Smart working: come preservare la vista davanti al computer

Smart working: come preservare la vista davanti al computer
Ultima modifica 22.12.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cos’è la sindrome da visione da computer
  3. Quanto tempo si dovrebbe passare davanti a uno schermo
  4. Come prevenire il mal di testa
  5. Come regolare la luminosità dello schermo

Introduzione

Passare tante ore davanti agli schermi di computer e smartphone affatica enormemente la vista perché sottopone gli occhi a una costante esposizione alla luce blu.

Di questo problema si dibatte da tempo ma oggi ancor di più visto che, a causa di smart working e didattica a distanza, gli occhi sono posati sui device molte più ore rispetto a prima.

La vista può peggiorare con l'età e portare all'insorgenza di questi disturbi.

Per proteggersi dai danni della luce può essere utile anche usare i dispositivi elettronici in modalità oscura.

Cos’è la sindrome da visione da computer

A risentire di questa eccessiva esposizione, oltre alla vista, sarebbe anche la psiche, coinvolta in quella che è stata definita sindrome da visione da computer, ovvero l'insieme di sintomi negativi visivi, neurologici e motori che colpisce tra il 70 e il 90% di coloro che lavorano quotidianamente davanti agli schermi.

Essendo impossibile, per molte persone, sottrarsi dagli impegni di lavoro che impongono di passare davanti ai device la maggior parte della giornata, è fondamentale sapere come limitare il più possibile i danni.

Quanto tempo si dovrebbe passare davanti a uno schermo

Molto dipende dall'illuminazione della stanza, che non deve provenire solo dallo schermo ma essere anche indiretta, preferibilmente dal soffitto.

Nonostante oggi molte persone passino anche più di otto ore davanti a un dispositivo elettronico senza ricevere danni alla vista, l'ideale sarebbe non esagerare e non fissare ininterrottamente lo schermo, ma volgere ogni tanto lo sguardo verso qualcosa di più distante per circa dieci minuti.

Il rischio di abbassamento momentaneo della vista

Esporsi per molto tempo consecutivo a una fonte di luce blu, infatti, può portare a un abbassamento della vista temporaneo, soprattutto dopo i trent'anni. Questo perché il cristallino, che è la lente del nostro occhio responsabile della messa a fuoco da vicino e da lontano, passando diverso tempo a guardare un oggetto da vicino, assume una memoria plastica e, una volta spostato lo sguardo altrove, stenta a tornare in quella posizione di riposo che consente di vedere bene gli oggetti lontani.

Di quell'abbassamento momentaneo però non ci si deve preoccupare perché non si tratta di una patologia ma di un semplice spasmo del muscolo ciliare.
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I giovani devono fare più attenzione

Bambini e adolescenti dovrebbero invece alternare un paio d'ore davanti allo schermo ad altrettante all'aria aperta o impegnati in attività che prevedano l'uso della vista da lontano. Questo perché a quell'età se l'occhio si abitua a guardare sempre cose vicine rischia di sviluppare miopia, ipermetropia o astigmatismo.

Come prevenire il mal di testa

Il mal di testa che si avverte dopo molte ore al pc, molto spesso è dovuto al fatto che la messa a fuoco da vicino comporta uno sforzo muscolare notevole. Più lo sforzo è prolungato nel tempo, più l'affaticamento cresce e per chi ha bisogno di correggere la vista da vicino l'uso di occhiali diventa indispensabile.

Per mitigare l'affaticamento, oltre a fare pause regolari, è importante avvalersi della luce giusta, che non costringa la pupilla ad allargarsi e restringersi continuamente.

Per migliorare la vista esistono alcuni cibi particolarmente indicati.

Gli occhiali che filtrano la luce blu sono uno strumento di protezione valido?

Gli schermi odierni sono quasi tutti a led e la luce blu non è più nociva come in passato, quindi gli occhiali filtranti che promettono di proteggere gli occhi, spesso sono solo espedienti commerciali e mosse di marketing.

Se indossarli genera la sensazione di riposare lo sguardo non è sconsigliato farlo, ma di certo non è indispensabile, a meno che lo schermo non emetta radiazioni ultraviolette. Oggi però si tratta di un'eventualità molto rara.

Come regolare la luminosità dello schermo

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, abbassare la luce dei device pensando di alleggerire il carico sugli occhi è un grande errore. Una luminosità minima, infatti, costringe la pupilla ad allargarsi il più possibile per raccogliere tutta la luce necessaria, e questo meccanismo affatica notevolmente.

La luce degli smartphone dovrebbe quindi essere tenuta sempre al massimo o quasi.

Lavorando al computer, invece, si dovrebbe sempre tenere accesa una luce nella stanza in cui si è. Se si sta al buio o la luce presente è troppo bassa, infatti, quando lo sguardo passa per un istante dallo schermo all'ambiente circostante e viceversa, la pupilla deve allargarsi e stringersi rapidamente per cercare di adattarsi ad entrambe le condizioni, e questo non può che provocare fatica e, con il tempo, danni.

Un equilibrio tra schermo e stanza, quindi, è indispensabile.

Qual è la distanza giusta da tenere dai device

In generale, a guidare in questa decisione dovrebbe essere il buon senso, ma dipende molto anche dal tipo di apparecchio elettronico. Da un computer poggiato su un tavolo si dovrà distare circa 60 centimetri, mentre da uno schermo di 50 pollici, dai due ai tre metri.

Lo schermo di uno smartphone, invece, si dovrebbe essere in grado di guardarlo senza tenerlo troppo vicino. L'ideale è una distanza di circa quaranta centimetri.

Occorre fare attenzione anche alla postura quando si trascorre tanto tempo davanti al Pc. In caso di problemi in questo senso, è ottimo il Rolfing, un metodo dai tanti benefici

Per tenere la giusta distanza corretta è fondamentale avere una postura corretta mentre si sta seduti.

Questi consigli sono utili anche per la sindrome da stanchezza cronica da schermo elettronico.