Artrite reumatoide: diagnosi
Ultima modifica 28.11.2019

Evoluzioni e manifestazioni cliniche

Anche se una precisa causa di origine non è nota, conosciamo molto bene le alterazioni dei tessuti corporei associabili all'artrite reumatoide. Tale malattia esordisce con un'infiammazione della membrana sinoviale (una sorta di rivestimento delle articolazioni). Il processo infiammatorio della sinovia, che ben presto si estenderà anche a tendini e borse, produce molto liquido che si riversa nell'articolazione, attorno ai tendini o all'interno delle borse. In condizioni normali questo liquido, detto sinoviale, è importante per garantire il nutrimento alla cartilagine articolare, proteggere le articolazioni dagli impatti e  facilitare lo scorrimento tra le varie strutture anatomiche. Quando è eccessivo causa però gonfiore diffuso; caratteristico è quello delle dita, che assumono la tipica forma a fuso.

Il perdurare della flogosi porta ad un crescita di tessuto infiammatorio verso l'articolazione, attorno ai tendini o all'interno delle borse. Il processo degenerativo interessa anche la cartilagine articolare, che viene consumata fino ad interessare l'osso sottostante determinando le erosioni che sono la causa della deformità articolare. Con il passare del tempo la flogosi cronicizza, il tessuto infiammatorio diventa fibroso o cicatriziale. Il conseguente ispessimento dei tessuti intrarticolari, associato alla degenerazione cartilaginea, alle erosioni ossee ed al gonfiore, riduce sensibilmente la mobilità dell'articolazione.

Diagnosi

La diagnosi di artrite reumatoide inizia con un'accurata anamnesi, seguita da un esame fisico. Ascoltando i disturbi raccontati dal paziente e ponendo specifiche domande, lo specialista reumatologo ricerca elementi utili per formulare la corretta diagnosi. Questa visita preliminare, associata a qualche semplice esame del sangue, è talvolta sufficiente per porre diagnosi di artrite reumatoide.

Per quanto riguarda gli esami del sangue si valutano gli indici di infiammazione ed alcuni anticorpi. Tra gli indici infiammatori ricordiamo la velocità di eritrosedimentazione (VES) e la proteina C reattiva(PCR); gli anticorpi più frequentemente ricercati sono il fattore reumatoide (FR) e gli anticorpi anti peptidi ciclici citrullinati (anti-CCP).  Tali anticorpi non sono specifici ma la loro presenza, in soggetti che hanno un quadro clinico caratteristico, assume un ruolo importante non solo per la fase diagnostica ma anche per quella prognostica. Si è infatti visto che alti livelli di fattore reumatoide ed anticorpi anti-CCP durante le prime fasi della malattia sembrano associarsi ad un maggiore rischio di danno articolare severo. Va segnalato che questi anticorpi possono essere presenti anche in soggetti che hanno altre malattie ma anche in persone sane e che circa il 35% dei pazienti affetti da artrite reumatoide non presenta nel loro sangue questi anticorpi.

Oltre agli esami del sangue vanno eseguiti nella fasi iniziale e nel follow-up della malattia anche esami strumentali quali le radiografie e l'ecografia articolare. In particolare l'ecografia articolare negli ultimi anni ha assunto un ruolo sempre più importante nella gestione del paziente affetto da tale patologia.

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