Trigliceridi alti: sintomi e cause dell'ipertrigliceridemia

Trigliceridi alti: sintomi e cause dell'ipertrigliceridemia
Ultima modifica 11.10.2024
INDICE
  1. Cosa vuol dire trigliceridi alti?
  2. Quali sono i valori?
  3. Perché si misurano?
  4. Quando preoccuparsi?
  5. Quali sono i sintomi?
  6. Quali sono le cause?
  7. Come diventano alti i trigliceridi?
  8. Quali esami fare per la diagnosi?
  9. Cosa fare? La terapia
  10. Quali sono le complicanze?
  11. Si può guarire?
  12. Come prevenire l'ipertrigliceridemia?
  13. Altri articoli su 'Trigliceridi' e 'Trigliceridi alti'

Cosa vuol dire trigliceridi alti?

Trigliceridi alti, ipertrigliceridemia Shutterstock

L'espressione trigliceridi alti è sinonimo di ipertrigliceridemia, la condiziona medica caratterizzata un'elevata concentrazione di trigliceridi nel sangue.

Quali sono i valori?

Ricordando che la trigliceridemia si misura in milligrammi di trigliceridi su decilitro di sangue, in termini numerici, si parla di trigliceridi alti o ipertrigliceridemia ogniqualvolta le analisi ematiche evidenziano valori di trigliceridi superiori ai 200 mg/dl.

Ecco, di seguito, un schema di facile consultazione che mostra quali sono i valori normali dei trigliceridi e quali, invece, sono alterati:

  • Trigliceridi normali: < 150mg/dl
  • Trigliceridi border-line: tra 150 e 199mg/dl
  • Trigliceridi alti: tra 200 e 499mg/dl
  • Trigliceridi molto alti: > 500mg/dl

Perché si misurano?

La trigliceridemia indica la concentrazione di trigliceridi nel sangue.

Trasportati nel plasma dalle lipoproteine (soprattutto da chilomicroni e VLDL, e solo in piccola parte da LDL e HDL), i trigliceridi sono una classe di lipidi che il corpo umano sintetizza prevalentemente a partire dai grassi ingeriti attraverso la dieta e che sfrutta come fonte di energia.

Conoscere la concentrazione sanguigna dei trigliceridi è molto importante in ambito diagnostico, poiché, assieme alla quantificazione del colesterolo totale, delle LDL e delle HDL, permette di stabilire il rischio cardiovascolare di un individuo.

Quando preoccuparsi?

I trigliceridi alti si associano a una maggiore suscettibilità a malattie come coronaropatie, ictus, angina pectoris, infarto del miocardio, aterosclerosi ecc.; in sostanza sono associati all'aumento del rischio cardiovascolare.

Questa relazione è particolarmente valida, quando l'ipertrigliceridemia si accompagna ad altri fattori di rischio cardiovascolare, come per esempio l'aumento del colesterolo LDL (il cosiddetto "colesterolo cattivo"), la riduzione del colesterolo HDL (il cosiddetto "colesterolo buono") e/ la presenza di diabete.

Detto ciò, è doveroso precisare che sulla pericolosità dei trigliceridi alti gioca un ruolo determinante il tipo di lipoproteina al quale sono associati; infatti, il binomio chilomicroni-trigliceridi sembra essere privo di potere aterogenico (ossia non causa ateromi, una conseguenza tipica dell'aterosclerosi); potere aterogenico che invece pare appartenga anche alle VLDL ed è sicuramente proprio delle LDL.

I trigliceridi alti sono più pericolosi nell'uomo o nella donna?

Secondo attendibili studi scientifici, nell'ottica dell'aumento del rischio cardiovascolare, i trigliceridi alti sembrerebbero più pericolosi per le donne.

Quali sono i sintomi?

In genere, la presenza di trigliceridi alti non produce sintomi; in altre parole, è asintomatica.

Fanno eccezioni i casi gravi, in cui i trigliceridi molto elevati (> 1.000 mg/dl) sono responsabili di:

È doveroso precisare che, in genere, dietro una condizione di trigliceridi alti sintomatica si cela una malattia genetica come l'ipertrigliceridemia familiare o l'iperlipidemia combinata familiare.

Quali sono le cause?

Le principali cause e i fattori di rischio dei trigliceridi alti sono:

Quanto è diffusa l'ipertrigliceridemia familiare?

Appartenente al gruppo delle iperlipidemie di tipo familiare, l'ipertrigliceridemia familiare è una malattia genetica molto rara, che colpisce soltanto l'1% della popolazione generale

Per approfondire: Ipertrigliceridemia: sintomi e cause

Come diventano alti i trigliceridi?

Il quesito è alquanto complesso e una risposta esauriente richiede profonde conoscenze di come funziona la digestione dei cibi. Pertanto, in questa sede, l'articolo si limiterà a spiegare solo per punti sintetici da cosa origina l'innalzamento della trigliceridemia e la presenza di trigliceridi alti.

  • Durante la digestione dei pasti, le cellule intestinali catturano i lipidi dietetici e li trasformano in trigliceridi; mentre eseguono questa importante operazione, producono anche i già citati chilomicroni, il cui compito è trasportare i trigliceridi di neoformazione nel sangue.
  • Sempre durante la digestione dei pasti, anche il fegato sintetizza trigliceridi, ma, diversamente dalle cellule intestinali, compie questa azione a partire dagli aminoacidi e dal glucosio dietetici. Terminata questa operazione di sintesi, il fegato accorpa i trigliceridi di neoformazione alle già note VLDL, la cui funzione è analoga a quella ricoperta dai chilomicroni.
  • Chilomicroni e VLDL trasportano i trigliceridi nel sangue, allo scopo di rifornire le cellule tissutali di questi lipidi, che possono trovare impiego come fonte di energia immediata o di riserva (accumulo negli adipociti).
  • In condizioni di normalità (dieta equilibrata, assenza di patologie ecc.), la produzione di trigliceridi e relativi trasportatori è in linea con le esigenze delle cellule tissutali. In altre parole, l'offerta di trigliceridi soddisfa adeguatamente la domanda di trigliceridi, senza sprechi.
    Una volta che chilomicroni e VLDL hanno rilasciato i trigliceridi alle cellule (sono per così dire "scarichi" o "impoveriti"), vanno incontro a un processo di degradazione e smaltimento fisiologico, perché non sono più utili.
  • All'opposto di quanto descritto in precedenza, in condizioni patologiche o anomale (es: dieta ipercalorica ad alto contenuto di grassi o zuccheri, diabete, anomalie genetiche ecc.), la produzione di trigliceridi e relativi trasportatori supera abbondantemente le richieste delle cellule tissutali o non le soddisfa affatto, a causa dell'incapacità delle cellule tissutali di introdurre al proprio interno i trasportatori di trigliceridi. Tutto ciò comporta l'accumulo dei trasportatori dei trigliceridi nel sangue, quindi a un aumento della trigliceridemia.

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Quali esami fare per la diagnosi?

Per formulare una diagnosi di trigliceridi alti, è sufficiente un esame del sangue, effettuato dopo un canonico prelievo.

In genere, alla quantificazione dei trigliceridi in un campione sanguigno, i medici accompagnano anche la misurazione del colesterolo totale, delle HDL e delle LDL, in quanto solo in questo modo ottengono un profilo lipidico completo e attendibile dei pazienti sotto osservazione.

Appurata la presenza di trigliceridi alti, il passo successivo è individuarne le cause, allo scopo di pianificare la terapia più adeguata.

Come prepararsi all'esame dei trigliceridi

Affinché l'esame sanguigno per la valutazione dei trigliceridi sia attendibile, è necessario che il paziente sia a digiuno, al momento del prelievo, da almeno 12 ore e abbia consumato, alla sera del giorno precedente, un pasto leggero.

La mancata osservazione di tale norme preparatoria può comportare un falso positivo, ossia una diagnosi di trigliceridi alti in persone in cui il livello di trigliceridi è, in realtà, nella norma.

Nella tabella sottostante, il lettore potrà prendere atto di altre regole relative a come prepararsi adeguatamente all'esame del sangue per la valutazione dei trigliceridi.

Altre norme preparatorie

  • Se il paziente è un consumatore di alcolici anche moderato, evitare l'assunzione di alcol nei 2-3 giorni precedenti al prelievo;
  • Evitare gli eccessi alimentari per almeno 4-5 giorni prima del prelievo;
  • Non eccedere con l'attività fisica nelle 48 ore precedenti il prelievo.

Cosa fare? La terapia

Dal punto di vista terapeutico, la presenza di trigliceridi alti impone un'adeguata terapia causale (questa chiaramente varia da paziente a paziente, a seconda delle cause dell'ipertrigliceridemia) e l'adozione di uno stile di vita e un regime dietetico all'insegna della buona salute.

Nel caso in cui stile di vita e dieta più sani risultassero poco incisivi o comunque dimostrassero di aver bisogno di un aiuto, il medico curante potrebbe aggiungere un ulteriore trattamento, questa volta di tipo farmacologico.

Tra i farmaci utili contro i trigliceridi alti, rientrano:

Punti chiave della terapia per i trigliceridi alti

Alcuni esempi di terapia causale

  • Primo esempio. Se i trigliceridi alti sono dovuti all'uso costante di un certo medicinale, la terapia causale consiste nel sospendere immediatamente l'assunzione di tale medicinale.
  • Secondo esempio. Se la causa dell'ipertrigliceridemia è specificatamente l'eccessivo consumo di alcolici, la terapia causale consiste nell'evitare in modo categorico l'assunzione di bevande alcoliche.
  • Terzo esempio. Se i trigliceridi alti dipendono da una malattia renale, la terapia causale prevede un trattamento mirato a contrastare la disfunzione renale presente, per quanto quest'ultima sia curabile.
  • Quarto esempio. Se dietro l'ipertrigliceridemia c'è specificatamente uno stato di obesità, la terapia causale consta di un piano dietetico finalizzato a ridurre il peso corporeo e di un piano educativo volto a insegnare al paziente le regole alla base di un'alimentazione sana ed equilibrata. 
Per approfondire: Tutti i rimedi contro i trigliceridi alti

Stile di vita e dieta

A prescindere dalle cause scatenanti, in presenza di trigliceridi alti è sempre molto importante:

Per approfondire: Esempio di dieta per i trigliceridi alti

Farmaci utili contro i trigliceridi alti

Per approfondire: Farmaci per il trattamento dei trigliceridi alti

Lo sapevi che…

Oltre alle situazioni citate, il ricorso ai farmaci contro i trigliceridi alti può risultare indispensabile anche in tutti quei frangenti in cui, dopo opportune valutazione mediche, c'è il concreto pericolo di un danno al pancreas da ipertrigliceridemia.

Quali sono le complicanze?

Brevemente, alla presenza di trigliceridi alti può seguire:

  • La comparsa di una malattia cardiovascolare;
  • Lo sviluppo di ateromi a livello vascolare (aterosclerosi);
  • La distruzione del pancreas, per effetto di una pancreatite acuta.

Trigliceridi alti e sindrome metabolica

I trigliceridi alti sono un tipico marker – ossia un indicatore diagnostico – della cosiddetta sindrome metabolica.

La sindrome metabolica è quella condizione clinica, caratterizzata dalla contemporanea presenza di almeno tre dei seguenti fattori di rischio cardiovascolare:

  1. Ipertensione;
  2. Ipertrigliceridemia;
  3. Ipercolesterolemia;
  4. Obesità addominale;
  5. Iperglicemia a digiuno.

Si può guarire?

Con la terapia causale appropriata e l'adozione di uno stile di vita e dietetico all'insegna della buona salute, le speranze di ridurre i trigliceridi alti e riportare la trigliceridemia nella norma sono considerevoli.

Tuttavia, non bisogna dimenticare che:

  • A parità di condizioni causali, alcuni individui rispondono meglio di altri ai medesimi trattamenti. Quindi ogni paziente rappresenta un caso a sé stante;
  • Esistono cause di trigliceridi alti meno curabili di altre e ciò, chiaramente, si ripercuote sulla possibilità di curare con maggiore efficacia l'ipertrigliceridemia.

Come prevenire l'ipertrigliceridemia?

Non fumare, adottare una dieta equilibrata a base di cibi sani, praticare attività fisica regolarmente, non abusare di bevande alcoliche e controllare periodicamente la glicemia sono i principali consigli dei medici, quando il tema di discussione è la prevenzione dei trigliceridi alti.

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Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza.