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Atrofia Vaginale: Cause, Sintomi e Terapie

Atrofia Vaginale: Cause, Sintomi e Terapie
Ultima modifica 10.09.2021
INDICE
  1. Cos'è
  2. Cause
  3. Sintomi e Conseguenze
  4. Diagnosi
  5. Trattamento e Rimedi

Cos'è

Atrofia Vaginale: Cos’è?

L'atrofia vaginale, nota anche come atrofia vulvo-vaginale, è una condizione caratterizzata dalla perdita di elasticità e di turgore dei tessuti dell'apparato genitale femminile.

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Non è solo la vagina ad esserne coinvolta, ma anche i genitali esterni, in particolare le piccole labbra, che rimpiccioliscono e cambiano consistenza. Al contempo, si manifestano sintomi come prurito, bruciore, secchezza e dolore a livello vaginale e vulvare che interferiscono con le attività quotidiane, spesso determinando una diminuzione della qualità della vita.

L'atrofia vaginale si verifica soprattutto dopo la menopausa ed interessa circa la metà delle donne durante il climaterio.

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Cause

Atrofia Vaginale: Quali sono le Cause?

L'atrofia vaginale è quasi sempre conseguenza di una consistente riduzione della quantità di estrogeni, circolanti nel sangue. Meno estrogeni rendono i tessuti vaginali più sottili, secchi, meno elastici e più fragili. A ciò si aggiunge il fatto che i cambiamenti nei livelli di estrogeni causano anche una diminuzione del flusso sanguigno nell'area vaginale, che contribuisce ulteriormente alla secchezza vaginale ed al disagio.

Questo spiega la ragione per la quale l'atrofia vaginale s'instaura gradualmente a partire dalla menopausa, caratterizzata dal brusco calo ormonale dovuto alla cessazione dell'attività delle ovaie.

Cos'è la Menopausa (in breve)

La menopausa rappresenta l'esito fisiologico dell'esaurimento spontaneo del patrimonio follicolare. Le donne, infatti, producono solo un numero limitato di ovuli nella loro vita e la cessazione ciclica dell'attività ovarica e della stagione fertile avviene normalmente intorno all'età media di 50 anni. Il periodo della menopausa è caratterizzato dall'assenza di mestruazioni per almeno 12 mesi consecutivi, modifiche nelle secrezioni ormonali e da altri cambiamenti fisiologici.

Altre situazioni che comportano uno squilibrio ormonale tale da determinare un'alterazione dei tessuti significativa come quella indotta dalla menopausa sono: anoressia, trattamenti antitumorali ad applicazione locale (es. radioterapia pelvica) e chemioterapia per il cancro al seno. L'atrofia vaginale può anche svilupparsi a causa di cambiamenti ormonali associati all'allattamento e all'uso di farmaci ormonali. In questi casi, però, l'atrofia vaginale è reversibile.

Fattori scatenanti e/o aggravanti

I sintomi dell'atrofia vaginale possono peggiorare se una donna non è sessualmente attiva. L'attività sessuale regolare favorisce l'afflusso di sangue alla vagina. La mancanza di un'attività sessuale regolare fa sì che la vagina diventi più stretta e corta, il che non fa che aumentare il dolore e il disagio durante il rapporto e altre attività quotidiane.

Sintomi e Conseguenze

L'atrofia vaginale è correlata a sintomi irritanti e fastidiosi, che impongono di affrontare una condizione di costante disagio fisico.

Atrofia Vaginale: Come si Manifesta?

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L'atrofia vaginale si esprime con un'evidente perdita di tonicità dei tessuti e si manifesta con:

L'atrofia vaginale è spesso correlata a fastidiosi disturbi urinari, come urgenza minzionale, stranguria e pollachiuria: i medici usano il termine "sindrome genito-urinaria della menopausa" per descrivere l'atrofia vaginale ed i sintomi che l'accompagnano.

L'assottigliamento delle pareti vaginali e la secchezza possono predisporre ad infiammazione (si parla anche di vaginite atrofica). Questo processo flogistico provoca dolore, prurito ed irritazione locale; alcune donne presentano anche perdite vaginali.

Conseguenze sulla Sessualità

La lubrificazione vaginale è quasi assente, con importanti ripercussioni sulla sfera sessuale: l'atrofia vaginale influenza la qualità dei rapporti intimi per via della dispareunia (marcato senso di fastidio durante la penetrazione), che risultano più dolorosi, meno soddisfacenti e possono condurre le donne a rinunciare all'intimità.  

Rischio di Infezioni e Vaginosi Batteriche

L'atrofia è un'alterazione che non solo si ripercuote sullo spessore epiteliale (facilmente lesionabile, anche per minimi traumi), ma influenza profondamente anche la flora batterica che popola normalmente questo distretto corporeo (microbiota vaginale), aprendo la strada a cistiti ricorrenti ed aumentando di circa tre volte il rischio di infezioni.

Con l'arrivo della menopausa, infatti, la diminuzione dei livelli estrogenici ha un impatto anche sull'equilibrio dell'ecosistema della vagina e sull'immunità mucosale, determinando un decremento fisiologico dei lattobacilli rispetto al periodo fertile che correla ad un'aumentata vulnerabilità alle vaginosi batteriche.

Per approfondire: Vaginosi Batterica: Come riconoscere i Sintomi

Diagnosi

L'atrofia vaginale può essere scambiata per una vaginite infettiva a causa dei sintomi condivisi da entrambe le condizioni. Anche prodotti cosmetici come saponi, salviette, profumi e creme idratanti possono agire come irritanti e causare cambiamenti a livello vaginale che simulano l'atrofia vaginale. Per questo è importante, rivolgersi quanto prima al proprio medico o al ginecologo di riferimento per la corretta definizione diagnostica.

Esami per la Diagnosi di Atrofia Vaginale

La diagnosi di atrofia vaginale viene stabilita dal ginecologo sulla base di un esame obiettivo approfondito. Durante la visita ginecologica, è previsto un test del pH vaginale per valutare eventuali cambiamenti che potrebbero indicare la possibilità di malattie e altre complicazioni.

Un valore di pH vaginale pari o superiore a 4.6, associato a segni oggettivi di modificazioni vaginali e sintomi di disturbi vaginali (tra cui la sensazione di secchezza vaginale) sono caratteri indicativi per la diagnosi di atrofia vaginale.

I segni di atrofia vaginale che possono essere valutati oggettivamente tramite l'utilizzo del Vaginal Health Index (VHI).

Trattamento e Rimedi

Come Affrontare l’Atrofia Vaginale

Il corretto approccio alla gestione del problema prevede, prima di tutto, di parlarne con il medico fin dalla comparsa dei primi disagi: cercare quanto prima di porre rimedio all'atrofia vaginale permette di controllare meglio il problema e impedisce che si trasformi in una condizione invalidante.

Terapie Fisiche

Come anticipato, i rapporti sessuali riducono e prevengono l'atrofia, poiché stimolano la maturazione dell'epitelio vaginale.

Altra stimolazione a cui si può fare ricorso per curare l'atrofia vaginale è quella indotta dalla laser terapia che sfrutta il potere dei raggi CO2 frazionati, calibrati sulla mucosa vaginale, per innescare un processo riparativo che promuove la sintesi di nuovo collagene (sostanza che assicura il sostegno e turgore ai tessuti). Il miglioramento è graduale e, in genere, prevede più sedute nell'arco di tre mesi consecutivi. Il trattamento laser mantiene la sua efficacia per circa 12-18 mesi.

Terapie Non Ormonali Locali

I trattamenti non ormonali per l'atrofia vaginale includono gel e creme idratanti ad uso locale, insieme a lubrificanti a base d'acqua per alleviare la secchezza ed aumentare l'elasticità e l'integrità dell'epitelio vaginale. I maggiori benefici si ottengono con l'utilizzo costante di prodotti a base di acido ialuronico (noto per le sue proprietà idratanti) o polycarbophil, capace di mimare la funzione del muco cervicale e migliorare lo stato dell'epitelio vaginale. Inoltre, si raccomanda l'uso di prodotti privi di glicerina, sostanza che può esacerbare i sintomi.

Per riscontrare un miglioramento, i trattamenti non ormonali andrebbero applicati quotidianamente e possono essere utili al bisogno durante i rapporti sessuali. La continuità del trattamento è importante, poiché all'interruzione l'atrofia vaginale ricompare.

Terapie Ormonali Locali

Quando i trattamenti non ormonali non si dimostrano efficaci, il medico può indicare l'uso di gel, creme, ovuli, o anelli vaginali contenenti preparati estrogenici differenti, con potenza biologica e dosaggi diversi (come estriolo, promestriene, estrogeni coniugati).

Terapie Sistemiche

Per la cura dell'atrofia vaginale può essere considerata la terapia ormonale sostitutiva oppure l'uso di un farmaco per uso orale, chiamato ospemifene, che svolge sui tessuti della vagina un effetto simile a quello degli estrogeni, attenuando i vari disturbi. Le terapie sistemiche per l'atrofia vaginale non sono prive di effetti collaterali (es. iperplasia endometriale, rischio di trombosi venosa nelle persone predisposte ecc.), pertanto il protocollo terapeutico va ponderato attentamente con il medico.

Accorgimenti e Consigli Utili

Per alleviare la sintomatologia tipica della menopausa (secchezza vaginale, irritazione ecc.) e prevenire gli squilibri nella flora batterica che possono accompagnare la disbiosi vaginale, è importante seguire alcuni semplici consigli. Innanzitutto, è fondamentale curare l'igiene intima.

Il detergente intimo deve essere formulato in modo tale da non danneggiare l'equilibrio del pH vaginale. Inoltre, sono da evitare lavaggi troppo frequenti, lavande vaginali quando non prescritte, spray per l'igiene intima e saponi troppo aggressivi o profumati.

Durante il lavaggio delle parti intime, inoltre, è consigliabile eseguire il movimento partendo dalla vulva per arrivare all'ano, mai viceversa; in questo modo, si evita che i batteri fecali possano diffondersi dalla regione anale alla vagina. Concluse le operazioni di igiene intima, è bene asciugarsi molto bene e con delicatezza. Infine, un altro importante consiglio è quello di evitare di indossare indumenti intimi sintetici e troppo aderenti.

Le terapie farmacologiche, come quelle a base di antibiotici, utili al controllo delle complicanze dell'atrofia vaginale dovrebbero essere abbinate a prodotti in grado di stimolare la proliferazione dei lattobacilli: è fondamentale, infatti, ristabilire il normale equilibrio del microbiota assumendo probiotici per via orale oppure utilizzando specifici prodotti per l'applicazione vaginale.

Per quanto riguarda la dieta, oltre alle regole generali di una corretta alimentazione, è bene limitare l'assunzione di zuccheri quindi di dolci, dolciumi e bevande zuccherate.

Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici