Ultima modifica 06.03.2020

Generalità

La tiroidectomia è l'intervento chirurgico praticato per rimuovere tutta o solo una parte della tiroide.

Tiroidectomia

Figura: intervento di tiroidectomia.
Dal sito: community.babycenter.com

I motivi che rendono necessaria l'asportazione di quest'organo, situato nella regione anteriore del collo, possono essere diversi; la tiroidectomia, ad esempio, si può praticare per un cancro alla tiroide, per la presenza di un nodulo tiroideo, per una condizione di ipertiroidismo o per una situazione di gozzo.
La procedura chirurgica, che può svolgersi in almeno tre modi diversi, non richiede una preparazione particolare, salvo in caso di ipertiroidismo.
Senza la tiroide non si può vivere; quindi, dopo un intervento di tiroidectomia totale, occorre pianificare un'adeguata terapia sostitutiva a base di ormoni tiroidei sintetici.

Breve ripasso dell'anatomia e delle funzioni della tiroide

La tiroide è un organo impari, situato nella regione anteriore del collo, alla base della gola.
Simile per forma a una farfalla, la tiroide ricopre un ruolo fisiologico importantissimo, in quanto si occupa di regolare:

tiroide

Figura: la tiroide risiede anteriormente alla laringe e alla trachea. È formata da due lobi laterali e da una parte centrale che è chiamato istmo. Il suo peso equivale in genere a circa 20 grammi, ma può subire delle variazioni nel corso della vita (per esempio durante la pubertà, la menopausa, la gravidanza, il ciclo mestruale, l'allattamento ecc). Nelle donne, è più piccola che nell'uomo.

Per svolgere tutte queste attività regolatrici, la tiroide si avvale di tre ormoni che produce da sé e immette nel sangue. Gli ormoni in questione sono: la triiodotironina (detta anche T3), la tiroxina (detta anche T4) e la calcitonina.
La produzione propria di ormoni e la loro immissione nel torrente circolatorio sanguigno fanno rientrare la tiroide nell'elenco delle ghiandole endocrine umane.

Cos'è la tiroidectomia?

La tiroidectomia è l'operazione chirurgica con cui si rimuove tutta o soltanto una parte della tiroide (o ghiandola tiroidea).
Senza la tiroide e senza i suoi ormoni non si può vivere; pertanto, se si rimuove l'intera ghiandola tiroidea (tiroidectomia totale), è necessario pianificare una terapia farmacologica a base di ormoni tiroidei sintetici.

COSA SONO L'EMITIROIDECTOMIA E L'ISTMECTOMIA?

Quando si parla di tiroidectomia parziale, si distingue l'intervento di istmectomia da quello di emitiroidectomia.

  • L'istmectomia è la l'intervento di rimozione dell'istmo, ovvero la regione centrale della tiroide interposta tra i due lobi.
  • L'emitiroidectomia, invece, è l'intervento di rimozione di uno soltanto dei due lobi e dell'istmo.

Quando si esegue

La tiroidectomia viene praticata per il trattamento di alcuni disturbi alla tiroide. I motivi principali che ne richiedono l'esecuzione sono:

  • Il cancro (o tumore maligno) della tiroide. È la ragione che giustifica la maggior parte degli interventi di tiroidectomia. Questa neoplasia maligna insorge quando una cellula della tiroide subisce una mutazione genetica aberrante, per effetto della quale comincia a dividersi incessantemente dando luogo a una massa cellulare più o meno consistente. Questa massa non è innocua, ma tende ad espandersi e a diffondere le proprie cellule maligne nel resto dell'organismo (metastasi).
    Lo scopo della tiroidectomia, in caso di cancro della tiroide, è eliminare la massa anomala e qualsiasi parte della tiroide intaccata dalle cellule maligne.
  • La presenza di uno o più noduli tiroidei. Un nodulo tiroideo è un tumore benigno della tiroide. Consiste nella formazione di una massa anomala di cellule, che però, a differenza del cancro della tiroide, non hanno le stesse capacità di diffusione.
    Sebbene sia benigno, un nodulo può richiedere un intervento di tiroidectomia (con la rimozione della zona di tiroide interessata), quando provoca ipertiroidismo o comprime gli organi vicini (trachea ed esofago) determinando fatica a respirare (dispnea) o a deglutire (disfagia).
  • Il gozzo. Gozzo è il termine usato in medicina per indicare un aumento di volume della tiroide. Una ghiandola tiroidea ingrossata appare come un rigonfiamento più o meno evidente e simmetrico del collo. La sua insorgenza può essere causa di vari sintomi, come: difficoltà di deglutizione (disfagia), difficoltà di respirazione (dispnea), problemi nell'emissione di suoni (disfonia), ipertiroidismo o ipotiroidismo.
    Nei casi di gozzo più grave, la tiroidectomia potrebbe essere anche di tipo totale.
  • L'ipertiroidismo. Ipertiroidismo è il termine medico con cui si indica un'iperfunzione della tiroide, con conseguente aumento degli ormoni tiroidei circolanti nel sangue. Oltre che per la presenza di un nodulo tiroideo o di una condizione di gozzo, l'ipertiroidismo può insorgere anche a causa di una malattia autoimmune nota col nome di morbo di Graves e di Basedow.

Attenzione: la porzione di tiroide che va eliminata dipende dalla gravità dei disturbi tiroidei per i quali si rende necessaria la tiroidectomia.

Rischi

La tiroidectomia è una procedura abbastanza semplice e sicura. Tuttavia, trattandosi pur sempre di un intervento chirurgico, non è completamente esente da rischi e complicazioni.
I potenziali pericoli sono rappresentati da:

  • Un perdita eccessiva di sangue, o emorragia.
  • Lo sviluppo di un infezione batterica a livello della zona operata.
  • Un'ostruzione delle vie aeree, dovuta a un'emorragia prolungata.
  • Un cambiamento permanente del tono della voce, dovuto a un danno del nervo ricorrente (o nervo laringeo) che controlla la fonazione. La voce può diventare rauca o più debole del normale.
  • Danni di entità variabile a una o più ghiandole paratiroidee, le quali sono situate esattamente dietro alla tiroide.
    Le ghiandole paratiroidee, o paratiroidi, controllano i livelli di calcio nel sangue, mediante la sintesi di un ormone fondamentale per l'essere umano, chiamato paratormone (o PTH).
  • Complicazioni dovute all'anestesia. Come si vedrà nei prossimi capitoli, è richiesta l'anestesia generale, una procedura delicata che - anche quando viene eseguita correttamente - può dar luogo a complicanze. Per esempio, il paziente può essere allergico a un farmaco anestetico e non saperlo.
  • Ipotiroidismo. È un problema che potrebbe presentarsi alla conclusione dell'intervento di tiroidectomia totale, se il paziente trascura di assumere con regolarità gli ormoni tiroidei sintetici o quando la terapia pianificata è inadeguata.
  • Aumento del peso corporeo. È una possibile conseguenza dell'ipotiroidismo post-intervento chirurgico.

Preparazione

La tiroidectomia prevede l'anestesia generale, pertanto, nel giorno dell'intervento, bisogna che il paziente si presenti a digiuno completo (in genere dalla sera precedente).
La mancata osservazione di tale indicazione pre-operatoria comporta l'annullamento e il rinvio dell'operazione ad altra data, in quanto la presenza di cibo nella stomaco potrebbe portare al soffocamento.


Prima della tiroidectomia da ipertiroidismo vanno assunti dei farmaci particolari?

In caso di tiroidectomia da ipertiroidismo, il paziente viene trattato con una preparato farmacologico, a base di ioduro di potassio; tale medicinale, infatti, non solo inibisce la sintesi di ormoni tiroidei, ma rende anche più compatto il parenchima ghiandolare (un parenchima ghiandolare più compatto è meno soggetto a grosse perdite di sangue).
Il trattamento a base di ioduro di potassio deve iniziare 10-14 giorni prima della data d'intervento.

Procedura

Il medico operante, un chirurgo, comincia la tiroidectomia vera e propria solo dopo che il paziente è stato sedato, anestetizzato e collegato a degli strumenti destinati al monitoraggio di alcuni suoi parametri vitali (pressione sanguigna, battito cardiaco ecc).
L'intervento chirurgico prevede che vengano praticate delle incisioni, o sul collo o sul torace; la sede delle incisioni dipende dalla modalità operativa scelta, che dipende esclusivamente dalle volontà del medico.
L'intera procedura, che deve avvenire in una sala operatoria opportunamente attrezzata, può richiedere anche più di un'ora

ANESTESIA GENERALE

L'anestesia generale prevede l'impiego di anestetici e antidolorifici, che rendono il paziente incosciente e insensibile al dolore.
La somministrazione di questi farmaci, effettuata per via endovenosa e/o tramite inalazione, avviene prima e per tutta la durata dell'intervento chirurgico.
A operazione conclusa, infatti, si cessa il trattamento farmacologico per consentire al paziente di riprendere i sensi.
Al risveglio, è probabile che l'individuo operato si senta confuso: è un effetto normale degli anestetici, che svanisce progressivamente nel giro di diverse ore.

MISURAZIONE DEI PARAMETRI VITALI

I parametri vitali misurati sono tre:

Tenere sotto controllo tali parametri, durante tutta la procedura, è importante, perché permette all'intero staff medico (chirurgo operante, assistenti e infermieri) di accorgersi se qualcosa non procede per il meglio.

MODALITà€ OPERATIVE

Le modalità operative con cui si può realizzare una tiroidectomia sono almeno tre:

  • La tiroidectomia tradizionale (o convenzionale). Prevede un'unica incisione chirurgica, di discrete dimensioni, nel centro del collo, esattamente in corrispondenza della tiroide.
    La quantità di organo eliminato dipende dalla gravità della patologia tiroidea in atto. Conclusa l'asportazione, l'incisione viene richiusa con dei punti di sutura.
    La tiroidectomia tradizionale è considerata un approccio invasivo, anche perché lascia una cicatrice alquanto evidente.
  • La tiroidectomia endoscopica (o mininvasiva). Questo intervento prevede l'esecuzione di due incisioni molto piccole sul collo e l'impiego di uno strumento, l'endoscopio, munito di telecamera e collegato ad un monitor esterno. Il chirurgo sfrutta tali incisioni per infilare, in una, l'endoscopio e, nell'altra, lo strumento chirurgico per la rimozione della tiroide. Chiaramente, per orientarsi all'interno del collo, il medico sfrutta le immagini proiettate dalla telecamera sul monitor esterno. La tiroidectomia endoscopica è considerata mininvasiva per le ridotte dimensioni delle incisioni, le quali richiedono pochi punti di sutura e meno tempo per guarire.
  • La tiroidectomia robotica trans-ascellare. Si realizza mediante delle incisioni di 7-8 centimetri, praticate a livello delle ascelle; il collo, pertanto, non viene toccato. Durante la procedura, il chirurgo impiega una sorta di braccia robotiche e una telecamera, collegata a un monitor esterno, per orientarsi con la strumentazione. L'approccio è invasivo, ma, diversamente dal caso della tiroidectomia tradizionale, la cicatrice non viene a formarsi in un punto visibile. La tiroidectomia robotica trans-ascellare è una tecnica moderna, che sta prendendo piede in questi anni.

La scelta della modalità operativa spetta esclusivamente al chirurgo: egli decide, in genere, secondo le caratteristiche della patologia e lo stato di salute del paziente.

IN CASO DI CANCRO DELLA TIROIDE

tiroidectomia-esiti

Figura: esiti di una tiroidectomia tradizionale.
Dal sito: community.babycenter.com

In caso di cancro della tiroide, è spesso necessaria anche l'asportazione dei linfonodi situati in prossimità della ghiandola, in quanto potrebbero fungere da centro di diffusione per le cellule maligne. Con la loro eliminazione, dunque, si intende prevenire la comparsa di metastasi.

Fase post-operatoria

Subito dopo la tiroidectomia, il paziente viene condotto in una sala di ricovero del centro ospedaliero, dove viene mantenuto sotto stretta osservazione fino a quando non svaniscono tutti gli effetti dell'anestesia. Quest'ultimi potrebbero richiedere anche diverse ore per scomparire.
Non appena il paziente dimostra di essersi ripreso in modo soddisfacente e di essere stabile, viene dimesso. In genere, le dimissioni per un intervento di tiroidectomia avvengono dopo almeno un giorno di ricovero.

DRENAGGIO CHIRURGICO

Dopo la tiroidectomia, è molto frequente che sul collo si accumulino sangue e liquidi di altra natura. Per evitare che tali fluidi possano dare complicazioni (specie durante la notte, quando il paziente dorme), viene applicato, fino a poco prima delle dimissioni, un tubo per il loro drenaggio.

POSSIBILI DISTURBI POST-OPERATORI

È possibile che, a operazione conclusa, il collo risulti dolente e la voce più debole e roca.
Tuttavia, salvo non ci sia un danno permanente al nervo laringeo, sono due disturbi post-operatori transitori, che si risolvono nel giro di pochi giorni.
Per quanto riguarda il mangiare e il bere, non è prevista alcuna restrizione particolare e, in genere, il paziente riesce ad alimentarsi come prima dell'intervento.

RITORNO ALLA NORMALITà

Per una discreta guarigione e una ripresa regolare delle attività quotidiane, bisogna attendere almeno 10 giorni. Ovviamente, molto dipende dal tipo di intervento: una tiroidectomia endoscopica, ad esempio, ha tempi di recupero più brevi rispetto ad una tiroidectomia tradizionale o robotica trans-ascellare.

Risultati

Gli effetti della tiroidectomia dipendono dalla porzione di tiroide rimossa. Una rimozione parziale, infatti, avrà delle conseguenze diverse da una rimozione totale, in quanto per poter vivere senza tiroide occorre un'assunzione costante di ormoni tiroidei sintetici.

TIROIDECTOMIA PARZIALE

La parte di tiroide che rimane, dopo un intervento di tiroidectomia parziale, svolge normalmente le sue funzioni, quindi produce gli ormoni di cui ha bisogno l'organismo.
Chiaramente, se l'operazione è stata eseguita a causa di una tiroide troppo attiva (per esempio, in caso di ipertiroidismo), si spera di aver rimosso un'adeguata quantità di tessuto ghiandolare; in caso contrario, potrebbe ripresentarsi il problema dell'ipertiroidismo o insorgere un ipotiroidismo da eccessiva rimozione.

TIROIDECTOMIA TOTALE

Gli ormoni tiroidei sintetici, contenenti levotiroxina, prevengono l'ipotiroidismo da mancanza completa della tiroide. Essi riproducono esattamente le funzioni dei normali ormoni tiroidei.
Per sapere in che dosi vanno assunti (ogni paziente rappresenta un caso a parte) va eseguito un esame del sangue specifico.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza