Vasectomia climatica: scegliere di non avere figli per salvare il Pianeta?

Vasectomia climatica: scegliere di non avere figli per salvare il Pianeta?
Ultima modifica 21.01.2022
INDICE
  1. Cos’è la vasectomia climatica
  2. Cosa dice la scienza
  3. Vasectomie in aumento anche tra i giovani

Fare meno figli per salvare l'ambiente che ci circonda. In un periodo storico caratterizzato da un calo delle nascite, da un invecchiamento costante della popolazione globale e da quella che da più parti viene chiamata emergenza demografica, mettere al mondo ancora meno bambini potrebbe sembrare un'idea assolutamente non percorribile.

Non è detto però che sia per forza così, o almeno non lo pensano le molte persone che hanno deciso di rinunciare alla prole in nome di quello che considerano un bene comune superiore al loro desiderio di generare eredi.

Non si tratta di una bizzarria ma di un vero e proprio trend in ascesa in tutto il mondo, che si realizzerebbe con la sterilizzazione per il quale è stato coniato anche un termine specifico: vasectomia climatica.

Cos’è la vasectomia climatica

Questa definizione sconosciuta fino a poco tempo fa si sta affacciando solo recentemente nel vocabolario globale e indica uomini che sempre più spesso decidono di sterilizzarsi non per motivi personali ma per timori e preoccupazioni legate all'emergenza climatica in corso.

Rinunciare ad avere figli per ridurre le emissioni di CO2 e gli sprechi energetici sarebbe la nuova frontiera degli ambientalisti e attivisti green.

Uno scenario di cui si inizia a parlare solo ora ma che non rappresenta una novità assoluta visto che si basa su teorie già note da alcuni anni.

Cosa dice la scienza

Uno studio del 2017 pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Reserch Letters, infatti, aveva già ipotizzato che l'azione più efficace che una persona possa compiere per aiutare il pianeta a rimanere, o meglio tornare, in salute, non si fare la raccolta differenziata o usare l'auto il meno possibile, bensì mettere al mondo meno bambini. Nello specifico, secondo i ricercatori avere un figlio in meno ridurrebbe di 58 tonnellate all'anno le emissioni di CO2.

Sulla base di queste prime intuizioni, Matthew Schneider-Mayerson, professore associato di studi ambientali allo Yale-NUS College di Singapore e autore di un libro di prossima pubblicazione sul tema della scelta «eco-riproduttiva», ha deciso di cercare di capire quali potrebbero essere le implicazioni legate alla vasectomia climatica.

Per farlo ha condotto un'indagine dettagliata coinvolgendo 600 persone di età compresa tra i 27 e i 45 anni, che avevano precedentemente dichiarato di sentirsi particolarmente preoccupati per la crisi climatica e toccati dalle notizie in merito ai vari disastri ambientali.

Puntualmente interrogate, il 96% di loro ha dichiarato di temere che, se messi al mondo, i propri potenziali figli avrebbero dovuto lottare per crescere in salute o addirittura per sopravvivere a scenari climatici devastanti, mentre il 60% si era detto preoccupato al pensiero dell'impatto dell'impronta di carbonio di eventuali bambini messi al mondo.

Vasectomie in aumento anche tra i giovani

Per placare questi pensieri negativi, una soluzione sempre più presa in considerazione da attivisti green e ambientalisti è proprio la sterilizzazione preventiva, ovvero la vasectomia climatica.

Secondo alcune stime sarebbero tra i 42 e i 60 milioni gli uomini sterilizzati, anche se non è chiaro quanto la salvaguardia del Pianeta sia prioritaria come motivazione.

Probabilmente ancora non lo è ma se fino a pochi anni fa a spingere la sterilizzazione gli uomini erano principalmente ragioni legate al lavoro, a una prole già numerosa e/o alle aspirazioni di carriera, adesso le cose paiono cambiate.

A confermarlo è anche uno dei massimi esperti in tema di vasectomie, il medico australiano Nick Demediuk. La sua carriera è iniziata nel 1982 e da allora ha completato più di 40.000 procedure di vasectomia.

Fino ad oggi la maggior parte dei suoi pazienti si sono rivelati essere uomini di circa 35 anni già padri di un figlio che non intendono allargare la famiglia per i motivi più disparati ma nonostante questa sia ancora la tendenza più diffusa, qualcosa sta mutando.

Il medico, infatti, nota un abbassamento anagrafico delle persone che si rivolgono a lui e stima che circa 200 dei 4.000 pazienti che la sua clinica vede ogni anno siano uomini più giovani e senza figli.

Nel loro caso le motivazioni ambientali pesano visto che pare che circa 130 abbiano affermano di voler ricorrere a questa opzione proprio alla luce della crisi ambientale in atto.

Una tendenza confermata anche da un sondaggio del Social Science Research Network, dal quale è emerso che il 39% dei diecimila intervistati appartenenti alla Generazione Z si dichiara esitante di fronte alla procreazione per paura dell'apocalisse climatica.

In Italia per ora questo modo di affrontare la questione clima sembra però non aver ancora preso piede visto che i numeri di chi si è sottoposto a questo intervento sono nettamente sotto alla media mondiale.

L'intervento però non essendo per nulla invasivo potrebbe presto essere preso in considerazione anche nel nostro Paese