Ultima modifica 06.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento e Rimedi

Generalità

L'amnesia retrograda è un disturbo caratterizzato dall'incapacità di ricordare gli avvenimenti o le informazioni acquisite prima di un evento patologico.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/06/08/amnesia-retrograda-orig.jpeg Shutterstock

In questa forma di perdita di memoria, il paziente presenta una completa lucidità per tutto ciò che è successo in seguito all'insorgenza della malattia e non ha difficoltà a memorizzare nuove informazioni.

Le cause dell'amnesia retrograda vanno ricercate a livello cerebrale e possono comprendere lesioni traumatiche, accidenti vascolari, processi degenerativi e disturbi metabolici.

La diagnosi di questa forma di amnesia è basata sulla raccolta dei dati anamnestici e viene formulata in seguito ad una valutazione psicologica e ad un esame neuroradiologico (es. tomografia computerizzata, risonanza magnetica ecc.).

Alcuni casi di amnesia retrograda sono temporanei, altri risultano permanenti. Pertanto, le manifestazioni correlate al disturbo possono migliorare, rimanere le stesse o peggiorare gradualmente con il tempo.

Il trattamento dell'amnesia retrograda è diretto alla causa e si concentra sulla gestione della problematica. Di solito, gli interventi prevedono un percorso psicoterapeutico, talvolta in combinazione con altre tecniche o approcci utili a migliorare la qualità della vita del paziente (es. esercizi specifici, ausili per la memoria o integratori alimentari).

Cos’è

Che cos'è l'Amnesia Retrograda?

L'amnesia retrograda è un disturbo della memoria, caratterizzato dall'incapacità parziale o totale di recuperare le informazioni o gli eventi precedenti all'insorgenza di un fatto morboso.

In pratica, il paziente non riesce a ricordare ciò che faceva già parte del patrimonio mnesico (per questo il disturbo è chiamato anche "amnesia di rievocazione") prima del danno cerebrale, ma presenta una completa lucidità per quanto succede in seguito.

L'estensione della lacuna di memoria è variabile e può limitarsi a pochi minuti o dilatarsi ad alcuni decenni della vita. In linea generale, però, i ricordi remoti sono meglio conservati di quelli più recenti.

Cause e Fattori di Rischio

L'amnesia retrograda è un deficit della memoria che dipende fondamentalmente da un danno cerebrale. A causa di tale evento, il paziente ha serie difficoltà a recuperare i ricordi precedenti alla malattia o all'evento scatenante, mentre la capacità di immagazzinare nuove informazioni rimane inalterata.

Nell'amnesia retrograda, la lacuna mnemonica riguarda essenzialmente i ricordi autobiografici, mentre non interessa i gesti professionali ed i comportamenti sociali.

L'amnesia retrograda può essere la conseguenza di una lesione cerebrale traumatica. Altre volte, il disturbo è il risultato di un evento acuto come un'ischemia cerebrale, un infarto, la privazione di ossigeno (ipossia) o un attacco epilettico. Meno comunemente, l'amnesia retrograda può anche essere causato da uno shock, un disturbo emotivo, un'intossicazione da alcol o dall'uso di alcuni farmaci.

Nel processo di apprendimento, la memoria - intesa come metodo di conservazione delle informazioni - svolge un ruolo essenziale. Può accadere di non ricordare alcuni eventi della nostra vita accaduti molto tempo fa o ieri, ma, quando si verificano delle lesioni cerebrali, la perdita dei ricordi può essere più seria, definendo un quadro clinico di AMNESIA.

Quali parti del cervello sono coinvolte?

L'elaborazione dei ricordi comprende la registrazione (acquisizione di nuove informazioni), la codificazione (formazione di associazioni, marcature temporali ed altri processi necessari al recupero) e la rievocazione. Un'alterazione di una qualsiasi di queste fasi può causare un'amnesia.

Le parti del cervello più comunemente colpite dal danno all'origine dell'amnesia retrograda sono quelle da cui dipendono le funzioni della memoria episodica e dichiarativa: il diencefalo, l'ippocampo ed alcune aree del lobo temporale.

  • L'IPPOCAMPO è la struttura deputata al consolidamento della memoria. Più nel dettaglio, si tratta di una zona di "passaggio", nella quale le informazioni vengono codificate e memorizzate in maniera temporanea, fino a quando non vengono trasmesse al lobo frontale per il recupero futuro (memoria a lungo termine). L'ippocampo è, dunque, una sorta di archivio per la memoria breve (ossia quella capace di conservare pochi elementi, per alcuni secondi) e, se non si comporta come tale, sarà difficile o impossibile, immagazzinare i ricordi.
  • Il ruolo del DIENCEFALO e delle aree circostanti nell'amnesia retrograda non è ancora ben compreso. Tuttavia, questa struttura sembra essere coinvolta nella memoria dei fatti autobiografici, inseriti in un preciso contesto temporale e spaziale.
  • Oltre ad aiutare l'ippocampo a consolidare i ricordi, i LOBI TEMPORALI sono estremamente importanti per l'elaborazione semantica ed il recupero delle informazioni relative a fatti accaduti nel passato. Danni a questa regione del cervello possono comportare alterazioni delle funzioni verbali (es. organizzazione del linguaggio, disturbo della comprensione e difficoltà nello studio) e compromissione della memoria a lungo termine.

Se il danno cerebrale è limitato, la NEUROPLASTICITÀ (cioè la capacità del cervello di mappare nuovamente le connessioni neurali o cercare percorsi alternativi per evitare le aree lesionate) può consentire al paziente che soffre di amnesia retrograda l'opportunità di un funzionamento normale (o quasi), per la memorizzazione dei ricordi. Chiaramente, ciò è possibile solo fino ad un certo punto.

Al recupero dei ricordi più vecchi e consolidati nel tempo, attraverso percorsi alternativi, partecipano anche altre strutture del cervello, tra cui l'area di Wernicke e la neocorteccia.

Amnesia Retrograda: a quali condizioni patologiche si associa?

L'amnesia retrograda è spesso la conseguenza di:

Altre condizioni in grado di causare amnesia retrograda comprendono:

Sintomi e Complicazioni

Il sintomo principale dell'amnesia retrograda è la perdita di memoria. Il deficit riguarda, in modo particolare, il ricordo di avvenimenti che hanno avuto luogo prima dell'evento causale (difetto di rievocazione).

L'amnesia retrograda tende ad influenzare negativamente la parte episodica della memoria dichiarativa, che coincide con il ricordo dei fatti accessibili alla consapevolezza, riferiti ad informazioni autobiografiche, inserite in un contesto temporale e/o spaziale.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/06/08/amnesia-retrograda-2-orig.jpeg Shutterstock

Il disturbo mantiene intatta, invece, la memoria procedurale (cioè l'apprendimento di abilità ed abitudini, di come si fanno le cose e di come si usano gli oggetti), senza difficoltà per registrare e rievocare nuove conoscenze. Dal momento scatenante in poi, quindi, chi è affetto da amnesia retrograda riesce a ricordare ed a gestire con lucidità tutto ciò che avviene.

La perdita di memoria può estendersi nel passato per un periodo che varia da alcuni minuti fino all'intera vita. Talvolta, invece, le lacune mnemoniche dell'amnesia retrograda si possono manifestare con un gradiente temporale, per cui gli eventi remoti sono ricordati meglio di quelli recenti.

Amnesia Retrograda: come si manifesta

I sintomi dell'amnesia anterograda dipendono dalla causa da cui deriva e riguardano principalmente l'elaborazione della memoria a lungo termine (cioè dei ricordi che persistono nel tempo).  

In linea generale, i soggetti colpiti da questa forma di perdita di memoria hanno maggiori probabilità di perdere ricordi più vicini all'incidente traumatico o all'insorgenza della malattia, rispetto a ricordi più remoti.

Il tipo di informazioni dimenticate può essere molto specifico (ad esempio, l'amnesia può riguardare un singolo evento) o più generale.

A differenza dell'amnesia anterograda, questa forma di perdita di memoria intacca, dunque, i ricordi che già facevano parte del patrimonio mnesico e non influisce sull'immagazzinamento di nuove informazioni dall'esordio dell'evento morboso in avanti.

Durata del disturbo

L'amnesia retrograda può essere:

  • Transitoria: la perdita di memoria è temporanea e l'estensione della lacuna mnemonica si riduce progressivamente, per limitarsi a dimenticanze di breve durata; i pazienti colpiti da amnesia retrograda transitoria recuperano, quindi, la maggior parte dei ricordi, come accade spesso dopo traumi cerebrali lievi;
  • Stabile: si verifica dopo un grave evento morboso, come un'encefalite, un'ischemia globale o un arresto cardiaco;
  • Progressiva: questa forma si manifesta soprattutto nella sindrome di Korsakoff e nelle demenze su base degenerativa, quali la malattia di Alzheimer.

Il recupero delle normali funzionalità differisce per quanto riguarda il tempo (da giorni a decenni) ed i contenuti dei ricordi (alcuni pazienti ricorderanno solo determinati casi specifici, altri più dettagli o episodi).

Diagnosi

La diagnosi dell'amnesia retrograda si basa sulla valutazione clinica, psichiatrica e neurologica.

Inizialmente, il paziente è sottoposto ad un'intervista relativa a fatti autobiografici (verificati con il contributo di un familiare ben informato) e vengono effettuati dei semplici test (es. rievocazione di tre parole, localizzazione di oggetti precedentemente nascosti nella stanza, apprendimento di una lista di parole ecc.).

I reperti clinici suggeriscono, generalmente, le cause dell'amnesia retrograda e quali esami sono necessari per approfondire il quadro clinico.

Gli accertamenti volti a definire la condizione comprendono:

  • Test neurologici specifici: sono utili per inquadrare meglio la natura dell'esperienza amnesica;
  • Risonanza magnetica: valuta la presenza di eventuali cause strutturali;
  • PET (tomografia ad emissione di positroni): è un'indagine che evidenzia le alterazioni metaboliche del cervello;
  • Esame del sangue e delle urine: consentono di escludere un'intossicazione, l'uso di sostanze psicotrope o cause di tipo metabolico curabili.

Trattamento e Rimedi

Il trattamento dell'amnesia retrograda dipende fondamentalmente dalla causa del problema. Alcuni pazienti recuperano i propri ricordi e la condizione tende a risolversi spontaneamente, soprattutto se vengono disposte idonee misure di assistenza. Altre persone affette da amnesia retrograda, invece, non riescono a ritornare alla normalità e la loro routine quotidiana risulta fortemente influenzata dal disturbo.

Amnesia Retrograda: quali sono gli interventi possibili?

Il trattamento dell'amnesia retrograda si concentra sul miglioramento della qualità della vita del paziente.

Le opzioni includono:

  • Allenamento della memoria;
  • Integratori alimentari a base di vitamina B1, in caso di un'eventuale carenza;
  • Terapia occupazionale;
  • Psicoterapia;
  • Assistenza tecnologica per facilitare il recupero mnemonico.

Al momento, non esistono medicinali approvati per curare l'amnesia retrograda, ma il ricorso alla terapia farmacologica può essere indicato dal medico per ridurre la sintomatologia ansioso-depressiva, l'irritabilità e l'insonnia, l'iperattivazione e la disorganizzazione del pensiero. Tra i medicinali più utilizzati vi sono: antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici e neurolettici.

Nei casi meno gravi, i pazienti vengono educati ad utilizzare sistemi di memoria alternativi, per compensare il deficit. Ad esempio, può essere d'aiuto annotare le attività da svolgere quotidianamente su lavagnette o blocchi di appunti.  

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici