Ultima modifica 27.03.2020

Generalità

Lo sterno è l'osso di forma lunga e piatta, situato al centro del torace e rappresentante una delle parti fondamentali della gabbia toraciche; le altre sono: le 12 vertebre toraciche, le 12 paia di costole e le cartilagini costali legate alle costole.
SternoPer convenzione, gli anatomisti suddividono lo sterno in tre regioni: il manubrio, il corpo e il processo xifoideo.
Il manubrio è la regione più alta; possiede forma trapezoidale e ospita l'inserzione per le clavicole e le prime due paia di cartilagini costali (un paio è in condivisione con il corpo).
Il corpo è la regione intermedia; ha una forma allungata e offre l'ancoraggio per sei paia di cartilagini costali (di queste, però, solo quattro risiedono interamente nel corpo).
Infine, il processo xifoideo è la regione più bassa; presenta una piccola depressione, che, insieme a una zona simile sul corpo, garantisce l'inserimento del settimo paio di cartilagini costali.
La funzione dello sterno è proteggere, insieme agli altri elementi della gabbia toracica, il cuore, il polmoni, l'esofago e i vasi sanguigni toracici.

Cos'è lo sterno?

Lo sterno è l'osso lungo e piatto, situato in posizione centro-mediana del torace e costituente una delle parti principali della gabbia toracica.

RICHIAMO ANATOMICO SULLE PRINCIPALI COMPENENTI DELLA GABBIA TORACICA

La gabbia toracica è quella struttura scheletrica posta nella parte superiore del corpo umano, esattamente tra collo e diaframma, che serve a proteggere organi vitali (come il cuore e i polmoni) e importanti vasi sanguigni (aorta, vene cave ecc).
In base ai manuali di anatomia, oltre allo sterno in posizione anteriore, essa comprende:

  • Posteriormente, le 12 vertebre toraciche.
  • Latero-anteriormente, 12 paia di costole (o coste). Ogni paio di costole è connesso a una delle 12 vertebre toraciche; ovviamente, le costole di sinistra emergono dal lato sinistro delle suddette vertebre, mentre quelle di destra dal corrispettivo lato destro.
  • Anteriormente, tra sterno e costole, le cartilagini costali.

Guardando la gabbia toracica dall'alto verso il basso, le prime 7 paia di costole si proiettano verso lo sterno e prendono contatto con questo, tramite le cartilagini costali.
L'ottavo, il nono e il decimo paio si uniscono soltanto indirettamente allo sterno, in quanto le loro corrispondenti cartilagini costali confluiscono verso le cartilagini costali delle coste immediatamente superiori. In altre parole, le cartilagini costali dell'ottavo paio si uniscono a quelle del settimo; le cartilagini costali del nono paio si uniscono a quelle dell'ottavo; infine, le cartilagini costali del decimo paio si uniscono a quelle del nono.
Le costole che formano l'undicesimo e il dodicesimo paio sono libere e sono anche decisamente più corte delle precedenti.


Sterno e Gabbia Toracica

Anatomia

Simile a una cravatta, lo sterno presenta tre regioni di una certa rilevanza, regioni che i medici hanno chiamato:
manubrio, corpo e processo xifoideo.
Prima di passare alla descrizione specifica di queste tre componenti, è utile ricordare alcune caratteristiche generali dello sterno:

  • È un osso impari, lungo e piatto.
  • La sua parte superiore fa da supporto a entrambe le clavicole. Inoltre, è il punto d'origine di uno dei due capi dei muscoli sternocleidomastoidei. Il muscolo sternocleidomastoideo è l'elemento muscolare che permette di flettere e inclinare lateralmente la testa, facendola ruotare dal lato opposto.
  • Le due zone laterali servono da punto di ancoraggio per le prime 7 paia di cartilagini costali.
  • Alla sua superficie interna, si attaccano i cosiddetti legamenti sternopercardici. Questi fissano il pericardio (che altrimenti sarebbe libero di muoversi) allo sterno.
  • Visto lateralmente, lo sterno ha un andamento a semiarco. A partire dal manubrio, la struttura si proietta in avanti e verso il basso.
  • In un individuo adulto, lo sterno è lungo in media circa 17 centimetri. Negli uomini è più lungo che nelle donne.
Sterno e cartilagini costali

Dal sito: www.yorku.ca

MANUBRIO

Di forma trapezoidale, il manubrio è la parte più alta dello sterno.
Sul lato superiore, al centro, presenta una concavità, riscontrabile al tatto, che prende il nome di incisura giugulare. Ai lati dell'incisura giugulare risiedono due ampie fosse foderate di tessuto cartilagineo. Queste due fosse ospitano le estremità mediali delle clavicole, formando le cosiddette articolazioni sternoclavicolari.
Su ciascun bordo laterale del manubrio, ci sono due depressioni (o faccette): una superiore e una inferiore. La depressione in posizione superiore funge da punto di ancoraggio per la cartilagine costale della prima costa; la depressione in posizione inferiore, invece, ospita la cartilagine costale della seconda costa. Pertanto, le cartilagini costali delle prime due paia di costole sono connesse al manubrio sternale.
C'è una differenza sostanziale tra le due depressioni di ciascun lato: quella superiore appartiene interamente al manubrio, mentre quella inferiore è in comunione con il corpo (N.B: infatti, il termine più corretto per definire la faccetta inferiore è semifaccetta).
Entrambe le regioni laterali, comprese, tra le due faccette, convergono verso il centro; in altre parole vanno a stringersi.
Sulla superficie interna del manubrio, prende posto il legamento sternopericardico superiore, il primo di questo gruppo di legamenti che tengono in posizione il pericardio.
Infine, sul lato inferiore del manubrio, al centro, c'è un'area ovale, ricoperta di cartilagine, che si articola con la seconda porzione dello sterno a partire dall'alto, cioè il corpo.
L'articolazione ivi presente prende il nome di articolazione manubrio-sternale.

CORPO

Dalla forma piatta, il corpo è la porzione centrale e più lunga dello sterno.
Il suo lato superiore prende il nome di angolo sternale e rappresenta la zona di articolazione con il manubrio soprastante. In alcune persone, l'angolo sternale può risultare concavo o arrotondato al tatto.
Sulla superficie esterna del corpo, perpendicolarmente alla direzione dello sterno, ci sono tre zone rialzate, chiamate creste trasversali. Negli spazi compresi tra ogni cresta trasversale, si agganciano i muscoli pettorali maggiori.
Tre zone simili alle creste trasversali si ripetono anche sulla superficie interna dello sterno, ma sono meno evidenti delle precedenti.
Spostandosi quindi sui bordi laterali del corpo, ciascuno di questi presenta, dall'alto verso il basso:

  • La semifaccetta che, unita a quella del manubrio, permette l'alloggiamento della cartilagine costale della seconda costa;
  • Quattro depressioni (o faccette), simili a quelle presenti sui lati del manubrio e deputate a ospitare le cartilagini costali della terza, della quarta, della quinta e della sesta costa;
  • Una seconda semifaccetta che costituisce, insieme a una zona simile sul processo xifoideo, il punto di ancoraggio per la cartilagine costale della settima costa.

In altre parole, a partire dall'alto, sui bordi del corpo, ci sono gli spazi che servono ad alloggiare le cartilagini costali di sei paia di coste: dal secondo paio al settimo paio.
Il corpo subisce un forte restringimento a livello del lato inferiore. Qui, c'è una zona che permette l'articolazione con il processo xifoideo.

PROCESSO XIFOIDEO

Il processo xifoideo è la porzione terminale e più piccola dello sterno.
In genere, risiede a livello della decima vertebra toracica.
La sua composizione è prevalentemente cartilaginea almeno fino ai 40 anni. Dopodiché, ha luogo un processo di ossificazione.
Dal punto di vista strutturale presenta due particolarità:

  • Lateralmente, possiede la semifaccetta che, con quella del corpo, compone lo spazio d'ancoraggio per la cartilagine costale della settima costa.
  • Posteriormente, garantisce l'inserzione al legamento sternopericardico inferiore, che, insieme al superiore, mantiene in posizione il pericardio.

ARTICOLAZIONI

In aggiunta alle articolazioni descritte nel paragrafi precedenti, è importante ricordare ai lettori che ogni cartilagine costale si unisce allo sterno per mezzo delle cosiddette articolazioni costo-sternali.

SVILUPPO DELLO STERNO

Fino a un certo periodo della vita fetale, lo sterno è una struttura cartilaginea, divisa in due elementi simili a barre: la barra di destra e la barra di sinistra.
Circa al sesto mese di vita intrauterina, i suoi sei centri di ossificazione (disposti uno sul manubrio, quattro in serie sul corpo e uno sul processo xifoideo) cominciano la loro attività:

  • Al sesto mese di vita fetale, si attivano il centro di ossificazione del manubrio e il primo centro di ossificazione con sede sul corpo.
  • Al settimo mese di vita fetale, si mettono il moto il secondo e il terzo centro di ossificazione del corpo.
  • Nel corso del primo anno di vita, comincia la propria azione il quarto centro di ossificazione del corpo.
  • Tra i 3 e gli 8 anni di vita, si attiva il centro di ossificazione del processo xifoideo.

Funzioni

Essendo una parte fondamentale della gabbia toracica, lo sterno concorre alla protezione di: cuore, polmoni, esofago e vasi sanguigni situati nel torace.
Inoltre, svolge una fondamentale azione di supporto per le clavicole e le cartilagini costali.

Malattie dello Sterno

Le fratture sternali sono le principali e più comuni problematiche che possono interessare lo sterno.
Relativamente alquanto rare, queste condizioni sono, in genere, il risultato di traumi da impatto ai danni del torace (sono conseguenze tipiche degli incidenti automobilistici).
Successivamente a un impatto di una certa entità, lo sterno può rompersi in vari punti; tuttavia, la zona più fragile e quella che subisce la maggior parte delle fratture è quella tra manubrio e sterno, dove c'è l'articolazione manubrio-sternale.
Le fratture sternali hanno un'elevata mortalità (tra il 25 e il 45%). Ciò è dovuto al fatto che la rottura delle ossa sternali può creare delle estremità appuntite, capaci di perforare il cuore o i polmoni sottostanti. Tale situazione ha maggiori probabilità di verificarsi quando l'impatto sullo sterno è assai violento.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza