Agoaspirato Seno
Ultima modifica 10.10.2024
INDICE
  1. Cos'è?
  2. Cosa premette di scoprire?
  3. Come si esegue?
  4. Quando è indicato?
  5. Differenza tra agoaspirato e agobiopsia
  6. Interpretazione dei risultati
  7. È necessaria una preparazione?
  8. Esistono controindicazioni?
  9. Rischi

Cos'è?

Cos'è un agoaspirato del seno?

L'agoaspirato del seno è un esame finalizzato al prelievo di un campione di tessuto mammario, per poterlo studiare al microscopio.

In genere, questo esame viene eseguito per analizzare le cellule che compongono un nodulo o un'area di tessuto mammario ritenuta sospetta alla diagnosi radiologica (ecografia e mammografia) e clinica (visita senologica). L'obiettivo dell'agoaspirato consiste nello stabilire la natura e le caratteristiche dell'alterazione mammaria in essere, al fine di pianificare un corretto iter terapeutico o eseguire ulteriori accertamenti diagnostici.

La tecnica è minimamente invasiva e prevede la raccolta di un campione di cellule o liquido da sottoporre ad esame citologico. Il prelievo viene eseguito sotto la guida ecografica, introducendo un ago sottilissimo nel seno, fino a raggiungere la formazione sospetta, dalla quale si raccoglie parte del contenuto da sottoporre alle successive analisi in laboratorio.

Perché si fa un agoaspirato al seno?

L'agoaspirato del seno è una procedura di integrazione alla diagnosi radiologica e clinica delle patologie della ghiandola mammaria, che permette di valutare la presenza o l'assenza di anomalie cellulari.

In base all'esito dell'esame citologico, il medico specialista deciderà se procedere con ulteriori accertamenti e/o stabilirà il percorso terapeutico più adeguato al caso.
La metodica si esegue con un ago sottile (simile a quello di una normale iniezione) e consiste nel prelievo di un campione di cellule o liquido da un'area o da un nodulo ritenuto sospetto. Successivamente, il materiale raccolto viene inviato al medico patologo per lo studio citologico (cioè delle cellule) in laboratorio.
La procedura è complementare all'esame ecografico della mammella e alla mammografia: in caso di sospette formazioni neoplasiche, il prelievo citologico permette di stabilirne la natura e le caratteristiche, escludendo o confermando la diagnosi di tumore al seno maligno.
L'agoaspirato mammario consente, quindi, un inquadramento diagnostico più approfondito: l'esame citologico valuta tutti i possibili aspetti patologici delle singole cellule presenti nel campione raccolto.
Nella maggior parte dei casi, il prelievo citologico viene effettuato sotto guida ecografica (cioè con l'uso degli ultrasuoni) o radiografica (nel caso della mammografia), per localizzare al meglio la lesione ritenuta sospetta e raggiungere il bersaglio in modo esatto.

Cosa premette di scoprire?

A cosa serve l'agoaspirato del seno?

L'agoaspirato permette di discriminare un'alterazione benigna della mammella (come nel caso di cisti e fibroadenomi) da una lesione mammaria di natura maligna (carcinoma o altri tumori).
Solitamente, il prelievo citologico si esegue in seguito all'ecografia mammaria e/o alla mammografia, nel caso in cui queste indagini abbiano evidenziato lesioni sospette ed occorra un inquadramento diagnostico più approfondito.

Come si esegue?

Come si fa l'agoaspirato del seno?

L'agoaspirato consiste nel prelievo di campioni di tessuto mammario con un ago cavo, di calibro simile a quello di una normale siringa.

Durante l'esame, l'ago viene inserito nel seno attraverso la pelle, fino a raggiungere le alterazioni nodulari o le aree sospette da esaminare.
L'agoaspirato può essere eseguito con il supporto della guida ecografica o, qualora i noduli mammari siano palpabili, senza l'ausilio di strumenti di imaging.

Il prelievo dura pochi minuti. La paziente viene fatta stendere supina su un lettino, con le braccia rivolte in alto e il seno scoperto, in posizione rilassata ed agevole per l'esecuzione della procedura da parte del medico. Una sonda ecografica individua la lesione e viene scelto il punto d'ingresso dell'ago.
La cute viene disinfettata e il prelievo ha inizio: quando l'area viene raggiunta, comincia l'aspirazione, che consente di raccogliere una piccola frazione di cellule. Durante questa manovra, l'ago viene mosso ripetutamente all'interno della lesione (avanti e indietro, in più direzioni) per campionare le zone maggiormente sospette.
Il materiale cellulare così raccolto viene posto su due o più vetrini, che verranno poi trattati e studiati al microscopio dallo specialista in anatomia patologica, che provvederà a definire la natura della lesione.

Il risultato è disponibile generalmente in pochi giorni.

Quando è indicato?

  • In caso di un nodulo, una cisti, una massa o un'area di tessuto mammario sospetta e non meglio definita, l'agoaspirato può essere indicato per studiare le cellule che lo/la compongono e capirne meglio la natura. Tale procedura ambulatoriale integra, quindi, la visita senologica, l'ecografia mammaria e/o la mammografia, al fine di escludere gli eventuali dubbi diagnostici e avere il responso più preciso possibile.
  • L'agoaspirato viene eseguito anche su tumori noti, per monitorare l'effetto del trattamento o per ottenere campioni da sottoporre ad approfondimenti diagnostici.
  • La metodica può essere utilizzata anche per l'agoaspirazione di linfonodi sospetti sia in sede ascellare, che in altre sedi.
  • L'agoaspirato mammario può essere utilizzato anche a scopo terapeutico, ad esempio per drenare gli ascessi oppure per lo svuotamento del liquido contenuto all'interno di cisti al seno, quando queste provocano disagio nella paziente.
  • Tale procedura può essere indicata anche per eseguire la centratura preoperatoria. Questa prevede l'introduzione di un ago sottile, mediante il quale può essere posizionato un filo metallico (che verrà poi rimosso durante l'intervento chirurgico) o viene iniettata qualche goccia di un tracciante radioattivo, allo scopo di contrassegnare la sede della lesione che deve essere asportata dal chirurgo. 

Differenza tra agoaspirato e agobiopsia

Quali sono le differenze tra agoaspirato del seno e biopsia?

L'agobiopsia e l'agoaspirato della mammella sono procedure che hanno lo stesso scopo: prelevare un piccolo campione di tessuto o di cellule per effettuarne un esame al microscopio e valutarne la natura.
La scelta della tecnica da utilizzare viene effettuata dal medico specialista sulla base di diversi fattori, come le caratteristiche, le dimensioni o la localizzazione della formazione da analizzare.
L'agobiopsia mammaria consente di prelevare una piccola porzione di tessuto da una zona ritenuta sospetta. Rispetto all'agoaspirato, questa tecnica ricorre a un ago di maggiore calibro per l'asportazione di una quantità superiore di materiale dal nodulo (detto frustolo) e si effettua generalmente sotto anestesia locale.
La differenza sostanziale tra le due tecniche è, quindi, la maggiore invasività dell'agobiopsia, che, tuttavia, in alcune situazioni è necessaria per ottenere una maggiore affidabilità diagnostica.

Interpretazione dei risultati

C1 = Inadeguato/Non rappresentativo

La descrizione indica un agoaspirato tecnicamente non ottimale (inadeguato) o comprendente un numero di cellule epiteliali troppo scarso (non rappresentativo) per la formulazione della diagnosi citologica.  

C2 = Reperto Benigno

Il campione agoaspirato è adeguato e vi si riscontrano cellule certamente benigne. Talvolta, è possibile anche formulare la diagnosi specifica della lesione come, ad esempio, nel caso di cisti, fibroadenomaectasia duttale e mastite.

C3 = Atipia in lesione probabilmente benigna

L'analisi citologica del materiale agoaspirato ha riscontrato le caratteristiche di lesione benigna, ma sono presenti alcuni caratteri di atipia. In tal caso, il risultato dev' essere messo a confronto con gli altri esami effettuati (visita senologica, ecografia o mammografia) per poter prendere una decisione. Il medico può indicare, quindi, ulteriori accertamenti per la corretta definizione della condizione patologica.

C4 = Sospetto di malignità

L'agoaspirato del seno evidenzia un campione con caratteristiche che suggeriscono la probabile presenza di un carcinoma. In tal caso, comunque, la diagnosi di malignità non è definitiva e, spesso, sono necessari ulteriori accertamenti.

C5 = Reperto maligno

L'analisi citologica del materiale agoaspirato indica la presenza di un carcinoma o di altri tumori maligni. Ciò significa che sono state riscontrate nel campione delle cellule con inequivocabili caratteri di malignità.

È necessaria una preparazione?

Prima dell'agoaspirato del seno, non è necessaria alcuna preparazione particolare. Anche il ricorso all'anestesia locale non è generalmente necessario, in quanto il dolore avvertito durante la procedura è modesto.

Esistono controindicazioni?

L'agoaspirato del seno è una tecnica semplice, sicura e, generalmente, ben tollerata.
Il prelievo è molto rapido, minimamente invasivo e guidato in maniera precisa dagli strumenti ecografici (o radiografici, nel caso della mammografia).
L'agoaspirato del seno non richiede anestesia (se non in casi particolari) o ricovero (la persona può tornare subito dopo alla propria abitazione e/o attività senza bisogno di esservi accompagnata).
Raramente, è possibile avvertire un lieve fastidio dovuto alla comparsa di un eventuale ematoma (cioè una raccolta di sangue nella sede del prelievo), che si allevia con l'applicazione di semplici impacchi di ghiaccio e, di solito, si riassorbe in pochi giorni.

Rischi

I rischi associati all'agoaspirato del seno sono gli stessi di una normale iniezione intramuscolo, ovvero l'infezione (assai rara, poiché vengono rispettate tutte le regole per operare in condizioni di sterilità) e il sanguinamento (più frequente nelle zone in cui la mammella è più ricca di plessi venosi superficiali).
Talvolta, viene segnalata una modesta dolorabilità nella sede del prelievo per alcune ore.
Evento raro, ma descritto, è la puntura accidentale con l'ago della pleura di un polmone (pneumotorace); in tal caso, è richiesto un trattamento medico adeguato.
Nel corso di un agoaspirato con ago sottile, è stato dimostrato che non esiste alcun rischio di disseminazione a distanza di cellule neoplastiche.

Per approfondire: Noduli al seno: cosa sono? Quando preoccuparsi e cosa fare

Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici