Antibiotico resistenza: cos'è, cause, perché è pericolosa

Antibiotico resistenza: cos'è, cause, perché è pericolosa
Ultima modifica 22.12.2022
INDICE
  1. Cos'è l'Antibiotico resistenza?
  2. Antibiotico resistenza: cause e meccanismi
  3. Antibiotico resistenza: il ruolo dell'essere umano
  4. Come combattere e prevenire l'Antibiotico resistenza?

I batteri sono microorganismi responsabili di numerosissime infezioni, la cui cura prevede la somministrazione di farmaci specifici: gli antibiotici. Purtroppo, con il passare degli anni - a fronte di un utilizzo improprio e sconsiderato di simili medicinali - si è andati incontro all'insorgenza e alla continua crescita di un problema che può andare a minare l'efficacia terapeutica dei medicinali usati contro le infezioni batteriche: il fenomeno dell'antibiotico resistenza.

Antibiotico resistenza Shutterstock

Cos'è l'Antibiotico resistenza?

L'antibiotico resistenza è un fenomeno per cui i batteri diventano resistenti ai farmaci antibiotici normalmente impiegati per contrastarli e debellare le infezioni da essi causati. In altri termini, i microorganismi batterici che diventano resistenti a un determinato tipo di antibiotico non rispondono più alla sua azione terapeutica.

Appare chiaro, perciò, come le infezioni causate da questi batteri siano molto più difficili da trattare rispetto a quelle causate da batteri non resistenti.

Il problema dell'antibiotico resistenza si sta diffondendo sempre di più e sta raggiungendo livelli pericolosamente alti in tutto il mondo. In un contesto di questo tipo, un numero crescente di infezioni - come, ad esempio, polmonite, tubercolosi, gonorrea, malattie infettive di origine alimentare, infezioni ematiche, infezioni ospedaliere, ecc. - sta diventando sempre più difficile da trattare, poiché gli antibiotici solitamente impiegati, a causa di questo fenomeno, divengono man mano meno efficaci. Un'infezione batterica severa e non gestibile, come si può facilmente intuire, può determinare esiti decisamente avversi per la salute dell'individuo e, in alcuni casi, esiti fatali. Alla luce di quanto appena detto, pertanto, è facile comprendere perché la resistenza agli antibiotici è un fenomeno preoccupante e pericoloso.

Questo è il motivo per cui è necessario intervenire sia nell'ambito della prescrizione che dell'utilizzo di questo tipo di farmaci. Difatti, anche se la ricerca farmaceutica in questo campo avanza e vengono sviluppati nuovi principi attivi, senza un cambiamento dei comportamenti, la resistenza agli antibiotici continuerà a svilupparsi e a rappresentare un problema.

Antibiotico resistenza: cause e meccanismi

La resistenza agli antibiotici manifestata dai microorganismi batterici può essere sostanzialmente di due tipi:

  • Intrinseca, ossia una resistenza già presente nel batterio ancora prima di assumere il farmaco antibiotico;
  • Acquisita indotta, ossia una forma di resistenza che si sviluppa nel batterio solo dopo la somministrazione dell'antibiotico.

La resistenza può svilupparsi a seguito di mutazioni spontanee o per l'acquisizione di un plasmide (piccoli frammenti circolari di DNA presenti nel citoplasma della cellula batterica) durante il trasferimento genico da una cellula batterica all'altra.

I meccanismi con i quali i batteri possono sviluppare e manifestare la loro resistenza a uno o più farmaci antibiotici possono essere diversi. Fra questi ritroviamo:

  • La produzione da parte del batterio di enzimi capaci di modificare/inattivare l'antibiotico (come, ad esempio, le beta-lattamasi che rompono l'anello di antibiotici beta-lattamici come penicilline e cefalosporine);
  • Modificare la struttura su cui il farmaco antibiotico va ad agire;
  • Utilizzare una via metabolica differente da quella che l'antibiotico inibisce o blocca;
  • Modificare la propria permeabilità cellulare, ostacolando in questo modo l'entrata nella cellula o l'adesione del principio attivo antibiotico utilizzato, quindi impedendogli di esercitare la sua azione terapeutica.

Antibiotico resistenza: il ruolo dell'essere umano

L'utilizzo improprio e scorretto dei farmaci antibiotici, sia da parte di figure sanitarie che da parte degli stessi cittadini, rientrano fra le principali cause che nel corso del tempo hanno favorito e accentuato il fenomeno dell'antibiotico resistenza.

In particolare, quando si parla di utilizzo improprio e scorretto degli antibiotici, si intende:

  • L'uso di questo tipo di farmaci senza necessità terapeutica, ossia quando NON vi è la presenza di un'infezione batterica;
  • L'auto-prescrizione di antibiotici da parte dei pazienti (anche se i farmaci antibiotici possono essere acquistati solo dietro presentazione di ricetta medica, non è insolito che le persone facciano un uso improprio di questi farmaci eventualmente avanzati da terapie passate, o peggio, prescritti ad altre persone del nucleo famigliare; naturalmente, simili pratiche sono assolutamente da evitare);
  • Prescrizione e somministrazione di antibiotici non adatti ad eliminare il batterio responsabile dell'infezione;
  • Assunzione dell'antibiotico nelle dosi scorrette (assumerne di meno o di più rispetto a quanto necessario);
  • Assunzione dell'antibiotico per un periodo di tempo diverso - di solito inferiore - rispetto a quello prescritto dal medico (non è insolito che un paziente, al risolversi della sintomatologia indotta dall'infezione, decida di propria iniziativa di interrompere prematuramente la terapia antibiotica; tuttavia, la scomparsa dei sintomi non implica necessariamente l'eliminazione del patogeno e la guarigione completa; pertanto, il ciclo di trattamento dovrebbe sempre essere completato).

Come combattere e prevenire l'Antibiotico resistenza?

Il fenomeno dell'antibiotico resistenza deve essere combattuto e prevenuto sia da parte degli stessi operatori sanitari che da parte dei pazienti. Vediamo come.

Cosa possono fare i sanitari?

Allo scopo di prevenire e combattere il fenomeno dell'antibiotico resistenza, è molto importante che le figure sanitarie non solo sensibilizzino i pazienti su un uso corretto dei farmaci antibiotici, ma che adottino anch'essi comportamenti idonei. In questo senso, i sanitari devono:

  • Prescrivere gli antibiotici solo quando effettivamente necessari;
  • Segnalare le infezioni resistenti agli antibiotici ai sistemi di sorveglianza preposti;
  • Fornire al paziente indicazioni chiare su come assumere correttamente gli antibiotici, quanto assumerli, in quali dosi e per quanto tempo;
  • Sensibilizzare i pazienti anche sulle metodologie utili da adottare e sui comportamenti da tenere per prevenire le infezioni (isolamento quando si è malati e limite nel contatto con altre persone, igiene delle mani, utilizzo di dispositivi di protezione individuale, ecc.).

Lo sapevi che….

A novembre 2017, il Governo Italiano ha attivato il Piano Nazionale di contrasto all'antimicrobico-resistenza (AMR). Tale piano - anche noto con l'acronimo PNCAR - come si legge dal sito del Ministero della Salute, "rappresenta lo strumento per tradurre la strategia nazionale nella pratica, fornendo un indirizzo coordinato e sostenibile per contrastare il fenomeno dell'AMR a livello nazionale, regionale e locale, mediante un approccio multisettoriale "one health" ".

Gli ambiti di intervento individuati dal PNCAR sono sei e consistono in: sorveglianza, prevenzione e controllo delle infezioni, uso corretto degli antibiotici, formazione, comunicazione e informazione, ricerca e innovazione.

Cosa possono fare i pazienti?

Anche i pazienti, nel loro quotidiano, devono mantenere comportamenti corretti al fine di evitare di favorire il fenomeno dell'antibiotico resistenza e possono farlo nei seguenti modi:

  • Utilizzando gli antibiotici solo se prescritti dal medico;
  • Non richiedendo e non utilizzando antibiotici se il medico non ritiene necessario il loro impiego;
  • Seguendo sempre le indicazioni del medico e le istruzioni riportate sul foglietto illustrativo dell'antibiotico da esso prescritto, sia per quel che riguarda dose e modo d'uso corretto, che per quel che riguarda frequenza di assunzione e durata del trattamento;
  • Evitando di interrompere la terapia antibiotica prima del termine, anche se i sintomi migliorano o spariscono;
  • Evitando di condividere e di utilizzare gli antibiotici avanzati;
  • Adottando tutte le misure preventive necessarie per cercare di prevenire le infezioni batteriche.

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Autore

Ilaria Randi
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista