il mantenimento di una buona igiene dei genitali. Pertanto, occorre fare attenzione ad un'accurata e quotidiana pulizia locale e, soprattutto in estate, cambiare frequentemente la biancheria intima.
  • Un'altra buona abitudine per ridurre il rischio di incorrere in infezioni genitali, consiste nell'evitare l'abuso di assorbenti e salvaslip per l'intero arco della giornata, se non necessario. Questi ostacolano, infatti, la corretta traspirazione cutanea. Per lo stesso motivo, è sconsigliato l'uso di vestiti stretti e realizzati con fibre sintetiche: lo sfregamento continuo del tessuto sulla pelle può predisporre alle irritazioni locali.
  • Altra misura di prevenzione utile per la prevenzione della bartolinite è l'uso di un preservativo ogni volta che si hanno rapporti coitali con il partner. Praticare sesso sicuro può contribuire, infatti, a ridurre le probabilità di sviluppare l'infezione di una ghiandola di Bartolini.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici