Ablutofobia (Paura di Lavarsi): Cos’è? Cause e Come Superarla

Ultima modifica 03.07.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Terapia e Rimedi

Generalità

L'ablutofobia è la paura di lavarsi, bagnarsi o entrare in contatto con prodotti per l'igiene personale.

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Questo disturbo di natura psicologica - relativamente raro, ma grave - sembra essere più diffuso nelle donne e nei bambini.

L'ablutofobia comporta un grande disagio alla persona che ne soffre e può evolvere in un disturbo d'ansia. Come accade per altre fobie, se non trattata, la paura di lavarsi può peggiorare e causare sintomi somatici, tra cui sudorazione profusa, battiti accelerati, nausea e sensazione che manchi l'ossigeno.

Nel lungo termine, l'ablutofobia determina gravi conseguenze correlate alla mancata igiene personale (disturbi gastrointestinali, infezioni, malattie della pelle ecc.), oltre ad avere ripercussioni negative nella vita sociale, scolastica e lavorativa.

La paura di lavarsi può essere affrontata e superata con un percorso di psicoterapia, in combinazione o meno con farmaci, previa prescrizione medica.

Cos’è

Ablutofobia: definizione

L'ablutofobia è un disturbo fobico comunemente noto come paura di lavarsi o di farsi un bagno.

In chi ne soffre, un'attività semplice, automatica e quotidiana, come la doccia o la detersione delle mani prima dei pasti, può innescare un senso di disagio grave e persistente. Nel tentativo di ridurre i sintomi negativi correlati all'igiene personale, il soggetto ablutofobico adotta strategie per evitare lo stimolo fobico. Ciò si traduce in varie conseguenze: l'ablutofobia può influenzare la vita sociale e lavorativa per la scarsa igiene, la trascuratezza e l'emissione di cattivi odori, oltre a predisporre a malattie infettive o di altra natura.

Ablutofobia: terminologia

  • L'ablutofobia è la paura patologica ed irrazionale di lavarsi, farsi la doccia, il bagno o dedicarsi ad altre attività che riguardano l'igiene personale.
  • La parola "ablutofobia" deriva dal latino "ablutio" che significa "lavaggio" e "phóbos", cioè "paura" in greco.

Cause e Fattori di Rischio

L'ablutofobia è un disturbo d'ansia e, clinicamente, rientra nella categoria delle fobie specifiche, cioè paure eccessive o irragionevoli di un determinato oggetto o di una situazione.

La condizione può manifestarsi in molti modi: dalla paura di fare la doccia alla fobia di venire esposti a qualsiasi forma di misura igienica (es. contatto con l'acqua, detersione delle mani ecc.).

Perché si soffre di Ablutofobia?

Le cause dell'ablutofobia non sono sempre facilmente identificabili, ma pare che all'insorgenza della problematica contribuiscano diversi fattori scatenanti, compresi quelli ambientali e caratteriali.

  • Come accade per la maggior parte delle fobie specifiche, nell'origine del disturbo è spesso implicato un evento traumatico, sperimentato in prima persona o al quale si è assistito, sebbene l'ablutofobico possa, talvolta, non ricordarlo consapevolmente. Ad esempio, alcuni fan dei film horror affermano di avere paura di fare la doccia dopo aver visto "Psycho" di Alfred Hitchcock. Alcune persone possono sviluppare l'ablutofobia dopo un'esperienza spaventosa o drammatica con il bagno o l'acqua, come un annegamento o un tragico incidente di un componente della famiglia nella vasca o nella doccia.
  • L'ablutofobia può svilupparsi anche per effetto delle paure altrui: se un genitore o un parente stretto manifesta la stessa fobia, il paziente potrebbe aver interiorizzato le reazioni di quel familiare durante l'infanzia.
  • Molti bambini cercano di evitare il bagno, a causa della paura o di una semplice avversione per l'acqua o le operazioni di detersione. Pertanto, è possibile che il disagio avvertito nell'infanzia si trasformi in ablutofobia nella vita adulta.

Ablutofobia: chi è più colpito?

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Il disturbo sembra essere più comune nei bambini e negli adolescenti. Tuttavia, l'ablutofobia non è da confondere con l'avversione di farsi il bagno o la doccia, che può verificarsi nel corso dell'infanzia; in effetti, questa problematica non è generalmente considerata una fobia, a meno che non duri più di sei mesi o continui a manifestarsi nell'adolescenza e nell'età adulta.

In altre parole, l'ablutofobia è vera e propria patologia: al solo pensiero di lavarsi o entrare in contatto con l'acqua ed i prodotti per l'igiene, le persone che ne soffrono manifestano ansia e disagio, tanto da mettere in atto una serie di rituali ossessivi, oltre ad adottare "particolari comportamenti" per tenere a distanza le situazioni che possono farle star male (strategie di evitamento).

L'ablutofobia sembra essere più frequente nelle donne che negli uomini e si manifesta soprattutto in soggetti dalla personalità fragile.

Sintomi e Complicazioni

Ablutofobia: come si manifesta?

L'ablutofobia si esprime principalmente con disagio e senso di repulsione nei confronti dello stimolo fobico, rappresentato principalmente dall'idea di farsi il bagno o la doccia o dall'esposizione all'acqua ed ai prodotti per l'igiene personale. Occorre precisare che il quadro fobico può variare da persona a persona: di solito, chi soffre di ablutofobia teme alcune situazioni più di altre.

Nei casi più severi, l'ablutofobia si traduce in una grave angoscia, che può sfociare in crisi d'ansia e/o attacchi di panico in piena regola, con sudorazione fredda, aumento della frequenza cardiaca (tachicardia), nausea, mancanza di respiro e senso di soffocamento.

Se perdura nel tempo e non viene affrontata dal punto di vista terapeutico, l'ablutofobia pone chi ne soffre in uno stato di carenza igienica: permettere a sporco e batteri di rimanere sulla pelle e sui capelli per lunghi periodi potrebbe aumentare il rischio di vere e proprie patologie "fisiche", quali infezioni, disturbi gastrointestinali e malattie dermatologiche. Basti pensare a cosa potrebbe provocare l'ablutofobia se conduce ad evitare il lavaggio delle mani dopo aver usato il bagno o durante la preparazione del cibo.

Non farsi la doccia regolarmente può avere anche altre conseguenze negative, come ad esempio:

  • Problemi al lavoro o a scuola e nelle relazioni personali: nel mondo moderno, la pulizia e l'igiene rientrano tra le priorità fondamentali della quotidianità; non riuscire a fare regolarmente il bagno può far sembrare "sporco" l'ablutofobico, esponendolo a problemi di accettazione sociale. L'ablutofobia può determinare anche il rifiuto da parte di altre persone.
  • Isolamento, condizione che potrebbe condurre alla fobia sociale o, addirittura, all'agorafobia;
  • Rischio più elevato per lo sviluppo di disturbi dell'immagine corporea.

Nel tempo, i sintomi ansiosi vengono attivati anche solo pensando alle situazioni che scatenano tipicamente l'ablutofobia e, nei casi estremi, possono portare alla depressione o alla schizofrenia

Ablutofobia: sintomi somatici

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Per chi soffre di ablutofobia, qualsiasi situazione stressante o angosciosa correlata all'igiene personale innesca una paura che porta ad un comportamento definito di "lotta o fuga". In pratica, il corpo reagisce allo stimolo fobico con un'espressione estrema dell'istinto di sopravvivenza, che prepara automaticamente il corpo ad allontanarsi dal potenziale pericolo (cioè l'idea di lavarsi, considerata come una minaccia) e si traduce in una risposta anormale a livello emotivo, evidente per il manifestarsi dei sintomi somatici, quali:

Diagnosi

Se i sintomi dell'ablutofobia limitano in modo significativo la normale vita quotidiana e persistono da oltre sei mesi, è consigliabile rivolgersi ad un medico, uno psichiatra o uno psicologo per identificare il problema.

La valutazione iniziale dell'ablutofobia è fondamentale per comprendere i motivi alla base del disagio, identificandone il significato e quantificandone la portata, quindi stabilire il corretto iter terapeutico.

Terapia e Rimedi

Come si può superare l'Ablutofobia?

Il trattamento dell'ablutofobia prevede un percorso mirato alla gestione degli stimoli ansiogeni e delle manifestazioni che ne derivano. La scelta tra i diversi interventi o la combinazione di questi dipende dalla persona e dalla gravità del quadro clinico, ma, di solito, il piano di trattamento prevede le tecniche di terapia cognitivo-comportamentale, in combinazione o meno con medicinali in grado di aiutare a tenere sotto controllo la paura.

  • Psicoterapia - Una delle strategie più efficaci per affrontare e superare l'ablutofobia consiste nella psicoterapia cognitivo-comportamentale. Quest'intervento ha l'obiettivo di indurre il paziente a razionalizzare la propria paura ed aiuta il paziente nel concentrarsi sulla possibilità di reagire ai pensieri ansiogeni e di modificare il circolo vizioso, affrontando le convinzioni negative associate alla fobia di lavarsi, ridimensionandole.
  • Farmaci - In combinazione al trattamento psicologico, il medico psichiatra può prescrivere, per brevi periodi, una terapia farmacologica per controllare i sintomi ansiosi associati all'ablutofobia. I medicinali che vengono solitamente indicati sono le benzodiazepine, i beta-bloccanti, gli antidepressivi triciclici, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori delle monoamino ossidasi (MAOI). Occorre sottolineare che il ricorso a farmaci può placare il problema temporaneamente, ma non lo risolve in modo definitivo.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici