Artrosi Interapofisaria
Ultima modifica 11.01.2022
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento

Generalità

L'artrosi interapofisaria (o artrosi vertebrale posteriore) è una patologia degenerativa che coinvolge le articolazioni della colonna vertebrale.

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Questo processo si instaura quando in un'articolazione si verifica uno squilibrio tra le sollecitazioni funzionali e la resistenza della cartilagine, favorito o aggravato da fattori locali o generali, come malattie concomitanti, età, predisposizione genetica e stile di vita.

Nell'artrosi interapofisaria, usura ed erosioni interessano tipicamente la cartilagine articolare situata tra le apofisi vertebrali. Tali strutture vanno incontro ad un lento deterioramento, che determina dolori e altri problemi, tra cui rigidità della schiena e limitata mobilità.

L'artrosi interapofisaria è purtroppo irreversibile, poiché la cartilagine non rigenera spontaneamente. Tuttavia, una serie di trattamenti farmacologici e chirurgici possono alleviare il dolore e migliorare le funzioni delle articolazioni colpite.

Cos’è

Nozioni preliminari: Artrosi

  • L'ARTROSI è una malattia delle articolazioni sostenuta da un processo degenerativo. Quest'ultimo inizia sempre dalle cartilagini articolari e si estende poi gradualmente a tutta l'articolazione.
  • Le ARTICOLAZIONI sono strutture che collegano o "articolano" fra di loro le ossa. In questo contesto, la cartilagine articolare è un sottile tessuto levigato ed elastico che ricopre le parti terminali delle ossa e permette lo scorrimento senza attriti tra i capi articolari, quando questi eseguono movimenti reciproci. Se la cartilagine articolare si riduce progressivamente di spessore, oltre a comportare un dolore cronico, può limitare i movimenti delle articolazioni colpite.
  • L'artrosi non si manifesta improvvisamente, ma con il passare degli anni. Si tratta, infatti, di una malattia da usura, nel senso che le articolazioni subiscono un danno che, in qualche modo, è correlato all'eccessivo uso o al sovraccarico delle stesse. Non a caso, l'artrosi è spesso conseguenza di eventi traumatici e processi correlati all'invecchiamento.
  • Il processo degenerativo alla base dell'artrosi è lento e progressivo. A poco, a poco la cartilagine si assottiglia, quindi anche la membrana sinoviale e le ossa coinvolte nel movimento articolare possono subire un danno. I capi ossei non sono più protetti, infatti, dalla cartilagine e possono fare frizione l'uno sull'altro.
  • Qualsiasi articolazione può essere interessata dall'artrosi, ma alcune sono più frequentemente "prese di mira" rispetto ad altre. Ad essere colpite sono soprattutto le articolazioni più sollecitate dal peso e dall'attività, quindi: colonna vertebrale, ginocchia, anche, spalle e mani.

Lo sapevate che…

Nella colonna vertebrale, l'artrosi può essere anteriore (intersomatica) oppure posteriore (interapofisaria).

Artrosi interapofisaria: cos'è?

L'ARTROSI INTERAPOFISARIA (detta anche artrosi vertebrale posteriore) è una patologia caratterizzata da un processo degenerativo che interessa la colonna vertebrale.

Più nel dettaglio, la malattia artrosica coinvolge le articolazioni zigoapofisarie (o faccette articolari).

L'artrosi interapofisaria colpisce generalmente le donne sopra i 60 anni e può peggiorare in caso di sovrappeso: questa situazione tende infatti ad accentuare la lordosi naturale, peggiorando il disturbo.

Cosa sono le articolazioni zigoapofisarie?

  • L'artrosi interapofisaria è caratterizzato da una distruzione o un'erosione della cartilagine articolare, situata tra le apofisi vertebrali.
  • Le articolazioni zigoapofisarie rappresentano le principali giunture della schiena. Queste sono ricoperte da cartilagine e sono avvolte dalla capsula articolare.
  • Quando la cartilagine si consuma, le superfici ossee entrano in contatto e sfregano l'una contro l'altra, provocando dolore ed ostacolando i movimenti. Con il tempo, si possono formare escrescenze ossee (osteofiti), che aumentano la frizione tra i capi ossei ed accentuano le crisi acute di artrosi interapofisaria.

Lo sapevate che…

In anatomia, le apofisi sono sporgenze ossee che spesso entrano a far parte delle articolazioni. Ve ne sono anche a livello della colonna vertebrale e possono essere soggette ad artrosi (la cosiddetta artrosi interapofisaria). Le apofisi della spina dorsale contengono le faccette articolari, per mezzo delle quali le vertebre si articolano tra loro. Le faccette articolari sono, infatti, delle strutture ossee vertebrali che hanno la funzione di connettere le vertebre fra di loro permettendo i movimenti di flessione e di torsione della colonna, controllandone, al contempo, i movimenti oltre un certo limite.

Cause

L'artrosi interapofisaria è una malattia cronica che si instaura quando in una o più articolazioni zigoapofisarie si verifica uno squilibrio tra resistenza della cartilagine e sollecitazioni funzionali, per l'intervento di svariati fattori generali o locali.

Inizialmente, l'artrosi interapofisaria è caratterizzata da lesioni degenerative a carico della cartilagine, che ricopre e protegge le estremità ossee coinvolte nelle articolazioni della colonna vertebrale. Col passare del tempo, il processo artrosico non si limita alla sola cartilagine, ma tende a coinvolgere gradualmente tutta l'articolazione. Ne consegue un dolore localizzato ed una limitazione dei movimenti che, col passare degli anni, si aggravano sempre più.

Artrosi interapofisaria: da cosa è provocata?

Come avviene per tutte le malattie, la suscettibilità all'artrosi interapofisaria è individuale, nel senso che esistono fattori locali e generali, cioè dell'intero organismo, che possono predisporre alla malattia.

Le cause principali comprendono:

  • Età e sesso. L'artrosi interapofisaria rientra tra le conseguenze del naturale processo d'invecchiamento cui va incontro l'organismo. Con il passare degli anni, infatti, tutte le strutture del corpo, incluse le articolazioni degenerano. Implicazioni ormonali, invece, possono poi spiegare perché l'artrosi interapofisaria si manifesta nelle donne, di solito, dopo la menopausa.
  • Genetica. La predisposizione genetica gioca un ruolo importante nell'insorgenza del processo degenerativo. Ciò viene dimostrato dal fatto che l'artrosi interapofisaria è più comune nelle persone che hanno familiari con la stessa malattia.
  • Ambiente e stile di vita. L'artrosi interapofisaria può essere favorita da vari fattori, che comprendono il sovrappeso di una certa entità, i vizi posturali e la sedentarietà. Queste condizioni provocano, infatti, compressioni anomale sulle articolazioni della colonna vertebrale; sono a rischio le persone che rimangono molte ore in piedi o sedute davanti ad una scrivania. Non bisogna dimenticare, poi, che l'uso eccessivo della colonna vertebrale favorisce la degenerazione della stessa. L'artrosi interapofisaria è più comune nei lavoratori che sottopongono la schiena a carichi eccessivi e ripetuti, posizioni forzate o l'uso continuo di alcune articolazioni, come infermieri, muratori o autisti. Altre volte sono implicate delle alterazioni metaboliche, correlate, ad esempio, all'alimentazione o alla presenza di patologie concomitanti, come l'osteoporosi.
  • Altre patologie. Un aumentato rischio di soffrire di artrosi interapofisaria è rappresentato da fattori locali, quali la concentrazione e la maldistribuzione delle sollecitazioni meccaniche sulla superficie articolare della schiena. Il processo degenerativo può essere favorito anche da alterazioni articolari prodotte da infiammazioni (artrite reumatoide), lesioni post-traumatiche (fratture alle ossa, come può avvenire in alcuni sport di contatto o quale conseguenza di incidenti d'auto), deviazioni della colonna vertebrale (come la scoliosi o la cifosi) e variazioni vascolari.

Sintomi e Complicazioni

L'artrosi interapofisaria è una malattia cronica e progressiva, quindi tende a peggiorare con il passare del tempo. Se non viene affrontata e curata adeguatamente, il processo degenerativo non si limita alla sola cartilagine, ma tende a coinvolgere gradualmente tutta l'articolazione. Ne consegue un dolore localizzato ed una limitazione dei movimenti, che nel corso degli anni si aggrava sempre più.

In presenza dell'artrosi interapofisaria, l'interessamento delle strutture nervose e vascolari protette dalla stessa colonna cervicale può determinare l'insorgenza di fastidiosi dolori e formicolii che dalla zona lombare si estendono sino alle gambe; nel peggiore dei casi, insorgono anche gravi difficoltà nel compiere determinati movimenti.

Lo sapevate che…

Il mal di schiena da artrosi interapofisaria si confonde facilmente con quello tipico dell'ernia del disco. Anche l'artrosi, infatti, può comprimere i punti dai quali i nervi fuoriescono dal canale spinale, esattamente come accade nell'ernia del disco.

Artrosi interapofisaria: come si manifesta?

I principali sintomi dell'artrosi interapofisaria comprendono:

  • Rigidità della schiena: compare soprattutto al mattino, al risveglio, e alla sera, quando si accumula la stanchezza della giornata;
  • Dolore (mal di schiena);
  • Impaccio o difficoltà nel compiere anche movimenti banali.

A volte, l'artrosi interapofisaria comporta intorpidimento e perdita della forza muscolare, soprattutto al mattino o dopo un periodo di inattività. Il dolore si manifesta anche quando si tende ad iperestendere la schiena (accentuando la lordosi naturale della zona lombosacrale) e dopo che si è stati in piedi per lungo tempo. Questa manifestazione si attenua, invece, sedendosi e piegando la schiena in avanti sulle ginocchia (posizione che permette anche di rilassare la muscolatura). Possono, inoltre, essere presenti rumori detti "scrosci" articolari, formicolii o piccole scosse e perdita di sensibilità.

Nelle fasi iniziali dell'artrosi interapofisaria, i momenti di crisi si alternano a periodi in cui il dolore è praticamente assente. Ciò non significa che i danni provocati dalla malattia scompaiano: le lesioni rimangono e non regrediscono, anzi tendono a peggiorare nel corso degli anni e, se prima il dolore era intensificato dagli sforzi ed alleviato dal riposo, nelle fasi più avanzate può essere presente anche a riposo e ostacolare addirittura il sonno.

Diagnosi

La diagnosi dell'artrosi interapofisaria è posta attraverso una visita ortopedica e viene confermata dalle indagini radiologiche.

Per prima cosa, il medico raccoglie informazioni relative all'età del paziente, al peso corporeo, ai traumi pregressi ed alle patologie associate. Successivamente, nel corso della visita, vengono valutate la sede, il tipo di dolore e l'eventuale limitazione al movimento.

Le alterazioni delle articolazioni colpite dovute all'artrosi interapofisaria sono poi messe chiaramente in evidenza con le tecniche di imaging, come radiografie standard, TAC e risonanza magnetica.

I reperti caratteristici del processo degenerativo interapofisario sono tre e comprendono:

  • La riduzione dello spazio articolare per la scomparsa del tessuto cartilagineo;
  • L'osteosclerosi, ossia le alterazioni dell'osso al di sotto della cartilagine consumata o sofferente;
  • L'osteofitosi lungo i margini dell'articolazione (la cui conseguenza ultima è la stenosi foraminale).

Nelle fasi più avanzate dell'artrosi interapofisaria, possono presentarsi cisti subcondrali o geoidi, deformità articolare e spondilolistesi.

In aggiunta, può rendersi utile una visita che valuti eventuali problemi neurologici o un'elettromiografia.

Nota. L'elettromiografia è un'indagine presa in considerazione per quei pazienti che continuano a lamentare un dolore alla schiena persistente, nonostante dalle immagini radiografiche non emergano alterazioni significative.

Trattamento

Purtroppo, allo stato attuale, l'artrosi interapofisaria non può essere curata, ma può essere tenuta sotto controllo. La degenerazione cartilaginea ed articolare è, infatti, progressiva ed il trattamento consiste nell'alleviare il dolore ed evitare ulteriori peggioramenti, oltre a rallentare l'evoluzione del processo patologico.

La terapia delle crisi acute di artrosi interapofisaria è di tipo farmacologico e prevede la somministrazione di analgesici e antinfiammatori per limitare il dolore e consentire il movimento articolare. In casi particolari, è possibile ricorrere ad infiltrazioni con acido ialuronico, mentre l'utilizzo di corticosteroidi è limitato a casi di concomitante infiammazione.

Farmaci come gli antidolorifici, gli antinfiammatori e, talvolta, i miorilassanti, che sono utili nella fase acuta, per dare sollievo dai sintomi. Occorre prestare attenzione, però, a non abusare di questi medicinali, in quanto, alla lunga, producono effetti collaterali non indifferenti.

Durante le crisi dolorose, la schiena deve essere mantenuta a riposo ed occorre evitare movimenti troppo bruschi per evitare di peggiorare il dolore.

Nei periodi che intercorrono tra una crisi e l'altra possono essere molto utili massaggi e terapie fisiche riabilitative.  

Nei casi più gravi ed invalidanti, può essere necessario ricorrere ad un intervento chirurgico, soprattutto in presenza di una grave compressione del nervo o del midollo spinale.

Talvolta, si può ricorrere alla sostituzione dell'articolazione colpita con una protesi artificiale. Il posizionamento di questo dispositivo consente di correggere o ripristinare l'articolazione compromessa, con buoni risultati.

Qualche consiglio

Una delle principali cause dell'artrosi interapofisaria è l'eccessiva usura delle articolazioni dovuta ad un loro sovraccarico. Nel corso della fase cronica della malattia, quindi, il primo passo del trattamento consiste nella riduzione di peso corporeo, laddove in eccesso. Andrebbero comunque evitati traumi ripetuti e le posture scorrette che predispongono al processo degenerativo.

L'ultimo cardine terapeutico-preventivo è l'esercizio fisico. Molte persone con artrosi interapofisaria, infatti, seguono un istinto di risparmio dell'articolazione sofferente, lasciando in secondo piano il movimento. In realtà, una ginnastica mirata può rinforzare la muscolatura e mantenere la funzione articolare, stimolando positivamente tutte le parti della schiena, sgravandola da eventuali tensioni. Attività sportive utili sono, ad esempio, la camminata veloce, il nuoto e le cosiddette ginnastiche "dolci", come lo yoga.  

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici