Alterata Glicemia a digiuno (IFG)

Alterata Glicemia a digiuno (IFG)
Ultima modifica 27.03.2023
INDICE
  1. Rischi per la Salute
  2. Criteri Diagnositci
  3. Cosa Fare

L'alterata glicemia a digiuno o IFG (acronimo di Impaired Fasting Glucose) è una condizione in cui i livelli di glucosio nel sangue, rilevati a digiuno da almeno otto ore, superano per eccesso il limite di normalità pur rimanendo al di sotto dei valori che sanciscono lo stato diabetico.

Per questo motivo, quando si rileva un'alterata glicemia a digiuno, si parla spesso di prediabete, un semaforo giallo che dovrebbe invitare il paziente ad una maggiore attenzione verso l'alimentazione ed il livello di attività fisica quotidiana.

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Rischi per la Salute

L'alterata glicemia a digiuno si accompagna ad insulino-resistenza e ad un aumento del rischio cardiovascolare; può inoltre evolvere in diabete mellito di tipo II conclamato, con un rischio del 50% che tale progressione si manifesti nel decennio successivo alla diagnosi.

L'alterata glicemia a digiuno è un monito che ci ricorda due cose molto importanti. La prima è che il diabete mellito di tipo II non colpisce all'improvviso, ma nella maggior parte dei casi, se non sempre, passa per una condizione reversibile e non propriamente patologica che dura degli anni. Questa condizione, che possiamo identificare nell'alterata glicemia a digiuno, non dà sintomi particolari, motivo per cui dopo il quarantacinquesimo compleanno, specie in presenza di sovrappeso e familiarità per la patologia, è necessario sorvegliare con una certa attenzione la propria glicemia. Se tale accertamento risulta negativo il test va ripetuto dopo tre anni.

Per la popolazione ad alto rischio (stati pre-diabetici, familiarità per diabete mellito, sindrome metabolica, ipertensione, iperlipidemia, madri di neonati macrosomici), invece, le indagini diagnostiche dovrebbero essere prese in considerazione più precocemente ed essere eseguite con una frequenza almeno annuale.


Benché non siano delle vere e proprie malattie, il riscontro di stati pre-diabetici non deve mai essere sottovalutato, in quanto rappresentano un importante fattore di rischio per lo sviluppo futuro di diabete conclamato, oltre ad associarsi ad un'aumentata incidenza di patologia aterosclerotica ed in particolare di cardiopatia ischemica.

Criteri Diagnositci

L'alterata glicemia a digiuno (IFG) non va confusa con l'alterata tolleranza al glucosio (IGT), anche se le due condizioni possono coesistere.

La diagnosi di IGT viene posta attraverso il cosiddetto carico orale di glucosio, in cui si registra nel tempo la risposta glicemica del paziente all'ingestione di 75 grammi di glucosio sciolti in acqua; se dopo due ore i livelli di glucosio nel sangue sono superiori a determinati valori soglia (>140 mg/dL ma inferiori a 200 mg/dL), si parla di IGT. Tale condizione presenta un maggior rischio di evoluzione in diabete conclamato rispetto all'IFG ed è per questo che dopo il riscontro di un'alterata glicemia a digiuno molto spesso il medico indirizza il paziente verso un test da carico orale di glucosio.

Gli stati pre-diabetici sono rappresentati dalla ridotta tolleranza glucidica (IGT) e dall'alterata glicemia a digiuno (IFG).

A seconda delle fonti si parla di alterata glicemia a digiuno quando i livelli glicemici misurati su un piccolo campione ematico venoso, prelevato dopo un digiuno da almeno 8 ore (solo l'acqua è concessa), risultano:

  • superiori o uguali ai 110 mg/dL (6.1 mmol/L), ma comunque inferiori ai 126 mg/dL (6.9 mmol/L, che sono patognomici del diabete) - Linee guida WHO World Health Organization -
  • superiori o uguali ai 100 mg/dL (5.6 mmol/L), ma comunque inferiori ai 126 mg/dL (6.9 mmol/L, che sono patognomici del diabete) - Linee guida ADA American Diabetes Association.

Cosa Fare

In presenza di prediabete, spesso la semplice correzione degli stili di vita riporta tutto alla normalità. Dopo il riscontro di un'alterata glicemia a digiuno, pertanto, il medico non prescriverà farmaci ma consiglierà di intervenire con una dieta più attenta agli eccessi calorici e nel contempo più ricca di vegetali e più povera di grassi saturi e carboidrati, in particolare di quelli semplici (dolci, bevande zuccherate, succhi di frutta industriali, merendine, cioccolatini e compagnia bella).


Per approfondire, leggi: Esempio dieta per il Diabete Mellito tipo 2

All'intervento alimentare si affiancherà una maggiore attività fisica, tanto più importante quanto più la persona è in sovrappeso. Nessuno, comunque, vi chiederà di trasformarvi in degli atleti: camminare a passo sostenuto per trenta minuti al giorno (o almeno farlo per 4 volte alla settimana) e preferire qualche salutare rampa di scale all'ascensore è una strategia straordinariamente efficace per prevenire il diabete e migliorare il benessere generale ed il profilo lipidemico (colesterolemia, trigliceridemia ecc.).


Per approfondire, leggi: Attività fisica e Diabete di tipo 2