Sindrome di Diogene: cos'è e perché è in aumento a causa del Covid
La Sindrome di Diogene è una condizione che si manifesta con la perdita di interesse nella cura fisica, igienica e mentale della propria persona e che se non individuata per tempo può sfociare in stadi di abbandono piuttosto gravi.
Questa tendenza negli ultimi trent'anni stava già subendo un aumento significativo a livello globale ma l'avvento della pandemia di Covid-19 ha accelerato ancora di più il suo proliferare.
Cos’è e cosa determina la Sindrome di Diogene
La Sindrome di Diogene è stata definita così perché riprenderebbe, se pur in modo sostanzialmente simbolico, l'esistenza ascetica e ridotta al minimo del filosofo greco.
A determinarne l'insorgenza non sarebbe un unico fattore ma un mix di elementi che indurrebbero alcune persone a smettere di occuparsi di sé. I principali elementi scatenanti sono solitudine, eventi dolorosi, stati depressivi, disturbi psichici o legati all'invecchiamento, autismo e reazioni traumatiche a situazioni di stress.
Anche le difficoltà economiche sono un'importante leva che può portare gli individui più fragili a sviluppare atteggiamenti di chiusura nei confronti del mondo, degrado, rifiuto di aiuto e rinuncia alla cura personale.
La fascia d'età anziana sarebbe la più soggetta a sviluppare la sindrome ma nessuno può dirsi immune.
L’accumulo compulsivo può essere un disturbo collegato
La sindrome, caratterizzandosi da un abbandono della persona e da una noncuranza dell'ambiente che la circonda, porta spesso anche a un accumulo di oggetti di ogni tipo e a una conseguente situazione domestica molto difficile da sostenere e da sopportare sia per il paziente sia per le persone vicine.
Il disturbo da accumulo e la Sindrome di Diogene, pur avendo alcuni punti in comune ed essendo a volte una la conseguenza dell'altra, presentano anche delle differenze. Nel primo caso si tende a conservare, in modo fobico e smisurato, gli oggetti o i beni, anche di tipo animale; nel secondo si arriva a tenere tutto, indipendentemente dal valore, e perfino i rifiuti.
Quest'ultima situazione a volte può anche essere definita "barbonismo domestico" o "Sindrome dello squallore senile".
L’impatto del Covid su questa patologia
La pandemia che perdura ormai da quasi due anni e la conseguente maggior solitudine data da contatti umani ridotti al minimo e in alcuni momenti inesistenti, ha generato un incremento del numero di casi di sindrome di Diogene. Soprattutto durante i lockdown, molte persone non essendo costrette ad uscire di casa hanno iniziato a curare meno l'igiene personale e, anche quando le restrizioni si sono allentate, a dimostrare minor interesse verso le relazioni e le interazioni sociali.
Ad incrementare il fenomeno anche l'aumento dello smart working, che quando affrontato in maniera passiva e solo coercitiva, ha rappresentato una via preferenziale per lo sviluppo della sindrome.
Per combattere il Covid, un'arma in più viene oggi dall'immunità innata.
La solitudine è uno dei fattori più scatenanti
Una delle cause principali che porterebbe allo sviluppo della Sindrome di Diogene è la solitudine, aumentata per quasi tutti negli ultimi due anni.
Se nell'era pre pandemica anche le persone naturalmente inclini a stati d'animo depressivi o di auto isolamento erano obbligate da lavoro e incombenze varie a relazionarsi con gli altri, negli ultimi anni non è più stato così. Per i soggetti più fragili ma non solo le lunghe ore trascorse in casa da soli si sono rivelate particolarmente difficili da affrontare e hanno portato con il passare del tempo a una chiusura sempre più ampia nei confronti del mondo e a considerare le proprie quattro mura l'unico posto sicuro nel quale rifugiarsi.
Questo ovviamente non ha che alimentato la solitudine, alla quale però non tutti hanno reagito nello stesso modo. C'è chi barricandosi in casa ha deciso di rendere la propria zona di comfort impeccabile e pulitissima e chi, al contrario, si è disinteresso di se stesso e dell'ambiente che lo circonda e ha inizia ad accumulare tutto quello che ha potuto, convinto che ogni oggetto potesse servire a farlo sentire meglio. Soprattutto quest'ultimo atteggiamento può essere il preludio dello svilupparsi della sindrome di Diogene.
Un'altra patologia strettamente collegata a questa sindrome è la demenza, che a volte soprattutto nelle persone più anziane si fatica a riconoscere.
Le stime più recenti a livello internazionale indicano che nel mondo ci siano circa 35,6 milioni di persone affette da demenza, con 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno e una nuova diagnosi ogni 4 secondi. In Italia circa 1 milione di persone sono affette da questa patologia. Ovviamente non tutti coloro che soffrono di demenza sviluppano la sindrome di Diogene ma si tratta di un campanello d'allarme da tenere in considerazione.
Come occuparsi della sindrome di Diogene
La sindrome di Diogene deve essere affrontata con un aiuto professionale specifico e, a volte, anche con la somministrazione di farmaci.
Questo disturbo, infatti, non dovrebbe essere sottovalutato visto che nei casi più gravi può portare anche alla morte del malato, sia per l'abbandono delle cure sia per incidenti domestici derivanti dall'incuria della propria abitazione.