Tumore al polmone: lo screening annuale aumenta la sopravvivenza

Tumore al polmone: lo screening annuale aumenta la sopravvivenza
Ultima modifica 28.11.2022
INDICE
  1. Cosa dice lo studio statunitense
  2. Le fasi dello studio
  3. La situazione in Italia e come aderire allo screening

Non è una novità che per quanto riguarda i tumori, la prevenzione e la diagnosi precoce in molte circostanze facciano la differenza.

Proprio per questo è importante non dimenticarsi di fare controlli periodici, che per diverse tipologie di cancro equivalgono a salvare la vita.

È il caso del tumore al polmone, alla cui sopravvivenza la prevenzione, e in particolare sottoporsi a screening annuali, incide in modo importante. A dirlo uno studio internazionale condotto su larga scala da un gruppo di medici e ricercatori del Mount Sinai Health System di New York e presentato al meeting annuale della Radiological Society of North America.

Cosa dice lo studio statunitense

A livello globale il tasso medio di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi per i pazienti affetti da tumore al polmone è stimato al 18,6%, ma i numeri cambiano enormemente se si prendono in considerazione i pazienti che si sottopongono a screening annuali regolari e ai quali quindi la malattia viene diagnosticata in fase iniziale. In questo caso lo studio ha rivelato un tasso di sopravvivenza a 20 anni dell'80%.

Leggendo la percentuale in altro modo si parla di meno di due su dieci a cinque anni contro otto su dieci a 20 anni.

Sottoporsi a controlli regolari è sempre importante ma lo è ancora di più in caso di neoplasie che, come quelle al polmone, non danno alcun sintomo evidente se non in fase avanzata, quando spesso intervenire è molto più complesso.

Proprio a causa del lavoro sommerso di questo tumore e della scarsa comunicazione in merito all'assoluta importanza di sottoporsi a screening annuali, attualmente solo il 16% viene diagnosticato in fase iniziale.

Ovviamente controlli regolari non impediscono l'insorgenza della malattia ma rendono ogni misura che risulta necessaria più probabile di successo, come sottolineato da Claudia Henschke, prima autrice dello studio, professoressa di radiologia diagnostica, molecolare e interventistica e direttrice del programma di azione precoce per il polmone e il cuore della Icahn School of Medicine del Mount Sinai di New York. «I sintomi avvertibili si manifestano soprattutto nei tumori polmonari in fase avanzata, quindi il modo migliore per individuarne l'eventuale presenza in fase iniziale è aderire a un programma di screening annuale, uno strumento importante per identificare i tumori polmonari alla loro insorgenza e quando possono essere rimossi chirurgicamente».

Essendo spesso asintomatici, invece, i noduli polmonari vengono il più delle volte riscontrati casualmente tramite TAC o RX al torace eseguite per altri motivi.

Le fasi dello studio

Per arrivare a stabilire in modo concreto quanto la diagnosi precoce dei tumori al polmone faccia la differenza, lo studio americano ha analizzato il tasso di sopravvivenza a 20 anni di 1.285 pazienti sottoposti a screening nell'ambito dell'International Early Lung Cancer Action Program e ai quali era stata diagnosticata questa neoplasia in fase iniziale.

L'osservazione ha evidenziato una sopravvivenza complessiva dei partecipanti pari all'80% ma non solo. Suddividendo le persone in base alla tipologia del cancro che li aveva colpiti, la sopravvivenza per i 139 partecipanti con noduli polmonari cancerosi non solidi e per i 155 partecipanti con noduli di consistenza parzialmente solida è risultato addirittura del 100%.

Per i 991 pazienti con noduli solidi, invece, il tasso di sopravvivenza è stato del 73%. L'ultimo dato emerso riguarda le persone con tumori allo stadio 1A della grandezza di dieci millimetri o meno, il cui tasso di sopravvivenza a 20 anni è stato del 92%.

La situazione in Italia e come aderire allo screening

Il tumore al polmone colpisce soprattutto i fumatori cronici e raramente prima dei cinquant'anni. Circa l'85-90% di queste neoplasia infatti è è attribuibile al fumo di sigaretta e per questo negli Stati Uniti le linee guida sanitarie consigliano a tutte le persone di età compresa tra i 50 e gli 80 anni che fumano un pacchetto di sigarette al giorno da 20 anni, o che hanno smesso di farlo da meno di 15 anni di sottoporsi allo screening annuale.

Situazione molto simile per quanto riguarda il nostro Paese, dove come riportato dai dati dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica, ogni anno 32.800 persone ricevono la diagnosi di tumore polmonare quando la malattia è già in fase avanzata e quindi non operabile e con prognosi più negative. Si parla di circa l'80% dei casi e proprio per porre rimedio a questo dato sconfortante, è da pochi giorni partito il programma ministeriale RISP (Rete Italiana Screening Polmonare), analogo a quello statunitense e rivolto a fumatori o ex fumatori fra i 55 e i 75 anni che abbiano fumato un pacchetto di sigarette al giorno per 30 anni, due per 15 e così via.

Questi soggetti sono invitati a sottoporsi periodicamente allo screening basato su TAC del torace a basso dosaggio.

Coloro che presentano le caratteristiche idonee a sottoporsi all'esame possono partecipare al programma RISP accedendo al sito dedicato www.programmarisp.it o chiedendo informazioni al proprio medico.