Sindrome di Reiter - Artrite Reattiva
Ultima modifica 06.05.2021
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicanze
  5. Diagnosi
  6. Terapia
  7. Prognosi
  8. Prevenzione

Generalità

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Meglio nota oggi come artrite reattiva, la sindrome di Reiter è una malattia autoimmune caratterizzata da una triade di processi infiammatori: artrite, congiuntivite e uretrite.
La causa precisa di questa condizione non è ancora nota; tuttavia, gli studi a riguardo suggeriscono che, nella maggior parte dei casi, una certa predisposizione genetica e l'esposizione a determinati agenti infettivi abbiano un ruolo chiave nella comparsa della patologia.
Attualmente, non esiste un test diagnostico specifico per l'artrite reattiva; i medici, pertanto, devono affidarsi a indagini quali anamnesi, esame obiettivo, analisi del sangue e, talvolta, test sul liquido sinoviale e diagnostica per immagini.
Per il momento, la terapia si basa su trattamenti farmacologici per la gestione della sintomatologia e l'eradicazione dell'agente infettivo che ha agito da innesco della malattia, sulla fisioterapia e sull'esercizio fisico.

Cos'è

Sindrome di Reiter o Artrite Reattiva: Cos’è?

Un tempo nota come sindrome di Reiter, l'artrite reattiva è una malattia autoimmune alla cui insorgenza contribuiscono determinate infezioni e che causa l'infiammazione di articolazioni (artrite), congiuntiva oculare (congiuntivite) e uretra (uretrite).

La denominazione "sindrome di Reiter" è ormai caduta in disuso fondamentalmente per due ragioni: prima di tutto, Hans Conrad Julius Reiter, il medico tedesco che descrisse per primo la patologia in questione nel 1916, non capì esattamente la patogenesi della condizione; in secondo luogo, la comunità medica e in generale l'opinione pubblica hanno voluto giustamente prendere le distanze dallo stesso H.C.J. Reiter, poiché quest'ultimo, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, si è macchiato di crimini di guerra come nazista al campo di concentramento di Buchenwald.

Cause

Artrite Reattiva: Quali sono le Cause?

La causa precisa dell'artrite reattiva è ancora sconosciuta.

Tuttavia, sulle base degli studi condotti finora, i ricercatori hanno ragione di credere che all'insorgenza della malattia contribuiscano fattori genetici e ambientali.

Fattori Genetici: il Gene HLA-B27

Almeno il 75% degli individui affetti da artrite reattiva è portatore, nel cromosoma 6, di un gene particolare chiamato HLA-B27, dove HLA è l'acronimo inglese di Human Leukocyte Antigen, ossia Antigene Leucocitario Umano.

HLA-B27 appartiene a una famiglia di geni codificanti proteine di superficie – più esattamente antigeni – che hanno un ruolo chiave nella difesa dalle infezioni e nel distinguere le cellule proprie dell'organismo (self) da quelle estranee (non-self).

Le evidenze suggeriscono che la presenza del gene HLA-B27 renda gli individui maggiormente vulnerabili a diverse patologie, tra cui l'artrite reattiva.

Le ragioni alla base di questa maggiore vulnerabilità sono ancora poco chiare; sembra però che, al verificarsi di determinate condizioni (es: un'infezione), HLA-B27 inneschi una reazione immunitaria anomala, che successivamente sfocia nella malattia.  

Occorre precisare che essere portatori di HLA-B27 non significa necessariamente che ci si ammalerà di artrite reattiva, ma solo che c'è una predisposizione verso di essa.

Fattori Ambientali: Infezioni Gastrointestinali, Urinarie e Genitali

La ricerca scientifica ha osservato come determinate infezioni precedano la comparsa dell'artrite reattiva.
Questa osservazione ha indotto gli esperti a concludere che, probabilmente, tra i due eventi sussiste una correlazione.

Tra gli agenti infettivi associati alla comparsa dell'artrite reattiva figurano:

In base agli studi condotti finora, questi agenti infettivi sembrerebbero in grado di causare indirettamente l'artrite reattiva in presenza di fattori genetici a loro favorevoli.

Una condizione genetica favorevole, molto comune tra i malati di artrite reattiva, è appunto quella descritta poc'anzi: la presenza del gene HLA-B27.

Per motivi ancora non del tutto compresi, per le persone con il gene HLA-B27 l'esposizione a uno dei patogeni sopra menzionati potrebbe rappresentare l'innesco a una reazione immunitaria anomala, che, in termini di effetto, si traduce nella comparsa dell'artrite reattiva.

Lo sapevi che…

Studiando la malattia, alcuni ricercatori hanno ritrovato frammenti degli agenti infettivi associati all'artrite reattiva nelle articolazioni dei pazienti affetti da questa malattia.

Artrite Reattiva: è Contagiosa?

L'artrite reattiva è associata all'azione di batteri che si trasmettono per via sessuale e attraverso cibi contaminati (via oro-fecale). Tuttavia, la malattia non è una condizione contagiosa e trasmissibile, in quanto, come descritto, per la sua insorgenza è fondamentale anche la presenza di determinati fattori genetici.

Epidemiologia: quanto è Diffusa l’Artrite Reattiva?

L'artrite reattiva è una condizione sottodiagnosticata, soprattutto nel sesso femminile (nelle donne causa una sintomatologia più lieve), il che rende difficile stimarne l'incidenza.

Nella maggior parte dei casi, i pazienti affetti da artrite reattiva sono uomini di popolazione Caucasica di età compresa tra i 20 e i 40 anni; la malattia, però, può colpire anche giovani e anziani di altre popolazioni.

Le forme di artrite reattiva collegate a infezioni sessualmente trasmissibili sono molto più frequenti nella popolazione maschile (rapporto 9:1 rispetto alle donne); le forme correlate a infezioni del tratto gastrointestinale, invece, interessano i due sessi in ugual misura. 

Sintomi e Complicanze

Come si manifesta l’Artrite Reattiva: i Sintomi

L'artrite reattiva si manifesta solitamente con sintomi da infiammazione alle articolazioni (artrite), alle congiuntive oculari (congiuntivite) e alla vie urinarie, uretra in particolare (uretrite).

Esistono tuttavia delle eccezioni: ci sono pazienti, infatti, che sviluppano soltanto artrite, senza congiuntivite e uretrite.

In genere, i sintomi dell'artrite reattiva compaiono a distanza di 2-4 settimane dall'evento che ha innescato i meccanismi fisiopatologici responsabili della malattia; talvolta, però, possono palesarsi anche più di un mese dopo.

La fase acuta della sintomatologia dell'artrite reattiva può durare anche diversi mesi; dopodiché, per un numero significativo di pazienti, la malattia diviene a carattere intermittente, ossia alterna fasi sintomatiche a fasi di apparente remissione; ci sono poi malati per i quali la patologia diventa una condizione cronica.

Per approfondire: Sintomi Artrite Reattiva (o Sindrome di Reiter)

Artrite e Salute Articolare

Nell'artrite reattiva, l'infiammazione articolare riguarda soprattutto l'articolazione sacro-iliaca della colonna vertebrale e le articolazioni più grandi degli arti inferiori (anca, ginocchio e caviglia); talvolta, però, può interessare anche le articolazioni maggiori degli arti superiori e quelle più piccole di mani e piedi.

Quando la patologia è nella sua fase per così dire acuta, i sintomi classici dell'artrite sono dolore, gonfiore, rigidità e arrossamento a livello delle articolazioni sofferenti.

Generalmente, il coinvolgimento articolare è asimmetrico; in altre parole, la condizione colpisce articolazioni diverse sui due lati del corpo umano.

L'infiammazione delle articolazioni può seguire due decorsi distinti: alcuni pazienti soffrono di artrite costante e continua; altri, invece, lamentano uno o più "attacchi" periodici della durata di alcuni mesi.

Ci sono malati per i quali il numero di "attacchi" si ferma a uno o due e malati per i quali gli "attacchi" si ripetono in maniera cronica.

A ogni "attacco", le articolazioni coinvolte possono essere diverse.

Spesso ma non sempre, l'infiammazione articolare prodotta dall'artrite reattiva non comporta danni permanenti alle articolazioni.

Sintomi dell'infiammazione articolare tipica dell'artrite reattiva:

  • Dolore lombare (infiammazione dell'articolazione sacro-iliaca);
  • Dolore, rigidità e arrossamento all'inguine o al gluteo (infiammazione dell'anca);
  • Dolore, gonfiore, arrossamento e rigidità al ginocchio;
  • Dolore, gonfiore, arrossamento e rigidità alla caviglia.

Congiuntivite e Salute Oculare

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Nella sua fase iniziale, in circa il 40% dei pazienti, l'artrite reattiva causa l'infiammazione della congiuntiva oculare, ossia la membrana sottopalpebrale.

I segni e i sintomi tipici della congiuntivite sono:

Solitamente, la congiuntivite da artrite reattiva non dura a lungo e non comporta danni permanenti.

Tuttavia, è da segnalare che un 5% circa dei pazienti sviluppa irite; anche nota come uveite anteriore, l'irite è l'infiammazione dell'iride e costituisce una grave condizione oculare, che richiede il consulto immediato di un oftalmologo.

L'irite causa dolore e arrossamento oculare intensi, e fotofobia; inoltre, può determinare una perdita più o meno marcata della vista.

Uretrite e Salute delle Vie Urinarie e dei Genitali

Nei pazienti uomini affetti da artrite reattiva, l'infiammazione alle vie urinarie riguarda soprattutto l'uretra e si palesa con sintomi e segni quali:

Nelle pazienti donne, invece, l'infiammazione del tratto urinario può coinvolgere non solo l'uretra, ma anche la vescica, provocando in questo modo cistite; la cistite si caratterizza per sintomi urinari molto simili a quelli dell'uretrite.

È da segnalare che, sia nell'uomo che nella donna, l'infezione alle vie urinarie può estendersi all'apparato genitale: in particolare, nell'uomo, può coinvolgere la prostata (prostatite); nella donna, invece, può interessare la vagina (vulvovaginite), il collo dell'utero (cervicite) e le tube di Falloppio (salpingite).

Altri Sintomi di Artrite Reattiva

In aggiunta alla sintomatologia classica sopra descritta, l'individuo affetto da artrite reattiva può presentare anche altri sintomi; ecco quali:

Artrite Reattiva: Quando Rivolgersi al Medico?

Senza dubbio, sono sintomi sospetti, che meritano un approfondimento medico, le problematiche articolari estese a più articolazioni del corpo e i disturbi urinari.

Diagnosi

Come riconoscere l’Artrite Reattiva: la Diagnosi

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Attualmente, non esiste un test diagnostico specifico per l'artrite reattiva; questo, specie in presenza di un quadro sintomatologico parziale, complica l'identificazione della malattia.

Di solito, i medici giungono alla diagnosi di artrite reattiva dopo diverse indagini e procedendo per esclusione (diagnosi differenziale).

Anamnesi ed Esame Obiettivo

Anamnesi ed esame obiettivo sono le due tipiche tappe iniziali del percorso diagnostico.

Tramite l'anamnesi (o storia clinica), il medico cerca di stabilire un collegamento tra sintomi presenti e potenziali fattori causali; per farlo, pone al paziente domande relative alla comparsa della sintomatologia, alle sue abitudini di vita, ai farmaci che assume, alla sua storia medica ecc.

L'esame obiettivo (o esame fisico) consiste nella valutazione dello stato di salute generale del paziente; esso prevede delle manovre diagnostiche che servono al medico per constatare la presenza o meno di segni indicativi di una qualche condizione patologica.

Analisi del Sangue

Alle indagini cliniche (anamnesi ed esame obiettivo) segue, solitamente, un'analisi ematica di alcuni parametri; in particolare, sono previsti il test di sedimentazione degli eritrociti, il test della proteina C-reattiva (PCR) e un esame per la ricerca di anticorpi specifici.

I primi due (test di sedimentazione degli eritrociti e PCR) rilevano se è in corso un'infiammazione; come descritto, l'artrite reattiva è una condizione che causa infiammazione a più livelli.

L'esame per la ricerca di anticorpi specifici, invece, permette di individuare eventuali infezioni sospette più o meno recenti e di escludere o meno che i sintomi presenti siano dovuti a una patologia come l'artrite reumatoide, anch'essa autoimmune e con conseguenze a livello articolare.

Altre indagini: Liquido Sinoviale, Test Genetico e Raggi X

A questo punto, se i dati raccolti non sono ancora sufficienti per una diagnosi definitiva, il medico diagnosta può ricorrere a ulteriori indagini, quali:

  • L'analisi del liquido sinoviale. Utile ai fini della diagnosi differenziale, permette di escludere o meno la presenza di un'infezione a livello articolare o di una malattia come la gotta.
  • Il test ematico per la ricerca del marker genetico HLA-B27 (serve un prelievo). Questo test trova giustificazione nella forte associazione tra artrite reattiva e presenza del gene HLA-B27; talvolta, rientra tra le analisi ematiche di routine.
  • La diagnostica per immagini (soprattutto raggi X, ma anche risonanza magnetica e TAC). Consente di analizzare lo stato di salute delle articolazioni e di escludere che siano in atto forme differenti di artrite.

Terapia

Artrite Reattiva: Come si Cura?

Attualmente, il trattamento dell'artrite reattiva si basa esclusivamente su terapie di carattere sintomatico, in quanto non esiste ancora una cura specifica in grado di guarire dalla malattia.

Capisaldi del piano terapeutico adottato in presenza di artrite reattiva sono la gestione dei sintomi, quelli articolari ma non solo, e dell'eventuale infezione batterica associata.

Farmaci per l’Artrite Reattiva

Antibiotici

Come analizzato, l'artrite reattiva presenta una forte associazione con alcune infezioni batteriche.

Se la diagnosi rileva che è in corso una di queste infezioni, il trattamento dell'artrite reattiva prevede l'impiego di un antibiotico appropriato.

Ovviamente, dosi e durata della terapia antibiotica sono parametri decisi dal medico curante.

Lo sapevi che…

Secondo diversi studi, in presenza di artrite reattiva, una prolungata terapia antibiotica sarebbe di dubbio beneficio; pertanto, non è una pratica molto diffusa.

Antinfiammatori

Per mitigare l'infiammazione, specie a carico delle articolazioni, spesso i medici si affidano a farmaci antinfiammatori.

In presenza di artrite reattiva, gli antinfiammatori più utilizzati sono i FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei), seguiti dai corticosteroidi e dagli antireumatici.

Per approfondire: Farmaci per la Cura dell'Artrite Reattiva

Riposo, Esercizio Fisico e Fisioterapia

All'inizio del trattamento farmacologico, il medico consiglia di rimanere a riposo, per favorire una più rapida guarigione dall'artrite.

Dopodiché, però, raccomanda di svolgere della fisioterapia abbinata a esercizio fisico; infatti, è bene che il paziente riacquisisca la mobilità articolare e la forza muscolare perdute a causa dell'inattività fisica.

Per poter contare su un percorso riabilitativo appropriato ed efficace, è consigliabile rivolgersi a un fisioterapista esperto.

Chi si occupa di Curare l’Artrite Reattiva?

Il trattamento dell'artrite reattiva coinvolge svariati specialistici dell'ambito medico, tra cui: l'ortopedico, l'oftalmologo, l'urologo, il dermatologo e, nel caso di pazienti donne, il ginecologo.

Prognosi

Artrite Reattiva: si può Guarire?

Come riportato nel capitolo dedicato ai sintomi, l'artrite reattiva è una malattia che potrebbe causare ripetuti "attacchi" di sintomi e che potrebbe avere carattere cronico; alla luce di ciò, il paziente deve abituarsi all'idea di una convivenza con la patologia.

Tuttavia, le terapie attuali volte al controllo della sintomatologia possono rivelarsi molto utili, specie se tempestive (quindi è importante la diagnosi precoce).

La prognosi in caso di artrite reattiva è variabile da paziente a paziente: in alcuni individui, la condizioni risulta fortemente debilitante; in altri, invece, è di più facile gestione e non pregiudica in modo significativo la qualità della vita.

Prevenzione

È possibile prevenire l’Artrite Reattiva?

Per prevenire l'artrite reattiva, è buona norma:

  • Far uso delle protezioni e di adeguati metodi di contraccezione durante i rapporti sessuali a rischio. Ciò serve ad evitare la trasmissione di infezioni come la clamidia.
  • Conservare in luoghi puliti gli alimenti e cucinarli nel modo appropriato, per evitare il propagarsi di batteri come Salmonella spp., Campylobacter spp. o Shigella spp.
  • Per quanto concerne, invece, coloro che hanno già contratto l'artrite reattiva, la raccomandazione è di sottoporsi a controlli periodici e seguire i trattamenti indicati dal medico curante.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza