Ultima modifica 18.09.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento

Generalità

L'alluce rigido è una patologia degenerativa a carico dell'articolazione che si trova alla base del primo dito del piede (alluce).

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/05/05/alluce-rigido-orig.jpeg Shutterstock

Il disturbo è sostenuto da un processo artrosico che determina una progressiva riduzione della mobilità dell'alluce, il quale non riesce più a flettersi ed estendersi. L'alluce rigido si associa, inoltre, a dolore durante la deambulazione, gonfiore e formazione di osteofiti tra la testa del primo metatarso e la base della falange prossimale.

I fattori predisponenti possono essere molteplici e comprendono traumi (acuti o cronici), alcune malattie sistemiche (gotta, artrite reumatoide ecc.) e conformazione anatomica del piede.

A seconda dello stadio di degenerazione, possono essere indicate ai pazienti diverse soluzioni per il trattamento dell'alluce rigido.

Cos’è

L'alluce rigido è un processo patologico a carico dell'articolazione metatarso-falangea che connette la falange prossimale del primo dito del piede con la testa del primo osso metatarsale.

In questo quadro clinico, l'alluce si presenta con la punta sollevata ed iperestesa. L'alluce rigido provoca anche la comparsa di una tumefazione molto dolorosa che si sviluppa dorsalmente all'articolazione. La rigidità articolare può impedire il fisiologico movimento dell'alluce verso l'alto, oltre a limitare i gesti più semplici, come indossare le scarpe.

Articolazione metatarso-falangea: cenni d'anatomia

  • Le dita del piede sono formate da una serie di ossa chiamate falangi. Queste sono disposte in fila tra loro (nell'alluce sono presenti due falangi, mentre nelle altre dita del piede sono tre).
  • La prima falange di ciascun dito si articola con un osso posizionato subito prima, chiamato metatarsale. Ogni piede presenta 5 ossa metatarsali (una per dito).
  • Tra ciascun osso metatarsale e la corrispettiva falange è posta l'articolazione metatarso-falangea, racchiusa nella propria capsula articolare. Questa struttura consente alle ossa di scivolare fluidamente l'una sull'altra durante i movimenti. Se le superfici articolari diventano irregolari, però, si viene a creare dell'attrito. Il fenomeno predispone alla progressiva scomparsa della cartilagine.
  • L'alluce rigido è, dunque, una patologia a carico dell'articolazione metatarso-falangea che si trova alla base dell'alluce, cioè tra la testa del primo osso metatarsale e la base della prima falange prossimale.

Cause

L'alluce rigido è il risultato di un processo artrosico a carico della prima articolazione metatarso-falangea.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/05/05/alluce-rigido-2-orig.jpeg Shutterstock

A tal proposito, va ricordato che per artrosi si intende una malattia degenerativa caratterizzata da un progressivo assottigliamento delle cartilagini articolari, che vengono sostituite dalla formazione generalizzata di nuovo tessuto osseo. Nell'alluce rigido, questa proliferazione si associa allo sviluppo di osteofiti che si dispongono soprattutto sul dorso del dito, provocando una netta riduzione dei movimenti del dito durante il cammino, oltre che attrito contro la scarpa.

Con il progredire del processo patologico, insorgono dolore e limitazione parziale o totale dei movimenti articolari, talvolta fino a bloccare completamente l'articolazione (anchilosi). Per questo motivo, l'alluce rigido viene chiamato anche Hallux limitus o flexus.

L'alluce rigido colpisce prevalentemente i soggetti di sesso maschile, in età compresa tra i 30 e i 60 anni.

Alluce rigido primario e secondario

Quando la patologia si instaura senza motivo apparente (causa idiopatica), viene definito come alluce rigido primario. Questa condizione si distingue dall'alluce rigido secondario, che riconosce principalmente cause traumatiche o post-chirurgiche.

Lo sapevate che…

L'alluce rigido è una condizione clinica simile all'alluce valgo (deformità per cui l'alluce appare deviato lateralmente, verso le altre dita del piede). Entrambe queste patologie sono caratterizzate, infatti, dalla tumefazione e dalla presenza di dolore alla base del primo dito del piede.

Tuttavia, nell'alluce valgo si osserva una deviazione del primo dito che tende ad avvicinarsi alle dita laterali, mentre l'alluce rigido identifica solo un'artrosi della prima articolazione metatarso-falangea, senza che necessariamente si realizzi una deviazione laterale del dito.

L'alluce valgo riconosce, inoltre, cause, conseguenze e soluzioni terapeutiche differenti rispetto a quelle dell'alluce rigido.

Fattori predisponenti o aggravanti

L'alluce rigido riconosce una serie di fattori capaci di giocare un ruolo, da soli o in associazione, nella patogenesi di questa malattia. In particolare, la condizione può rappresentare la conseguenza di diversi processi irritativi e/o infiammatori di natura biomeccanica, sistemica o congenita.

  • L'alluce rigido può insorgere come conseguenza di piccoli traumi (microtraumi), reiterati nel tempo: quando viene danneggiata la cartilagine articolare, può essere favorita l'insorgenza di un processo artrosico. In tal caso, l'abitudine ad indossare certe calzature e la pratica di alcuni sport espone ad un maggior rischio di sviluppare la patologia: calcio, danza classica, arrampicata sportiva, rugby ecc.
  • L'alluce rigido è frequentemente riscontrato quale esito chirurgico di interventi che portano, in qualche modo, un'immobilizzazione eccessivamente prolungata dell'articolazione. Un esempio di intervento che può tradursi in tale malattia del piede è quello rivolto alla cura dell'alluce valgo. Altre evenienze che possono tradursi nell'alluce rigido sono l'eccessiva fibrosi e l'infezione post-chirurgica.
  • Quando compare in giovane età (di solito, nel corso dell'adolescenza), la patologia può dipendere, invece, da una predisposizione congenita. L'alluce rigido può essere favorito, in particolare, da particolari fattori anatomico-strutturali, quali, ad esempio, una testa del primo osso metatarsale appiattita o squadrata, che determinano un sovraccarico anomalo della parte anteriore del piede, cioè portano a ripartire in modo squilibrato le sollecitazioni che si generano durante il cammino.
  • Tra le cause dell'alluce rigido rientrano anche alcune malattie sistemiche metaboliche (es. gotta) ed infiammatorie (es. artrite reumatoide).

Altri fattori che possono predisporre all'insorgenza dell'alluce rigido sono:

Sintomi e Complicazioni

I sintomi dell'alluce rigido possono variare dalla rigidità articolare al vero e proprio dolore acuto in corrispondenza della prima articolazione metatarso-falangea. Di solito, il primo dito del piede è molto dolente al mattino o dopo alcune attività fisiche, anche modeste (ad esempio: una passeggiata).

Il dolore a riposo indica una progressione della patologia e può associarsi a gonfiore ed infiammazione articolare, spesso complicata dagli osteofiti. Tale evenienza si manifesta con la sporgenza sottocutanea dell'osso neoformato, che determina conflitto e sfregamento all'interno della calzatura.

Nella fase più avanzata dell'alluce rigido, l'articolazione può essere completamente compromessa e risultano difficoltosi anche i gesti più semplici, come infilare le scarpe o compiere pochi passi.  

Disturbi associati

  • Il dolore associato all'alluce rigido induce il paziente a deambulare facendo gravare il peso del corpo sul margine esterno della pianta del piede. Ciò predispone all'insorgenza di arrossamento doloroso, calli e duroni in prossimità delle altre dita del piede, arrossamento del quinto metatarso e tendinite dei peronei o borsite.
  • Col progredire della patologia, possono verificarsi coinvolgimenti anche a distanza come lombalgia e dolori al ginocchio.
  • L'infiammazione e la successiva degenerazione fibrotica a carico dell'articolazione metatarso-falangea possono coinvolgere anche le strutture limitrofe, come il nervo interdigitale, determinando il neuroma di Morton.

Diagnosi

L'alluce rigido viene valutato tradizionalmente con l'esame del piede, mediante la palpazione, l'osservazione della deformità articolare e la mobilizzazione della prima articolazione metatarso-falangea. In caso si sia instaurata la patologia, l'alluce presenta un range di movimento limitato o addirittura nullo.

La conferma può essere fornita dall'esame radiografico, il quale permette anche di stabilire quali sono il grado e l'estensione del processo degenerativo. In alcuni casi, può essere utile eseguire la TAC o la risonanza magnetica.

Trattamento

A seconda della sintomatologia e dello stadio di degenerazione dell'articolazione metatarso-falangea, le soluzioni per la cura dell'alluce rigido indicate ai pazienti possono essere diverse. In ogni caso, l'obiettivo è quello di ridurre il processo infiammatorio e degenerativo alla base della patologia.

Farmaci e terapie fisiche

Nei casi in cui l'alluce rigido sia lieve, può essere sufficiente l'uso di farmaci antinfiammatori topici (creme, unguenti ecc.) o intra-articolari (infiltrazioni di cortisone) per ridurre il dolore e l'infiammazione presente nell'articolazione. Gli effetti possono essere soddisfacenti, ma è logico aspettarsi che il miglioramento dei sintomi sia solo temporaneo.

In alternativa, è possibile valutare un intervento fisioterapico volto alla mobilizzazione dell'articolazione metatarso-falangea ed alla riduzione del dolore. Il trattamento conservativo può prevedere anche l'impiego di terapie fisiche, come tecarterapia o laser.

Calzature e mezzi ortesici

Se l'alluce rigido è accompagnato da dolore, può essere utile la riduzione delle forze di estensione dell'articolazione metatarso-falangea ottenuta con la scelta di calzature adeguate.

Le scarpe devono essere, in particolare, sufficientemente larghe e comode per non creare conflitto e costrizione alla regione dell'alluce. L'aumento della rigidità della suola, anche con inserti, plantari su misura con appositi scarichi e suolette idonee, può portare alla diminuzione dei sintomi.

Talvolta, vengono indicate calzature tipo MBT (cioè a dondolo), in quanto consentono di ridurre il movimento della prima articolazione metatarso-falangea durante la deambulazione.

Intervento chirurgico

Qualora gli accorgimenti conservativi non fossero più sufficienti per la gestione dell'alluce rigido, il medico può indicare la strategia chirurgica più adeguata sulla base del grado di gravità della patologia. Lo scopo consiste nell'eliminare il dolore e nel restituire il movimento dell'articolazione.

Nelle forme di alluce rigido meno gravi, l'ortopedico può eseguire una tecnica percutanea mininvasiva per la decompressione della capsula articolare e l'asportazione degli osteofiti del metatarso e della falange. L'intervento, detto cheilectomia, comporta un aumento dell'arco di movimento ed una correlata diminuzione del dolore. Tuttavia, i risultati solo raramente si mantengono costanti nel tempo, poiché l'evoluzione del processo artrosico non viene contrastata in alcun modo. Nei casi meno gravi, si possono utilizzare anche osteotomie metatarsali, in grado di rimuovere parti ossee esuberanti per migliorare la meccanica articolare dell'alluce.

Se la rigidità articolare è maggiore, invece, si possono realizzare interventi di emiartroplastica (sostituzione di una sola delle due componenti dell'articolazione) e artroplastica (ricostruzione articolare completa, con sostituzione di entrambe le componenti usurate).

Nei casi più gravi di alluce rigido, può essere proposta l'artrodesi metatarso-falangea. Questa procedura determina la fusione ossea delle due componenti articolari (cioè dell'osso metatarsale con la prima falange), permettendo la scomparsa del dolore, ma impedendo di fatto il movimento dell'alluce.

In alternativa, si esegue un intervento chirurgico per sostituire l'articolazione con una protesi artificiale (artroprotesi). Anche questa metodica volta al trattamento dell'alluce rigido ha l'obiettivo di eliminare o ridurre il dolore, consentendo una certa mobilità ed un'articolarità sufficiente a calzare scarpe normali.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici